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Autore: f_naluST    13/09/2012    8 recensioni
L'oscurità s'impadronì del suo cuore, la sua mente venne offuscata, la sua anima aveva abbandonato il suo corpo.
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Leggende tramandate nel tempo, invogliano i nostri giovani maghi ad addentrarsi tra le mura fredde e spietate della città di Bardeon, la città delle anime perdute.
Si ritroveranno ad affrontare il destino della Luce, una Luce pura che spezzerà le catene dell'oscurità. Una Luce riflessa nelle fiamme dell'amore... e dell'odio.
Ambientata dopo il Time-Skip.
[Pairing: NaLu -principalmente- , Gruvia e GaLe]
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Si svegliò, avvolta nel piumone caldo del suo letto. Si sentì smarrita, appena un attimo, giusto il tempo di mettere a fuoco ciò le circondava, non ricordandosi inizialmente cosa fosse successo la sera prima. Portò una mano a stropicciarsi gli occhi, per poi carezzarsi le guance e avvertirle fresche e leggermente umide a contatto con la pelle, probabilmente per le lacrime versate durante la notte, inconsciamente, per quel sogno.
Cercò di mettersi seduta, ma qualcosa glielo impediva. Sbattè più volte le palpebre, la vista, non del tutto chiara, le impediva di riconoscere cosa l'ancorava a sé, chi le dormiva di fianco. Pian piano, cominciò a distinguere un rosa acceso, differente dalla coperta, ed un viso apperentemente ancora dormiente. L'immagine sfocata di Natsu cominciò a rendersi sempre più nitida, fin quando, la maga stellare, non fu sul punto di prenderlo e lanciarlo fuori dalla finestra, rimasta aperta, per l'ennesima notte. 
Inutilmente, pensò, poiché era stata lei stessa a concedergli quello che per l'amico era il lusso di dormire tranquillamente nel suo letto. L'aveva invitato di sua spontanea volontà, un gesto di gentilezza del tutto inaspettato dal Dragon Slayer, che non se l'era fatto chiedere due volte. Anche se, non era proprio per gentilezza, che l'aveva accolto sotto le stesse coltri. La paura che aveva ottenebrato ogni suo incubo, quella notte, sentiva che si placava ogni qual volta Natsu la stringesse maggiormente a sé, probabilmente mentre lei si agitava nel sonno. 
Si sollevò sui gomiti, osservando l'amico che le cingeva ancora la vita, aumentando ulteriormente la presa, e sorrise. Un sorriso sincero, un sorriso che serbava solo al mago del fuoco. Si mise poi ad osservarlo, con un lieve rossore sulle guance, nel caso quest'ultimo se ne sarebbe accorto. Tuttavia, il respiro regolare e l'espressione beata sul volto del compagno, lasciava intendere che fosse ancora in un mondo creato dalla sua fantasia, dal subconscio che porta nel limbo dei sogni. 
Chissà cosa starà sognando, si chiese la bionda, senza l'intenzione di distogliere lo sguardo da chi le sostava accanto, dal suo corpo. Seppure questo fosse coperto dalla giacca nera ad una sola manica, Lucy era inspiegabilmente attratta dal petto, non particolarmente robusto ma abbastanza tonico, del Dragon Slayer e dai movimenti che esso si apprestava a fare mentre respirava. Inoltre, le premeva leggermente contro, abbastanza da farla sussultare quando se ne cominciò a rendere conto, svegliando così l'amico.
«Mh...sparisci, Gray...» mugugnò. Per fortuna della maga, che sospirò di sollievo, stava ancora sognando.
Cercò di alzarsi, perché di certo non poteva rimanere ancora tra le sue braccia, non essendo in grado di fronteggiare il suo imbarazzo che avrebbe persistito a rimanerle impresso sul volto. La cosa si mostrò essere più difficile del previsto, poiché Natsu non era dell'idea di mollare la presa. 
E staccati! pensò Lucy, provando ad allontanare il Dragon Slayer con le sue braccia, esprimendo un effettivo sforzo. Ci riuscì, col risultato di ritrovarsi sul pavimento, provocando un tonfo che -stavolta- svegliò davvero il rosato.
