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Autore: Klaineinlove    12/09/2012    11 recensioni
Cosa succederebbe se potessi decidere il tuo futuro?
Se in un singolo momento potessi scegliere il tuo destino?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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PASSATO

 

 

“Buongiorno miei amatissimi e patetici amici!” esclamò Sebastian non appena entrò in classe.

“Qual buon vento ti porta in classe prima dell'arrivo dell'insegnante?” gli domandò Kurt con un sorriso beffardo.

“Sono qui per darvi questi” Sebastian cominciò a passare tra i banchi dando a tutti i ragazzi un foglietto.

“Questo è un invito per domani sera. I miei vanno a Parigi per tutto il resto della settimana, è vero, ho la balia che sorveglia casa, ma possiamo chiuderla in uno stanzino. Potete invitare una sola persona!” spiegò il ragazzo sedendosi al suo posto accanto a Kurt mentre metteva il resto degli inviti nella sua tracolla.

“Scusa, perché io non ho avuto l'invito?” domandò Blaine dietro di loro mentre si guardava intorno notando che tutti avevano avuto il biglietto.

Sebastian rise e si voltò indietro per fissare Blaine “Perché dolcezza, la cosa è semplice: non ti ho invitato”

“M-ma hai dato l'invito ad una classe intera, perché proprio io no?”

Sebastian roteò gli occhi “Cucciolo, sei così pieno di domande ed io sono uno stronzo e non voglio invitarti” spiegò tranquillamente Sebastian tornando a guardare dinanzi a sé sotto lo sguardo accusatorio di Kurt.

Quando la lezione iniziò, quest'ultimo ne approfittò per scrivere su un foglio un messaggio all'amico.

Perché non gli hai dato l'invito? Ci è rimasto male.

Sebastian rise leggendo sul foglio e poi scrisse:

Credevo che non dovessimo frequentarlo. Che c'è, comincia a piacerti?

Kurt fece una smorfia.

Ti ho detto che si sta frequentando con Aidan? Quell'idiota se lo trascina ovunque. Non mi convince, sai le voci che girano su di lui. Blaine sembra un bravo ragazzo, non voglio che gli accada nulla.

Sebastian lesse con attenzione e scosse la testa.

Ho dato l'invito ad Aidan, sicuramente lui inviterà Blaine e tu potrai tenerli d’occhio.

Kurt parve soddisfatto della risposta ricevuta e sibilò un “grazie” all'amico.

 

 

Blaine era appena uscito da scuola quando si sentì chiamare da Kurt. Quest'ultimo lo raggiunse e gli porse un quaderno.

“Cos'è?” domandò Blaine prendendolo tra le mani.

“Sono gli appunti della lezione di oggi, ti ho visto parecchio distratto e il prossimo compito si baserà su questa spiegazione.”, sorrise “Non ringraziarmi”

“G-grazie” rispose invece in automatico Blaine facendo scoppiare a ridere Kurt.

“Scusa” aggiunse Blaine, anche lui divertito con le guance appena arrossate.

“Ti va se camminiamo un po' insieme? Almeno, fino alla fermata dell'autobus” propose Kurt e Blaine si ritrovò ad annuire senza capire il perché di tutte quelle attenzioni .

“Mi dispiace per come si è comportato oggi Sebastian”

“Perché stai provando a scusarti? La casa è sua, la festa anche, credo che tu non c'entri nulla, a meno che non l'abbia aiutato a compilare gli inviti”

“No, non l'ho fatto. Sebastian è un bravo ragazzo é solo che tende parecchio a fare-”

“Lo stronzo” proseguì Blaine. “Si, l'ho notato, siete tutti così a Lima? Forse dovevo ascoltare i miei amici e farmi mettere in una scuola privata”

“Non ti piace la nostra scuola?”

“Diciamo che non mi piace chi c'è all'interno. Non siete stati tutti molto gentili al mio arrivo, e sinceramente non so perché adesso tu stia parlando con me. Non sono una sorta di sfigato che nessuno dovrebbe frequentare?”

A quelle parole Kurt rimase in silenzio. Sapeva di aver sbagliato, lui non era quel tipo di ragazzo, ma agli occhi di Blaine era apparso in quel modo.

“Vorrei che il nostro rapporto cambiasse”, spiegò Kurt “non voglio che tu creda che io sia un tipo bastardo e senza cuore, nient’affatto. Credimi, anche io ho sofferto in quella scuola nei primi anni, poi sono entrato nei Cheerios e la Coach Sue mi protegge le spalle. Ma non è stato facile, ero l'unico gay dichiarato prima dell'arrivo di Sebastian. Lui ha messo un po' in riga tutti”

Blaine roteò gli occhi “La pianti con la storia della sessualità? Perché devi sempre finire su questo discorso?”

Kurt fu sorpreso dal tono di voce di Blaine “Sei per caso un omofobo?”

