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Autore: Aishia    11/09/2012    1 recensioni
molti si chiedeno a chi appartenga il cuore del capitano della Perla Nera …
voi risponderete: al mare!
Ma se invece appertenesse a una donna? E il suo cuore fosse diviso tra la cosa che appaga il suo animo e colei che ama? Cosa succederebbe?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vie di fuga (prima parte)

Una notte …
Solo una misera notte,era trascorsa da quando la giovane fanciulla dagli occhi di ghiaccio,era stata imprigionata in quella fredda e gelida cella.
Il freddo incominciava a intorpidirle le ossa.Neanche il suo adorato mantello dal colore oscuro riusciva a riscardare il suo esile e fievole corpo;e quel posto abbandonando da Dio,non aiutava di certo a intiepidire gli animi e i cuori di tutti i suoi compagni di disavventura.
Il freddo era diventanto sovrano,entrando soprattutto da piccole crepe formatasi dal muro, ormai quasi ridotto a brandelli dal tempo ormai trascorso,e con il susseguirsi o con lo scorrimento delle giornate, la situazione non andava di certo a migliorare.
La prigione era riempita solo da ombre,poichè la luce proveniva da piccole finestre poste troppe in alto da non illuminare il volto e i parametri di tutti colore che vivevano nel buio.
Solo pochi attimi,quando il sole era nel punto più alto del cielo,la prigione veniva interamente illuminata,come se la luce volesse dar un po' di sollievo e liberazione a quei condannati,il quale della libertà ricordavano solo il significato.
Ma era li -al di là di quelle crepe - che ogni uomo trovava un po' di tregua, ai mali che popolavano assiduamente quei luoghi di morte e punizione.
Era li ...che si sentiva il soffio del vento che trasportava libertà,quella libertà che gli era stata negata e contestata.
Da un po' inoltre,sembrava che il tempo avesse rallentato di proposito la sua funzione ...sembrava che si fosse fermato …
non si sentiva più nulla:solo il rumore del silenzio che rivelava quella voglia infinita di urlare e di eliminare quel vuoto che vi si era formato dentro.
Ormai non si udiva più nemmeno il rumore delle onde infrengersi imperterrite sugli scogli;la confusione dei gabbiani che reclamavano franchigia,e volavano spediti verso un orrizonte senza fine.
Ormai il sole era sopraggiunto:la luce che si introduceva timida e flebile,ne era la prova assoluta.
Un altro prigioniero,durante quella notte di fuoco, era stato portato via,senza spiegazioni ...senza chiarimenti.
Tutti erano a conoscenza del suo fato.Chiunque in quel susseguirsi di celle,sapevano che non lo avrebbero mai più rivisto,poichè sarebbe stato vittima di qualcosa superiore anche alla morta stessa.
Degli occhi di ghiaccio,si concedevano un po' di riposo e di tregua,soffermandosi sui variamenti di luce del sole,che sfumava i suoi colori accesi sulla limpidezza delle acque.
La donna si era arrampicata-attraverso piccoli mucchi di fieno che venivano utilizzati per il riposo notturno-alla finestra, in modo da concedere un po' di calma e tranquillità,alla sua mente ormai spicologicamente stremata.
Cercava di non pensare,di non riflettere sulle paure che ormai circondavano la sua anima.
Era a conoscenza,come il resto dei suoi compagni di prigionia...che anche una parola,un sospiro o perfino una sillaba poteva causarle la morte.
Sapeva che essa non sarebbe tardata a sopraggiungere...
per questo,cercava di trovare un attimo fuggente in quello spettacolo naturale,in modo da lasciarsi alle spalle i cattivi pensieri,e il peso della morte sulle pelle.
In così poco tempo si era dovuta abituare alle ingiustizie.Ma lei non poteva ancora andarsene,poichè si era prefissata uno scopo che avrebbe in ogni modo portato a termine,quella meta che si era prefissata e che le ardeva dentro,e le dava la forza di andare avanti:vendetta!
