Mi svegliai, Daniel mi stava abbracciando e improvvisamente avvampai.
Perché ero avvampata?
Spostai delicatamente il suo braccio dal mio seno ancora nudo e mi alzai alla ricerca della biancheria intima.
Mi guardai allo specchio, capelli disordinati e trucco scolato.
Sentivo un leggero dolore nella vagina, beh, cose normali suppongo.
Mi girai intorno e vidi che era quasi giorno, prendo il cellulare, le cinque di mattina. Poi, guardai meglio il display, otto messaggi e cinque chiamate perse.
- Oh cazzo.- le sfuggì.
- Cosa succede? - chiese Daniel grattandosi la testa.
- Mi sono dimenticata di Josh!
- E chi è?
- Il mio amico. Cazzo sicuramente adesso mi odia, lo devo chiamare!
- E lo chiami adesso?
- Conoscendo Josh sarà ancora sveglio.
Mi affrettai a chiamarlo, rispose al secondo squillo.
- Giulia! Ti è successo qualcosa?
- Josh scusami tanto per ieri sera. Ho avuto un piccolo intoppo!
- Io non sono un intoppo! - disse Daniel a bassa voce.
- Qualche problema con la malattia?
- Più o meno. Qualche giorno fa sono andata a fare alcuni controlli, mi hanno detto che sono peggiorata.
- Ah, mi dispiace piccola.
- Dispiace a me per ieri, comunque se vuoi puoi passare da casa, stare qualche giorno qui! Tanto mamma e papà non torneranno presto.
- Sempre in viaggio i tuoi, eh?
- Eh si.
- Vabbé cucciola, ora stacco, comunque più tardi passo da te e porto anche la colazione.
- Va bene!
Mi appoggiai il telefono al petto e sorrisi come un ebete.
Josh, era da troppo, fin troppo tempo che non lo vedevo e mi mancava da morire.
- Viene qui il tuo amichetto?
- Si!
- Perché sei così eccitata?
Pov Daniel
- Perché io amo Josh! - sorrise.
Cazzo lo amava. Avrebbe tanto voluto vederlo... Ma, aspetta. Daniel che stai pensando? Per te Giulia è un'amica!
- Ah, lo ami. - fu l'unica cosa che mi uscì dalla bocca.
- Ma idiota non in quel senso!
- E in che senso allora?
- Gli voglio bene, tutto qui. E' un fratello maggiore per me.
- Quanti anni ha il tizio?
- Josh!
- Si lui.
- Diciannove.
- Capisco. E lui... Sa della malattia?
- Si, non riesco a nascondergli niente a lui.
- Perché lui si e le tue amiche no?
- Loro non capirebbero.
- Scommetto che se glielo dicessi...
- Ma non lo farò ok? Basta adesso!
- Ok, calmati.
- Mi calmo se voglio!
- Finiscila di agitarti.
- E tu finiscila di preoccuparti!
Adesso eravamo faccia a faccia, alzati a gridarci contro.
- Finiscila di urlare! - urlò lui.
- Tu non mi dici cosa devo o non devo fare! - alzò ancora di più la voce.
- Ti sto chiedendo di abbassare la voce altrimenti...
- Altrimenti che cosa eh? Potrei... Stancarmi? Svenire? Collassare? - sorrise.
- Non scherzarci su Giulia.
- E cosa dovrei fare eh? Cosa? Piangermi addosso per tutto il tempo? Beh, non voglio farlo! Tanto vale scherzarci sopra.
- Non ci si 'scherza su' quando si tratta di malattie.
- La finisci di essere così assillante!?
- Tu sei un irresponsabile!
- E tu non sei mio fratello. Io non sono Alessandro, non ho otto anni e non ho bisogno che tu ti prenda cura di me. Ce la faccio benissimo da sola, hai capito!?
Quelle parole l'avevano trafitto. Delle pugnalate forse, anzi no, sicuramente avrebbero meno male. Sentivo la rabbia scorrermi nelle vene e dovetti ricordarmi più volte che era una ragazza colei che avevo d'avanti e non dovevo sfiorarla.
- Mi... Mi dispiace Daniel.- fece per toccargli la spalla ma lui la evitò.
- No, hai ragione. Non sei Alessandro. Quindi non c'è bisogno che io mi prenda cura di te, come hai detto: puoi farcela benissimo da sola. Io esco.
- Cosa? Esci? E dove vai?
- Perché dovrei dirtelo? Non sei mia sorella.
- Hai ragione, scusami tanto.- abbassò lo sguardo.