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Autore: RuinNoYuki    12/09/2012    1 recensioni
La storia di un controllore e di un ragazzo che voleva viaggiare senza biglietto.
*"Il biglietto, prego."*
[...]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Damn ticket collector!

The story of a ticket collector and a boy who wanted to travel without a ticket.

First Travel

Ho ascoltato per attimi interminabili quel suono che si espandeva su tutto il mio corpo, occupandomi la mente.
Una sensazione di vuoto che ti rende inerte e ti provoca dolore.
Un dolore immenso che parte direttamente dal cuore.
Ma quel richiamo non cessa, crescendo invece di intensità, spaventandomi.
E non so più cosa fare per fuggire.
Ogni via di fuga mi è reclusa.
Sono costretto a girarmi.
E mentre il mio corpo ruota, così ruota la mia mente, mentre prende pieno possesso di me la vera consapevolezza.
Ormai è tutto finito, prima o poi doveva accadere.
E mi blocco, mi meraviglio di me stesso.
Da quando sono diventato così debole? Da quando così vigliacco?
Ma ogni pensiero perde significato, mentre osservo la faccia del mio aguzzino.
La faccia di un mostro senza scrupoli, che si deforma in un sorriso crudele.
Vedo una mano tendersi verso di me e il mio orrore aumenta.
Osservo impietrito le labbra di quel mostro che si spaccano facendo uscire un sibilo marcato.
Una richiesta che non potrò mai esaudire.

 

-Il biglietto, prego- dice ancora il controllore, spingendo ancora più verso di me la mano, come se servisse a qualcosa, come se quel gesto potesse in qualche modo obbligarmi a dargli quel fottuto biglietto.
Una cosa è però certa, quella mano mi sta irritando.
Insomma, non è un po’ troppo vicina?
Sta occupando il mio spazio vitale e, anche se sono sicuro che non c’è nessuna legge al riguardo, le persone dovrebbero rispettare uno spazio limite di almeno 2 metri!!
Mi sta togliendo aria!
La mia aria.
Slaccio infastidito i primi bottoni del giubbotto, mentre con l’altra mano faccio finta di cercare un biglietto inesistente nella tasca della mia tracolla.
Ma sto solo perdendo tempo.
Solo pochi attimi e arriverò alla mia fermata.
E sarò libero.
Libero.
Che dolce suono ha questa parola …
-Un attimo!!- dico esibendo uno dei miei più belli e falsi sorrisi.
E’ ironico, vero, che alle persone venga meglio mentire che essere se stesse?
Vedo la faccia del controllore storpiarsi in un  moto di impazienza.
Fa veramente paura questo tipo!
Avete presente la faccia di un delinquente?
Ecco.
E pensare che invece sono io quello che sta rubando.
E mi ritrovo a ridere internamente anche se, in questa situazione, non c’è proprio niente da ridere.
Finalmente sento il treno rallentare la sua corsa.
Aspetto che le porte si aprano, e proprio mentre vedo le ultime persone uscire, con uno scatto degno di un felino, mi fiondo sulla porta, correndo.
Dietro di me sento un’imprecazioni distratta,  il mio cuore batte forte nella paura di non riuscire a farla franca.
Continuo a correre per un po’ di metri fin dopo il sottopassaggio.
Mi giro e la strada deserta mi tranquillizza.
Finalmente sento le spalle liberarsi dalla tensione e, come niente fosse, mi volto con una piroetta proseguendo calmo verso il mio luogo di lavoro.
Un malfamato negozio di generi alimentari.

 

   
 
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