Giustizia e vendetta ...Due parole così diverse,ma tavvolta talmene simili.
Si sentiva quasi un verme a reclamare giustizia,e a sperare nella vendetta...ma era l'unico modo...
Lo aveva promesso dinanzi a molti e di fronte a Dio che si sarebbe ripresa ciò che le era stato rubato.
Avrebbe rivendicato suo padre e ciò che le apperteneva di diritto.
Avrebbe ripreso le redini della sua vita.
Dei piccoli e scostanti rumori,la distolsero dai suoi pensieri colmi d'odio e pieno zeppo di ricordi,che riaffioravano nella sua giovane mente,causando in lei … tanta amarezza e nostalgia
Salto giù,atterrando sul pavimento della cella,avvicinandosi alle sbarre di ferro freddo,e guardando nella cella accanto alla sua,dove disteso in posizione fetale … un uomo mugolava e chiedeva pietà,o meglio un po' d'acqua per dissitare il suo sangue e almeno qualche pezzo di pane per sfamare la sua anima.
Ma era come se le guardie non lo sentissero,era come se non udissero le implorazioni dell'uomo,o di coloro che non avevano se non poche ore di vita.
Non avevano diritto a nulla,trattati come animali o come sassi,senza alcun bisogno fisiologico.
Forse la morte sarebbe stata l'unica soluzione ...
Ma l'unico modo per scampare a quel fato si trovava nella cella di fronte ...la cella del Capitano della Perla Nera …
si avvicinò melense alle sbarre,cercando si eliminare dalla sua mente l'immagine dell'uomo morente dalla testa. Si inginocchiò,guardando un punto impreciso di fronte a lei.
<< Jack...>> sussurrò con un filo di voce la donna,alzando lo sguardo.
Ormai la fame, la stanchezza la stavano soggiogando... e le forze l'avrebbero abbandonanta presto.
Niente ...dall'altra parte non ricevette nemmeno un mugolio,ma solo il silenzio,che stava divenendo a mano a mano sempre più snervante
<< Jack,rispondimi ti prego … sei sicuro che i tuoi amici ci verranno a prendere?>>chiese angosciata e con le lacrime che facevano capolino dai suoi occhi privi di vita.
Si alzò in piedi per guardare almeno il profilo dell'uomo:era sdraiato sul freddo e gelido pavimento della sua cella,e con le braccia conserte dietro il capo.Non aveva fatto che rigirarsi i pollici tutto il tempo,sperando forse in qualcuno che probabilmente non sarebbe mai arrivato.
La giovane Venùs stava cominciando a dubitare dell'audacia del bel capitano,e diffidava ormai,anche delle voci che giravano inperterrite tra i mari dei Caraibi,che narravano delle prodezze e delle straordinarie imprese del Capitano della Perla Nera.
Il capitano,sentendosi osservato ...puntò lo sguardo sulla figura in piedi,che lo guardava angosciata e disperata,cercando nella sua figura qualche certezza o almeno una minima sicurezza.
Si sollevò puntando tutto il peso sui gomiti,guardandola con il suo solito sorriso sgembo
<< cara,sono sicurissimo che il mio equipaggio mi stia venendo a recuparare ...ma ho qualche dubbio per te!Non so,cosa potrei ricavare portandomi con me. Perchè ripensandoci ...non mi hai dato nessuna garanzia! E inoltre..per recuparare la Rosa Nera ci vuole una mappa che porti ad essa! Ed è praticamente introvabile. Percui,perchè recuparare un qualcosa di irrecuperabile,avendo la certezza che non sia possibile recuperarla?>> La frase contorta di Jack,lasciarono spiazata la donna,poichè l'ultima speranza era stata scemata via,lasciandola intendere che il suo soggiorno sarebbe continuato fino alla sopraggiunzione della morte.
