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Autore: domino55    12/09/2012    1 recensioni
Non so bene come introdurre questa storia,perché non c'è poi molto da dire.
Alla fine è solo una storia come tutte le altre. Lei incinta,lui il padre menefreghista.
Lei da alla luce la bellissima bambina,lui non ne vuole sapere.
Lei cerca di andare avanti,lui-inconsapevolmente-impedisce di farlo.
Quante volte vi siete trovati davanti una scelta? Quante volte non avete saputo mantenere un segreto?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Non so davvero che scrivere,essendo ancora il primo capitolo. Spero solo vi piaccia e spero che mi scriviate le vostre impressioni..belle o brutte che siano. Benvenuti nella mia storia e..buona lettura!


Capitolo 1.


Sono incinta.”
No. Non può essere! Dimmi che menti..non puoi rovinarmi la vita!”

$$

Segreti.
Che cosa sono in realtà i segreti? Se cerchiamo questa parola sul dizionario troviamo: Il segreto è un'informazione che non deve essere rivelata.
Bene,sono d'accordo..ma mi chiedo perché molte persone ignorino questo messaggio,per la gente i segreti sono cose di dominio pubblico,e non va bene..perché è così che si comincia a non dire più niente a nessuno e lasciarci qualcosa dentro..anche se quel qualcosa fa male.
Ed è quello che succede a me.

Vorrei dire alle mie amiche tutto quello che mi passa per la testa,tutto quello che succede a casa dopo il divorzio dei miei..vorrei poter dire tutto senza che il giorno dopo ci siano dei cartelloni su tutta la mia vita in giro per la scuola. Esattamente..voci di corridoio,l'odioso corridoio..dove tutto e tutti vengono allo scoperto. Siamo sicuri che quella sia una scuola?
E' da qui che comincia tutto..da oggi.
Lunedì,giorno in cui appena sveglia ti siedi sul letto e pensi “Vale davvero la pena alzarsi da questo paradiso per andare all'inferno?” la risposta è ovvia,ma siamo tutti costretti a scegliere quella sbagliata cioè..“si”.
E così,distrutta,mi alzai dal letto.
Pavimento ghiacciato,cosa poteva esserci di meglio? Piedini caldi caldi,e pavimento freddo..una sensazione piacevole si estese in tutte le mie gambe,facendomi così rabbrividire..tanto da scuotere le spalle.
Mi preparai,come se ne avessi davvero voglia..ultimo anno in quella meravigliosa scuola delle scuole,la più grande in quel quartiere..purtroppo. Tutti i ragazzi e ragazze particolarmente montati,erano in quella specie di carcere. Ragazzi che non avevano intenzione di fare qualcosa nella vita,e ragazze la cui tragedia più grande era quella di non trovare l'ultima borsa con il costo più alto in vista.
Non che non mi piacessero le borse,solo non capivo perché una specie di sacco con della pelle sopra possa costare così tanto.

Cosa dirai a tutti? Appena ti chiederanno che hai fatto in questi dieci mesi?” chiese mia mamma,con il suo solito sguardo gelido. Un mese i più per ritornare come prima.
Trasferimento a causa del tuo lavoro,lo so già.” dissi io,abbassando lo sguardo.
Non mi aveva mai veramente perdonato,e come biasimarla? Un giorno mentre sei a casa tranquilla e beata ti ritrovi tua figlia che ti dice,a brucia pelo.. “Ehi mamma..sono incinta!”

Bene.” E continuò a mangiare i suoi cereali,leggendo il suo solito giornale.
Mamma..” sospirai io. Non volevo vederla così distante,non volevo che lei fosse delusa e soprattutto non volevo sbagliare ancora.
Senti Jenna. Se ti vuoi scusare allora risparmiati..l'hai già fatto troppe volte.”
E sospirando delusa,mi diressi verso l'uscita.
Una ventata di aria calda mi investì,maledicendo i miei capelli lunghi e neri che,inevitabilmente,si attaccavano alla pelle ancora troppo sudata.
Odiavo andare a scuola con quel caldo. I vestiti ti si appiccicavano e non potevi fare niente se non sventolarti col quaderno..fino a quando l'insegnante non ti beccava,ovvio. Perché a quel punto l'unica cosa che potevi fare era pregare forze superiori affinché facessero arrivare un po' di aria fredda.
Sull'autobus poi,la situazione era incontrollabile..tutti ammassati senza un filo d'aria. Appena entrai c'era solo odore di sudore e qualche altra sostanza che mi avrebbe bucato i polmoni da li a poco.

