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Autore: Red Robin    12/09/2012    10 recensioni
Un ristorante, ecco dove era stato portato il ragazzo dall'insolita capigliatura verde. Ormai erano giorni che non mangiava, e, dopo aver liberato dei mercanti da due aguzzini grazie alle sue abilità da spadaccino, in cambio del favore gli era stato offerto un pasto. All'inizio non sapeva che il suo pranzo sarebbe stato preso nel mare, tanto che ci aveva quasi rinunciato, convinto che lo avrebbero messo a pescare; poi, con suo sommo stupore, si era ritrovato come se nulla fosse in mezzo al mare, dove aveva visto levarsi l'insegna di un ristorante completo di tre piani.
[ZxS]/[SxZ] - (A scelta del lettore)
Salve ragazzi!
Anche voi vedere ZxS o SxZ??
Bene! Questa è la FF giusta! Qui si narra il primo 'Vero' incontro tra i due, molto prima dell'arrivo di Rufy, se siete curiosi entrate!
N.B.: Rufy e gli altir arriveranno alla fine della fic, quando la storia s'intreccerà con l'inizio di One Piece. in oltre la storia motiverà molti dei loro comportamenti e delle frasi dette molto fraintendibili ^^^
Please sostenetemi in moti recensendo, al fine di non interrompere la storia se è di vostro gradimento ^^^
[Altro pg: Zeff, I Cuochi]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti, Zeff | Coppie: Sanji/Zoro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Ed eccomi a voi, finalmente con il secondo capitolo di questa storia <3 Che dirvi? Nulla di che, solo avvisarvi che nei prossimi capitoli. Non necessariamente in tutti, neanche in questo, potreste trovare Più ZoSan o SanZo dei precedenti in quanto i pg si alterneranno ai ‘ruoli’ a seconda della situazione. Ho dovuto avvertirvi per correttezza avendo, stranamente, iniziato il 3° capitolo^^^ 
Ci vediamo con le note finali! 
Non demordete, presto avrete gli aggiornamenti di: The secret of his love (Capitolo6) e Tra sogno e realtà (Capitolo 2)


  
I am the adult!* 
  
 


Era ormai notte inoltrata quando qualcuno venne a disturbare il sonno del giovane cuoco, che da poco era riuscito a raggiungere il proprio letto. Il mozzicone di sigaretta appena spento nel posacenere accanto al suo letto fumava ancora, mentre nella stanza, nonostante la finestra aperta, aleggiava ostinato l’odore del tabacco, aspro a un naso non abituato. 
Sanji si mosse un po’ nelle lenzuola, lasciandosi scappare un gemito quando, non riuscendo a stiracchiarsi come voleva, incontrò un ostacolo alla sua sinistra; tirò un calcio nel sonno senza accorgersene, spalancando gli occhi quando una voce, che di sicuro non era la sua, si lamentò apertamente.
 
Svelti, gli occhi cerulei guizzarono nel buio per cercare l’origine di quel grido, mentre, nello sporgersi verso il proprio comò alla ricerca dei fiammiferi, trovò quell’indesiderato ospite che poco dopo, sotto il fascio di luce lunare, riconobbe come lo spadaccino a cui aveva servito i pasti fino a qualche ora prima. E fu spalancando le propri iridi che si allontanò il più possibile, nonostante il braccio ben piazzato e asciutto cercasse di tenerlo al letto con la schiena ancorata contro il suo petto. 
Il biondo gemette ancora una volta prima di riuscire a voltarsi per prendere il toro per le corna, ovvero svegliando l’altro ignaro di dover affrontare una dura sfida. Sospirò. Aveva un’intera giornata di lavoro davanti a sé, non aveva possibilità di molte ore di sonno e quell’idiota, a suo parere, non lo stava aiutando, ma con un ghigno ideò il migliore dei piani, il più infallibile: usare i fiammiferi.
Tornò a guardarsi attorno, certo di potersi orientare e individuare la propria scatola, sorridendo infine quando il braccio riuscì persino a raggiungerli, ma fu un po’ deluso non appena l’altro, svegliandosi, lo fissò intensamente, sbadigliando come se nulla fosse.
-Che c’è? Non riesci a dormire?- gli venne chiesto, come se per lui fosse normale trovarsi nel suo letto, e ciò fece letteralmente incazzare Sanji. E avrebbe urlato se non fosse stato certo di svegliare il vecchio Zeff e di doversi ritrovare a far fronte alla sua rabbia e ai suoi calci.
-Dico, ma sei scemo? Che ci fai nel mio letto?- chiese il giovane cuoco, cercando la calma più assoluta dentro di sé. -Avresti dovuto farti dare un passaggio e tornare sulla terra ferma.-
-No. Quel vecchio mi ha offerto un lavoro.- rispose lo spadaccino con semplicità.
-Già, ma non mi aspettavo che accettassi, e poi... perché cavolo ti trovi nel mio letto?- sbuffò l’altro. -Se non avevi un posto potevi dormire sui tavoli.-
-E perché mai, quando il tuo letto è così comodo...- e a quel dire Sanji sembrò non reggere più il suo interlocutore, tanto che gli tirò un calcio talmente forte da farlo capitolare in terra con un sonoro tonfo e una pronta lamentela.
-Ma sei impazzito?! Mi hai fatto male, brutto idiota!- s’infuriò a sua volta l’altro ragazzo, facendo sì che un ghigno divertito apparisse sul volto del biondo.
-Ben ti sta, questo è il mio letto e non apprezzo intrusi, a meno che non siano delle belle ragazze avvenenti. Nel tuo caso: sei brutto e di poca classe... e mi stavi toccando.- sembrò volerlo informare con palese irritazione, decidendo di mettere nuovamente mano al suo pacchetto di sigarette. Ormai era sveglio, tanto valeva approfittarne per farsi una fumata.
-Ehi! Non avrai mica voglia di appestare nuovamente la camera? Stava iniziando a diventare vivibile.-  si lamentò ancora il giovane spadaccino, venendo fulminato nel buio dagli occhi cerulei dell’altro.
-È la mia camera. Se non ti sta bene esci di qui! Molestatore.- obiettò sulle sue quest’ultimo, rimediandoci un sibilo.
-Per tua informazione, non ti stavo toccando.- volle giustificarsi il ragazzo dalla capigliatura verde.
-E allora cosa stavi facendo? Mi avevi preso per un peluche?- chiese il biondo, sfregando con la destra la capocchia rossa del fiammifero sulla scatola, illuminando la camera per qualche secondo prima di portare la fiamma al limitare della sigaretta già pronta tra le sue labbra per tirare una boccata di fumo. Immediatamente pasteggiò nella bocca prima di mandare giù la nuvola di fumo che poi rilasciò con un sospiro di piacere, sotto lo sguardo disgustato dell’altro.
-Che schifo.- commentò Zoro.
-Fatti gli affari tuoi, molestatore.- commentò ancora una volta il biondo, accendendo un secondo fascio di luce per poter illuminare la stanza tramite la candela della lampada ad olio, la quale diede loro modo di osservarsi in viso.
-A dire il vero ho provato a svegliarti in tutti i modi.- lo informò lo spadaccino. -Sembravi agitarti nel sonno... sai, come se stessi avendo un incubo, e solo quando...- s’interruppe di nuovo e arrossì vistosamente, distogliendo lo sguardo per l’imbarazzo. -Insomma, quello è stato l’unico momento in cui ti sei rilassato.- concluse infine, e stavolta fu il biondino ad arrossire e a guardare altrove.
-Che cavolo vai dicendo? Solo i mocciosi hanno gli incubi... la notte mi muovo spesso.- bofonchiò l'altro a quella rivelazione, cercando di non ammettere nemmeno a se stesso che in effetti la sua mente era ritornata a quei giorni spesi tra la fame e la solitudine su quell'isola.
-E sentiamo, tu non saresti un moccioso? Fumi ma non hai nemmeno un accenno di barba, hai ancora il volto di un bambino.- lo prese in giro lo spadaccino, più che irritarlo che altro.
-Ehi! Guarda che ho sedici anni, è normale non avere ancora la barba, però quando l'avrò...- ma il biondo non poté continuare a parlare che una risa da parte del suo interlocutore lo irritò. -Che c'è?-
-Abbiamo la stessa età. E sinceramente a me cresce dai tredici, massimo quattordici anni. Torna a dormire che è meglio.- gli fu infine detto da Zoro, che finalmente si alzò da terra per raggiungere ancora una volta il letto, venendo però prontamente fermato da una mano del biondo.
-Fermo lì, se proprio vuoi dormire in questa stanza resti steso a terra.- mise a condizione il giovane cuoco, rimediandoci uno sbuffo.
-Te la sei presa? Guarda che è normale fare brutti sogni.-
-Stai zitto e resta lì. - insistette il ragazzo, prima che l’altro seguisse l'ordine dato per poter così tornare entrambi a dormire.
-Sanji, posso farti solo una domanda?-
-Che vuoi?- chiese scorbutico il biondo, andando a spegnere la sigaretta nel posacenere.
-Hai... davvero mangiato quella schifezza piena di segatura?- domandò lo spadaccino, riferendosi allo spezzatino.
-No. Stavo per separare il commestibile dal non, ma poi il vecchio l'ha buttato via.- rispose il ragazzo, sdraiandosi completamente sul proprio letto.