«CHE SUCCEDE?!» gridò lui, sull'attenti. 
«C-che vuoi che succeda, sono caduta dal letto!» sbraitò lei in tutta risposta, che aveva perso un battito per lo scatto improvviso del compagno.
«Oh...Lucy...sei tu!» aggiunse lui, come se l'intrusa fosse lei.
«Questa è casa mia.» sibilò la maga stellare, avvolta in un alone violaceo e con un espressione di pura rassegnazione in viso. Se non altro, l'imbarazzo sembrava scomparso del tutto. 
«Sei riuscita a dormire?» le domandò lui, all'improvviso.
«Mh? Sì... più o meno.» 
La guardò dubbioso, come se non credesse alle sue parole. Era sicuro di averla sentita singhiozzare, durante la notte, e stringere le mani contro la sua giacca, quando il suo corpo fremeva di colpo. Ma se avesse avuto, effettivamente, qualche problema, e non aveva ancora deciso di parlargliene, avrebbe aspettato che fosse stata lei stessa a prendere l'argomento.
«E tu?» che, per il momento, non aveva intenzione di prendere. 
«Sì, ero piuttosto comodo.» sorrise lui ampiamente. Non vi era malizia, nelle sue parole, pura innocenza l'aveva spinto a rispondere sinceramente. Non si rese nemmeno conto delle purpuree gote di Lucy. 
«Comunque, vuoi fare colazione?» chiese, leggermente imbarazzata.
Natsu si limitò annuire, poi si stiracchiò e si alzò, incamminandosi verso la cucina. 
«ALT!» lo fermò la bionda, sollevando la mano.
«Che c'è?»
«Non ti farò entrare in cucina, la prosciugheresti in meno di un minuto.» disse lei, incrociando le braccia al petto, con aria severa. In risposta, il Dragon Slayer fece altrettanto, voltando lo sguardo da un'altra parte. 
«Quanto la fai lunga, ogni volta.» sbuffò lui, e lei di rimando. «Andrà tutto a male!» aggiunse, sperando -invano- di riuscire a convincerla.
«Prima o poi mangerò, non credi?» 
«Ma non sappiamo ancora quando torneremo da Bard..» 
Si fermò, pentendosi di aver anche solo accennato al pronunciare quel nome. Vide una scintilla di terrore, scoccare negli occhi dell'amica, che tuttavia non mostrò il minimo cambiamento. Esteriormente, almeno. 
«In effetti, hai ragione... probabilmente andrà tutto a male...» la sua voce era cupa, come se, con quella frase, si riferisse a ben altro. 
«O magari no, se torniamo in fretta.» esordì Natsu.
La ragazza portò immediatamente gli occhi sulla figura del compagno, che iniziava a sedersi a tavola.
«Non entrerò in cucina, però sbrigati, ho fame!» continuò lui, portandosi una mano sulla pancia. 
Senza neanche rispondergli, andò in cucina e si mise a prendere qualcosa per la colazione. Si ritrovò a sorridere e a ringraziare l'amico, per ciò che le aveva detto. Perché, ne era sicura, alludevano alla stessa cosa. E in quella sua singola frase, era riuscito ad alimentare la speranza nel cuore di lei, fragile al punto da frantumarsi persino sotto il delicato tocco di un soffio.
Decise di caricarsi di quella speranza, intraprendendo così il viaggio al fianco di Natsu, dell'unico la cui sola presenza bastava. 
Portò il pasto mattutino al ragazzo, già ridotto nello stato pietoso di chi non mangia da giorni interi. 
«Devi dare una controllata al tuo stomaco, il viaggio sarà lungo, credi poter mangiare ogni volta che te ne venga la voglia?» bofonchiò lei, mentre addentava il suo toast.
«Non potrei comunque mangiare durante il viaggio...» sibilò il rosato, prendendo un colore verdastro al solo pensiero di dover salire su una carrozza o qualsiasi altro mezzo per giungere alla fantomatica meta.
«Oh, già, tu e la tua sofferenza dei mezzi di trasporto...» lo canzonò, ricevendo un'occhiataccia da lui che si sentiva chiaramente preso in giro. 
«Tu piuttosto, dovresti cercare di mangiare di meno, o dovrai cambiare i vestiti di altre tre taglie!» fece lui a sua volta, sorridendo sornione con estrema strafottenza.
«Zitto e mangia il tuo toast.» lo freddò immediatamente lei.
 
