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Autore: cece95    11/09/2012    0 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction ed essendo la prima ho scelto di scriverla su uno degli anime che preferisco: I pokemon.
Questa storia racconterà il mio viaggio a Kanto (e sperando che l'esperimento riesca anche nelle altre regioni).
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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E dopo tanto rieccomi con un nuovo capitolo, che probabilmente farà un po' schifetto, visto che mi ero incastrato... comunque avendo superato i dieci capitoli vorrei ringraziare tutti coloro che leggono la mia fic e coloro che recensiscono.
Ora vi lascio al capitolo


***


“E allora andiamo?“
“sì, con l‘allenamento cui ho sottoposto i miei Pokemon Surge, non ha speranze”.
Arriviamo di fronte all’ingresso della palestra, entriamo, ci accoglie il capopalestra, Lt. Surge, un energumeno palestrato che mi guarda dall’alto in basso e si mette a ridere.
“Ehi poppante! Perché non torni quando sarai più grande?”
“Perché non sarebbe giusto, nei suoi confronti” replico io in tono di sfida.
“Come osi... credi forse di potermi battere?”
“Non lo credo, lo so, e lei mio caro Surge dovrebbe imparare a non sottovalutare i suoi sfidanti”.
“Chi ti credi di essere per dirmi cosa devo fare?”
“Il mio era solo un consiglio, comunque le dimostrerò che ho ragione battendola in una lotta”.
“E sia moccioso vieni avanti”
Mi avvicino, lo stadio questa volta non ha nulla di strano e di questo sono molto sollevato.
“La lotta consiste in un unico round” proclama l’arbitro dell’incontro.
“Cosa?! Non avrei immaginato una lotta uno contro uno” penso preoccupato mentre cerco di decidere quale dei miei Pokemon far scendere in campo.
“E ora cosa farai Cece?” Pensa Beatrice vedendomi nel panico.
“Raichu, vieni fuori!” grida Surge facendomi tornare alla realtà.
“E va bene, giochiamoci il tutto per tutto, Pikachu scelgo te!”
“Cesare, ma che combini? Di tutti proprio Pikachu dovevi scegliere?”
I due Pokemon si osservano, Raichu ha uno sguardo di superiorità nei confronti del mio Pikachu, ma io ho in mente un piano dunque non sono troppo agitato.
Il suono di una campanella da inizio all’incontro.
“Raichu usa Tuono!”
“Schivalo svelto!”
Pikachu schiva con rapidità l’attacco dell’avversario.
“Cosa? Come ha fatto?”
“Pikachu si è allenato contro altri quattro Pokemon contemporaneamente, è normale che la sua velocità sia così alta”.
“Raichu schianto!”
“Pikachu Energisfera!”
Nell’impatto con l’Energisfera Raichu è spinto contro il muro.
“Non solo è più veloce di Raichu ma è anche più forte” dice Surge evidentemente preoccupato.
“E bravo Cesare, ha usato Energisfera perché sapeva che è più efficace contro i Pokemon la cui velocità e inferiore a quella dell’utilizzatore, probabilmente Surge non lo sa e ora se la sta facendo sotto”
“Raichu Tuono alla massima potenza, non m’interessa se demolirai la palestra, ma disintegra quel poppante!”
L’energia generata da Raichu è così forte da danneggiare le finestre e le pareti della palestra.
“Pikachu!”
“Questa volta non importa quando sia veloce, non può schivare un attacco del genere!”
Quando l’attacco si esaurisce, Pikachu è ancora in piedi senza il minimo graffio.
“Ma che...?” esclama Surge.
“Che è successo?” esclamo io di rimando.
“E così il tuo Pikachu è speciale, l’abilità parafulmine, chi se lo sarebbe mai aspettato...” commenta Beatrice.
“Non so cosa sia successo ma, Raichu usa ancora una volta Tuono!”
“Pikachu Energisfera!”
Raichu ha esaurito tutte le sue energie con l’attacco precedente quindi resta immobile nel tentativo di lanciare un altro attacco tuono e viene inesorabilmente colpito dall’Energisfera di Pikachu.
“Sono colpito, ragazzo” commenta Surge richiamando il suo Pokemon “sembra che io mi fossi sbagliato riguardo te e il tuo Pikachu”.
“Capita spesso che io sia sottovalutato in effetti, comunque mi ha fatto piacere combattere con lei, quest’esperienza mi ha fornito informazioni, sa, sto decidendo se far evolvere Pikachu oppure no”.
“Sai già come la penso al riguardo, comunque credo che la decisione finale spetti a te, e anche a Pikachu”
“Ha ragione”
“Comunque tornando alla ragione per cui sei venuto qua, ecco a te” dice consegnandomi la medaglia tuono.
“Grazie”
Esco dalla palestra con la medaglia in mano ma, per quanto mi sforzi, non riesco a capire come Pikachu sia sopravvissuto all’attacco tuono di Raichu, perché per quanto io l’abbia allenato, non era diventato così resistente.
“Ti stai chiedendo come hai fatto a vincere?” mi chiede Beatrice venendomi incontro.
“E tu come fai a saperlo?”
“Sei come un libro aperto per me”.
“Se lo dici tu... comunque tu sai il motivo”.
“Naturale”
“E allora?”
“Allora cosa?”
“Che cosa aspetti a spiegarlo anche a me?”
“E va bene, te lo dico, comunque devi proprio procurarti un pokedex”.
“Senti, quando sono partito io, i pokedex erano esauriti, e poi ci sei tu che lo sostituisci più che egregiamente”.