Ma non poteva … non poteva lasciarsi abbattere. Sarebbe riuscita con ogni mezzo a persuaderlo,dopo tutto era pur sempre una donna!
Mise in moto le sue doti seduttive,e guardandolo malizioso,si avvicinò alle sbarre,sussurrando delle parole che sarebbero rimaste impresse nella mente del capitano per molto tempo
<< chi dice che è introvabile?Io so esattamente il luogo dov'è riposto...mio caro>> Gli occhi del capitano si fecero grandi alle parole della donna.
Si stava forse prendendo gioco del Capitano della nave più veloce e imponente dei mari dei Caraibi?<< dov'è riposto?>> chiese serio e sorpreso Jack avvicinandosi alle sbarre della sua cella,in modo da poter sentire ogni frammento delle parole di Venus
<< nonono capitano!non avevate forse detto che non vi fidate di me?>> il capitano si morse un labbro.
Doveva imparare a tenere a freno la sua lingua lunga,soprattutto quando parlava con una donna. Aveva ragione Gibbs,quando gli diceva che portavano male.
Doveva far qualcosa per riprendere in mano la situazione. Si avvicinò ancora di più alle sbarre,ghignando più volte e guardando la ragazza in modo malizioso.
Neanche il tempo di proferir parola,che qualcosa lo frenò
Un rumore sordo e audioleso,si propagò nella stanza,facendo rabbrividire i presenti,che persero un battito alla vista delle guardie-zombie,che entrarono spediti nelle celle,con uno sguardo agghiacciante e privo di qualsiasi forma di espressione.
Si diressero spediti verso il fondo della stanza,diretti verso una cella...la sua ….La ragazza agghiacciò alla scena,consapevole del fatto che stavano venendo a prendere proprio lei,portandola faccia a faccia contro la morte.
La ragazza indietreggiò,per poi andare a sbattere le sue minute spalle,contro la parete dura e rugosa del muro,come se cercasse una via di fuga,come se ne avesse una.
<< tu vieni con noi!>> proferì una grossa e profonda voce,proveniente da uno zombie che stava aprendo la porta della cella,in cui era rinchiusa
La paura la avvolse ...la vicinanza di quello zombi le provocò una sottospecie di scock. Che cosa potevano volere da lei?
<< Jack... aiutami ti prego!>> che cosa poteva fare il capitano per aiutarla? Si riteneva una sciocca al solo pensarlo,ma era l'unica speranza che aveva. Del resto accanto a se,aveva l'uomo che era riuscito a sfuggire a sette guardie della compagnia delle Indie! Diamine!
Il capitano della Perla Nera guardava ad occhi sgranati la scena,con il respiro corto e smorzato.Stava cercando un modo per impedire che la giovane venisse portata via ...ma doveva fare in fretta,altrimenti sarebbe stato troppo tardi.
La fanciulla lo implorava con lo sguardo,ma i suoi occhi erano come messi alle strette dalla presenza di quella figura,che sembrava provare piacere alla vista del terrore e della paura della donna ormai spacciata
<< vieni>>tagliò corto l'uomo ponendole una mano. La donna era impassibile,terrorizzata dalle circostanze. Era come se gli offrissero di andare a morire di sua spontanea volontà.
Non sapendo che fare,e spiazzata dagli eventi,gli diede un calcio colpendolo sopra la vita,scappando dopo che lo zombie ebbe abbassatto la guardia.
Un sorriso accompagnò il volto dell'uomo,che sembrò provare più che altro solletico che dolore,e in una mossa scomparve per ritrovarsi di fronte alla figura sbalordita di Venùs,il quale era rimasta sconvolta e pietrificata.
L'uomo avvicinò il suo viso a quello della donna,sorridendo sghembo.
Tutto successe ad una velocità talmente assurda,da lasciare i presenti sconvolti e letteralmente a bocca asciutta,compreso il capitan Sparrow.
