I hope you came true.
Chapter 2: Three Tickets.
Oh...mio Dio! Non...non riuscivo a credere ai miei stessi occhi. Mi era appena stato messo in mano un biglietto. Un biglietto per andare in America! No, no, no, no, non potevo crederci!
-Papà...
-Ma quanto ti sarà costato?
-Ragazze...Angela, io per come ti ho detto a telefono, avrei dovuto dirti prima la brutta notizia, e poi la bella conseguenza dell'altra. Beh, ho invertito. Vi ho detto prima la bella. La brutta è...
-La brutta è...? - dice mia madre agitata.
-Che ho perso il lavoro a causa di un coglione che mi ha accusato ingiustamente di aver incendiato il posto di lavoro, quando è stato stesso lui a farlo...
-E...il tuo capo ti ha licenziato? dico.
-Chi non mi licenzierebbe sapendo una cosa del genere?!
-E quindi...andiamo in America per far sì che tu trova un altro lavoro, giusto? - dico sempre io.
-Si e..
-E quindi...ci trasferiremo lì? - mi si illumina la lampadina.
-Si...mi dispiace per le tue amiche e tutte le persone care che lascerai qui, ma non possiamo fare altrettanto. Se io non lavoro, non ce la faremo a pagarti la scuola, la danza e il corso d'inglese. Quindi, ho pensato che non avresti voluto rinunciare a nessuna di queste cose...o mi sbaglio?
-No, papà. Non ti sbagli! Ma tu hai fatto tutto questo per me? - mi scende una lacrima.
-Beh, in un certo senso sì.
Lo abbraccio.
-Bastava dirlo. Avrei potuto rinunciare a...
-Alla danza? Non credo proprio che ne avresti avuto il coraggio dopo ben...quanti anni?
-10.
-Ecco...o avresti rinunciato al Trinity College? Ma neanche per sogno. Sei al settimo livello quest'anno, e non ti saresti azzardata a pensare una cosa del genere...Cosa rimane? Oh, la scuola. Tralasciando il fatto che noi non te l'avremmo permesso, perchè devi diplomarti e LAUREARTI, ricordatelo. Tu diventerai una persona importante, non farai la fine dei tuoi genitori; io su un distributore di benzina, e per di più licenziato, e tua madre su uno studio commerciale a fare la segretaria, per ricevere un misero stipendio. E poi tu non abbandoneresti mai la scuola, riflettici. Tu adori studiare, e vuoi diventare un qualcuno. Sei la prima della classe, quella che tutti invidiano per le sue capacità e non abbandoneresti mai la scuola solo al primo anno di liceo scientifico!
-Hai ragione...ma sei sicuro che ce la farai lì, a pagarmi tutto?
-Certo, piccola.
-Grazie papà. - dico, abbracciandolo. - E anche a te, mamma. - dico, avvicinandomi a mia madre, per abbracciare anche lei.
One day later...
Sono appena sveglia. Comincio a pensare quel viaggio e a fantasticare su quel che sarebbe potuto succedere...e se Dio mi desse una possibilità? Lui solo sà quanto amo quel ragazzo, e quanto vorrei poterlo sfiorare anche solo per un secondo. Lui solo sà quanto la sua voce, mi dà la forza di andare avanti, quando mi sento da schifo. Lui solo sà, che quel ragazzo mi ha completamente cambiata...da quando lo conosco, non so il motivo, ma...sono diventata una persona migliore. Sarà per il suo sorriso sempre stampato sulle labbra che mi rende felice, sarà per la sua personalità che mi ha colpito subito dal primo momento...ma mi ha insegnato che vivere non significa far passare le ore e divertirsi, ma significa ben altro. Vivere significa AMARE la propria vita, ogni giorno sempre più. Significa imparare pian piano tutti i valori che ci fanno sentire bene. E quest'ultimi li ho scoperti solo grazie a lui. Vivere significa vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, perchè la vita è un dono prezioso, e sprecarla significherebbe essere un irriconoscente. Dio ce l'ha donato e noi la sprechiamo? No no, non si fa così. Per quanto mi riguarda, da oggi vivrò la mia vita appieno, senza tralasciare neanche un dettaglio.