“Comunque... il tuo Pikachu è speciale”
“Speciale?”
“Esatto, possiede la rarissima abilità parafulmine”.
“Forte!”
“Già, come avrai capito quell’abilità, neutralizza le mosse elettro che colpiscono Pikachu, e non solo, aumenta anche il suo attacco speciale”.
“Quindi i miei Pokemon sono speciali quanto il loro allenatore”
“Ma smettila, non darti arie, è stato solo un colpo di fortuna”
“Sarà, ma intanto ho vinto la mia terza medaglia”.
“Ah, a proposito, per festeggiare andremo a una festa”.
“Una festa?”
“Già, questa sera attracca al molo di Aranciopoli la motonave follia, famosa per le feste che si tengono a bordo”.
“Mi piacerebbe, ma non credo di avere vestiti adatti”.
“Sei irrecuperabile... ”
“Beh, scusami tanto, se come allenatore il mio obiettivo è conquistare le medaglie e non vestirmi in ghingheri e partecipare a chissà quale festa!”
“E allora resta al centro Pokemon, posso anche andarci da sola alla festa!”
 “Benissimo!”
“Tanto non ci sarei mai andata con te vestito da straccione!”
“E chi ci voleva venire! Vai e divertiti pure senza di me!”
Me ne vado stizzito.
Forse lei ci teneva ad andare alla festa con me” penso più tardi quella sera “E voleva solo evitarmi una figuraccia, obbligandomi a vestirmi come si deve”.
Già, ed io le ho fatto pesare una cortesia”.
Però è anche vero che sono stufo di sentirmi dire in continuazione che sono irrecuperabile o senza speranza...
È anche vero che io ci avrei tenuto ad andare a quella festa con lei...
Ho deciso, andrò a quella festa e troverò il modo di farmi perdonare!
Corro fuori dal centro Pokemon in cerca di un negozio ancora aperto e per fortuna ne trovo uno.
“Benvenuto” mi accoglie la commessa “hai bisogno di qualcosa?”
“Sì, avrei bisogno di un abito adatto per la festa che si terrà sulla motonave follia”.
 “Capisco, torno subito” si allontana rapidamente e, al suo ritorno, porta con sé numerosi abiti.
“Ma sono tutti abiti eleganti?”
“Sì ragazzo, ma almeno sai a che festa stai per partecipare?”
“Non proprio, ma visto il nome della nave pensavo fossero feste un po’ movimentate”
“Infatti, normalmente lo sono, ma due volte l’anno, quando attracca qui, viene organizzata una festa elegante”
“Capisco” “Ecco perché Beatrice ci teneva tanto a partecipare, è un’occasione piuttosto rara”.  
“Direi che il più adatto per te sia questo” mi dice mostrandomi uno smoking bianco.
“Non crede sia un po’ esagerato, voglio dire, lo sa che ho dieci anni?”
“E allora, è evidente che vuoi fare colpo su una ragazza”.
“Evidente?”
“Già dall’espressione preoccupata che hai, te lo leggo in faccia”.
“Molto bene allora prendo questo” dico deciso porgendole i soldi, che corrispondono a quasi tutti i miei risparmi.
“Non dimenticare questa” mi dice porgendomi una rosa rossa.
“Grazie mille” le dico cominciando a correre in direzione del porto, che purtroppo dista parecchio.
Giunto al porto mi rendo conto che la nave è già partita.
“Serve un passaggio?” mi chiede il solito vecchio da dentro un motoscafo.
“Ancora tu vecchio, come sempre arrivi proprio quando ho più bisogno”.
“Poche chiacchiere e Sali”
“Sì”
Appena salito, il motoscafo parte a grande velocità verso il mare aperto; dopo pochi minuti raggiungiamo la nave che per fortuna si è fermata.
“E ora che faccio?”
“Sali da quelle scalette” mi dice indicandomi delle scalette che salgono su un lato della nave.
“Capito, grazie”
“Non hai paura, è piuttosto alto, e tu soffri di vertigini”.
“E tu come fai a... anzi, non m’interessa, tu mi hai portato fin qui, è ora che io faccia la mia parte”.
Il vecchio sorride, io mi volto e inizio a salire.
Arrivato sul ponte, guardo dritto di fronte a me e la vedo, Beatrice, nel suo abito nero che mi guarda negli occhi sorridendomi.
“Fermo ragazzo non puoi salire a bordo così di straforo” mi fermano due guardie.
“Rilassatevi, è con me, vedete che ho un biglietto valido per due persone?”
“Molto bene allora, godetevi la serata” e spariscono rapidamente così com’erano apparse.
“Sei venuto...”
“Era il minimo, visto come ti ho trattato”.
“Sì, sai forse io sbaglio a trattarti con sufficienza, dopotutto sei un mio amico e...”
“Non parliamo di questo, è una festa, dobbiamo divertirci” la interrompo porgendole la rosa.
Parte la musica, cominciamo a ballare, a mano a mano che il ballo procede, ci stringiamo sempre di più e alla fine balliamo abbracciati.
“Sono contento di affrontare questo viaggio con te”.
“Anch’io”
Balliamo per tutta la sera, la luce della luna ci illumina, mi sembra di vivere un sogno dal quale non vorrei mai svegliarmi, finché una scossa non manda in frantumi il mio splendido sogno.
“siamo stati urtati da qualcosa, Cesare ho paura”
“Tranquilla, sono sicuro che non è niente”
“Fermi tutti, da ora questa nave è sotto il nostro controllo” dichiara con voce forte un pirata apparendo sul ponte, “siete diventati ostaggi del possente pirata innominabile”.
   
 
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