Quel giorno il cielo era particolarmente cupo, ma, nonostante le nuvole nere coprissero il sole, non aveva ancora piovuto e i pochi clienti presenti sembravano aver fretta di tornare a casa o di andarsene semplicemente altrove. Dato il poco da farsi, molti dei cuochi avevano colto la palla al balzo per prendersi una giornata libera, mentre Sanji, insieme ad era rimasto nella cucina.
Zoro, invece, si trovava ancora una volta sulla piattaforma per riprendere i propri allenamenti, poiché forse, aveva pensato, senza quel ragazzo sarebbe riuscito a concentrarsi. Scattò in avanti e fece un affondo, prima di eseguire al completo un'intera tecnica, rischiando di rovinare il ponte, certo che il Padrone non avrebbe gradito.
 
Si passò un braccio sulla fronte accaldata, catturando in quel modo alcune goccioline di sudore che scendevano lungo le tempie, strabuzzando però gli occhi quando invece si rese conto che si trattava di una lieve pioggerellina che, nonostante tutto, lo rinfrescava; decise dunque di sbrigarsi, così da non rischiare di ammalarsi o ritrovarsi in seguito in grossi guai se l’acqua fosse aumentata. 
Attorno a lui le onde avevano già cominciato ad ingrossarsi più del dovuto, mentre il mare, ormai oscuratosi sebbene apparisse stranamente luminoso, aveva iniziato a riversarsi sulla piattaforma di legno, rischiando quasi di farlo scivolare a causa dell’oscillazione; fu proprio in quel momento che notò con la coda dell’occhio le navi pronte a salpare, alcune dirette già al largo, e si affrettò a rientrare nel locale, incrociando il giovane cuoco, stranamente senza sigaretta, sulla soglia. 
-Svelto, stiamo per chiudere tutto.- gli intimò frettoloso, tirandolo lui stesso all’interno del ristorante con ben poca grazia prima di chiudere a chiave la porta e posare su di essa un’asse di legno per sprangarla. -Aiutami.- gli disse, passandogli alcuni chiodi per cominciare poi a batterli con il martello, poco pratico. 
Notandolo, lo spadaccino gli sfilò svelto l’oggetto di mano per rendersi utile e pensarci lui stesso, inchiodando alla svelta l’asse; Sanji si stupì e ne fu persino un po’ invidioso, ma non c’era tempo per le liti, tanto che si affrettò a posare un’altra tavola spessa contro la porta, facendo in quel modo capire all’altro di darsi una mossa. 
Dietro di loro, i cuochi si stavano sbrigando a metter via tavoli e oggetti che avrebbero potuto rompersi facilmente, mentre altri sprangavano porte e finestre; dal piano di sopra si potevano sentire i passi frettolosi del resto degli uomini e i richiami del Capo, che intimava loro di muoversi e di fare un lavoro curato e pulito. 
Una volta certi di aver sigillato e rinforzato l’entrata del ristorante e aver protetto i vetri alle finestre, si avviarono al secondo livello, e, non appena li vide, Zeff li mandò prontamente a sprangare quella che era ormai diventata la loro stanza, seguendoli lungo il corridoio.  -E datevi una mossa! Presto qui si scatenerà l'inferno e dobbiamo cercare di spostarci!- gridò a tutti loro, mentre pochi uomini sul ponte, legati ad una cima, tiravano via l'ancora per poter partire. 
-Perché spranghiamo il locale, se poi ci spostiamo?- chiese Zoro, seguendo il giovane cuoco nella stanza per poterla chiudere. 
-Perché così evitiamo che l'acqua entri in caso rimaniamo coinvolti nella tempesta.- spiegò il biondo, posando un'asse sulla propria finestra. -E poi è saggio proteggere l'interno, al fine di non dover ricompre gli oggetti né farci male noi a causa di piatti o coltelli che posso risultare pericolosi. Ecco perché fissiamo anche tavoli e sedie e chiudiamo ogni sportello.- 

