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Autore: ArwenUndomiel    13/09/2012    3 recensioni
“Remus, dimmi che non mi odi e che siamo ancora amici, per favore … Probabilmente ho perso James, non voglio che anche tu vada via.
Siete la mia famiglia.”
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Severus Piton, Sirius Black
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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18 Febbraio 1975

Help, I have done it again
I have been here many times before
Hurt myself again today
And, the worst part is there's no-one else to blame.

 
La giornata di lezioni ad Hogwarts si era conclusa da poco ed un Sirius Black decisamente trafelato si dirigeva barcollando verso la propria Sala Comune accompagnato dai gridolini eccitati delle sue numerose ammiratrici.
Era stata una giornata particolarmente impegnativa ed il febbrone da cavallo con il quale si era svegliato di certo non lo aveva aiutato, si era dovuto poi impegnare  a fingere che tutto andasse per il meglio, quella notte ci sarebbe stato il plenilunio e lui decisamente non voleva perdersi la scorrazzata per il parco con i suoi amici.
Il suo stato di salute non era sfuggito però a Remus che lo aveva pregato di restare in dormitorio se non si sentiva in forze,avere a che fare con un Lupo Mannaro non era una cosa da prendere alla leggera.
Il lupastro si preoccupava troppo per i suoi gusti; gli aveva dato del nevrastenico come al solito e poi girando sui tacchi se n’era andato, prima che potesse replicare.
La strada fino alla torre non gli era mai sembrata tanto lunga, sicuro che sarebbe caduto a terra come un sacco di patate se non si fosse fermato un attimo per riprendere fiato , si appoggiò di schiena vicino ad un arazzo respirando affannosamente.
“Black, hai deciso di schiattare e liberarci dalla tua presenza finalmente?”
Quando quell’odiosa voce gli giunse alle orecchie, con sommo disgusto riaprì gli occhi per puntarli sull’unticcia figura di Severus Piton con cricca di futuri Mangiamorte al seguito;
il solito ghigno beffardo gli si dipinse immediatamente in volto, si parò davanti al Serpeverde e con disprezzo rispose
“Mocciosus, Mocciosus … Come mai quando non ci sono i tuoi amichetti non hai nemmeno il coraggio di guardarmi e adesso ti senti così forte da poter fare persino ironia ? Sei patetico.”
“Patetico io? O no, no Black … Non sono io ad essere stato ripudiato dalla mia famiglia … Mia madre non si vergogna di me, credo che quello di cui avere pena, tra noi due sia proprio tu.”
Gli occhi di Sirius si ridussero a due fessure, come osava.
“Mocciosus, la mia vita non è affar tuo,sia ben chiaro.”
“Non mi interessa della tua insulsa vita, solo riportavo la storiella che mi ha raccontato tuo fratello su quanto fossi ridicolo e piagnone … Mamma, non farmi del male!!”  il Serpeverde pronunciò le ultime parole con un tono falsamente lacrimoso che suscitò le risate di Mulciber e Nott.
A quel punto Sirius perse il lume della ragione, non poteva credere che Regulus lo avesse tradito così, sperava di poter ancora recuperare i rapporti con suo fratello, in fin dei conti se n’era andato di casa da appena due mesi, ma a quanto pareva lui aveva deciso per tutti e due.
Aveva raccontato a Mocciosus e tutti i suoi odiosissimi compagni di Casa delle suppliche che rivolgeva a sua madre, quando decideva che il suo primogenito appena undicenne fosse troppo disobbediente e lo torturava fino allo sfinimento.
Aveva perso il conto delle volte che era arrivato a scuola con il corpo martoriato.
Sì, a volte la pregava perché sperava che in lei vi fosse ancora qualcosa che la rendesse vagamente umana, si era continuato ad illudere che se avesse fatto leva sulla sua coscienza, l’amore per lui le avrebbe impedito di fargli provare quel dolore immane.
Poi aveva finalmente capito che non lo vedeva come un figlio, bensì uno strumento da sacrificare per l’assurda causa di quel pazzoide che si faceva chiamare Lord Voldemort, da quel momento aveva smesso di implorare la sua pietà.