Ehi stronzetta..ma che fine hai fatto?” disse Sara,migliore amica da una vita.
Sara!” dissi di rimando,abbracciandola. “Mi dispiace..mi dispiace tanto!”
Sei sparita per quasi un anno..come mai? Capisco che sei stata costretta dal lavoro di tua mamma,ma una telefonata sarebbe stata gradita.” disse,slegando l'abbraccio.
Non sapevo che dirti..sono scappata con la paura che non mi avresti accettato più se me ne sarei andata e..mi dispiace.”
Sei scema? Ti avrei capito!” disse lei,facendomi sorridere. “E' stato brutto passare il diciottesimo senza te.” disse poi,facendomi sentire la ragazza più sbagliata dell'universo.
Mi dispiace..” riuscì a dire,per l'ennesima volta.
Non importa,ci rifaremo col prossimo compleanno. Ahh..tu non sai quante cose ho da raccontarti!” aggiunse poi,tutta contenta..come se non me ne fossi davvero andata nove mesi fa.
Mi raccontò del suo nuovo ragazzo,ma che aveva intenzione di lasciare a causa della sua troppa ed eccessiva gelosia..mi raccontò di Vanessa-la più carina a detta di tutti-che si era fidanzata con un ragazzo molto più grande di lei..e altri pettegolezzi della scuola che non mi facevano né caldo e né freddo. Fino a quando non nominò quel nome..Jason.

Jason? Che ha fatto Jason?” dissi,non seguendo il discorso.
Mi sembra di avertelo detto..comunque,è diventato più intrattabile degli altri anni. E' strano..e non si sa perché,gli altri dicono che lo fa per farsi più figo. Secondo me sbaglia.” disse lei,ingenua. Non sapeva niente..e questo mi feriva. Avrei voluto dirle tutto..e parlare con lei,aprirmi del tutto..ma non mi fidavo. Ed era una cosa decisamente brutta,perchè le volevo un bene dell'anima.
Non appena arrivammo a destinazione,e non appena vidi la scuola e le persone..tutto quello che era successo in quell'anno mi si parò davanti agli occhi,come un flashback. E inevitabilmente delle lacrime si fecero spazio tra gli occhi,al solo pensiero di quella piccola creatura appena nata,tra le mie braccia. Era così piccola e indifesa,piangeva e io con lei..era,e lo è tutt'ora,un trauma averla lasciata. Averla lasciata tra le braccia di quell'infermiera. Chissà se la riconoscerò mai,e chissà se mi perdonerà..so solo che odio Jason,lo odio così tanto per avermi abbandonata e per aver abbandonato nostra figlia,senza averle dato una possibilità. Lo odiavo e l'unica cosa che potevo fare era evitarlo e lasciare che marcisca solo come un cane.
Appena entrai,tutte le mie amiche mi vennero in contro,chiedendomi che fine avessi fatto..e tra abbracci e baci,con qualche pianto finto di alcune gallinelle,ci dirigemmo in classe lasciandomi così respirare.
Ma appena entrai,un bellissimo quanto stronzo Jason si presentò davanti ai miei occhi..appoggiato ad un banco,che rideva e scherzava con altri amici. Non era cambiato di una virgola,se non per i capelli corti. Solito sorriso,solito volto perfetto e soliti occhi marroni. Inutile dire che il mio cuore perse un battito..per poi riprendersene altri trecentomila. Non appena mi vide,inevitabilmente il suo solito sorriso perfetto scomparve,cambiando lo sguardo divertito con uno che non saprei definire..ma mi aveva comunque fatto male.
Mi sedetti,evitando il suo sguardo..salutando gli altri compagni.
Era tutto così strano..era come tornare ad un anno prima,come se non fosse cambiato niente.
La giornata continuò come le altre,annoiandomi per tutta la lezione..mentre disegnavo sul banco.

Vedo che la signorina ci ha degnato della sua presenza quest'anno. Spero non sparisca come l'anno scorso.” disse il mio professore preferito. Un uomo di una cinquantina circa,alto con una bellissima pancia a cocomero.
Sorrisi in risposta,non sapendo che dire..sperando veramente di non dover scappare ancora.


Non uscire.” disse una voce alle mie spalle,non appena tutti i compagni avevano svuotato la classe dopo l'ultima campanella.
Mi voltai,trovandomelo davanti con lo zaino in una spalla.

"Dove sei stata?” disse,cercando di non usare una voce dura..non riuscendoci.
Trasferimento di mamma.” dissi semplicemente,fingendomi indifferente.
Non raccontarmi balle,cazzo! Dimmi cosa hai fatto!” disse,sbottando tutto in un colpo.
Vuoi davvero saperlo? La tua bellissima bambina è nata. Si chiama Alison. Vuoi sapere altro?” dissi io,rimanendo comunque calma.
Dov'è?” chiede sospirando..davvero pensava che avrei abortito?
All'ospedale fuori città,quando una famiglia la vorrà la prenderà.” dissi mentre aprivo la porta della classe. “Non devi fingere che ti importi,deve essere come se non fosse mai successo niente.” aggiunsi,pentendomi di tutto. Era nata da due ragazzi che non sapevano come passare il tempo un sabato sera. Era nata da una stupida sveltina in un bagno di una discoteca,nata da una storia di due giorni massimo.
Ed uscì dalla classe,guardandomi attorno per controllare che nessuno ci avesse sentito. E camminai,con un nodo alla gola..mentre sentivo distante,un banco che veniva malamente sbattuto a terra.
Mi dispiace.

  
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