-Sì, ma perché avete spostato il mobilio?- insistette. 
-Così possiamo muoverci più facilmente.- rimbeccò Sanji con uno sbuffo, osservando distrattamente la faccia stralunata dello spadaccino. -Il ristorante ha il timone situato in una sala controllo al centro del primo livello. Nel caso in cui rimaniamo coinvolti in qualche tempesta, alziamo le pinne sottostanti al ristorante, che servono per muoverci, per poterci stabilizzare.- si ritrovò a spiegare infine, lasciando l'altro tra lo stupido e un po' perplesso. 
-Figo!- si ritrovò a commentare poi Zoro. -Questo è un super ristorante, allora! Era ora che capitasse qualcosa di movimentato.- 

-Se fossi in te non parlerei, ogni giorni ci ritroviamo ad affrontare i pirati della Rotta Maggiore o i più spietati che vogliono entrarvi. E finora abbiamo tenuto duro, anche se molti, per lo più camerieri, scappano. Ma i cuochi che si trovano qui sono fedeli.- 
-Dev’essere eccitante, ho fatto proprio bene ad accettare di restare qui.- commentò lo spadaccino, tornando ad inchiodare l’asse di legno e provocando un nuovo sbuffo a Sanji. 
-Già, peccato che non sei andato a dormire altrove e hai occupato il mio pavimento!- replicò. 
-È colpa tua che non mi fai entrare nel letto. Sicuramente starei anche più comodo.- rimbeccò Zoro in tono ilare, rimediandoci l’ennesimo sbuffo. 
-Potevi andare a dormire con gli altri cuochi. Pensa a lavorare, piuttosto, e anche bene. O qui finisce che mi si allagala stanza e di certo non ci tengo a dormire da un’altra parte.- sbottò, facendo scuotere la testa all’altro ragazzo prima che si rimettesse all’opera. 
I lavori di preparazione furono ultimati presto e anche agli altri uomini non restò molto altro da fare se non aspettare che l’imminente tempesta si abbattesse su di loro nello sventurato caso che non riuscissero ad evitarla, o eventuali ordini di attraccare nel caso fossero riusciti a raggiungere l’isola più vicina. 
Sopra di loro il cielo era diventato ormai nero, ma non avrebbero potuto accorgersi comunque della differenza a causa della moltitudine di lanterne ad olio che illuminavano il locale a giorno. La lieve pioggia che aveva cominciato ad abbattersi sul ristorante aveva iniziato a picchiettare più insistentemente sulle assi di legno della nave, facendo sì che il rumore all’interno dell’imbarcazione sembrasse martellare sin dentro le loro teste,  frastornandoli. 
Nessuno dei presenti, esclusi i camerieri e Zoro, sembrava turbato dalla situazione, nemmeno quando la nave cominciò ad oscillare pericolosamente da un lato all’altro e le onde si infransero contro le pareti di legno. I cuochi, ormai abituati, andavano da una parte all’altra, stando ben attenti che non si creasse nessuna falla per evitare il rischio di poter affondare. 
Sanji, però, a differenza di altri, sembrò più annoiato dalla presenza di Zoro - che si era ostinatamente attaccato a lui, seguendolo praticamente ovunque - più che dai problemi che avevano in quel momento, tanto che sussultò quando l’acqua picchiò violentemente contro la parete dove si trovava lui, imprecando prima di venir richiamato dagli altri per fare più attenzione. Eppure le ore che seguirono fino alla cessazione della tempesta a notte inoltrata, non lo sfinirono quanto le domande e la perenne tensione dello spadaccino, il quale non sembrò volerlo lasciare in pace nemmeno quando fu ora di coricarsi. 
  
La stanza del biondo era completamente buia a causa delle assi di legno che sprangavano la finestra, ma non si curò di rimuoverle, lasciando che l’umidita che aleggiava nell’aria restasse fuori, anche per evitare che una seconda ondata di pioggia potesse coglierli di sorpresa, nonostante il legno che rinforzava dentro e fuori. E, proprio su questo, Zoro cercò di far luce sui suoi dubbi, non capendo il motivo di chiudere con ulteriori assi di legno un locale già rinforzato, ma, nonostante tutto, l’esperienza gli aveva insegnato quanto il mare e l’obiettivo che si era prefissato potessero rivelarsi pericolosi, se non più duri di quanto avesse previsto. Si era infine coricato nel suo letto, ovvero il materassino che Sanji gli aveva dato insieme ad una coperta e ad un cuscino un po’ abbozzato, sentendo il cuore battere ancora all’impazzata nel petto per la paura. Certo, se fosse stato un uomo non l’avrebbe mai ammesso, eppure, per quanto fosse sicuro di sé, era ancora un ragazzo inesperto che sapeva che sarebbe potuto morire se gli uomini di quel ristorante non avessero eseguito ognuno un compito ben preciso con la massima cura, e il suo sogno sarebbe finito lì. Avrebbe voluto parlare, distrarsi, allenarsi... fare qualunque cosa, pur di dimenticare anche solo per poco quella tempesta e rilassarsi. E fu una manna dal cielo quando il biondo parlò.
-Tu... hai un sogno?- chiese in un sussurro il ragazzo, quasi sperando che l'altro dalla capigliatura verde non lo avesse udito.
-Certo. Sono partito proprio per questo.- fu invece la pronta risposta dell'altro, che andò a toccare prontamente le sue spade, quasi temesse di perderle, e nel fare ciò si alzò a mezzo busto per sporgersi vero l'altro e guardarlo almeno in parte, mentre la luce della lampada, protetta dal vetro, illuminasse almeno parzialmente i loro volti, o meglio la schiena del giovane cuoco e il viso dello spadaccino.
-Se hai un sogno, vattene da qui.- commentò il biondo, stringendosi quasi maggiormente nelle coperte. -Devi diventare più forte, non puoi sconfiggere i nemici che si affacciano su questo tratto di mare.- 

