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Autore: Pravorum    11/09/2012    0 recensioni
... Ti guardo inerme, trattenendo le lacrime e cado sulle ginocchia, come un burattino al quale sono stati tagliati i fili. ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Veronica, mia amara Scar.
Cerco il tuo sguardo fra la gente come noi, ma nessuno di essi è come il tuo, nessuno mi fa fremere di desiderio.
Una, due, tre tequile e poi una serie di Jack Daniel’s dei quali ho perso il conto.
L’effetto dell’alcool mi sale alla testa, ma non annienta la tua prepotente immagine dalla mia mente.
La speranza di vederti varcare la soglia di questo pub.
Non riesco a distogliere i miei pensieri da te, meschina creatura che ti dai e sparisci senza essere davvero mia.
Quattro, cinque, sei dosi di assenzio e la ragione svanisce lasciando il posto al desiderio carnale; e mi ritrovo in un bagno con un corpo estraneo fra le braccia che gode sotto i ferri della mia passione.
Invoco il tuo nome, è l’alcool a gridarlo, o forse è il cuore, ma la donna che ora tappa la mia bocca con le sue labbra assetate di me non si chiama Veronica; anche se finge sia così.
Ma nessuna è come te e forse è meglio così.
Guardo distrattamente il suo viso, che non ha niente che mi possa ricordare il tuo, e l’ allontano con sdegno.
Fuggo via.
La speranza di vederti svanisce ed io mi sento vuota o forse è solo il vomito che fuoriesce dalla mia bocca e che mi rivolta le viscere a farmi sentire tale.
Sento una presenza alla mie spalle, è inquietante, ma non riesco a smettere di vomitare.
Due mani sconosciute mi tengono la testa, dandomi sollievo.
Ma c’è un odore nell’aria che non è sconosciuto invece, è l’odore del peccato.
Alzo lo sguardo, sperando di non sbagliarmi e vengo colpita in pieno volto da un forte schiaffo che mi fa barcollare.
Sei tu, Veronica.
Ti guardo inerme, trattenendo le lacrime e cado sulle ginocchia, come un burattino al quale sono stati tagliati i fili.
Ti siedi accanto a me e pulisci dal mio viso i residui di ciò che ho appena rigurgitato, ma non parli.
Parlami ti prego, dimmi che mi ami, dimmi che ti importa davvero qualcosa di me allora.
Non lasciarmi morire nell’amore che ho creato.
Questo silenzio è una tortura ed io non riesco a spezzarlo.
“Volevi ferirmi? Ci sei riuscita.”
Ti stringo forte iniziando a piangere, le tue parole sono fredde, forse un po’ malinconiche, ma mi dimostrano che qualcosa t’importa allora.
“Ti amo Scar..”
Sibilo con un filo di voce perdendomi fra il tuo profumo e i raggi lunari.

  
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