Tormentato da un insistente mal di testa, Gray andò in cucina a bere un bicchiere d'acqua, andando poi in bagno per rinfrescarsi sotto una doccia gelida. Rimase sconcertato nello scorgere, davanti lo specchio, gli evidenti segni della sua nottata andata male, occhiaie eccessivamente scure, come il suo umore, sin dal giorno prima. 
Non era riuscito a pensare ad altro che alla sua missione, al perché dovessero seguire Natsu e Lucy, senza farsi possibilmente scoprire da questi ultimi, e perché il Master avesse deciso di mandarli da soli, se comunque anche il suo team sarebbe andato a Bardeon, prima o dopo che fosse. Ed Erza. Non riusciva a spiegarsi nemmeno lei. La guerriera più temibile di tutta Fairy Tail, era evidente il suo disappunto verso le decisioni di Makarow, che sembrava muoversi e scegliere come manovrare le sue pedine nella maniera più assurda e sconsigliata dalla ragione. 
Per non parlare di Lucy, di cui non sapeva praticamente niente, se non accenni a ciò che le era successo. Sfortunatamente, quando aveva avuto la suddetta "crisi", si trovava fuori per un lavoro, con Lluvia. Aveva tanto insistito che, alla fine, era stata capace di farlo cedere e accettare di andare con lei. Non che le rinfacciasse o attribuisse qualsiasi colpa, ma se avesse avuto anche il cenno ad un pessimo presentimento, avrebbe rifiutato nel modo più gelido che era capace di impersonare, se era necessario per estinguere la speranza che si accendeva nei suoi occhi, ogni volta che si proponeva per un ingaggio in sua compagnia. 
Ci sarebbe stata anche lei, comunque. 
L'acqua della doccia che picchiettava sulla sua pelle gli portava alla mente il primo incontro con la donna della pioggia, verso la quale sentì immediatamente una sorta di compatibilità, forse nata proprio dal princìpio dei loro poteri. Inoltre, era leale. Aveva creduto in lui anche quando il tutto conduceva ad un unico colpevole.
Chiuse l'acqua, in fretta, come se starvi sotto il getto, anche solo per qualche breve, ulteriore, istante, avrebbe annientato ogni sua difesa. Oltretutto, il suo umore era peggiorato nuovamente. La causa, sentimenti di cui era consapevole e altri di cui non riusciva ancora a stabilirne l'importanza.
Uscì, si asciugò malamente e si mise i vestiti con la stessa velocità che impiegava per toglierseli. S'incamminò dunque verso la gilda, dove si sarebbe incontrato con i suoi compagni.
Proseguiva con lo sguardo basso, il passo lento, visto che comunque era più che in perfetto orario, pensieroso e timoroso di ciò che sarebbe successo di lì a poche ore. 
Una voce calda e familiare irruppe bruscamente nel suo rimuginare su quell'appena iniziata serie di eventi: Lucy, che agitava il braccio in segno di saluto, correndogli incontro.
«Buongiorno!» disse radiosa.
«Buongiorno.» rispose lui, accennando un sorriso. «Dove hai lasciato quell'idiota del tuo compagni di team?» 
«Ehi, nudista surgelato!» esordì, appunto, il compagno idiota, sbucando da dietro le spalle della bionda. 
«N-Natsu? Sei già sveglio a quest'ora?!»
«Per forza, Lucy mi ha svegliato cadendo da let-» fu interrotto dalla gomitata della ragazza, che si mise a ridere nervosamente.
«Oh, sentivo una certa puzza di bruciato, ma credevo fosse semplicemente Natsu.» sorrise malizioso alla bionda, che prendeva lo stesso colore delle fiamme di Natsu, ora intorno al suo pugno, furioso -ovviamente- non per lo stesso motivo di Lucy. 
L'imminente colpo diretto al viso di Gray venne letteralmente spento da un'improvvisa cascata d'acqua, che si avventò sul mago del fuoco. Quest'ultimo, si ritrovò a maledire chiunque fosse stato o qualsiasi evento atmosferico si fosse manifestato per pura coincidenza proprio in quell'istante. Gray, invece, seppure inizialmente gioente per la misera disfatta dell'attacco del Dragon Slayer, il cui pugno stretto si limitava a fumare, si rabbuiò, quando al suo fianco comparve Lluvia. 
«Allora sei stata tu!» iniziò a sbraitarle contro Natsu e blaterando di una imminente vendetta su di lei.
«Lluvia pensava solo che Natsu-san sentisse caldo.» si "giustificò" lei, aria e tono inespressivi. 
Si girò a guardare il suo amato, che preferiva osservare l'asfalto, piuttosto che rischiare di immergersi nel blu dei suoi occhi. 
«Gray, esattamente, quanto hai dormito?» chiese Lucy, sporgendosi in avanti per guardare meglio le borse sotto gli occhi del mago del ghiaccio, abbastanza visibili anche da una certa distanza. Lluvia mordeva un fazzoletto e drammatizzava con il solito "koigataki[1]". 
«Non molto, in effetti...»  disse Gray, inarcando un sopracciglio, scettico delle sue stesse parole. «Pensavo a Ba...» sgranò gli occhi, quando si ritrovò lo sguardo di Natsu, fisso nel suo. 
Quegli occhi così scuri, sentiva come se lo stessero scrutando dentro, una strana sensazione ad intimorirlo; una parola di troppo, una reazione da parte di Lucy, ed era certo che gli si sarebbe avventato addosso senza esitazione. Lo vide poi affiancarla, e capì: si ricordava che la presunta crisi della ragazza, avesse avuto luogo al pronunciare il nome di quella città. Eppure, non gli era sembrata granché scossa, in gilda, quando Makarow le aveva annunciato il viaggio proprio all'interno di essa. Tuttavia, Natsu era l'unico ad aver assistito a quella sua crisi, perciò non era poi così strano il fatto che tenesse che nessun altro la pronunciasse, in presenza di lei, almeno.
«Niente, non riuscivo a prendere sonno per un banalissimo motivo.» cercò distrattamente una parola con cui confondere la città, temendo che Lucy potesse capire. Invece, si mostrò ugualmente indifferente, pronunziando appena un "Ah", come di delusione. Non aveva chiesto quale fosse il banalissimo motivo, e per questo ringraziava qualsiasi kami in ascolto: era già tanto se aveva distorto quel nome in un aggettivo, inventarsi una scusa abbastanza convincente sarebbe stato come scavarsi la fossa da solo. 
Si stava venendo a creare uno strano silenzio, gelido, quasi non vi fosse confidenza, fra quelle quattro persone. Natsu smise di fissare Gray con aria omicida, ma quest'ultimo rimase comunque turbato dalla sua reazione e curioso, in un certo senso, di quella della bionda, se avesse percepito anche solo il sussurro, o l'intenzione di questo, di Bardeon.
«Andiamo, Happy ci starà aspettando.» esordì poi Natsu, che prese Lucy per il polso, trascinandola dietro di sé. Cercava di porre resistenza, ma si arrese all'evidenza che il rosato era decisamente più forte di lei, specie se la sua forza era alimentata dalla sua ferrea volontà. Salutò appena i due rimasti indietro, che li sentirono bisticciare sulla poca delicatezza del Dragon Slayer e quella eccessiva della maga degli Spiriti Stellari.
«C'è un che di divertente, in Natsu-san e Lucy-san.» disse Lluvia, il tono così flebile da carezzare in contro pelo il cuore del mago alchimista. Poteva sembrare ottuso, ma era in grado di cogliere l'amarezza nelle parole, apparentemente gentili, di Lluvia, e la malinconia di quel sorriso che ora sfoggiava.
Vorresti esserci tu, al loro posto? le avrebbe chiesto, ma iniziare con lei quell'argomento, non era proprio il caso. Sarebbe diventanto scontroso persino con Erza, e doveva tenersela buona se sperava di estorcerle almeno un minimo di ciò che lei sapeva.
«Andiamo anche noi.» le disse così, infine, più freddo e distaccato possibile. Ma quanto sarebbe riuscito ad esserlo? Il viaggio, chissà quanto sarebbe durato. 
 