Blaine non poté far a meno di ridere, era una risata piuttosto nervosa “No. Assolutamente no, ma Kurt, se vuoi essere gentile con me, ti prego, piantala di cercare di farmi dire che sono gay” quasi lo pregò Blaine.

“Io credo soltanto che se una persona non sta bene con se stessa dovrebbe aprirsi con qualcuno”

“E quel qualcuno saresti tu?” domandò sarcastico Blaine.

“Potrei esserlo” rispose con tono serio Kurt. Entrambi si erano fermati e si fissavano dritto negli occhi.

“Mi sa che proseguo a piedi, forse mi schiarisco le idee. Ci si vede in giro, Kurt”.

Appena rientrò in casa Blaine sospirò di sollievo. Avrebbe voluto parlare con Kurt, forse lui l'avrebbe potuto aiutare veramente. Salì velocemente le scale per chiudersi in camera e gettarsi sul letto non curandosi di togliere le scarpe. Affondò la testa nel cuscino e urlò.

Si sentiva pressato.

La nuova scuola, i genitori che litigavano, gli amici che non l'accettavano. Tutto era un casino e niente era andato secondo i suoi piani.

Sospirò ancora una volta. Senza piangere. Aveva giurato che non avrebbe più pianto, che doveva essere un uomo forte, proprio come desiderava suo padre. Si guardò allo specchio e si sistemò i capelli. E finse ancora una volta che tutto andasse bene.

 

 

Il giorno dopo, quando raggiunse Aidan negli spogliatoi, notò un particolare. C'era una sacca da boxe. Cooper aveva sempre detto che era ottimo per sfogarsi, ma aveva sempre preso in giro Blaine perché era troppo gracile per quello sport.

Poche ore dopo, Blaine era in palestra con una tuta addosso e i guantoni sulle mani e batteva forte i pugni su quel sacco. Il sudore gli cadeva giù per il collo e la fronte, le dita chiuse a pugno facevano male e le gambe cominciavano ad appesantirsi, ma a lui non importava, tirava sempre di più i pugni contro quel sacco.

Kurt entrò negli spogliatoi per prendere la divisa pulita quando intravide Blaine.

“Hey, fermati. Ti verrà qualcosa!” gli urlò Kurt avvicinandosi e bloccando la sacca.

Blaine sospirò passandosi un braccio sulla fronte.

“Blaine, vuoi parlare con me? Ti prometto che non ti prenderò più in giro, ma se hai qualche problema io-”

“Sto bene” lo interruppe Blaine.

“Le occhiaie e l'aria di chi vorrebbe strangolare qualcuno non dicono la stessa cosa.” constatò Kurt incrociando le braccia al petto.

“Lasciami solo, Kurt. Lasciami” Blaine tornò a colpire il sacco ma Kurt lo bloccò di nuovo.

“Non mi conosci, che vuoi?” urlò Blaine “Non siamo amici, non abbiamo niente in comune ma cosa diamine vuoi da me? Ho provato ad essere gentile con te quando ci siamo conosciuti e mi avete trattato di merda. Tu e tutto lo schifo che c'è qui!”

Le gambe non ressero e Blaine si accasciò a terra. Kurt lo raggiunse.

“Ti ho chiesto scusa per quello” sussurrò Kurt.

“Mi dispiace, ma Aidan dice che non mi conviene fidarmi di te e sai una cosa Kurt? Lui è stata l'unica persona gentile nei miei confronti, quindi mi sa che seguirò il suo consiglio”

Kurt prese il volto di Blaine tra le sue mani “Ascoltami Blaine, Aidan non è un ragazzo di cui ci possa fidare. Si dice in giro che fa ubriacare la gente e dopo se ne approfitta. Sono solo voci certo ma-”

“Sono solo voci” ripeté Blaine staccandosi da Kurt e rimettendosi in piedi, “quindi non giudicare prima di avere delle prove. Io non ti ho giudicato all'inizio, ma poi ti sei esposto nei miei confronti e ho capito che sei uno stronzo”

“Quante volte devo dirti che mi dispiace?” urlò Kurt, “Non sono quel tipo di ragazzo che ti sei immaginato nella tua testa, per niente!”

“Kurt, lasciamo perdere, okay? Ah, Sebastian ha invitato anche Aidan alla festa, ma sai una cosa? Non ha voglia di venire, così lui e i suoi amici mi hanno invitato ad uscire con loro. È così che si fa con le persone per farle sentire al proprio agio.”

Blaine si voltò per andare via ma poi tornò indietro. “Sai-sai che c'è? È che mi sarebbe davvero piaciuto essere tuo amico, sei così car-voglio dire, sembravi un tipo a posto. Mi sbagliavo”

 

 

 

 

 

 

PRESENTE

 

 

 

“La polizia ha circondato la scuola, pochi minuti e all'interno entrerà una seconda pattuglia per recuperare i cadaveri.” comunicò il preside Figgins mentre le persone al di fuori dell'istituto continuavano ad urlare. Piangevano per i ragazzi morti e per i feriti.

