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Autore: Frytty    28/03/2007    9 recensioni
Lo scontro finale visto da me. Un po' surreale forse, perdonatemi, ma mi è uscito di getto...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi è festa grande nel Regno Magico. Oggi l'incubo di molti è stato sconfitto. Oggi solo un nome vagherà per le strade festanti, tra i maghi, persino tra i Babbani. Il nome del Prescelto, del Bambino Sopravvissuto, di Harry Potter.
Una battaglia difficile, eppure, ha vinto. Sarà stato l'amore come gli ricordava spesso Silente nelle loro lunghe chiacchierate?

Harry è stremato. Le forze lo stanno ormai abbandonando. Ha il respiro affannoso, la bacchetta ancora sollevata.
Di fronte a lui, la Paura in persona.
Ma lui non ha paura, lui ha solo un obiettivo. Vendicarsi.
Nonostante tutto però, "vendicare" non è la parola esatta, lui non vuole essere un assassino, solo una speranza in più per coloro che hanno perso la vita combattendo contro di lui, giustizia nei confronti di chi vive nel terrore, forza per i suoi genitori che hanno dato la vita per lui. Non ha il permesso di sentirsi debole, non ha il permesso di abbassare la guardia ora, eppure, non può fare a meno di guardarsi intorno.
Non ricorda più come è entrato in quella strana stanza rettangolare, con le grandi finestre scure, il pavimento nero, Voldemort ad attenderlo.
Ci sono troppe persone senza vita intorno a lui. Qualcuno respira ancora nella speranza di essere salvato in tempo. Qualcuno non c'è la fatta. La sua speranza è morta da tempo ormai.
Intorno a loro il silenzio. L'odore del sangue riempie la stanza, troppi Anatemi hanno sortito il loro effetto.
Nessuno li ha fermati.
Harry riprende fiato. Ha graffi dappertutto, le gambe non lo reggono ormai più, gli gira la testa, ma non deve arrendersi, non può.
< Avada Kedavr... > Le parole muiono nella gola di Voldemort mentre la porta si spalanca e spavaldo e sicuro come sempre, la determinazione nello sguardo, entra lui. L'ultima persona che Harry avrebbe mai immaginato di vedere. Il suo ex professore che lui ha tanto odiato.
Severus Piton avanza nella stanza, la sua solita veste nera svolazzante.
< Severus! Devo confessarmi sorpreso della tua presenza qui. Non ti aspettavamo... > Voldemort fa cenno con la mano anche ad Harry, mentre scavalca con noncuranza alcuni corpi sul pavimento per raggiungere Piton.
I suoi occhi rossi brillano per un attimo.
Piton impassibile, scruta Harry come per accertarsi che stia bene, che non sia ferito in modo grave, mentre cerca di guardare in faccia colui che l'ha così deluso quando era solo un ragazzo...
< Allora Severus, a cosa devo questa tua visita? > Riprende Il Signore Oscuro girandogli intorno.
Harry ascolta attentamente. Si chiede anche lui perchè Piton sia lì. Pensava fosse scappato come tutti gli altri Mangiamorte. Era tornato. Perchè? Cosa nascondeva?
< Ti ho chiesto perchè sei venuto! > Urla l'Oscuro costringendo Piton ad inginocchiarsi di fronte a lui.
Come svelare che si trovava lì per il ragazzo, per lui?
< Crucio! > Urlò. Quelle urla rimbombarono nella testa di Harry come in un pozzo senza fondo.
Mentre Piton si contorceva al suolo, sforzandosi di non mostrare dolore, lui era rimasto immobile, pietrificato.
Cosa avrebbe potuto fare? Era forse il suo ex professore la sua ultima speranza, il suo ultimo appiglio? Aveva visto morire troppe persone a lui care. Ma cosa avrebbe dovuto fare?
La Maledizione finì silenziosamente ad un gesto di Voldemort.
Harry aveva il fiato corto, schiacciato contro la parete.
Piton sembrava svenuto.
< Ed ora torniamo a noi Harry... > Voldemort si riposizionò di nuovo di fronte a lui, la bacchetta levata e Harry si rese improvvisamente conto che questa volta non avrebbe sbagliato. Questa volta l'avrebbe ucciso. Si sentiva totalmente indifeso, debole, inerme... le mani gli tremavano, la paura sul suo volto continuava a farsi spazio in lui, invadendolo. Paura di morire.
" Devi reagire Harry, devi riuscirci... " Improvvisamente la voce di Severus esplose nella sua mente. Lo guardò gemente a terra, mentre impegnava le sue ultime forze per stabilire un contatto con lui.
" Professore... ma lei... " Harry si concentrò, cercando di trasmettere mentalmente il suo messaggio.
" Sta zitto! Ascolta! Harry, non devi mollare! Devi reagire con tutte le tue forze! Sei l'unico che può salvarci tutti, capisci? Devi continuare a lottare!!! Cercherò di aiutarti come posso, ma devi promettermi che non rinuncerai alla battaglia! " Piton lo stava supplicando?
" Va bene professore, glie lo prometto... "
" Bene... bene..." Sussurrò di risposta Piton.
Ma come l'avrebbe aiutato?
< Avada Kedavra! > Harry fece appena in tempo a schivare l'Anatema che Uccide, riparandosi dietro una colonna.
< Hai voglia di giocare Potter? > Voldemort, gli occhi iniettati di sangue, sembrava prenderlo in giro.
Piton nel frattempo, si era rialzato a fatica, lanciando un incantesimo sulla parete di fronte, per fare in modo che Voldemort si accorgesse che era ancora vivo.
Come previsto, l'Oscuro Signore si voltò verso di lui, permettendo ad Harry di aggirare la colonna e raggiungere lentamente Piton.
< Severus, Severus... le vecchie abitudini non le perdi mai, non è vero? > Lo schernì Voldemort, ma Piton si reggeva a malapena sulle gambe. Dopo aver cercato di disarmare invano Voldemort, ricadde pesantemente a terra.
Cosa gli era successo? Non era di lui eseguire incantesimi imperfetti, non potenti, dov'era finito il vecchio Piton?
< Professore, professore! > Harry gli corse incontro, inginocchiandoglisi accanto. Era questo il modo con cui cercava di aiutarlo? E come avrebbe pensato di riuscirci? In quelle condizioni?
< Ma guarda! Potter che aiuta Piton! Strana coppia! Facciamola finita una volta per tutte Potter, sono stufo di averti tra i piedi! Avada Kedavra! >
Ma Harry non ricevette mai la Maledizione. Piton si parò davanti a lui con le poche forze che gli restavano e la Maledizione magicamente rimbalzò all'indietro, verso Voldemort.
Ma cosa spinse Piton a quel gesto e soprattutto in che modo la Maledizione era rimbalzata al mittente, Harry non lo seppe mai. Svenne pochi istanti dopo. Era troppo stanco, troppo provato dalla lotta e logorato dal dolore per riuscire a sopportare.