Con un colpo fulmineo,colpì con una potenza sopraumana il capo della fanciulla,procurando un tonfo sordo. La donna cadde a terra priva di sensi,e coperta da un lago di sangue che le avvolse il corpo e la sagoma.
<< Lasciala! Razza di mozzo senza cervello o io...>>lo intimò Jack,ponendo una mano nell'elsa della spada,ma ricordandosi poco dopo che ne era privo
<< io cosa? Tu come tutti non potete niente contro di noi!>>
lo zombi si abbassò prendendo la ragazza e ponendola sulle sue grosse spalle,portandola via ...forse per sempre,accompagnato dalle grida di Jack,che cercava in ogni modo di destarli dal loro intento.


Un tonfo fece raggelare i presenti …
I loro sguardi vagarono verso le ultime celle,quella del capitano della Perla Nera,che sbatteva ripetutamente i pugni sulle sbarre della prigione.
Il suo capo era coperto dal tricorno che gli copriva il viso,ma si poteva benissimo percepire il suo enorme rammarico per non essere riuscito a far nulla.Del resto quella donna sarebbe stata l'unica soluzione per il ritrovamento della Rosa Nera.
<< maledetti! La pagheranno per questo!>>diceva imperterrito continuando a sbattere le mani sul freddo metallo e dando calci al muro o a tutto ciò che incrociava la sua strada.

Passarono minuti,forse ore ...probabilmente addirittura anni...
Il tempo non si percepiva in quell'orrendo luogo e la cosa che più angosciava i presenti era l'attesa,che consumava la carne e le ossa,mentre aspettavano la loro morte che presto o tardi sarebbe sopraggiunta.
Da lontano si sentivano dei passi,spediti e dritti verso le celle.Il cuore dei presenti si fece piccolo,preoccupati che anche a loro sarebbe toccato lo stesso destino della povera e ormai defunta Venùs.
La porta fu spalancata,e da li vi entrarono le stesse guardie di prima,con una piccola figura tra le braccia.
Il respiro dei presenti si fece lento e i loro occhi divennero grandi alla vista di Venùs,viva ma ricoperta di ferite che le facevano come da seconda pelle in tutto il corpo.I suoi vestiti erano logori e stracciati e le sue spalle erano pieni di graffi,probabilmente di frustate.
La sua cella venne riaperta e lei fu buttata senza pietà,come se fosse solo un piccolo oggettino senza il minimo valore.
Il suo corpo era inerte e il suo respiro debole
<< Venùs?!>>Jack cercava con lo sguardo di vederle il viso,ma l'unica cosa che si poteva scorgere era la sua schiena nuda e piena di sangue.
<< Venùs stai bene? Rispondimi!>>
<< Jack ...>> sussurrò piano cercando con tutta la forza che possedeva in corpo di voltarsi in direzione dell'uomo che l'aveva chiamata
La sua voce era fievole e debole e il suo viso era pieno zeppo di segni,così come il resto del suo corpo.
Del sangue fuoriusciva dalla tempia,lasciandola in un bagno di sangue
<< Guardie! Guardie venite presto!>>urlò a squarciagola il pirata. Lo zombi spuntò dal nulla spaventando lo stesso capitano. Come aveva fatto?
<< che vuoi?>> chiese l'uomo dall'aspetto agghiacciante e terrificante
Il capitano non si spaventò alla vista di quell'immonda creatura. Beh si,aveva un po' di ribbrezzo,ma era naturale infondo!
era privo di pelle,e si vedevano solo le ossa e i legamenti,gli occhi era privi di iridi o di pupilla,ma si vedeva solo il cristallino bianco ma contornato da del sangue.
<< fatemi entrare nella cella della ragazza!o morirà>>
<< e per quale assurdo motivo dovrei farlo. Tanto morirete tutti lo stesso,non lo avete ancora capito?>>
un sospiro un po' troppo forte fece spaventare i presenti che raggelarono.