A quel dire l'altro si accigliò, mentre un cipiglio strafottente si dipinse sul suo volto. -Ehi, non sarai mica preoccupato per me, vero?- chiese un po' divertito, rimediandoci uno sbuffo.
-Stupido... come potrebbe importarmi di uno conosciuto da nemmeno un mese.- bofonchiò nel sentire l'altro sedersi sul suo letto, e, per la prima volta, non si voltò verso di lui per scacciarlo, cosa che fece stupire Zoro, il quale notò il leggero tremore che scuoteva il corpo di Sanji.
Allora forse, non era l'unico a sentirsi un moccioso in quella stanza, pensò. Ma si guardò bene dal farglielo notare, certo che non avrebbe cavato un ragno dal buco. -Sai, è divertente stare qui. Io mangio gratis, voi litigate. Cacciate via i nemici... io ogni tanto vi do una mano e incasso le taglie quando posso... ho finalmente messo da parte un bel gruzzolo, stando qui. Di solito spendo molto per rifocillarmi.- sembrò volerlo informare, ricevendoci l'ennesimo sbuffo della loro assurda convivenza. Non che gli desse fastidio, anzi, gli sarebbe apparso strano anche quello se fosse venuto a mancare.
-Sinceramente non m'interessa come vivevi fuori di qui. Se non sei in grado di provvedere a te stesso, forse dovresti tornare a casa.- fu l'unica risposta che diede Sanji. -Mancherai sicuramente ai tuoi.-
Ci fu una lieve risata da parte di Zoro, prima che decidesse di sdraiarsi al fianco dell'altro. -Non era questo il punto.-
-E allora qual è?- chiese Sanji, scocciato.
-Finora non avevo mai trovato uno stupido come me. Anche tu hai un sogno... e non mentire, ti ho visto quando nelle ore di pausa e quella puzzolente sigaretta che ti ostini a fumare, fissi il mare quasi come se volessi andare oltre questo posto.- rispose lo spadaccino, rimediandoci un calcio da parte del suo coetaneo.
-Non dire stronzate. Io devo restare qui. Non c'è tempo per i sogni, un giorno partirò e anche io me ne andrò di qui, ma non ora.- rispose il giovane cuoco, come se non fosse la prima volta che rispondesse ciò.
-Lo fai sembrare un dovere, quasi non ti piaccia stare qui.- fece notare Zoro. -Non hai nulla a che fare con questi qui. La tua cucina è davvero buona. È ad un livello superiore, come quella del Padrone di questo posto.-
-E tu che ne sai?- chiese scettico l’altro. -Sei solo un rozzo spadaccino, un ragazzo con uno stupido sogno... i sogni sono tali proprio perché sono sogni.-
A quel dire lo spadaccino assottigliò gli occhi, lasciando da parte quella momentanea insicurezza che lo aveva colto prima di voltarsi verso di lui e lasciare che ogni buon proposito che aveva cadesse. Nessuno poteva dirgli che il suo era uno stupido sogno, nessuno poteva permettersi d’insultare ciò in cui lui credeva e ciò in cui aveva creduto la sua migliore amica. Nemmeno il miglior spadaccino al mondo avrebbe potuto farlo, né tanto meno un cuoco senza sogni. E fu con questi pensieri che allungò una mano oltre la spalla di Sanji per raggiungere il bavero della maglia che indossava per girarlo e attirarlo a sé, mentre da seduto scrutò quegli occhi celesti, per una volta privi di vitalità.
-Chi sei tu per permetterti di dirmi cosa sia stupido o meno?!- chiese, liberando tutta il livore che in poche parole era riuscito a fargli salire.
-Cresci, Zoro... non c’è nulla lì fuori. Solo morte. I sogni servono solo a farti viaggiare per mare.- insistette il biondo, tenendo lo sguardo duro nonostante tutto e cercando di non vacillare.
-Anche tu hai un sogno, un’aspirazione nella vita; perché dici questo?- chiese lo spadaccino al suo interlocutore, il quale scosse la testa prima di spingere il corpo del ragazzo lontano da sé, il quale non ci pensò due volte a rinserrare la presa e avvicinare i loro volti.
-Perché?- insistette. Ma Sanji sbuffò, non volendo rispondere, eppure una scossa da parte dell’altro cercò di spronarlo. -Anche se vivi qui, non sei meglio di me. Hai più paura di quanta ne abbia avuta io.- commentò, riportando lui stesso il biondo sul materasso al suo fianco. -Non credevo che potessi essere uno stupido marmocchio.- commentò quasi schifato, mentre una mano del cuoco si portò a un lembo della sua maglia per stringerla.
-Non sono un moccioso, ma non è il momento di ripensare a stupide vecchie storie.- si fece sentire il biondo in un pigolio.
 
-L’hai detto come se volessi parlarne. Ma io non ci voglio parlare con i deboli.- rispose lo spadaccino, decidendo di alzarsi. Ma la mano dell’altro glielo impedì, tirandolo nuovamente a sé.
-Non ho paura del mare, io.- insistette il biondo. -Non ho paura di morire qui, a differenza tua. Ho solo paura di non riuscire a sdebitarmi. Di non essere all’altezza del compito, e non posso permettermi che il Tesoro del Vecchio venga distrutto. Mi sentirei colpevole, dopo tutto.-
-Di che cavolo stai parlando, stupido ricciolo?- gli fu domandato con un nuovo appellativo, il quale face stranire il giovane cuoco.
-A chi hai dato del ricciolo?- sbuffò, riprendendo un po’ delle sue energie, riuscendo così a rincuorare lo spadaccino.
-A te, stupido ricciolo. Hai un sopracciglio ridicolo e, vista la tua stupidità, non vedo perché dovrei continuare a rispettarti.- commentò Zoro, ricevendoci l’ennesimo calcio.
-Non sono stupido!- obbiettò Sanji, alzando completamente la voce che fino a quel momento era rimasta bassa. E proprio grazie a quel rispondere, un bussare contro il muro richiamò la loro attenzione, prima che il padrone del locale ricordò loro sgarbatamente che non erano soli e che anche altri cercavano di dormire.
 
-Idiota, è tutta colpa tua.- disse Sanji all’indirizzo dell’altro, il quale rispose con uno schiocco di lingua, quasi a schernirlo.
-L’unico idiota qui sei tu, che parli di debiti e sogni che non realizzerai mai. Fai sempre il misterioso e cerchi di atteggiarti a grand’uomo.- rispose prontamente, colpendo nel segno, almeno in parte, nell’ultima osservazione.
-Perché non ti fai un po’ gli affari tuoi? Che c’è? Il mare ti ha spaventato e non riesci a dormire, così vieni da me e m’insulti?- domandò a sua volta il biondo, centrando anche lui i ‘difetti’ dell’altro.
-Non è così... semplicemente non posso farmi insultare da un moccioso. Sei anche basso di statura, oltre che sbarbato.- gli fece notare, dato che, effettivamente, Sanji era piuttosto minuto in confronto al suo già affermato metro e settantotto.
-Vuoi fare a botte? Per qualche centimetro...-
-Almeno una decina non lo definirei “qualche”.- ionizzò lo spadaccino, interrompendo il cuoco, il quale non gradì molto, tornando a parlare più nervoso che mai.
-Non vedo come l’altezza sia ora un argomento pertinente, ma non capisco che cosa vuoi da me. Se hai un sogno e ci credi, auguri, ma tienimi fuori dalla tue idee. Non me ne andrò mai da qui, tanto meno con te.- volle concludere, ricevendoci infine uno sbuffo dall’altro, che decise di avere, per una volta, l’atteggiamento più maturo tra i due.
-Scusa, allora te lo chiederò con gentilezza.- si rivolte Zoro al Cuoco.
-Cosa?- domandò quest’ultimo scocciato.
-Perché non vuoi andartene da qui? Non piaci a nessuno, e il Padrone del locale ti vuole cacciare.- gli fece notare, avendo sentito lui stesso i commenti negativi degli altri durante l’assenza del Vice Cuoco, e l’avevano fatto con poco garbo. -E inoltre... hai parlato di una vecchia storia. Ha a che fare con quel Vecchio, come lo chiami tu?-
-E a te cosa importa?- gli venne chiesto ancora. -Perché ti preoccupi di quello che succede qui e di quello che dico?-
-Perché voglio saperlo e conoscerti. Ormai, che tu lo voglia o no, sono qui e stiamo diventando amici.- rispose risoluto lo spadaccino, facendo morire il sorriso spavaldo quando l’altro gli rise contro, nonostante si fosse avvicinato tanto da nascondersi contro il suo fianco per soffocare la voce.
 
