LE PAGINE DELLA NOSTRA VITA
E’ una giornata fresca nonostante
il sole illumini il cielo con i suoi raggi caldi, ideale per prendere un po’ di sole e fare il bagno. Cio’ che hanno
deciso di fare i 7 inseparabili amici quel giorno: le ragazze come piccole
lucertole vanitose a prendere il sole sulla sponda e i ragazzi a
divertirsi in acqua con la palla.
“Quindi
tu vorresti dirmi che doveva succedere?”
Chiese
improvvisamente la bionda piu’
piccola del gruppo.
“Si’ certo! Me l o
racconto’ mia madre qualche
anno fa dicendo che la nostra visita dal futuro in passato fu importante per Atlantis!”
Racconto’ la piu’ grande quando l’altra piccola aggiunse.
“E ti ha detto di cosa si trattava?”
“No!
Questo non me lo ha detto ma mi ha detto che proprio in quell’anno 3 mesi dopo la nostra visita
lei arrivo’ ad
Atlantis …”
MELLY POV (2006) |
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“Attivazione dello Stargate!”
“Dovevano
tornare delle squadre?”
Chiese
la dottoressa Weir.
“No
signora! Ma riceviamo un segnale!”
“Apra
l’ascolto!”
“Aiutatemi per favore, sono Sora
dei Genaii chiedo riparo (di sottofondo si sentono spari) … per favore fatemi
passare altrimenti verro’ uccisa … non credo di poterli trattenere a lungo …”
Nel
frattempo nella sala controllo era arrivata tutta la squadra e Sheppard si
velocizzo’ a
dire.
“Secondo
me e’ una trappola!”
“Tu
Teyla cosa ne pensi?”
“Sinceramente
dottoressa Weir nemmeno io mi fido molto!”
“Mi
sentite, vi prego fatemi passare … mamma ho paura … “
“Ma quella e’ una bambina!
Elizabeth falla passare!”
Chiese
Carson.
La
dottoressa acconsenti’ con il capo e mentre tutti si disponevano armati intorno lo Stargate a quest’ultimo venne tolto l’iride di protezione e dopo qualche sparo passo’ una bambina
apparentemente di 3 anni e poi Sora che subito cadde a terra svenuta. Il suo
corpo era ricoperto di ferite e lividi e anche se la bambina era un po’ meglio era comunque grave anche
lei. Sora sembro’
non riprendere conoscenza mentre la bambina lucidissima si fiondo’ sulla madre.
“Mamma!
Mamma svegliati! Qualcuno mi aiuti
vi prego! Mamma, mamma!”
Le
due donne erano state portate in infermeria la bambina si riprese
facilmente mentre Sora sembrava ancora non aver ripreso conoscenza. La bambina
stava silenziosamente seduta sul suo letto con la testa china e gli occhi
lucidi quando la dottoressa Weir entro’ nell’infermeria si diresse immediatamente dal dottor Beckett per
ragguagliarsi.
“Cosa mi puo’ dire?”
“La
bambina aveva parecchie escoriazione e lividi ma per
fortuna non gravissimi e glieli ho potuti guarire il tempo fara’ il resto, mentre
per quanto riguarda Sora la situazione e’ piu’ grave ho potuto trovare su di lei anche ferite vecchie,
probabilmente e’ stata sottoposta a parecchie torture il suo corpo ha ceduto ed
ora si trova in coma …”
Disse
desolato Carson.
“Posso
parlare con la bambina?”
“Si’ certo, anche se e’ molto scossa!”
I due
si diressero verso la bambina che udendo i loro passi alzo’ il capo.
“Ehi
piccola questa e’ la dottoressa Weir e vorrebbe parlare
con te …”
“Anche tu mi vuoi
visitare?”
“No
piccolina vorrei solo chiederti delle cose, posso?”
La
bambina fece un piccola assenso con la testa, cosi’ a quel punto
Carson fece per andarsene quando la bambina gli prese la mano tra le sue.
“No ti
prego, non mi lasciare anche tu …”
Il
dottore rimase un attimo interdetto poi con un sorriso
rassicurante si sedette accanto a lei.