«Si può sapere che ti è preso?» sbuffò la bionda, irritata dal comportamento del compagno, che si limitò a sbuffare a sua volta, con fare offeso.
E' inutile capirlo, quando è il suo lato infantile, ad avere la meglio, c'è poco da fare! pensò Lucy, sospirando rassegnata.
«Lato infantile?» ripetè, a bassa voce ma, con tutta probabilità, era stata sentita, tant'è che Natsu sbuffò pesantemente, quasi volesse farle pesare ciò che gli aveva detto.
Sì, decisamente infantile. confermò poi a se stessa mentre, guardando il rosato, rise, senza rendersene quasi conto.
 
L'aria era diventata insostenibile, Gray non aveva spiccicato parole e Lluvia non dava segno di volerlo fare lei. Il che, lo irritava ancor di più. Di certo non era una tipa particolarmente loquace o delle volte, addirittura, logorroica, come lo diventava Lucy, a seconda dell'argomento o occasione. Tuttavia, non era nemmeno sua abitudine tacere per così tanto tempo, in sua compagnia. 
Che ci sia rimasta male per prima? si domandò il mago del ghiaccio, scuotendo poi la testa: doveva rimanerci male, solo così avrebbe potuto affrontare la missione che incombeva. Solo così non avrebbero avuto distrazioni, né lui, né lei. Niente distrazioni o pensieri superflui, che il ragazzo se ne ritrovava ad avere persino troppi.
 Uno di questi, gli si presentò dinnanzi. 
«Buongiorno, Erza-san.» salutò Lluvia, inespressiva, guardandola appena il tempo di salutarla.
«Buongiorno Lluvia. Gray.» li salutò lei, ricevendo da quest'ultimo un semplice cenno del capo, nemmeno rivolto in sua direzione.
Erza sospirò. Sapeva da cos'era dovuta quell'indifferenza, ma era ferma nella sua decisione e vincolata ad  una promessa sancita col Master. Gray era uno dei suoi migliori amici, uno dei primi che aveva conosciuto, persino prima di Natsu. E proprio per questo, non poteva concederesti di cedere al suo silenzio, per quanto fastidio e dolore potesse provocarle una tale freddezza. 
Se è così che vuoi. pensò la rossa, che avrebbe agito nel suo stesso modo.
«Quando partiremo?» chiese Lluvia, che rimpiangeva aver usato tutto quell'entusiasmo il giorno prima, all'idea di partire in missione con Gray e la gioia smisurata quando l'aveva invitata a mangiare insieme a lui.
«Il Master vuole prima parlare con noi, un'ultima volta...» esitò a continuare, notando che lo sguardo di Gray la seguisse, seppure sempre voltato dall'altra parte. Poi continuò. «...riguardo la nostra prima missione.» 
Al prima, Gray si lasciò scappare una risatina, un disgusto mal celato a caratterizzarla. 
Decisamente, Lluvia avrebbe preferito non trovarsi in quella situazione, tra gli sguardi freddi di Gray ed Erza e le frecciatine che si lanciavano, senza che lei ne sapesse la causa. E che senso aveva fare parte di quel gruppo, se non veniva nemmeno tenuta in considerazione?
«Entriamo, forza.» le sorrise Erza facendole cenno ad entrare, forse aveva capito il disagio della maga dell'acqua, vista la situazione.
«Aspetta.» disse Gray, attirando l'attenzione di Erza, che si voltò. «Natsu e Lucy?» proseguì.
Aveva capito di aver toccato un tasto estremamente dolente, data la reazione di Erza, che sembrava fosse prossima a negargli l'ennesima informazione richiesta. 
«Voglio dire, li hai visti?» si corresse «Erano davanti a noi.» 
La ragazza si voltò verso Lluvia, pensando che quella potesse essere una tattica di Gray per estorcerle il più insignificante dei particolari. La ragazza dai capelli azzurri annuì. 
«Sì,» rispose, quindi. «sono venuti a prendere Happy e sono partiti.»
Complimenti. pensò Gray; non si era lasciata sfuggire il minimo cenno ad una qualsiasi emozione negativa. Impassibile e impenetrabile, come le sue innumerevoli armature. Davvero brava, Erza
 