Venne portato di fretta al San Mungo, con Hermione e Ron che respiravano a malapena ed erano pieni di ferite gravi ma pur sempre vivi, ma nonostante le cure, nonostante le visite giornaliere dei medici, nonostante tutte le medicine che era costretto a prendere, Harry Potter non riuscì a sopravvivere.
Era ferito gravemente al fianco, ferita di cui non si era nemmeno accorto durante il duello, ferita che aveva continuato a peggiorare con il passare dei giorni, ferita che non gli permetteva nemmeno di parlare.
< Harry? >
Hermione lo chiamava insistentemente da due giorni ormai.
Era quasi del tutto guarita e aveva avuto il permesso di andare a trovare Harry. Ma Harry non si era mai svegliato fino a quel momento.
Tuttavia, quel giorno, aprì leggermente gli occhi, non ancora abituati alla luce del sole e cercò di sorriderle.
Forse l'aveva riconosciuta.
< Harry? Sei sveglio? > Gli occhi di Hermione parvero brillare per un attimo.
< Hermione? > L'aveva riconosciuta per davvero. La sua voce era solo un sussurro, era troppo debole e perdeva troppo sangue.
< Shh! Sei ancora troppo debole, non dire niente... >
Hermione si posò un dito sulle labbra e gli accarezzò i capelli nerissimi. < Hermione, sai benissimo che non ce la farò... >
< No! Non devi dirlo! Riusciranno a curarti, vedrai! >
Hermione gli prese la mano, abbandonata sul lenzuolo bianco, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
< Lo sento Hermione, sento che non ce la farò... conosco benissimo le mie condizioni... e non ce la farò, perciò sappi questo Hermione. Sei sempre stata come la sorella che non ho mai avuto, ho saputo fin dal primo istante che eri speciale come solo tu sai esserlo, ho capito forse fin troppo di te... > Si interruppe per tossire mentre Hermione gli strinse la mano più forte.
< Mi dispiace di avervi trascinato con me, mi dispiace, non avrei mai voluto farvi del male... solo... Ti voglio bene Hermione... >
Hermione iniziò a piangere, stringendo la mano di Harry tra la sua, come se non ne potesse fare a meno.
< Shh! Non piangere... > Harry le asciugò qualche lacrima che dispettosa le aveva raggiunto il mento. < Io sarò sempre qui con voi... con te, con Ron, con tutti, perciò, non essere triste, non piangere per me... vivrò con voi... >
Harry chiuse gli occhi per non aprirli più.
Hermione non si rese conto di quanto tempo stette lì ad accarezzargli i capelli, il viso ancora deturpato dai segni della battaglia, a stringergli la mano, finchè non divenne troppo fredda. Sembrava dormisse, invece se n'era andato per sempre. Pianse.

Oggi è festa grande nel Regno Magico. Oggi l'incubo di molti è stato sconfitto. Oggi solo un nome vagherà per le strade festanti, tra i maghi, persino tra i Babbani. Il nome del Prescelto, del Bambino Sopravvissuto, di Harry Potter.
Una battaglia difficile, eppure, ha vinto. Sarà stato l'amore come gli ricordava spesso Silente nelle loro lunghe chiacchierate?
Sarò stato il suo coraggio? La sua volontà di continuare nonostante tutto? E' stato grazie ad una persona speciale? Un po' di tutto questo. E' stata la voglia di sacrificarsi per gli altri, sacrificando se stesso.
Oggi solo un nome vagherà per le strade festanti, tra i maghi, persino tra i Babbani. Il nome del Prescelto, del Bambino Sopravvissuto, di Harry Potter.

Grazie in anticipo a tutti coloro che commenteranno...

   
 
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