I giornalisti erano ovunque e, senza un briciolo di coscienza, si presentavano ai sopravvissuti per fargli qualche domanda e avere per primi lo scoop.

Tutto quello che volevano fare i ragazzi era piangere, piangere e smettere di soffrire.

“Stanno entrando!” urlò il capo della polizia.

Carole aveva raggiunto Burt e dopo aver pianto tutte le sue lacrime, dopo aver visto Finn, adesso le mancava il fiato aspettando qualche notizia di Kurt.

Due poliziotti uscirono dopo pochi minuti trascinando il corpo di una ragazza. Ci fu un attimo di silenzio, poi, un urlo di donna, forse la madre, spezzò quel momento di calma. Un altro poliziotto arrivò a ruota con un altro cadavere.

“Ci servono rinforzi!” urlò dalla sua radio trasmittente. Poi si avvicinò al capo.

“Ci sono troppi cadaveri, non sappiamo dove si sia nascosto l'assassino, signore” fece il poliziotto.

“Dagli ultimi colpi che abbiamo sentito poco fa, o si è suicidato o c'era ancora qualcuno dentro” analizzò il capo della polizia.

“Facciamo arrivare i rinforzi”

 

 

“Allora, vi siete decisi? La polizia sta arrivando, non ho tutto questo tempo” Tyler teneva l'arma puntata su entrambi. Kurt si guardò attorno: l'acqua che continuava a scorrere velocemente dai tubi bagnando le loro caviglie, e nessun oggetto a portata di mano con cui colpire Tyler. Non c'era scampo. Niente di niente.

“K-Kurt.” balbettò Blaine “l-lascia che m-mi sacrifichi io”

Automaticamente l'arma venne puntata su Blaine e Tyler chiuse un occhio per prendere la mira mentre un dito premeva leggermente sul grilletto.

“No, Blaine. Non puoi. Non possiamo- non-ti prego Tyler lasciaci in pace”

“Lo vorrei Hummel, ma non posso”

 

 

FUTURO

 

 

“Lasciami il tempo di pensare” così aveva risposto Kurt a quella proposta di matrimonio. Ma lui non voleva sposarsi, non c'era nulla a cui pensare. Era semplicemente un modo più gentile per dirgli di no.

Certo, Kurt non gli avrebbe mai potuto dire “guarda ti sto tradendo da un po', ma non lasciarmi perché ho bisogno di qualcuno che mi sostenga”

Sospirò tra le coperte mentre Jamie gli baciava il retro del collo con fare assonnato. Kurt a stento riusciva a sentirlo. Chiuse gli occhi e si addormentò.

 

A lavoro arrivò in ritardo, ma ormai era sempre così, le minacce del capo nemmeno le spaventavano più. Rischiava il licenziamento? Qual'era il problema? Tutto quello che faceva erano delle fotocopie in un ufficio. Non era riuscito a frequentare l'università, era già stato un miracolo prendere il diploma.

Stava prendendo un caffè alla macchinetta quando un ragazzo si avvicinò a lui.

“Tieni un volantino, stasera ci sarà una veglia per le vittime di Tayler Stevens. Sai, il ragazzo che assassin-”

“So benissimo chi è!” tagliò corto Kurt.

“Beh, abbiamo bisogno del sostegno di tutti” disse il ragazzo prima di lasciare un foglio tra le mani di Kurt e andarsene via.

Kurt osservò il foglio con i nomi delle vittime, il luogo e l'orario della messa. Ma che diamine stava facendo? Tutti stavano ricordando le vittime e lui non era stato capace di salutare Blaine.

Si allontanò dalla macchinetta senza prendere il caffè e scappò, letteralmente, dall'ufficio.

Cominciò a correre nonostante il battito del cuore e il fiato corto gli consigliassero di fermarsi.

Arrivò al McKinley High con le gambe che tremavano. Le lezioni erano state sospese per celebrare in quei giorni il ricordo dei ragazzi, ma l'istituto restava comunque aperto sotto sorveglianza.

Entrò con passo deciso e arrivò fino alla porta del bagno, con una spinta insicura finalmente entrò.

Tutto era completamente diverso. I bagni puliti, i lavandini riparati, pavimento nuovo....nessuna traccia di sangue.

Poteva ancora sentire i colpi sparati dall'arma di Tyler. Rimbombavano nelle orecchie come un suono fastidioso, come la sveglia della mattina, il clacson dell'auto o un bambino che piange in piena notte.

Scosse la testa non rendendosi conto che era in ginocchio, al centro del bagno dove tutto era accaduto. Si alzò eliminando le lacrime dal volto e si avvicinò alla porta del bagno, prese un pennarello dalla tasca e incominciò a scrivere.

 

Slowly fading away, you're lost and so afraid*

Where is the hope in a world so cold?

[Scomparendo lentamente
Perso e così spaventato
Dov'è la speranza in un mondo tanto freddo? ]


 

 

 

 

Note: Ricordate questa frase che Kurt ha scritto sulla porta del bagno, mi raccomando ;)

   
 
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