«Mgfuhgd...»
«Che ha detto?»
«Vuole scendere, aye!»
«Mdasfiuf...»
«E adesso?»
«Ha detto "Che dejavu".»
«Ora che ci penso...» sorrise, Lucy, ripensando ad appena un paio di giorni prima, il che si era realmente ripetuto, quasi nello stesso modo. E arrossì, quando si ricordò che, per dare un pò di sollievo all'amico, l'aveva fatto stendere sulle proprie ginocchia. Ad incrementarne l'imbarazzo, fu lo sguardo malizioso che Happy le rivolse, probabilmente essendosene ricordato anche lui. 
Prova a dire una parola e ti strappo pelo per pelo. esprimeva lo sguardo di lei, che fece ridere l'exceed, fallendo nel tentativo di nasconderlo.
Ignorandolo completamente, guardò fuori dal finestrino, poggiando la testa sul palmo della mano e, pian piano, si addormentò.
Iniziò quasi subito a sognare, un sogno che, da quel giorno a Lupinus, si ripeteva in continuazione. 
Natsu era nella stessa carrozza, tuttavia non sentiva la stessa sicurezza della notte trascorsa, e seppure stesse semplicemente sognando, era preoccupata dell'impotenza che il suo compagno poteva avere, quando si trovava su un mezzo di trasporto. E se li avessero attaccati? Così accadde nel suo sogno. Un uomo, si presumeva che fosse, li attaccò. Di lui si potevano vedere unicamente le mani, incredibilmente sottili e squamose. Era strano, poiché lei sapeva che quelle caratteristiche poteva assurmele unicamente un Dragon Slayer, come testato, nello scontro con Phantom, su Gajeel e, a detta di Erza, era successo anche a Natsu, alla Torre del Paradiso.
Non capiva granché dello scontro, era come se qualcosa la tenesse salda alla carrozza, e Natsu era impotente, nonostante non fosse più sul mezzo di trasporto. Tutto questo, non lo vedeva, lo sentiva e basta, sentiva la difficoltà di Natsu senza che lui muovesse ancora un dito contro il suo avversario, e il suo volto non era temerario, bensì sconvolto. Che razza di sogno era? Dovevano ancora raggiungere Bardeon, il suo sogno non si era mai soffermato sul viaggio, ma a quello che dopo sarebbe successo.
Quella figura le si avvicinò poi, mentre Natsu rimaneva immobile, terrorizzato da qualcosa che non si trovava più davanti ai suoi occhi.
«Natsu!» gridò lei, quando quell'uomo, o qualunque cosa esso fosse, le fu a meno di un metro di distanza in un sol balzo. 
Cominciò a piangere, «Natsu!» continuava a chiamarlo, ma lui non muoveva un muscolo, sembrava si fosse tramutato in una statua, con l'unica eccezione che sudava freddo. 
Stava per prenderla, per toccarla, quando una luce, fuoriuscente dal suo petto, lo costrinse ad allontanarsi. 
 