-Certo che sei proprio stupido... ma se ci tieni a saperlo...- commentò, scrollando le spalle. Dopo tutto anche lui era convinto di essersi fatto un amico, e, se la sua presenza non lo avesse reso così invulnerabile, probabilmente non gli avrebbe raccontato, come non aveva mai fatto con nessuno, il motivo per il quale era legato al Padrone Zeff e a quel ristorante, né il motivo per il quale lo spreco di cibo lo facesse infuriare più di chi insultasse quel posto e il Capo Cuoco. E Zoro non avrebbe di certo mai immaginato i motivi che aveva spinto Sanji a non muoversi da lì e, nonostante tutto, non li condivideva. Eppure non sarebbe riuscito a dirglielo neppure volendo, tanto che non appena quella voce si zittì, un lieve russare si levò dal basso, riscoprendo quella testa bionda dormire sopra di sé. 
Zoro non poté evitare di sorridere, anzi, decise persino di attirarlo un po’ a sé e far scendere il resto del suo corpo per sistemarsi sul materasso, avvolgendo un braccio attorno alle spalle del suo coetaneo per riposare a sua volta. Dopotutto, il parlare - se così si sarebbe potuto definire - con l’altro l’aveva messo di buon umore, anche se non poté evitarsi di essersi impensierito. 
  