Aveva subito angherie ancora più grandi per le sue colpe e quelle di suo fratello, che regolarmente si addossava per proteggerlo.
Prima di fuggire dal numero dodici di Grimmauld Place, Walburga Black lo aveva sottoposto ad una seduta di cruciatus.
Un dolore lancinante pervadeva ogni angolo del suo corpo e per reprimere le urla si era morso le labbra fino a farle sanguinare. Aveva creduto che sarebbe morto per l’insolenza dimostrata, poi era intervenuto suo padre che con cinque semplici parole, lo aveva ferito più di quanto non avesse fatto la maledizione senza perdono.
“Tu non sei mio figlio.”
Conscio di non aver più una casa, Sirius aveva imboccato l’uscio ed ancora tremante si era diretto a casa dei Potter.
“Guardatelo, è proprio uno smidollato. Tuo padre ha fatto bene a disconoscerti!”
“Ripeti quello che hai detto sudicio idiota!” aveva detto il giovane che riscossosi dai suoi pensieri, aveva afferrato Piton dal bavero del mantello e lo scuoteva con rabbia.
Intanto degli studenti curiosi si erano fermati ad osservare il battibecco.
“Va all’inferno Black!”
“È possibile che ci vada prima tu, Mocciosus. Stasera ci vediamo davanti al Platano Picchiatore, nove in punto e poi staremo a vedere se avrai ancora voglia di parlare!”
Prima che i Serpeverde potessero affiancare il compagno, la professoressa McGranitt girò l’angolo e la piccola folla si disperse.
Più pallido e debole di prima Sirius raggiunse la Sala Comune e si lasciò cadere stancamente sul divano davanti al camino.
Quella giornata era stata a dir poco infernale, ma di lì a poche ore avrebbe fatto passare la voglia a quello stupido di Mocciosus di parlare e di ficcare il suo naso oblungo in cose che non lo riguardavano.
“È stato il piccolo Reg a sputtanarmi.” si disse ghignando amaramente.
“Pad, ti ho cercato ovunque, ma che fine hai fatto??”
“Ciao Prongs, quando ti sei fermato dalla Evans, mi sono dileguato … Sai la sua fattura Orcovolante l’altro giorno ha colpito anche me! “ e sorrise in direzione dell’ amico.
“Ah, grazie per il sostegno!! Giravano voci che avessi avuto una discussione con Mocciosus & Co … È tutto a posto?”
“Ovvio, vuoi che Sua Oliosità e quei gorilla di Mulciber  e Nott mi intimoriscano? “ aveva risposto rapidamente e con tono strafottente.
“No,a dire il vero ero preoccupato per loro! Sei irascibile in questo periodo, starai mica andando in menopausa eh Paddy?”
James non era convinto che il suo migliore amico fosse uscito del tutto incolume dall’incontro, ma notato il modo schivo in cui aveva risposto aveva deciso di ironizzare.
Sirius lo aveva guardato male .
“Ma è possibile che non facciate altro che stuzzicarvi voi due?” era intervenuto Remus appena arrivato sul luogo con Peter al seguito.
I due sbuffarono sonoramente.
“Ma è possibile che tu non faccia altro che tenere i tuoi meravigliosi occhi color ambra sui libri, lupacchiotto? “aveva detto Sirius con un tono decisamente inquietante, nel tentativo di scimmiottarlo.
Conscio di essere parecchio debole sotto la luna piena, il povero prefetto aveva deciso saggiamente di non rispondere a tono e facendo una smorfia si era accomodato accanto all’amico.
“Allora, dicono che tu abbia nuovamente dato spettacolo con i Serpeverde ... “ buttò lì, osservando con attenzione il volto del diretto interessato che si irrigidì.
“Noto con piacere che in questo castello le voci circolano con una rapidità sorprendente … Comunque tutto nella norma, tranquillo!” aveva risposto con semplicità.
Poi resosi conto che i capogiri dovuti alla febbre gli rendevano impossibile tenere gli occhi aperti,aveva aggiunto
“Oggi Minnie ha dato il meglio di sé, mi ha sfinito … Vado a riposare, quando è ora chiamatemi!” e si era inerpicato a passo malfermo su per le scale che conducevano al dormitorio.
Lì, nel caos più totale, era riuscito ad individuare il suo letto sotto una pila di vestiti e senza nemmeno spostarli si era ficcato sotto le coperte.
 