Un rumore assordante la fece svegliare di soprassalto, quando cominciò a guardarsi intorno: la carrozza si era fermata, Natsu non c'era. 
Sì affacciò al finestrino, e lo vide. Natsu stava combattendo contro uno strano uomo, avvolto interamente da un mantello con al capo un cappuccio. Il Dragon Slayer gli caricò contro, venendo immediatamente rispedito indietro da qualcosa, forse un incantesimo di quell'individuo stesso, che non mosse un dito.
A giudicare dall'espressione, non era la prima volta che succedeva. Da quanto stavano combattendo? Possibile che avesse dormito tutto quel tempo? 
Gli si avventò nuovamente contro e ancora, lo respinse. Lucy ne era certa, quell'uomo non stava usando le mani, celate accuratamente sotto il lungo capo nero. Nemmeno il viso riusciva a vedere, fatta eccezione per gli occhi, di un verde smeraldo. Si sentiva inspiegabilmente attratta da quegli occhi, che la puntarono. 
Natsu se ne accorse, infuocando il pugno destro e correndo contro l'anonimo nemico. 
«Karyuu no Tekken!» 
Vide l'uomo muoversi e chiuse gli occhi per un istante, preparandosi a subire l'ennesimo colpo. Si stupì, invece, sentendo il suo pugno toccare qualcosa, apparentemente viscida e ricoperta di scaglie. Forse per questa fattezza, la mano cominciò a duolergli, tant'è che gridò per il male provocatogli. Uno smisurato bruciore cui non era certo abituato, pervadeva ogni singolo dito, che richiuse in un pugno e provò nuovamente ad attaccare. Le fiamme non contribuivano a migliorarne le condizioni, anzi, sentiva la sua pelle ardere, come se fosse prossima a bruciare lentamente, portandolo a gemere per il dolore che cresceva man mano che le fiamme aumentavano la loro intensità.
«Non sei ancora evaporato?» sibilò l'uomo, una voce profonda, un che di familiare e nostalgico afferrò il cuore di Natsu, che venne poi stritolato dalla morsa del misterioso essere.
Poteva indendersi letteralmente, poiché il suo attacco non venne fermato, bensì quello sconosciuto si lasciò colpire, stavolta il Dragon Slayer fu cauto a non colpirne la pelle, stracciandone però pezzi del mantello, complicando le cose con le sue stesse mani. Per tutta risposta, l'altro gli pose una mano sul torace, infilindovi gli artigli, cercando di stringerli in un pugno. La bionda cercò di sopprimere le urla del compagno portando le mani alle orecchie, invano. Un suono sordò seguì quegli strazianti versi, provocato dallo stesso ragazzo, bruscamente lanciato lontano da lui. Lucy si affacciò ancora una volta per vedere in che condizioni fosse, quasi pentendosene. Portò le mani alla bocca per soffocare un urlò, quando vide il petto del compagno completamente lacerato, una ferita profonda al centro, appena nei pressi del cuore, completamente ricoperta da un liquido rosso scarlatto che scendeva lungo i fianchi, dilatando una pozza sotto di esso del medesimo colore. 
Sangue, si rifiutava di chiamarlo in quel modo, i battiti frenetici del suo cuore sembravano indicare che non sarebbe stato capace di tollerarne il suono, arrestando perennemente la sua corsa, se fosse stato pronunciato, ma l'odore ferroso che persino a lei, giungeva pungente alle narici, lo ripeteva prepotentemente. Solo dopo notò Happy, di fianco al corpo di Natsu, che non dava cenno di muoversi. L'exceed si ritrovava un solo bernoccolo in testa, probabilmente infertogli da Natsu per non farlo combattere contro quell'essere. Vide quest'ultimo avvicinarsi al ragazzo, la cui sorte era soggetto delle preghiere della maga stellare che, senza esitazione, non appena quello sconosciuto fu ulteriormente vicino all'amico, aprì lo sportello della carrozza e fece per scendere.
«NON VENIRE!» le ordinò Natsu, che respirava faticosamente.
Poggiò una mano sull'asflato, cercando di aiutarsi ad alzarsi, riuscendo a malapena a tirarsi sulle ginocchia. Già quello era stato uno sforzo eccessivo, e Lucy potè udire quel dolore quando il Dragon Slayer si sfilò la sciarpa di Igneel, lanciandogliela. 
«Se si sporcasse, ti sarebbe difficile pulirla!» le disse lui sorridendole, mentre si  asciugava, col dorso della mano, del sangue che iniziava a colargli dalla bocca. Digrignò i denti quando la vide piangere. 
Non sarebbe dovuta andare in questo modo! gridò Lucy a se stessa. Natsu provò ancora ad alzarsi, ma il dolore della ferita gli impediva di muoversi. Stava perdendo troppo sangue, non importava quanto fosse elevata la sua resistenza, non poteva resistere ancora. Non per molto.
MALEDIZIONE! urlò ancora lei, disperata, mentre stringeva tra le mani tremanti, la sciarpa di Igneel, la sciarpa che profumava di Natsu e non del suo sangue, e mordeva il labbro inferiore con una foga che di lì a poco lo avrebbe fatto gonfiare se non sanguinare. 
Provò ancora a scendere dalla carrozza.
«TI HO DETTO DI NON VENIRE!» le ripetè, stringendo i pugni e gli occhi. Gli faceva male vederla in quello stato, vederla soffrire per lui. Tuttavia, si accorse che la vista stava cominciando ad offuscarsi ed i sensi affievolirsi. Riusciva appena a percepire ciò che gli succedeva intorno, ogni singolare suono diveniva ovattato, e per lui dall'udito sopraffino, era una sensazione straziante. 
La figura dell'essere meschino diresse il suo passo verso di lui.
«Non sei ancora morto?» chiese ironico.
Il cuore di Lucy andava troppo veloce, i suoi battiti le confondevano le idee e non riusciva a capire ciò che quell'uomo stesse dicendo. Si sentiva svenire, e sarebbe successo, non appena avesse assistito impotente alla fine del suo amico, e poi, probabilmente, anche alla sua.
Chiuse gli occhi, si strinse alla sciarpa e si sentì egoista, nell'avvolgersela al collo, quando sentì lo sguardo di Natsu su di lei, probabilmente contrario a ciò che stava facendo. 
Nella sua mente continuavano a comparire le mani di quell'uomo, lo stesso del suo sogno, ne era certa, l'avevano impressionata in tal modo da non scordarsele più di certo.
Ebbe un brivido quando sentì Natsu gemere nuovamente e un "bastardo" sussurrare. 
 