Era incredibile come i giorni, nonostante la fatica, passassero sempre così velocemente, si ritrovò a pensare lo spadaccino. Vedeva il locale riempirsi in continuazione e i cuochi compiere sempre le solite azioni, e persino il flirtare di Sanji con le ragazze stava cominciando ad annoiarlo. Tanto lo sapevano tutti che non avrebbe mai avuto speranze. Nessuna gli diceva mai di sì, si limitavano solo a sorridere come se volessero prenderlo in giro, o addirittura lo ritenevano carino e gli carezzavano la testa, e probabilmente, pensò Zoro con fare divertito, era anche a causa dei suoi lineamenti ancora delicati e la sua bassa statura, che lo facevano apparire come un dodicenne ansioso di crescere. Quella sua stessa costatazione lo fece ridere, e si appuntò mentalmente di riferirglielo in un secondo momento solo per farlo arrabbiare, cosa che lo divertiva da matti. In fondo era un ottimo passatempo e una buona compagnia quando il giovane cuoco non civettava. E proprio in quel momento l’oggetto dei suoi pensieri apparve alle sue spalle, annunciando il suo arrivo grazie all’odore di fumo che il vento portò con sé. 
Zoro si voltò solo per incrociare con i propri occhi quelli azzurri dell’altro, sorridendogli sghembo e divertito. -Ma tu non lavori mai? Sei sempre qui fuori a fumare.- gli fece notare. -O forse non sopporti la mia assenza?- 
-Tsk, ho altro a cui pensare che ad una testa di muschio come te.- fu la pronta risposta di Sanji. -L’unico che sente la mancanza di qualcuno qui sei tu.- 
-E’ vero.- ammise Zoro. -Vorrei prendermi una piccola pausa e scendere a terra ferma. Ma ho bisogno di un amico.- 
-Scordatelo. Ho del vero lavoro da fare, io, e poi qui potrò vedere molte più ragazze di quanto non possa offrirmi l’isola più vicina.- asserì il giovane cuoco, mettendo mano alla sigaretta per sbuffare un po’ di fumo. -Di’, vuoi solo sgranchirti le gambe, vero?- insistette, osservando la piattaforma ormai perennemente alzata a causa dei continui allenamenti dello spadaccino, nonostante costituisse già un notevole aiuto contro i brigati che si presentavano spesso e volentieri per dar loro fastidio. 
-E se anche fosse? Non sembra ci sia nessuno contro cui scontrarsi.- commentò il ragazzo, sfiorando l’elsa delle sue spade. 
-Ma sei scemo? Qui si raduna la peggior gente proveniente dalla Rotta Maggiore, come fai a dire che…- 
-No.- lo interruppe Zoro. -Intendevo per allenarsi e fare sul serio. Come un piccolo gioco.- 
-Sei un moccioso? Chi vorrebbe giocare a una cosa così stupida come la ‘lotta’?- chiese Sanji. 
-Che c’è? Hai paura di perdere?- cercò di spronarlo l’altro con un sorriso strafottente, il quale sortì l’effetto voluto, vista la rabbia dipintasi all’istante sul volto del cuoco, che digrignò i denti. 
-Spero che tu sappia nuotare, se proprio insisti.- si preparò quest’ultimo, afferrando la sigaretta con una mano per aspirare profondamente, prima di alzare la gamba in posizione d’attacco. -Spero tu sia pronto.- 
-Sono sempre pronto, io.- asserì lo spadaccino afferrando le else delle sue spade e prepararsi in un lampo, prima di parare un potente calcio che lo aveva colto alla sprovvista. Sorrise. Sanji ci sapeva fare e ne fu felice, di certo non sarebbe stato facile mettere a terra il suo avversario. Era da tempo che non gli capitava una sfida di quel genere, tanto che per un attimo si abbandonò al ricordo della sua amica Kuina, abbassando le difese e venendo colpito. 
-Idiota. Non sai nemmeno rimanere in piedi.- lo schernì il biondo, sogghignando. 
-E’ stata una distrazione momentanea.- fu l’unica risposta che ricevette da Zoro, che si rialzò in piedi e strinse meglio le else delle katane, per quanto non le avesse lasciate andare. -Stavolta non sarà così facile.- e a quel dire la smorfia di derisione assunta dal suo avversario sembrò farsi più seria e a sua volta felice. 
-Ci stai a mettere delle condizioni?- chiese quest’ultimo. -Chi vince si prende la mia camera.- propose, notando troppo tardi l’affondo di spada che schivò per un pelo. 
-Niente affatto. Mi basta poter entrare nel tuo letto.- rispose lo spadaccino, mantenendo la posizione dell’attacco appena lanciato, e, dando le spalle all’altro, non si rese conto del potente calcio che si abbatté sulla sua testa e lo scaraventò a terra, mentre un Sanji arrossito prese a urlargli contro. 
-Ma come ti salta in mente, brutto cretino! È una cosa ambigua da dire!- commentò, vedendo l’altro rialzarsi un po’ barcollante nonostante tutto e massaggiarsi il punto colpito, lasciando due delle sue spade sulla piattaforma di legno. 
-Ma cos’hai capito! Non credevo fossi pervertito sino a questo punto.- 
-Io? E tu che mi dici certe cose? Che dovrei pensare?- rispose il biondo sulle sue, inviperito. 
-Forse che voglio solo dormire e sbattere il tuo culetto su quel materassino al mio posto?!- cercò di difendersi il ragazzo dalla capigliatura verde, rimediandoci un altro calcio che stavolta parò senza problemi. 
-E continui?! Ma allora lo fai apposta!- rimbeccò il suo avversario. 
-Faccio apposta cosa?! Sei tu che pensi male!- fece notare lo sfidante, per poi lanciare lontano da sé quel pazzo che, imperterrito, stava continuando a fumare come se nulla fosse. -Ehi! Ma la vuoi piantare di fraintendere sempre tutto?!- chiese, tornando ad armarsi e spingersi verso l’altro per attaccarlo, venendo prontamente bloccato da una gamba. E nel vedere quelle pozze blu e profonde come il mare così serie unite al rossore del viso, capì che l’altro ci aveva seriamente creduto e non poté fare a meno di sorridere divertito e assecondare quella sua assurda fantasia, benché entrambi provassero una forma d’interesse verso l’altro, per quanto fossero certi che non fosse amore. 
-Però… se ci tieni potremmo provare.- ghignò, venendo immediatamente scansato in malo modo. 
-Scordatelo, imbecille, non faccio certe schifezze con i maschi.- obbiettò il biondo, arrossendo maggiormente. 
-Andiamo, lo sappiamo entrambi che le ragazze qui non ti notano nemmeno, e poi siamo sempre circondati da una marea di brutti ceffi.- insistette, volendo vedere fin dove sarebbe arrivata la stupidità e l’ingenuità del suo coetaneo. 
-Che schifo…- commentò il giovane cuoco, afferrando la sigaretta con due dita e sbuffando del fumo fuori prima di indicarlo con quello in mano. -Se è così, allora ti batterò e ti caccerò dalla mia stanza.- 
-Bene. Fatti sotto, ragazzina, perché io ho bisogno di uno sfogo e i restanti cuochi mi fanno alquanto ribrezzo.- commentò, e a quel dire si guardarono entrambi seriamente negli occhi prima di ricambiarsi un’espressione schifata al solo pensiero, tanto che dovettero voltarsi dalla parte opposta. 
-Questo fa ancora più schifo.- fu la costatazione del biondo, mentre una lieve risata nervosa alle sue spalle si fece via via più leggera. 
-Che schifo sì… direi che stavolta ho esagerato.- convenne Zoro prima di tornare a fissare il suo coetaneo, che fece lo stesso per poi sorridere con lui. 
-Sì, sei proprio un cretino. Forse devo dedurre che non sei così intelligente come credevo la prima volta… sarà che quel prato che hai intesta ha attecchito con le sue radici, non lasciando spazio poi a molto, lì dentro.- 
-Senti chi parla. Quello con il sopracciglio stupido.- rimbeccò l’altro, riponendo le proprie katane. 
-Eh? Già ti arrendi?- domandò il suo interlocutore, gettando l’ormai mozzicone oltre il parapetto. 
-No, cerco di pararmi il culo.- rispose prontamente lo spadaccino, sorridendo un po’ malvagiamente. E l’altro non ebbe il tempo di chiedere spiegazioni che sentì un sguardo quasi omicida dietro di sé. 
-Sanji! Piantala di amoreggiare anche con quel ragazzo e torna a lavorare! Abbiamo bisogno di te in cucina, non sei qui per flirtare con ogni essere vivente!- strillò dall’alto la voce di Zeff; e talmente alto fu l’urlo che il biondo dovette incassare la testa nelle spalle e strizzare gli occhi per aprirli solo quando il richiamo cessò, puntando poi uno sguardo malevolo verso il ragazzo davanti a sé. 
-Grazie tante, Zoro, potevi anche avvertirmi.- gli disse, prima di fare retro front e guardare l’uomo affacciato dal piano superiore. -Sto arrivando, vecchio, non c’è bisogno d’urlare. O ti si alzerà la pressione.- sfotté, rimediandoci un grugnito poco cordiale. 
-Fa’ poco lo spiritoso, moccioso, o ti metto a pulire i pavimenti.- minacciò, rimediandoci solo una risata sguaiata. 
-Certo, e poi come farai senza il tuo miglior cuoco? Non vorrai fari servire quello schifo che prepara Paty, vorrei sperare.- asserì divertito, mettendo mano alla sigaretta. 
-Ora Paty non c’è.- gli fece notare. -Piantala di fumare e sbrigati a rientrare.- asserì gettando poi un’occhiataccia al ragazzo alle spalle del suo Vice Capo Cuoco. 
-E tu vedi di darti una mossa, non ti pago per non fare nulla.- commentò, vedendo l’altro incrociare le braccia al petto prima di mettersi seduto. 
-Infatti non mi paghi. Riscuoto le taglie e mangio gratis.- fece notare lo spadaccino, rimediandoci ben due occhiate scettiche a quel dire, tanto che il Padrone del locale aggrottò maggiormente la fronte. 
-Appunto. Quindi vedi di darti una mossa.- commentò prima di tornare dentro al ristorante. 
  
