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Autore: Tury    10/09/2012    1 recensioni
Parlami ancora, mia musa mortale, narrami i segreti che celi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un suono regolare spezza il silenzio che aleggia. Qualcuno corre, sono forse io? Una torre, il cielo su di essa, il vuoto ad aspettarmi. Abbasso lo sguardo, il mare nero mi parla. Sussurra parole tentatrici. Salgo sul piccolo muretto, il mio unico contatto terreno sono i mattoni di questo castello, di questa torre. Guardo il mare, così nero, così immenso. Guardo il suo volto di morte. E sono tentata. Vorrei ricongiungermi con quelle acque pure, divenire un pesciolino nell’immenso. Una stella nell’universo. Muovo un passo, fissando ancora quella distesa tenebrosa. Parlami ancora, mia musa mortale, narrami i segreti che celi. Accudirai anche questo corpo, custodirai anche queste spoglie? E della mia anima, che ne sarà? Spuma bianca la farai diventare? Quante anime risiedono in te. Qual è il tuo volto, madama nera. Mostrati e diverrò tua compagna di vita. Mostrati e per sempre sarò tua sposa. Ancora un passo, sono sempre più vicina alla fine di questo strato di mattone. Sempre più vicina al confine tra vita e morte. E sempre più tentata di scoprire quel volto, di baciare quelle labbra, di toccare quel corpo. Ma l’incantesimo è spezzato. Non vi è volto sulla tua maschera, non vi è volto nuovo a questi occhi. Ciò che vedo è un riflesso. Chi io vedo è un’omicida. Mi ritraggo, spaventata, cadendo all’indietro, sentendo contro il mio corpo la superficie dura delle pietre. Mi rialzo, ancora terrore nelle mie venne. Corro, di nuovo, ancora, in questa lunga notte. Corro, finché l’alba non dona a queste membra il suo caloroso abbraccio. E il mio sguardo corre di nuovo a te, mia dolce compagna. Ancora il nero a vestirti, anche se ti stai spogliando dei tuoi abiti notturni per vestirti dei raggi del sole. La tua distesa azzurra mi chiama a gran voce. Mi avvicino, ancora una volta, rapita dal tuo richiamo. E ancora desiderosa di conoscere il tuo volto. Ma non hai che da offrirmi il viso di una ragazza che già conosco. Eppure qualcosa è diverso. Perdonatemi, dolci acque, se vi ho paragonate alla morte. Oggi so che il viso che ho visto durante questa lunga notte altro non era che quello della vita.

  
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