Un fischio, non un comune suono generato dal soffio delle labbra, era dolce, acuto alla medesima maniera, ma aveva un che di differente. Poi, un alone bianco, uno strano fascio di luce che la portò ad aprire gli occhi, smossa dalla sua solita curiosità. Era la stessa luce, la luce che, nel sogno, proveniva dal suo petto. Quella stessa luce che stava lentamente allontanando quello che poteva definirsi perfettamente un demone, visto l'orrore rivolto contro quella purezza candida che trasmetteva un calore familiare, una sicurezza di casa. 
La figura oscura e nemica si dissolse stranamente nel nulla, mostrando un espressione d'odio verso quel qualcosa o qualcuno che aveva evocato la strana magia, se quello era. 
Pochi secondi, e si guardò intorno. Lucy non vide più quello sconosciuto, che di sé non aveva lasciato traccia, se non sul corpo di Natsu. Si ricordò solo in quell'istante delle condizioni del compagno che aveva cercato di proteggere sia lei che Happy, scendendo senza più alcun impedimento verso di lui. Annullò in poche falcate la distanza che li aveva dolorosamente separati, prendendo la sua testa e poggiandosela sopra le gambe, incurante della pozza rossa su cui ora posava la pelle liscia di esse.
«Natsu!» urlava disperata, mentre le lacrime cadevano incessantemente sul viso del Dragon Slayer, che cominciò a scuotere appena per cercare di svegliarlo, senza dolergli ulteriormente. 
«Sta tranquilla.» udì una voce provenire da dietro le sue spalle.
 Si voltò ma non riuscì a scorgere a chi appartenesse, poiché i sensi cominciavano ad abbandonarla, facendola accasciare di fianco a Natsu.