Severus Piton, era decisamente gongolante dopo l’incontro con Black, lo aveva osservato tutto il giorno e si era reso conto che avesse qualcosa che non andava, così deciso più che mai a scoprire il segreto di quegli inetti che si facevano chiamare Malandrini, era partito alla carica sfruttandone il momento di debolezza … Particolarmente utile gli era tornato quello che aveva sentito di nascosto passando davanti alla stanza di Regulus. Dalla conversazione del ragazzino con la cugina Andromeda aveva capito che lui e suo fratello non fossero in ottimi rapporti, infatti non era stato difficile far credere allo sciocco Grifondoro che fosse stato proprio il fratellino a riferirgli quelle informazioni così personali.
Controllò il calendario e si rese conto che, come tutti i mesi in quel giorno i quattro avevano intenzione di passare la notte fuori dal castello. Sin da quando i primi sospetti si erano fatti largo nella sua acuta mente da serpe, aveva notato che quel poveraccio di Lupin non si mostrasse parecchio in salute nei giorni che precedevano il plenilunio, così sommando gli indizi era giunto alla conclusione che fosse un Lupo Mannaro.
Quella sera finalmente ne avrebbe avuta la prova e lo avrebbe fatto espellere insieme a quegli idioti che considerava amici.
Finalmente avrebbe reso loro tutta la sofferenza che gli arrecavano quotidianamente.
Aveva già deciso che si sarebbe diretto prima dell’orario prestabilito sul posto per controllare eventuali movimenti sospetti.
Attese che la Sala Comune si svuotasse e si incamminò a grandi passi verso il parco.
“Quello è Lupin ..” si disse ed un brivido di eccitazione lo percorse, era quasi sicuro che le sue supposizioni corrispondessero a verità.
Lo vide bloccare i rami dell’albero che furiosi fendevano l’aria con un lungo bastone ed entrare in un passaggio che si apriva proprio sotto le sue radici.
Preso com’era dalla curiosità non si era reso conto che il suo piano per smascherarlo implicasse la sua possibile morte.
 