<< voi non vi preoccupate per questo gentile mummietta! Ma intanto fatemi entrare nella cella!>>
<< si,ma restacci! Io vi controllerò ogni dieci minuti esatti! Non fare scherzi o preparati a morire!>> Jack fu spinto verso la cella della giovane.e Lo zombi uscì dalla stanza senza dire una parola
<< dolcezza stai bene?>> chiese il pirata prendendo la donna tra le braccia
<< potrebbe andare meglio>> Jack strappò via un lembo della sua giacca e cominciò a realizzare delle bende per curare le ferite della ragazza.
<< che cosa ti hanno fatto? Beh oltre ad averti massacrato ovviamente>>proferì beffardo e ironico il capitano,sorrisendo sornione,come a volersi prendere gioco della fanciulla
Venùs era appoggiata di spalle,alla superficie rugosa e dura del muro,con la testa appoggiata ad essa,come se non riuscisse a sostenere il peso del suo corpo e con gli occhi chiusi;mentre Jack cercava di tamponarle il sangue che usciva ininterrottamente dalle ferite provocate da uomini zombie.
<< volevano risposte ...Jack ...risposte>> proferì la donna ad occhi chiusi,sussultando al tocco di Jack sulla sua gamba
La luce entrò flebile e timida dalla finestra,colpendo con il suo bagliore l'interno della prigione,illuminando il viso e gli occhi chiarissimi della ragazza e il profilo misterioso e pensiero dell'uomo,che fu costretto a socchiudere più volte le palpebre per via dei cambiamenti di luce.
Guardava incuriosito la ragazza, toccandosi con una mano la folta barba,mentre i suoi occhi vagano sulla sua esile figura,danzando dal suo corpo fievole ma dalle forme esuberanti alle sue labbra carnose e i suoi occhi di ghiaccio.La sua mente rielaborò le sue parole,soffermandosi più volte sulla parola risposte.
<< Che tipo di risposte>>
Un piccolo rumore sopra le loro teste li scostò dai loro pensieri,costringendoli ad alzare la testa verso la piccola finestra,dove fecero capolino due piccole bestioline;bizzarri solo ad immagginarli insieme.
Una piccola scimmietta dagli occhi furbi e astuti saltò sopra la testa del capitano,mentre un piccolo pappagallino cominciò a pronunciare parole discorde e senza senso ''il cielo libero-senza nuvole-viiiiiiiia''
<< Cotton! Dannata scimmia scendi immediatamente da li! Ma quanto ci avete messo? Fra poco saremmo diventati pap pa in scatola per zombie !>> Jack si alzò cercando con le mani di far levare quella piccola scimmietta dalla sua testa. La ragazza guardava la scena divertita,ma un po' frastornata e confusa. Erano questi i ''famosi''amici che il capitano attendeva?
<< Jack.ma ti sei bevuto il cervello o cosa?>> Il capitano alzò gli occhi al cielo e ispirò notevolmente,per poi puntuare uno sguardo scocciato verso la donna
<< volevi uscire no? Bene ora abbiamo le leve per farlo! Su ragazzi andate a prendere le chiavi per svignarcela da qui!>>
La piccola scimmietta salì sul piumaggio del compare,e dopo aver oltrepassato le sbarre di ferro,si diressero spediti verso l'enorme portone,l'unica loro via d'uscita.
Il piccolo Jack si aggrappò alla maniglia del portone,permettendo l'uscita al suo compagno di disavventura.
Fuori dalla porta,seduto a braccia incrociate su una piccola sedia di legno,vi era la guardia che dormiva come un bambino;se non fosse stato così brutto e terrificante, avrebbe fatto anche un po' di tenerezza.
I due piccolini,avanzarono piano e lentamente in modo da non causare nessun rumore,e cercando con tutta la calma del mondo di non svegliare l'uomo.Lo perquisirono con lo sguardo,trovando la chiave delle celle,sulla sua gamba sinistra.Jack si avvicinò lentamente,badando a cordinare le sue mosse ...e con una velocità assurda,prese il mazzetto,sussultando come un pazzo poco dopo.