 
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...
Ahimè, faccio schifo. Lo so. 
Sentitevi pure liberi di prendermi a parole, lanciarmi oggetti contundenti (ma l'unica cosa a rimetterci sarebbe lo schermo del vostro computer) e... prego, imprecatemi pure contro per l'inaccettabile tempo di aggiornamento. E per lo schifoso capitolo con cui sono tornata, oltretutto! Specie per com'è finito... avete il diritto di odiarmi D: Gomenasai ç_ç
Però, vedete, una svolta simile era necessaria! 
Se non questa, un'altra più introspettiva... (I n o r i, ecco cos'erano 1 e 2 xD) 
Comunque, ho voluto/dovuto aggiornare prima di immergermi del tutto nel mondo scolastico, che da venerdì/sabato occuperà i miei amati pomeriggi prima dedicati alla scrittura e alle vostre, di storie. ;_;

[1]: in teoria, "koigataki" significherebbe "rivale in amore", cosa che la nostra Lluvia-chan dice spesso xD
Non vi trattengo oltre con i miei sproloqui, spero solo che abbiate un minimo di pietà nei miei confronti :'D LOL

Ringrazio infinitamente quelle 22 adoratissime persone che seguono la mia storia, le 9 che l'hanno già inserita tra le preferite e quel/quella lettore/lettrice (non ricordo il nickname, ma spero basti ugualmente!) che l'ha inserita tra le ricordate! *-*
Ringrazio anche e come sempre, chi vorrà recensire, esprimendomi un libero parere sulla storia. :'3


Scusate eventuali errori, ripetizioni, verbi dannatamente errati eccetera; ci tenevo talmente, ad aggiornare, che ho probabilmente combinato un macello. :'D
Vi adoro, vi adoro tanto.  E grazie per la pazienza. 

Non prometto nulla, ma spero di aggiornare prima di domenica, perciò in tempi non poi così scandalosi! 

Vi adoro, ancora. :')

Un bacio e alla prossima, spero presto!! <3<3
 
 
 
 
  
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