Sirius aprì gli occhi di scatto , si era addormentato come un sasso.
La stanza dapprima illuminata dall’arancione del tramonto era diventata buia.
Improvvisamente ebbe la gelida consapevolezza di aver fatto tardi, alzatosi di scatto si avvicinò alla sveglia babbana di Remus sulla quale lampeggiava in un blu fluorescente la scritta 09:00 pm.
Era ancora in tempo per raggiungere quei traditori, si girò per tornare al suo letto e dovette appoggiarsi al davanzale della finestra per non cadere.
I brividi di freddo gli causavano continui tremori, quindi impiegò un po’ di tempo per indossare le scarpe.
Dieci minuti dopo e senza mantello si scapicollava dalla torre per raggiungere i suoi amici.
Li placcò in uno dei corridoi prima del portone di ingresso.
“SIRIUS !” James lo osservava con rimprovero.
“Allora ? Perché ve la siete svignata senza svegliarmi?!”
“Perché hai la febbre alta, Pad ..” aveva detto coraggiosamente Peter.
Il ragazzo sbuffò.
“Smettetela di comportarvi come Madama Chips, io sono in perfetta salute!”
“Sì? Allora perché sei pallido e tremi? Non hai nemmeno il mantello!!!”
“Se voi non foste andati via, io avrei avuto il tempo di prenderlo! E comunque muoviamoci, ho appuntamento con Mocciosus!” aveva detto con un ghigno.
“Scusa Sirius in che se … “ aveva iniziato a domandare Peter, prima che i suoi amici si bloccassero.
A pochi metri dal platano picchiatore scorsero Severus Piton che con uno strano scintillio negli occhi stava immobilizzando l’albero e si apprestava a scendere nel passaggio segreto.
Sirius era rimasto pietrificato, com’era possibile che sapesse? Lui era sicuro di non aver detto nulla in merito al tunnel … Poi si rese conto di quello che aveva fatto Mocciosus evidentemente si era recato prima del previsto all’appuntamento ed aveva visto Remus inoltrarsi sotto le radici, così lo aveva imitato.
E lui si era reso inconsapevolmente complice del suo piano.
Esangue si voltò verso James e Peter che lo guardavano disgustati.
“Ragazzi, non è come pensate io …”
“TU COSA, SIRIUS? COSA? Hai detto a Piton del passaggio segreto … Come hai potuto tradire Remus così?”
“Io non ho detto nulla  a riguardo.”
“Non dire cazzate, come avrebbe fatto ad arrivarci altrimenti! Sei solo un egoista Black, un enorme ed egocentrico stronzo!
Non sei tanto differente dalla tua famiglia se sei disposto a mettere nei guai un  tuo amico per i tuoi scopi!
Remus lo ucciderà!! “
“Non sarebbe una grossa perdita comunque.”
SBAM
Un pugno  in pieno viso lo fece atterrare sulla neve.
“MI FAI SCHIFO!!” aveva urlato James con tutto il fiato che aveva in corpo, poi si era rivolto a Peter
“Vado a riprendere Mocciosus … Aspetta qui! “
Prima che Sirius potesse dire o fare qualcosa, James era scomparso e Peter incapace di trattenersi era andato a chiamare il Preside.
Mentre si massaggiava la guancia offesa, le parole di James gli laceravano il cuore.
Non avrebbe mai tradito il suo migliore amico di proposito, mai.
E gli faceva male che quello che considerava alla stregua di un fratello potesse anche solo pensarlo.
Un campanello d’allarme lo riscosse dai suoi pensieri, Remus e James erano in pericolo.
Iniziò a correre con tutta la forza che aveva verso la scuola, avrebbe distratto Moony e così gli avrebbe impedito di far del male ai due ragazzi.
Il passaggio sotto il platano era troppo affollato, cosa che certamente lo avrebbe rallentato, così aveva deciso che avrebbe fatto irruzione nella Stamberga dalla porta principale.
Con le gambe che minacciavano di cedere a causa della temperatura, ancora troppo al di sopra della norma,giunse alla statua della Strega Orba, dietro alla quale si apriva un tunnel che portava direttamente alla cantina di Mielandia.
La vista gli si stava sdoppiando per lo sforzo a cui si stava sottoponendo, così dopo essere inciampato un paio di volte, era arrivato alla botola.
L’aveva sollevata e consapevole di trovarsi lì ben oltre l’orario di chiusura, si era diretto al piano di sopra ed aveva aperto la porta con un incantesimo.
Si trovò nella strada principale di Hogsmeade fortunatamente deserta, a causa degli attacchi del Signore Oscuro infatti, era stato imposto il coprifuoco.
 Si affrettò in direzione della catapecchia, certamente uno studente di Hogwarts, a sera inoltrata, in mezzo alla strada non sarebbe passato inosservato.
Mentre lottava per mantenere la lucidità con la fredda aria di Febbraio a sferzargli il volto, le parole di James rimbombavano nella sua testa.
Aveva rovinato tutto,di nuovo.
Esattamente come aveva fatto con la sua famiglia.
Non era in grado di vivere senza arrecare del dolore alle persone che lo circondavano.
Si sentiva dannatamente sbagliato.
All’improvviso un ululato squarciò il silenzio del villaggio, Sirius riprese possesso delle proprie facoltà ed aumentò il ritmo della corsa.
Doveva fare in fretta.
 
