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Autore: PoemDestroyer25    12/09/2012    1 recensioni
Ogni giorno della nostra vita è divenuto ormai una corsa continua contro il tempo... E questa one-shot narra proprio di ciò.
Genere: Azione, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti voi, lettori di storie originali ! Ho li piacere di presentarvi la mia prima, piccola opera in questa sezione. Spero proprio che vi piaccia! Ringrazio vivamente tutti coloro che la leggeranno e che, opportunamente, la recensiranno. Godetevi il componimento e... buona lettura.

 

-Lo svitato L'autore.

 

Constant Runner

 

Mi trovo alla stazione ferroviaria della mia piccola cittadina.

Sta per iniziare la mia solita corsa. Una corsa contro il tempo.

Una corsa... fatta di rombi, stridii, porte automatiche, tossiche correnti d'aria sotterranee, rotaie, squilli di clacson, fredde voci robotiche e amplificate. Ma che, soprattutto, è fatta di continua velocità.

Questa corsa si chiama metropoli. Metropoli tentacolare.

Centinaia di milioni di persone, in tutto il globo, sono esasperantemente sottoposte a tale prova ogni giorno. Chi per un motivo, chi per l'altro.

Personalmente, io mi ci sono presto abituato: adoro correre, adoro l'ebbrezza della velocità e di superare ogni ostacolo artificiale che la bestia di cemento con lingue d'asfalto e alito solforoso mi pone davanti.

Non ci si può fermare in mezzo ad essa, nessun essere può nemmeno sognarsi di farlo. Se accade, si rischia immediatamente di essere perduti. Il suo continuo movimento è inarrestabile e non può essere contrastato.

Perciò, anch'io, essere irrilevante, devo stare al suo passo. Per questo devo correre.

 

Ore 7:43

Sento un breve segnale musicale... poi, ecco la voce.

«Il treno regionale in arrivo da Seregno e diretto ad Albairate-Verme è in arrivo sul binario 1. Ferma in tutte le stazioni. Attenzione: non oltrepassare la linea gialla.»

E' quello che aspettavo; il treno si ferma lentamente, fino al completo arresto. Ma ciò durerà solo pochi istanti. Mi intrufolo nella porta scorrevole e poi, appena entro nello scompartimento, prendo il primo posto che mi capita.

Il treno comincia a partire... prende sempre più velocità mentre la sua potente motrice aumenta di giri... il mondo, all'infuori del finestrone di plexiglass, mi scorre davanti sempre più velocemente...

Sono appena all'inizio della mia corsa.

 

7:56

Il treno si è fermato alla stazione di Sesto San Giovanni.

Le porte si aprono e sono subito sulla banchina, mentre sfreccio verso la scalinata che porta alla metropolitana. Mi faccio strada in mezzo alla fiumana di gente come un salmone che sfida la corrente.

Porte d'accesso ai binari: infilo il biglietto e ancora via, rapido. Punto in direzione “M1 - Bisceglie”... ed eccolo: il metrò, pronto al suo posto. Lo prendo per un soffio, balzando attaverso la porta d'entrata prima che si richiuda.

 

8:01

Uno squillo di sirena e si parte; il convoglio si lancia a tutta birra come un serpentone attraverso le buie gallerie, fermandosi con bruschi moti d'inerzia mentre un'insopportabile voce scandisce le fermate: «Fermata: Sesto Rondò... Fermata: Precotto... Fermata: Loreto... Fermata: Lima...»

E di qui lo stesso fiume di persone che s'infilano ed escono senza sosta dal mezzo, senza alcuna esitazione.

Arriva per me l'annuncio fatidico. «Fermata: Duomo...»

 

8:24

Il fiume di carni e ossa esce imponente dal metrò, e io con esso.

Ricomincio a correre: salgo scale, attraverso corridoi, do occhiate fulminanti alle indicazioni; sono come una cavia di laboratorio che gira per un labirinto. Così come gli altri sembrano bestiole impazzite che emigrano in massa...

Sì, ecco, ho trovato la direzione giusta: “Museo del Novecento”. Scatto nella galleria, salgo altre piccole rampe di scale... e, finalmente, riemergo alla superficie, in Piazza del Duomo.

La fermata del tram è proprio lì vicino, ma devo prima affrontare i ruotati figli meccanici della bestia.

Attraverso quella porzione di spazio, quasi volo verso la banchina del tram e... oh, no! E' già lì!!

Altro sprint, biglietto, e, per fortuna, sono su.

Ma il tram non vuole saperne di muoversi. Sbrigati, ti prego, macchina infernale! Per me è già tardi!

Ogni genere di persona mi attornia sul mezzo; pare di stare in una gabbia piena di diverse specie di esseri viventi.

 

8:29

Dopo un'attesa snervante, il tram riesce a partire. La sua velocità è però molto ridotta rispetto ai mezzi precedenti.

Tra ingorghi, semafori e ancora fermate, il viaggio scorre quasi lento... E io non posso permettermi di rallentare!

«Fermata: Corso di Porta Romana... Fermata: Largo Crocetta... Fermata: Via Ripamonti/ang. Via della Seta...»

Mancano ancora poche fermate alla mia...

E, finalmente, riesco ad uscire da quella trappola di lentezza e la mia corsa a piena velocità può ricominciare.

Corro, corro, corro...

 

Mentre mi sposto così velocemente, mi sembra quasi di percepire che tutto divenga statico intorno a me, come se la metropoli si fosse posta al mio passo, e non viceversa.

Ma so che, in verità, non è così: è solo una mia pura sensazione. Alla fine di tutto, però, riesco sempre a raggiungere l'obiettivo di questa mia corsa.

Non vi dirò di che si tratta, poiché ritengo che non abbia alcuna importanza. Di vite come la mia, come già affermato all'inizio, ce ne sono a centinaia di milioni in tutta la Terra.

In questo società dominata dalla logica dei numeri e del valore materiale, nonché dalla freddezza calcolatrice dei manufatti tecnologici, correre sembra ormai divenuto il nostro destino.

Chissà, forse un giorno si potrebbe tentare di rallentare. Un po' come una volta.

Per ora, tuttavia, continuiamo a correre... correre... correre... correre...

 

 

ANGOLO FINALE DELL'AUTORE

 

Bene... Vi è piaciuta questa one-shot? * Lo guardano tutti minacciosi * E suvvia... neanche un sorriso? 8)

Ehm, sì, avete ragione, passiamo oltre! Posso dirvi, per prima cosa, che questo componimento mi è stato ispirato giusto dalla mattinata di oggi, che ho speso a Milano per via di motivi... “curriculari” (chiamiamoli anche così!). Non ne sono mai rimasto colpito veramente fino ad ora, ma il tema della frenetica vita all'occidentale mi ha fatto riflettere sulla direzione della nostra società; mi è bastato osservare il titanico andirivieni nel quale si viene coinvolti ogniqualvolta ci si debba dirigere e “immergersi” nella giungla metropolitana.

Parlando invece dei miei lavori letterari, vi invito garbatamente a leggere le mie precedenti storie, nella speranza che anch'esse vi possano piacere!

E così, per questa volta ho, concluso. Vi saluto con grande affetto e... a risentirci.

Cordialmente,

-PoemDestroyer25.

 

  
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