-Papà...
-Ma quanto ti sarà costato?
-Ragazze...Angela, io per come ti ho detto a telefono, avrei dovuto dirti prima la brutta notizia, e poi la bella conseguenza dell'altra. Beh, ho invertito. Vi ho detto prima la bella. La brutta è...
-La brutta è...? - dice mia madre agitata.
-Che ho perso il lavoro a causa di un coglione che mi ha accusato ingiustamente di aver incendiato il posto di lavoro, quando è stato stesso lui a farlo...
-E...il tuo capo ti ha licenziato? dico.
-Chi non mi licenzierebbe sapendo una cosa del genere?!
-E quindi...andiamo in America per far sì che tu trova un altro lavoro, giusto? - dico sempre io.
-Si e..
-E quindi...ci trasferiremo lì? - mi si illumina la lampadina.
-Si...mi dispiace per le tue amiche e tutte le persone care che lascerai qui, ma non possiamo fare altrettanto. Se io non lavoro, non ce la faremo a pagarti la scuola, la danza e il corso d'inglese. Quindi, ho pensato che non avresti voluto rinunciare a nessuna di queste cose...o mi sbaglio?
-No, papà. Non ti sbagli! Ma tu hai fatto tutto questo per me? - mi scende una lacrima.
-Beh, in un certo senso sì.
Lo abbraccio.
-Bastava dirlo. Avrei potuto rinunciare a...
-Alla danza? Non credo proprio che ne avresti avuto il coraggio dopo ben...quanti anni?
-10.
-Ecco...o avresti rinunciato al Trinity College? Ma neanche per sogno. Sei al settimo livello quest'anno, e non ti saresti azzardata a pensare una cosa del genere...Cosa rimane? Oh, la scuola. Tralasciando il fatto che noi non te l'avremmo permesso, perchè devi diplomarti e LAUREARTI, ricordatelo. Tu diventerai una persona importante, non farai la fine dei tuoi genitori; io su un distributore di benzina, e per di più licenziato, e tua madre su uno studio commerciale a fare la segretaria, per ricevere un misero stipendio. E poi tu non abbandoneresti mai la scuola, riflettici. Tu adori studiare, e vuoi diventare un qualcuno. Sei la prima della classe, quella che tutti invidiano per le sue capacità e non abbandoneresti mai la scuola solo al primo anno di liceo scientifico!
-Hai ragione...ma sei sicuro che ce la farai lì, a pagarmi tutto?
-Certo, piccola.
-Grazie papà. - dico, abbracciandolo. - E anche a te, mamma. - dico, avvicinandomi a mia madre, per abbracciare anche lei.
One day later...
Sono appena sveglia. Comincio a pensare quel viaggio e a fantasticare su quel che sarebbe potuto succedere...e se Dio mi desse una possibilità? Lui solo sà quanto amo quel ragazzo, e quanto vorrei poterlo sfiorare anche solo per un secondo. Lui solo sà quanto la sua voce, mi dà la forza di andare avanti, quando mi sento da schifo. Lui solo sà, che quel ragazzo mi ha completamente cambiata...da quando lo conosco, non so il motivo, ma...sono diventata una persona migliore. Sarà per il suo sorriso sempre stampato sulle labbra che mi rende felice, sarà per la sua personalità che mi ha colpito subito dal primo momento...ma mi ha insegnato che vivere non significa far passare le ore e divertirsi, ma significa ben altro. Vivere significa AMARE la propria vita, ogni giorno sempre più. Significa imparare pian piano tutti i valori che ci fanno sentire bene. E quest'ultimi li ho scoperti solo grazie a lui. Vivere significa vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, perchè la vita è un dono prezioso, e sprecarla significherebbe essere un irriconoscente. Dio ce l'ha donato e noi la sprechiamo? No no, non si fa così. Per quanto mi riguarda, da oggi vivrò la mia vita appieno, senza tralasciare neanche un dettaglio.
End of chapter two...To be continued <3