Intanto Piton, si stava avventurando su per le scale che conducevano al piano superiore di quella che aveva tutta l’aria di essere una vecchia casa disabitata da secoli, non aveva idea di dove si trovasse e benché ognuno dei suoi sensi fosse in allerta, incurante continuava a camminare.
Delle urla di pura sofferenza provenivano da una delle porte chiuse in cima alla scalinata, fece per affrettarsi, ma un rumore di passi lo spinse a voltarsi, James Potter lo osservava.. Sollevato?
Prima che potesse dire qualcosa un forte ululato li fece sobbalzare e la porta venne scardinata dal peso di un lupo mannaro color miele.
Il Serpeverde era immobilizzato dal terrore e se non fosse stato per l’altro ragazzo che lo aveva strattonato costringendolo a seguirlo, sarebbe certamente stato divorato.
I due si erano lanciati nuovamente nel tunnel, ma il licantropo si era gettato all’ inseguimento , li avrebbe raggiunti in poche falcate.
Gli incantesimi che gli scagliavano contro per rallentarlo, non avevano alcun effetto.
Erano ormai certi di finire nelle sue fauci quando un rumore fece tornare il lupo sui suoi passi, dando loro il tempo di mettersi al sicuro.
Sfiniti, si buttarono di peso sulla neve ; in lontananza scorsero le figure di Silente e della Mc Granitt che accorrevano sul luogo preceduti da un accaldato Peter Minus.
 
 
Sirius aveva fatto intenzionalmente più rumore possibile nell’entrare , prima che potesse guardarsi intorno aveva udito i pesanti passi del lupo che si dirigevano velocemente verso di lui, si trasformò appena prima che Moony gli si avventasse contro.
Sentì le ossa cedere sotto al suo peso, ma non poteva arrendersi senza prima accertarsi che Piton e soprattutto James fossero vivi.
Non vi erano tracce di sangue o lotta.
Mentalmente tirò un sospiro di sollievo, una costola aveva abbandonato dolorosamente la sua posizione naturale ed il cane aveva guaito facendo allontanare il licantropo.
Possibile che Remus lo avesse riconosciuto?
Prima che riuscisse a finire il pensiero, il lupo era già ripartito alla carica; facendo appello a tutte le sue forze, l’animagus gli aveva morso un fianco e si era dato alla fuga verso il piano di sopra.
Era entrato in una delle stanze e si era chiuso la porta alle spalle, spostando con il  muso un grosso mobile affinché gli facesse da scudo.
Tornato umano, scivolò sul pavimento … Da quel che poteva vedere aveva delle ferite profonde sul torso che sanguinavano copiosamente.
In corridoio, il licantropo eccitato dalle tracce ematiche del ragazzo, si gettava con tutta la forza sulla porta per entrare.
Sirius era certo che non avrebbe retto a lungo.
“Forza Pad, sarà una lunga notte.” si disse prima di prendere di nuovo le sembianze di un cane.
Non poteva permettersi il lusso di morire, Remus si sarebbe suicidato una volta scoperto di avergli fatto del male.
Come previsto il Lupo Mannaro era riuscito a fare irruzione nel suo nascondiglio, ringhiando Padfoot si era preparato ad un altro dolorosissimo scontro.
La notte era trascorsa con una lentezza inesorabile.
Poco prima dell’alba Sirius aveva perso anche l’ultimo briciolo di forza che gli era rimasto, provato dalla febbre e dalla lotta era tornato umano e giaceva ai piedi del licantropo.
Prima che quest’ultimo potesse azzannarlo, allungò una mano verso la sua zampa e sorridendo disse
“Perdonami amico mio. Ti voglio bene.”
Poi si era lasciato andare all’oblio.
 
