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Autore: SoleStelle    13/09/2012    2 recensioni
Questa storia è il continuo della long "Fine dell'incubo.. inizio della favola" ma può essere letta anche indipendentemente.
Avrà 25 capitoli e, come nella vecchia storia, il primo e l'ultimo capitolo saranno corti e serviranno per dare il quadro della situazione.. (prologo ed epilogo).
Beh..che altro dire?!
Dal testo:
[...] caddi in terra inginocchiandomi e strinsi i pugni iniziando a piangere.. ancora.
Era tutto finito.. tutto sparito.. [...]

Buona Lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Passammo due intere settimane insieme, approfittando dell’assenza dei suoi genitori che erano in vacanza, poi mi accompagnò a Milano, dove mi aspettava un appartamento vicino alla Bocconi.
Avevo deciso di frequentare giurisprudenza in quella sede molto prima di mettermi con lui e, sfortunatamente, quando avevo fatto la domanda mi avevano, subito, risposto che se la mia uscita dalle superiori sarebbe stata degna del mio curriculum scolastico sarei stata ammessa senza alcun problema. Il problema però si poneva ora che ci eravamo messi insieme e che lui avrebbe frequentato architettura a Verona mentre io sarei stata a Milano.
Mi aiutò a portare tutte le mie valigie in casa e mi aiutò anche a iniziare a metter via la roba.
Il lato positivo? Si fece tardi e restò a dormire a Milano.
Inutile dire che la camera da letto venne inaugurata nel migliore dei modi..

Mancavano, ancora, due settimane abbondanti all’inizio dei corsi e io era già a Milano.
Sarei rimasta lontana da casa mia.. e questo era un bene.
Sarei rimasta lontana da Riccardo.. e questo non era un bene, era un trauma!
“A cosa pensi?” chiese. Alzai il viso, allontanandomi dal suo petto, per guardarlo.
“Nulla.” mentii, malissimo. Mi riappoggia al suo petto stringendolo maggiormente, bisognosa di un suo abbraccio. Mi accontentò dandomi, anche, un bacio sulla tempia.
“Non pensarci.” disse. Gli baciai il petto e gli andai in braccio.
“Ti ricordi un anno fa?” chiesi, ripensando a come tutto era cambiato in pochi mesi. Mi strinse più forte annuendo.
“Si, decisamente.” rispose.
“E tu che non volevi nemmeno venirci al concerto.” bofonchiai, facendolo ridere.
“In realtà non credo che dipenda tutto dal concerto.” ammise.
“Oh certo, tu pensavi che io stessi con Matteo, mi consideravi schizzinosa e di me non sapevi praticamente nulla!” dissi. Mugugnò contrariato.
“Non potevo immaginare come stavano realmente le cose..” disse, in protesta.
“Benedetto concerto!” constatai, mentre lui rise e annuì.

Rimanemmo insieme ancora qualche ora, poi partì per tornare a Verona.
Lo accompagnai fino alla macchina, cercando di prolungare al massimo i pochi secondi che mi rimanevano per stare con lui, poi, però, fui costretta a lasciarlo andare.
Passai la settimana peggiore di sempre, non poterlo vedere era incredibilmente difficile.
Abituata com’ero a stare attaccata a lui almeno 10 ore al giorno non riuscivo ad accettare la sua assenza.
Lo sentivo ogni sera, se lui non chiamava me ero io a chiamare lui, ma era, ugualmente, tremendamente difficile.. e sbagliato. Ma soprattutto difficile.
Il tutto non fu facilitato dalla chiamata del venerdì sera.
Appena rispose la voce di Elena che gli diceva che si sarebbero sentiti l’indomani si sentì benissimo. Ci rimasi male e, a rincarare la dose, ci si aggiunse lui che mi disse che non sarebbe riuscito a venire quella settimana.
Riattaccai il telefono ignorandolo e non gli risposi quando tentò di richiamarmi.
Deviavo tutte le sue chiamate e non rispondevo a quelle sconosciute.
Non lo sentii fino a martedì pomeriggio, quando mi arrivò un suo messaggio.
Odiai il mio telefono e il fatto che non mi dicesse chi era il mittente così lo aprii e lo lessi. Il suo nome fu la prima cosa che notai. Sbuffai e, mentre lo chiusi, lessi quelle uniche due parole che c’erano scritte.
- Mi apri? -

Corsi in balcone e mi affacciai. La sua macchina era li, parcheggiata accanto alla mia. Corsi in sala e guardai il video del citofono, lui era li..
Aprii e presi le chiavi, corsi fuori fregandomene di essere scalza e, infischiandomene della caviglia già gonfia per altri motivi, corsi per le scale, sapendo che non avrebbe mai preso l’ascensore.
Gli saltai addosso appena lo vidi e rischiai di farci cadere entrambi.
Lo baciai senza dargli tempo di parlare e lui continuò a salire le scale con me in braccio. Mi feci mettere giù quando arrivò davanti al pianerottolo e aprii la porta, facendolo entrare. Lo seguii e iniziai, inevitabilmente, a zoppicare.
“Vai a sdraiarti.” disse, andando in cucina. Obbedii e dopo poco lmi raggiunse con del ghiaccio che mi mise sulla caviglia. Gli feci spazio, facendogli capire cosa volevo, e lui si sdraiò accanto a me. “Mi spieghi perché mi hai ignorato per quattro giorni?” chiese, mentre mi accovacciavo su di lui. Mi staccai, allontanandomi, e lo guardai male.
“Perché non sei venuto sabato?” chiesi, acida.
“Ho avuto da fare te l’ho detto.” disse, ricevento un'altra occhiataccia.
“Immagino cosa..”.
È venuta solo venerdì e solo per dirmi quando ci sarà la cena di classe.” disse.
“Poteva mandarti un messaggio.”. Mi allontanai ancora di più e lui rise, riavvicinandosi.
“Non fare la gelosa ora.”. Mi abbracciò.
“Non faccio la gelosa.”. Cercai di liberarmi.
Io sono gelosa!

“Come no, guardati”. Rafforzò la presa. “Amore ferma, su.”. Mi baciò il collo e io cedetti.
“Sei uno stronzo!”.
“Mmh, mmh..”. Mi diede un altro bacio, questa volta sporgendosi un po’ di più in avanti. “Mi spieghi perché ti arrabbi così tanto?” chiese, retorico.
“Ci prova con te, dovrei fare i salti di gioia?” ribattei.
“Mi sembra che le tre ore di macchina me le faccio per vedere te, non lei.” rispose, coccolandomi ancora un po’ e io cedetti del tutto.
N
iente non riesco a tenergli il broncio..
 
 
 
 
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Note dell’Autrice:
ammetto che questo capitolo non mi convince molto.. ma non riesco proprio a scrivere di meglio ultimamente.. scusate.
Prometto, però, che non vi deluderò in futuro..
   
 
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