Un’altra giornata era passata e oltre ai litigi in cucina non era accaduto molto altro. Nonostante tutto, però, Sanji una volta toccato il letto era letteralmente crollato a dormire senza indossare la sua solita maglia, cosa che fece accigliare lo spadaccino, il quale lo svegliò prontamente con poca grazia. 
-Ehi! Imbecille, ma che fai?!- sbottò, afferrandolo per il bavero della giacca che indossava, scuotendolo; ma non aveva fatto i conti con l’occhiataccia del biondo, tanto che, colto alla sprovvista, indietreggiò. 
-Che cavolo fai, pezzo d’idiota?- domandò con la più totale calma, riuscendo a far correre un brivido gelido lungo la schiena di Zoro. -Una bella ragazza, gentile, avvenente e delle belle labbra carnose mi aveva appena rivolto lo sguardo più dolce del mondo… e io da bravo cavaliere l’avevo invitata a ballare…- 
-Ma che razza di sogni malati fai, razza di imbecille?!- gli fu chiesto prontamente dallo spadaccino, che non si era risparmiato di tirargli un pugno sul capo. -Io mi preoccupo per te che dormi vestito e ti spiaci di un sogno così cretino? Nemmeno te la fossi portata a letto!- 
-Sei sempre il solito zotico, pensi solo a quello. Nella vita c’è anche altro, come l’amore…- rispose prontamente il giovane cuoco. 
-Da’ retta ad un amico, le ragazze non ti si filano. Forse dovresti passare ad altro.- commentò con un ghigno lo spadaccino, ricevendo prontamente un cuscino in testa. 
-Idiota… come se potessi innamorarmi di un ragazzo.- 
-No, io parlavo dei giornali erotici.- sghignazzò. -Magari riusciresti a vedere ben più.- continuò Zoro, ricevendo stavolta una scarpa sul capo, mentre Sanji, seduto sul suo letto, provvedeva a togliersi quella rimasta. 
-Sai, non ti facevo così rozzo e porco, nonostante quegli abiti malconci che indossi.- fu la risposta che gli diede, passando infine ai bottoni per farli passare attraverso le asole della giacca. D’altra parte il ragazzo dalla capigliatura verde storse la bocca in una smorfia contraria, prima di allungarsi e mettere mano tra la roba del giovane cuoco con un ghigno, il quale aumentò quando quello si allungò verso di lui per fermarlo. 
-Ehi! Quella è la mia roba, di che t’impicci?!- 
-Nulla, voglio solo beneficiare anche io delle tue segrete porcherie, visto che parli tanto tu e il tuo bel vestitino.- ironizzò, tirando fuori un giornaletto dalla copertina sconcia, al cui interno anche il resto delle pagine non sembravano essere meno caste. -Sai, forse anche uno rozzo come me potrebbe imparare da un ragazzo elegante solo nell’aspetto.- lo prese in giro, schiaffandogli sul volto la rivista aperta a metà per rivelare ai suoi occhi l’immagine della donna con indosso pochi vestiti e in una posa erotica, quasi a voler dimostrare di aver scoperto il suo ‘piccolo’ segreto. -O forse vorresti dirmi che lo tieni nascosto per gli articoli?- continuò a stuzzicarlo, e Sanji lanciò il giornaletto dalla parte opposta della stanza.
-Non sono affari tuoi, non devi toccare la mia roba.- rimbeccò il biondo, per poi togliersi la camicia che indossava e passare ai pantaloni.
 
-Andiamo, di che ti vergogni? È normale avere qualche distrazione se si è soli qui in mare aperto, però... mi domando se tu...- prese a sghignazzare nuovamente Zoro, certo che l’altro se la sarebbe presa, -ne abbia mai vista una vera, con tutte le ragazze a cui fai la corte.- asserì, vedendo difatti il ragazzo arrossire vistosamente per poi andare su tutte le furie. 
-Certo che sì! Non sono mica uno sfigato come te!- bofonchiò Sanji. 
-Ah, sì? E con quante ragazze sei stato? Essendo tu o loro di passaggio, presumo molte. Io ho attinto ogni tanto nei villaggi... e devo dire che certe ragazze sanno davvero come si fa il...- 
-E smettila! Non voglio sapere i tuoi dettagli. Sono affari miei.- insistette, mentre l’altro allungò una mano verso di lui per scompigliargli i capelli. 
-Guarda che non c’è da vergognarsene, eh? Sei sempre qui rintanato, è normale se sei ancora verg...- 
-Non lo sono!- venne interrotto Zoro dal commento isterico del giovane cuoco. 
-Sei scemo? Ti si vede dagli occhi.- continuò a prenderlo in giro. -O devo forse controllare li sotto?!- chiese lo spadaccino divertito, mentre l’obiezione non tardò ad arrivare. 
-Tu non controlli proprio un bel niente!- asserì difatti il biondo, tornando a chiudersi la zip dei pantaloni scuri. –Va’ a dormire anche tu, piuttosto, sei ancora tutto vestito.- 
-È perché sono preoccupato per te.- ammise il suo interlocutore, decidendo di sedersi al suo fianco, tanto da farlo sussultare e scostarsi di poco. 
-Torna nel tuo letto.- ordinò. 
-No. È troppo scomodo.- asserì lo spadaccino, guardandolo negli occhi. Aveva costatato già più di una volta che Sanji ne restava stranamente rapito, mettendosi sull’attenti, probabilmente a causa dell’inesperienza e la curiosità, ma sfruttare quella debolezza in quel momento non gli era parso poi così male. 
-Sanji... ma tu sei mai uscito da qui? Hai mai desiderato di vivere la tua vita? Non ti annoi?- gli chiese, tornando sul discorso della partenza, l’unico al quale l’altro non riusciva mai a rispondergli completamente. 
-Bastardo... altro che preoccupato. Vuoi solo rompermi le palle come tutte le sere con la stessa storia.- si lamentò, ricedendoci un piccolo colpo sulla spalla, con quella dell’altro. 
-Imbecille, sono serio. Anche il Padrone del locale vuole che tu lo faccia, ma sei troppo stupido e codardo per muoverti da qui.- gli fece notare Zoro 
-Lo stupido sei tu che ancora non te ne sei andato. Se hai tanta fretta ti regalo la mia imbarcazione.- ironizzò il biondo. 
-Sanji. Si può sapere qual è il tuo cavolo di sogno?- insistette lo spadaccino. 
-Nessuno. È una cosa stupida.- commentò il biondo, per poi sfilarsi finalmente i pantaloni e indossare la maglia. -Dormi e non ci pensare.-
-E no. Se non vuoi rispondermi allora dormirò in questo letto. Non sono disposto a spezzarmi la schiena per uno che non mi da’ un motivo per venire via con me.- cercò di spronarlo a quel modo, non ricevendo la risposta voluta.
 