 
Era stato davvero difficile per James dire al Preside che fosse a causa di quell’idiota del suo miglior amico che Piton  aveva rischiato la vita.
Silente lo aveva pregato di comunicargli che avrebbe voluto vederlo nel suo ufficio il prima possibile.
Intanto aveva fatto giurare al malcapitato di non dire a nessuno della licantropia di Remus.
Il Serpeverde ancora incredulo, aveva dato la sua parola e si era dileguato verso i sotterranei.
Era quasi l’alba quando il giovane era riuscito a raggiungere Peter, così senza dire una parola su Sirius si erano incamminati per andare a prendere Remus.
Quando arrivarono alla catapecchia della luna non vi era più traccia, si recarono al piano di sopra guidati da alcuni gemiti sommessi.
Remus.
James si era affacciato in una delle stanze, pronto a chiedere scusa all’amico per gli schiantesimi che gli aveva tirato contro e probabilmente lo avevano ferito.
Lo trovò piegato sulle ginocchia, mentre dondolandosi avanti ed indietro reggeva qualcosa.
Un ciuffo di capelli neri visibile da sopra il braccio del licantropo lo fece bloccare.
Non poteva essere lui.
“Remus, che succede? “ aveva chiesto Peter incerto.
Non ottenne risposta, così James si era avvicinato all’amico e dopo avergli posato una mano sulla spalla e fatto appello a tutto il suo coraggio, aveva guardato sulle sue ginocchia.
Sirius Black vi giaceva inerme.
Il corpo ricoperto dal sangue che colava da alcune profonde ferite sulla schiena e sul petto.
Il torace si alzava ed abbassava freneticamente come se non riuscisse a respirare bene ed alcune protuberanze ricoperte da lividi gli avevano fatto intuire che avesse più di una costola rotta.
Remus aveva il volto rigato dalle lacrime mentre scrutava con orrore quanto aveva fatto al suo migliore amico.
Riscossosi dallo stato di trance in cui si trovava, aveva girato il capo di scatto e si era specchiato negli occhi color nocciola di James che lo fissavano colmi del suo stesso dolore.
“James, io …”
“Non è colpa tua Remus !”
“Che ci faceva qui da solo? Voi dov’eravate?”
“Ne parliamo dopo, Moony. Sirius ha bisogno di cure immediate.”
Il giovane aveva annuito e dopo essersi alzato, aveva aiutato  a sistemare l’amico su una barella improvvisata.
Poi si erano diretti velocemente verso l’infermeria.
Madama Chips li aveva scrutati con sospetto prima di accoglierli.
Con numerosi borbotti di disapprovazione per lo stato in cui Sirius era ridotto gli si era affaccendata attorno e dopo aver medicato tutte le sue ferite e fatto in modo che la sua temperatura tornasse normale, aveva dato una pozione al licantropo per attutire i postumi della trasformazione ed era andata a parlare con il Preside.
 