“Prima
cosa, non sappiamo nemmeno come ti chiami …”
“Io
sono Melly signora …”
“Melly,
e’ un
bellissimo nome! Allora Melly perche’ tu e la tua mamma siete venute qui?”
“Perche’ dove eravamo noi
ci facevano male …”
Disse
la bambina mostrando le braccia pieni di lividi.
“E perche’ vi
facevano male?”
“Perche’ dicevano che la
mamma aveva fatto cose sbagliate e che loro non potevano tollerarlo …”
“Non
sai a cosa si riferivano?”
“Be’ … forse il problema
era che aveva aiutato voi … “
“E’ stata prigioniera?”
“La
nostra casa era una stanza buia con tante pietre bagnate …”
“Ok
grazie Melly …”
La
dottoressa Weir le fece un sorriso e fece per allontanarsi quando la bambina
disse qualcosa di inquietante.
“Alla
mia mamma hanno fatto cose molto brutte, e ho paura di essere
na di quelle…”
La
dottoressa Weir indette una riunione con tutta la
squadra per decidere il da farsi.
“Io
penso che la bambina e Sora siano da tenere qui e
proteggerle …”
“E se fosse una
trappola?”
Chiese
Sheppard che ricevette subito una risposta secca da Carson.
“Picchiare
a sangue una bambina e torturare una donna, no non
cedo che siano delle esche!”
“Cosa intende fare
dottoressa?”
Chiese
Teyla.
“Prima
di tutto qualcuno si dovra’ occupare di Melly …”
“Non e’ un problema
lo posso fare io!”
“Ne
sei sicura Carson?”
“Certo
cosi’ potro’ tenere
sott’occhio
anche la sua guarigione!”
“Ok
perfetto! L’altra
cosa che vorrei fare e salvare gli altri prigionieri Genaii, loro hanno
rischiato aiutandoci in passato e credo che noi ora gli dobbiamo un favore perche’ quello
che gli sta succedendo e’ solo colpa nostra!”
Scandi’ la dottoressa Weir
e nessuno sembro’ aver nulla da obiettare su cio’.
Era
passato un mese ma la missione ancora non era partita avevano bisogno di uomini e in quel momento non c’e ne erano
avrebbero dovuto aspettare il ritorno della Promethus prima di agire, un’azione avventata
non sarebbe servita a nulla. Nel frattempo Sora ancora non si era risvegliata
mentre Melly sembrava aver ritrovato un po’ di tranquillia’. Dormiva tranquilla nella stanza accanto a quella del dottor
Beckett quando un tuono la fece svegliare di soprassalto, impaurita si alzo’ dal letto e a
piedi nudi entro’ nella stanza accanto avvicinandosi al letto. Con la piccola manina diede dei piccoli
scossoni al dottore finche’ non si sveglio’.
“Melly,
cosa ci fai qui in piena notte?”
“Il
temporale, mi fa paura. Posso dormire qui con te?”
L’uomo ancora
stranito da quella situazione di “padre” si fece piu’ in la’ e permise alla bambina di accoccolarsi accanto a lui.
“Ora
va meglio Melly?”
“Si’ papa’!”
Lui
rimase al quanto colpito che la bambina lo avesse chiamato
cosi’,
quando lei con luna naturalezza quasi spaventosa gli disse:”Se non vuoi che ti
chiami cosi’ lo
faro’, ma
finora tu sei stato l’unico uomo che si e’ comportato con me da vero padre … quindi per me tu sei mio padre, mia madre me lo diceva sempre
che qua avrei trovato finalmente un padre per me … tu vorresti
esserlo?”
Gli
chiese quella piccola bambina fragile d’agli occhi da cerbiatto.
“Certo
piccolina, per me sara’ un vero onore avere una piccola principessa come figlia!”
La
bambina gli fece un largo sorriso prima di accoccolarsi
sul petto del suo papa’.
Melly
si accoccolo’ verso
il petto del suo ragazzo e lui la strinse a se’ quando lei apri’ gli occhi aveva un dolce sorriso sulle labbra.
“Ehi
hai fatto un bel sogno?”
“Piu’ che altro un ricordo di me e mio
padre, in questo periodo penso molto ai miei e alla loro storia …”
“Per
qualche ragione in particolare?”