Affidò le chiavi al piccolo volatine,ponendole sul suo becco.
Il pappagallino tornò nelle prigioni,mentre la piccola scimmietta,saltò sopra la pancia della guardia facendo un rumore d'inferno.
<< e tu chi sei? Come hai fatto ad entrare? Se ti prendo!>> urlò a squarciagola l'uomo prima di scomparire via,cercando di afferrare l'animale fastidioso.
Il pappagallino volò diretto verso la cella del capitano,che lo attendeva a braccia aperte e con un sorriso stampato in volto,mentre la donna dietro di lui guardava la scena scioccata e stralunata. Chi era quest'uomo veramente?
<< mi devo ricredere su di te. Cotton!>>
Jack prese con un gesto fulmineo le chiavi aprendo così la sudetta cella,tirando un lungo sospiro,come a voler assaporare quel momento tanto atteso
<< il profumo di libertà! O meglio di morto! Su andiamo amico!>> prese il pappagallo ponendoselo in spalla,e uscì svelto e lesto,pronto a scomparire dietro la porta
<< capitan Jack Sparrow non si sta forse dimenticando qualcosa?>>urlò la ragazza alle sue spalle,cercando di alzarsi ma abbandonando l'intento poco dopo.
Il capitano se destò,voltandosi verso la donna,facendo una faccia d'angelo e un sorriso da '' io non ho fatto niente'' e tornando indietro a prendere la ragazza.
<< scusa dolcezza.Momento euforico>>
Si inginocchiò all'altezza della donna,mettendole una mano intorno alla vita.
In meno di un istante,si ritrovarono a pochi centimetri di distanza,ad un soffio dall'altro.Potevano sentire il battito scomposto dei loro cuore e i loro respiri mescolarsi in un unico e solo fiato.
I loro sguardi si persero una nell'immensità dell'altro e i loro visi si stavano avvicinando lentamente. Le loro labbra era ad un soffio,mancava solo poche spanne per unirsi,inconsapevoli del gesto stesso.
<< emh emh,scusateci.non vorremmo interrompere il momento,ma ci potete liberare?>> urlarono contemporaneamente i prigionieri delle prigioni a fianco.
I due si voltarono lentamente verso le vocine appartenenti agli uomini che guardavano la scena scomposti, con le braccia incrociate sopra il petto,e con un piccolo sorriso furbo in volto.
Venùs avvampò di colpo,nascondendo il volto nell'incavo del collo di Jack,arrossendo come una bambina alle prime esperienze
<< Jack libera prima loro>> le sussurrò all'orecchio la ragazza,scostandosi dopo aver ricevuto un occhiata divertita del capitano.
Jack si alzò fulmineo,lierando tutti i prigionieri che popolavano quel luogo di angoscia e desolazione,per poi ritornare a prendere la ragazza dentro la sua cella
<< vieni dolcezza! E ora di andarcene da questo squallore>> si chinò come aveva fatto prima,prendendola tra le braccia,mentre lei si aggrappò come una sanguisuga intorno al suo collo,in modo da tenersi in equilibrio.
Dovevano sbrigarsi ...altrimenti sarebbe stato troppo tardi ...

(FINE PRIMA PARTE)



NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti ^_^
benvenuti ^.^ scusatemi per la sospensione del capitolo,ma non doveva proprio finire così... ma per motivi X ho deciso di spezzarlo U.U
ringrazio chi legge solamente,chi lascia qualche traccia del suo passaggio :) e magari mi piacerebbe ricevere un vostro parere ,o anche qualche suggerimento o critica,che secondo me sono le migliori,perchè aiutano a migliorare!
ci sentiamo presto ;) per chi vuole ovviamente:)
baci:*

Aishia
  
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