Dopo aver osservato a lungo l’amico, Remus aveva chiuso gli occhi.
Non poteva essere.
Sirius era ridotto in quello stato a causa sua.
Doveva andarsene, abbandonare la scuola  prima di uccidere qualcuno.
Avrebbe potuto morderlo e condannarlo ad una vita infernale come la sua.
Sospirò per poi voltare la testa verso l’animagus che aveva aperto gli occhi e cercava flebilmente di attirare la sua attenzione.
“Sir! Non devi affaticarti, stai tranquillo!”
“Remie, non volevo … Io non volevo che Piton ti seguisse, gli avevo dato appuntamento davanti al platano per lanciargli qualche fattura lontano dalla Evans e dalle punizioni della Mc Granitt, ma lui è venuto prima e ti ha seguito.
James è corso dietro a Mocciosus ed io ho pensato di dar loro una mano.
È solo colpa mia se sono ridotto così, non  sentirti in colpa!”
Remus era rimasto basito da quanto gli stava dicendo l’amico, James non aveva voluto dire niente e capiva perfettamente il motivo, non sapeva se essere arrabbiato o meno con quell’idiota che si era quasi fatto ammazzare.
Sentì una mano posarsi sulle sue.
Gli occhi azzurro ghiaccio di Sirius lo scrutavano, contratti in una smorfia di dolore.
“Ma perché ti ostini ad agitarti?!” aveva chiesto preoccupato.
“Remus, dimmi che non mi odi e che siamo ancora amici, per favore … Probabilmente ho perso James, non voglio che anche tu vada via.
Siete la mia famiglia.”
Moony era rimasto colpito dal dolore con il quale il solitamente freddo e controllato rampollo dei Black aveva espresso i suoi sentimenti.
Istintivamente lo cinse in un abbraccio.
“Sono qui, non vado da nessuna parte stupido canide!” aveva risposto cercando di sdrammatizzare.
“Dai Pad, ti aiuto a rimetterti sdraiato… “
James.
“Da quanto sei qui?” aveva chiesto mentre si lasciava condurre a letto.
“Abbastanza per sentirti dire cazzate. Non mi hai perso,  anzi sono io a doverti delle scuse per quello che ti ho detto, non ti ho nemmeno dato il tempo di spiegare.” Prongs sembrava davvero dispiaciuto, sapeva di averlo ferito qualche ora prima nel parco.
“Tranquillo, anch’io avrei dubitato di me stesso …” aveva risposto Sirius ghignando.
“Allora mi perdoni?”
“Mmm … Non credo ti scuserò, no.”
James era incredulo.
“A meno che, tu non mi prometta i tuoi servigi per i prossimi sei mesi!” disse con un tono mellifluo.
Le teste di Moony e Wormtail saettavano tra i due.
“E sia!” aveva risposto James esasperato.
A quel punto scoppiarono tutti a ridere e come da programma la Chips  sbatté fuori i due non infermi.
 
Con il cuore un po’ più leggero, Sirius aveva salutato il compagno di degenza e prima che la lucidità lo abbandonasse, il ricordo della lite con Mocciosus si fece vivido nella sua mente, ghignando pensò che in fondo il desiderio di Piton fosse stato esaudito: quel giorno aveva fatto visita al suo Inferno personale ed era tornato indietro.

 
 
 
 

Angolo di Arwen

 Eccomi con un Missing Moment completamente OOC.
Da tempo non faccio altro che leggere delle storie sui Malandrini così ho pensato di dare una mia personale interpretazione del famoso scherzo che vedeva Sirius Black come carnefice e Severus Piton come vittima.
Non mi piaceva affatto l’idea che il bel Malandrino pur consapevole di aver messo a rischio la vita di James e Remus, se ne restasse in disparte senza fare nulla, così ho fatto in modo che intervenisse.
Inoltre per l’amore smisurato che nutre nei confronti dei suoi amici, mi risultava inconcepibile che per pura idiozia dicesse all’odiato Mocciosus come raggiungere e quindi smascherare il lupacchiotto.
Ho quindi deciso di trattare la faccenda facendola passare come una svista da parte di Sirius e un piano ben congegnato da Piton per dare conferma ai suoi sospetti circa la natura ibrida di Lupin.
Ovviamente non provo avversione verso il nostro “adorabile” professore di Pozioni, solo che ho pensato che dopo essere stato tormentato fino all’inverosimile volesse vendicarsi e quale modo migliore per farlo se non essendo lui stesso a causare l’espulsione dei Malandrini?!
Spero di aver chiarito al meglio il mio punto di vista e che la storia sia di vostro gradimento!
 
*La strofa che ho scritto all’inizio è tratta da una canzone di SIA “Breathe me”. Ogni volta che l’ascolto non posso fare a meno di pensare che descriva Sirius Black così come lo immagino.

 
!! I PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO!!

  
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