“Perche’ mi sento in colpa Thom … e ho paura di ferirli loro che
per me hanno fatto cosi’
tanto …”
Il
ragazzo non sapeva assolutamente cosa
rispondere, l’abbraccio’ ancora piu’ forte e poi un dolce bacio sulle
labbra.
“Non
devi sentirti in colpa …
tu sei la cosa piu’
bella che mi sia capitata …”
A
Melly gli si inumidirono gli occhi prima di richiuderli
e permettere che dolci ricordi riaffiorassero nella sua mente …
“Ciao
Sora probabilmente ti ricorderai di me, sono il dottor
Beckett …
Carson … ti
ricordi durante la tempesta … mi hai dato un bel pugno in faccia credo che non lo scordero’ facilmente. Non
abbiamo mai avuto occasione di parlare e di conoscerci ma da quando Melly e’ con me mi sento
bene credo che Melly sia una delle cose migliori che mi sia capitata e non so
perche’ ma
sento la stessa cosa nei tuoi confronti, come sei il tuo arrivo non fosse solo un caso. Melly desidera tanto che tu ti sveglia,
sai oggi e’
partita la missione sul tuo pianeta per salvare anche gli altri prigionieri … sarebbe bello che
tu proprio oggi aprissi gli occhi …”
Melly
era nascosta dietro li stipite della porta e spiava
quelli che per lei erano i suoi genitori, era cosi’ felice di avere
davanti agli occhi una vera famiglia che aveva quasi paura che il risveglio
della madre avrebbe potuto cambiare tutto.
Durante
quella stessa notte quando Atlanti s dormiva una donna dopo lunghe
settimana si alzo’ dal letto, era debole ma non c’e la faceva piu’ a stare li’ immobile senza fare nulla, arranco’ per il corridoio
fino ad arrivare all’alloggio del dottore. Apri’ la porta e quando Carson si sveglio’ e vide Sora la
fece immediatamente sedere sul letto.
“Non
avresti dovuto alzarti, sei debole e non …”
Ma lei gli mise un
dito sulla bocca.
“In
queste settimane quando tu e Melly venivate a parlarmi
io sentivo tutto …”
Sora
parlava a fatica ma voleva assolutamente farcela a dover dire cio’ che doveva.
“…
volevo ringraziarti, credevo che dopo tutto quello che
mi era stato fatto non avrei potuto piu’ vivere … e invece sei arrivato tu e sei diventato un padre per mia
figlia … ti
ringrazio e non conosco modo migliore di questo …”
Disse
la ragazza avvicinandosi e baciandolo, ma lui la fermo’.
“Non serve questo tipo di riconoscenza Sora, non te lo chiederei
mai!”
“Ma la mia non e’ solo riconoscenza …”
Nelle
settimane successive le cose andarono sempre per il meglio, la situazione con i
Genaii venne sistemata, Sora si riprendeva velocemente
e lei sua figlia e Carson giorno dopo sembrano sempre di piu’ una famiglia.
“E’ di una famiglia che parlo, una famiglia Thom quella che
sicuramente io e te non potremmo avere mai!”
Urlava
la giovane mentre il suo ragazzo cercava di calmarla.
“E l’avremo!”
“Come,
eh? Venendo ripudiati da Dio e da chiunque ci conosca?”
Thom
lentamente si tolse il colletto da prete che aveva al collo avvicinandosi a
Melly.
“Lascio
… mollo tutto!”
“Per
colpa mia vero? Non avremmo mai dovuto iniziare questa
storia, non dovevamo!”
“Melly
non e’ colpa tua,
casomai e’ colpa mia
… colpa di non
averti tolto dalla mente dalla prima volta che ti ho visto, colpa di averti
pensato ogni secondo, colpa di averti desiderato … colpa di averti amato … ma se Dio e’ veramente cosi’ misericordioso come predico non ci incolpera’
perche’ ci amiamo.
Perche’ e’ cosi’ Melly io ti amo e voglio
sposarti!”
Alla
ragazza gli si inumidirono gli occhi, e con un largo
sorriso mentre lacrime silenziose gli scorrevano sulle gote abbraccio’ il suo ragazzo.