-Fa’ come ti pare, basta che prendi il tuo cuscino e che non mi abbracci come quando t’intrufoli qui.- mise a condizione il giovane cuoco, lasciando l’altro spiazzato. 
-Ti ho detto che lo faccio solo per farti rilassare quando ti agiti nel sonno.- bofonchiò Zoro. 
-Se tu restassi nel tuo letto, qualche volta...- prese a lamentarsi Sanji, venendo interrotto. 
-Ehi! Guarda che a me i maschi fanno più schifo che a te. Vedi di piantarla di pensare male, cuoco pervertito.- obbiettò in risposta. 
-Non si direbbe, stupida testa d’insalata. L’unico che pensa sempre al sesso e che si ritrova nel mio letto, stringendomi la vita, sei tu. Sia chiaro che il mio culo non te lo do né ora, né mai!- volle chiarire il biondo. 
-Ma chi lo vuole... è pure brutto, il tuo.- 
-Tsk, allora lo hai guardato, eh, brutto.... bruco insensibile.- si lamentò il giovane cuoco, decidendo di non dargli le spalle e di dormire con il volto rivolto al soffitto, facendo accigliare il suo amico. 
-Ma fai sul serio? Ohi... a me del tuo culo non interessa nulla, e non credevo di dovergli fare i complimenti per non farti offendere.- commentò l’altro, per poi togliersi la canotta nera ed entrare nel letto con solo i pantaloni. -E comunque non fare lo stupido. Di solito dormi rannicchiato per prendere sonno, vedi di sistemarti, che domani non voglio averti sulla coscienza se cadi in mare.- ironizzò. 
-E a te che te ne frega? Vedi di dormire, se non vuoi che ti butti fuori dal letto.- 
-E allora dimmi qual è il tuo stupido sogno.- insistette Zoro, vedendo però l’altro fargli una linguaccia. 
-Dormi.- ripeté infine l’altro avvicinandosi, seppur riluttante, per rannicchiarsi contro il petto dell’altro. -Se faccio così stai zitto, visto che non sembra spiacerti. Non voglio sapere chi ti ricordo, ma sta zitto.- asserì il giovane Cuoco facendo accigliare Zoro prima che, perplesso e stupito, rispondesse: “Il mio cane”, facendo raggelare l’altro che gli tirò un semplice calcio. 
-Lo dicevo io che era meglio non saperlo, e ora vedi di chiudere la bocca o mi metto a fumare.- minacciò, certo che Zoro non avrebbe obbiettato, e, nel giro di pochi minuti, entrambi i ragazzi, uniti solo da quella bizzarra posa solo per un assurdo accordo sotto i raggi lunari che filtravano dalla finestra, si addormentarono sereni. 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
* So che la spiegazione può risultare noiosa eil titolo un po’ stupido, ma ho le mie buone ragioni… 
Probabilmente mi darete contro e forse avrete ragione, dato che sono un po’ negata, fosse per me scriverei ‘Piripacchio’ e tanti cari saluti ma un buon titolo di vuole sempre!
Per in tutto il capitolo affrontiamo le situazioni reali dei due pg, le loro incertezze, e la voglia, come tutti i sedicenni, soprattutto i maschi, di sentirsi al di sopra di tutto e tutti. Non ch ei due in questione cambino atteggiamento, ma ho voluto renderlo più ‘aperto’. OP si basa comunque sulle ‘cretinate’ di noi giovani d’oggi dove a 30anni non sono ancora cresciuti molti di noi. Oda stesso lo rivela nel manga nella risposta di una domanda dei lettori inserita tra i capitoli, tanto che dice testualmente ‘I personaggi non hanno età. Tutti sono al pari e si confrontano tra loro come normali ragazzi spensierati’ includenti anche Robin, Franky e Brook, quindi da un lato ho voluto mettere in risalto un carattere ‘nascosto’ se vogliamo chiamarlo così, di sue pg che solitamente non si lasciano trasportare dalle emozioni più semplici, o almeno non le esternano a quel modo, né tanto meno tra di loro (intesi Zoro e Sanji), ma proprio il fattore adolescenza, credo che sia l’età giusta per essere ancora un po’ bambini e insicuri e la fase di crescita che ti rende consapevole (purtroppo non accade così nei ragazzi di ora oserei dire ç__ç) , di dover crescere e diventare più responsabili
(Non linciatemi per aver blaterato così tanto pleaseee ç__ç)

  
  



Ed eccoci alla fine di questo secondo capitolo… piaciuto? Di spero proprio di se, anche semi sembra un po’ troppo… come dire… diciamo che non mi sembra ci sia molto ‘amore’ tra i due, ma da un lato è giusto così quando si è ancora incerti e poco pratici (O almeno quanto riguarda chi dico io v.v) XDDD
 
Però devo proprio dirvelo raga! E’ la prima storia che (almeno per il primo capito), riceve così tanti ‘mi piace’ su FB XDDD, anche se lo ammetto anche una piccola recensioncina non ci sarebbe stata male *la linciano*
Se ci riuscirò, porterò questa storia in giro per il web e cambieremo le sorti di OP! *E il web la uccise per l’immensa cretinata*
 
E ora passiamo ai ringraziamenti, in particolar modo quello della ‘Zia’ <3 … Oooh! Quanto mi ha resa feliceee *w* 
  
SanjiReaChan: Ahahah! Capisco che ti ho tenuto il broncio perché mi eri ‘sparita’ nel recensirmi… ma è veramente un poema! E ne sono anche felice v.v… comunque tranqui quello era solo il primo capitolo, il così detto ‘pilota’, come sempre… ti pare che manchino battibecchi? Semplicemente qui avranno nuove situazioni, e saranno già più coinvolti in ‘altro’ XDDD 
Diciamo che questa ff come detto preannuncia un ipotetico ‘pre-inizio’ di Op v.v uno dei tanti spin off, solo non ufficiale di Oda XD *E per questo si dispera* XDDD Sono più, giovani, più docili… ma sono sempre loro non schreziamo! Al prossimo si speraaaa <3
P.s.: Felice di aver esaudito il tuo ‘desiderio’
 

My Pride:
 Ziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiaaaaaaaaaa!! Mi hai resa la donna (?) più felice del muondo! Insomma era dalle scorse ‘A new enemy (Ancora da sistemare e concludere) e ‘Life in three’ che non mi si segnalava per le storie scelte!! <3 Ed ora ne ho una anche qui che giuoiaaaaaa!! Comunque, come ti ho già detto, che giudizio serio! Ma tipo serissimo! Me l’hai praticamente analizzata! So anche il perché non rispondermi… ma sono felicissima lo stesso <3 TVB 


Tognoz:
Io scherzato ma tu mi hai recensito per davvero… ora sono più felice, se non altro so cosa ne pensi delle mie storie XDD Ad ogni modo, mi pareva il posto più logico i ristorante di Zeff, per tanti motivi i quali dirò in seguito, quindi non vorrei spoiler are la fic, che avranno tutto un perché… ma almeno una cosa vogio ricordarla a tutti: Sanji ci cresce su quel ristorante, quindi non è difficile trovarlo li sopra… anzi a parer mio sarebbe strano il contrario <3
See yaaaa (Si spera) XD 

Blue Riza: Figo! Ci sei anche tu <3… come ti ho già risposto non sono propriamente bambini e se ricordo bene ci rivelano entrambi la loro età <3 sono contro gli shota di ogni genere ed essendo un po’ grandicella anche di mio… bhe è la minima età che posso accettare per fare unoSpin Off con amore giovanile XD Che altro dirti? Spero che continuerai a seguirmi anche tu! Kiss

  
  
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E me XD!!
   
 
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