“Ti
amo anch’io Thom!”
Melly
camminava con passo svelto verso la sala riunioni dove era sicura che a fine
seduta avrebbe trovato i suoi genitori, dovevano saperlo per primi e dovevano
saperlo da lei. Sperava che questa notizia avrebbe aiutato sua madre che per
lungo tempo in quel periodo aveva sofferto e l’aveva allontanata da se’.
“Mi dispiace Carson, mi dispiace moltissimo!”
Continuava
a piangere Sora mentre il marito cercava di tranquillizzarla.
“E’ tutto ok, non ti
preoccupare amore!”
“Avrei
voluto cosi’
tanto avere un figlio nostro, Melly l’amo moltissimo ma allo stesso tempo mi ricorda
le cose orribili che ho passato … lei e’ frutto di una di quelle!”
Melly
chiuse gli occhi voleva cercare di non pensare proprio
a quella scena in quel momento. Arrivata davanti alla porta
si fermo’ e quando la vide
aprirsi il sangue gli si raggelo’
nelle vene. Saluto’
tutti educatamente e chiese ai suoi genitori se poteva parlare con loro.
“Certo
tesoro! Cosa devi dirci?”
Gli
chiese dolcemente il padre, mentre la madre si sedette silenziosamente e la
guardo’.
“Io
…”
Melly
incomincio’ a
piangere, sua mamma non poteva piu’ aver figli per
colpa sua. Perche’ lei era frutto di una delle torture e la madre quando l’avrebbe guardata avrebbe visto sempre il male in lei.
“Tesoro
non dire cosi’! Hai ragione e’ vero, ma Melly e’ nostra figlia e questo basta … entrambi l’amiamo cosi’ tanto che …!”
“Non e’ vero!”
Esordi’ la sedicenne bionda entrando nella stanza.
“Melly
ti prego …”
“No papa’ mamma
ha ragione! Io in un certo senso non appartengo a nessuno di voi due, sono un’estranea e sarebbe giusto che voi aveste un figlio tutto vostro! E mi dispiace che non questo non potra’ accadere per colpa
mia! Mi sento cosi’ in colpa che credo che sarebbe stato meglio se io non fossi
entrata nella vista di nessuno di voi due …”
Erano
passati 7 anni da quell’evento
e i rapporti tra lei e sua madre si erano raggelati, tutte e due incolpavano se
stesse per aver allontanato l’altra mentre Carson aveva
combattuto tutti i giorni per sistemare la situazione.
“Io
… be’ spero che vi fara’ piacere sapere che io … io mi sposo!”
“Cosa? E con chi non
sapevamo nemmeno che eri fidanzata!”
Chiese il padre alzandosi sorpreso, mentre
sul viso della madre si dipinse un dolce sorriso.
“7
anni fa, dopo quello che era successo incominciai a
frequentare Padre Thomas perche’
volevo trovare un po’
di pace, volevo fare chiarezza nella mia vita … e noi ci siamo …”
“No aspetta, facci capire un attimo
tu ti sposi con Padre Thomas?”
“In
realta’ Thomas e
basta … ora!”
Melly
era agitatissima, aveva scatenato il fini mondo.
“Tu
hai traviato un prete?”
Chiese
il padre agitato, mentre Sora alzandosi cerco’ di calmarlo.
“Non
farla cosi’ grava
Carson. Evidentemente Padre Thomas, anzi Thomas e basta ha lasciato perche’ forse non era gia’ convinto da un po’ di tempo del ruolo che aveva
scelto … credo che in un certo senso Melly lo abbia aiutato a capire
cosa voleva veramente …”
Disse Sora rigirando la frittata e cercando di
aiutare la figlia che apprezzo’
moltissimo questa intesa ritrovata.
La
donna le si avvicino’
e l’abbraccio’ felicissima.
“Non
mi sentivo cosi’
felice da tanto tempo!”
“Grazie
mamma, anche per quello che hai fatto prima!”
Gli
sussurro’ Melly.
“Altrimenti
a cosa servono le mamme!”
Le
due donne sorrisero allegre e Carson si senti’ sollevato dalla spiegazione della moglie e da
quella situazione.