Prologo
Il
cognome
Malfoy nell’immaginario collettivo era visto come simbolo di
eleganza,
raffinatezza, rispetto, bellezza, intelligenza, abilità,
fascino, mistero,
sensualità…insomma, volete davvero che continui?
La lista potrebbe andare
avanti ancora per ore, ma credo che il concetto sia già
abbastanza chiaro:
quando si pensava a un Malfoy, si pensava a un essere perfetto,
rispettato e
temuto dalla maggior parte della comunità magica.
Ed
è qui che
comincia la nostra storia, con l’erede di questa antica,
nobile e rinomata
casata purosangue: Scorpius Hyperion Malfoy. Probabilmente i genitori
di questo
povero ragazzo credevano che, dandogli un nome del genere, il loro caro
figliolo
avrebbe ottenuto un’immagine solenne. In realtà
non faceva altro che rendere il
tutto ancora più ridicolo.
Ebbene
si, perché
il nostro Scorpius era tutto fuorché un perfetto Malfoy. Le
persone ancora si
stanno chiedendo come abbia fatto a essere smistato tra i Serpeverde
durante il
suo primo anno a Hogwarts. Alcuni raccontano che il povero Cappello
Parlante
aveva impiegato più di dieci minuti per prendere la sua
decisione, poi, preso dallo
sconforto, aveva optato per continuare la tradizione di famiglia
mandandolo tra
le Serpi, anche perché l’opzione di non smistarlo
affatto e rimandarlo a casa
non era contemplata.
Ma
non
divaghiamo, i problemi del nostro protagonista sono iniziati molto
molto tempo
prima. Per quasi tutta la sua infanzia, il piccolo Malfoy non era mai
riuscito
a fare neanche una piccola magia accidentale. La sua famiglia si stava
quasi
rassegnando all’idea di avere un Magonò in casa e
stava pensando a come
prendere provvedimenti e con questo intendo a come nasconderlo agli
occhi della
gente che non avrebbe fatto altro che sparlare sulla terribile
disgrazia che gli era capitata.
Inutile
dire
che questa cosa fece sentire il bambino terribilmente sotto pressione e
lo
portò ad un livello di frustrazione tale da farlo chiudere
in se stesso,
praticamente parlava soltanto con il suo amichetto Leonard Zabini.
All’età
di
otto anni successe l’imprevedibile. Si trovavano a una delle
solite cene
mondane organizzate per raccogliere fondi per svariate cause - delle
quali a
Draco Malfoy importava veramente poco, ma che era costretto a
frequentare visto
il suo nome – e fu in quest’occasione che Scorpius
la vide per la prima volta:
la persona per cui il nostro malcapitato amico perse immediatamente la
testa.
Vi starete chiedendo come sia possibile innamorarsi a
quell’età. In effetti
avete ragione, più che di amore possiamo parlare di
interesse, curiosità, ricerca
scientifica…ecco. Perché il
piccolo bambino non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile che
una
persona avesse i capelli di quel
colore (detto da uno che a otto anni aveva i capelli così
biondi da sembrare
bianchi poi) e decise che doveva indagare, magari prelevare anche
qualche
campione per scoprire la loro vera natura. Fu così che
iniziò a fissare Rose
Weasley e i suoi capelli fatti di fuoco.
Saltiamo
la
parte in cui Ron Weasley si mise a urlare come un matto che il figlio
del
furetto platinato stava importunando la sua piccola principessa e
arriviamo al
momento in cui la suddetta bambina iniziò a sentirsi davvero
inquietata dalle
continue occhiate che riceveva.
A
differenza
di Scorpius, Rose aveva manifestato la sua magia fin da piccola e anche
in
quella situazione riuscì a soddisfare le aspettative del suo
caro paparino (non
di sua madre sicuramente). Infatti, decise che era stufa di essere
osservata e
che fosse arrivata l’ora di mettere Scorpius nella sua
situazione, in imbarazzo
quindi. Fu così che, dopo un po’ di concentrazione
e un bel po’ di rabbia
repressa, la piccola fece sparire tutti i vestiti del bambino,
lasciandolo
completamente nudo come mamma l’aveva fatto in mezzo a una
folla di persone
piegate in due dalle risate. Credo sia superfluo dire che
quest’evento
rappresentò letteralmente l’uccisione della vita
sociale di Malfoy junior, che
iniziò ad avere seri problemi nel relazionarsi con le altre
persone.
Rose
Weasley
era, quindi, una strega eccezionale e promettente, ma la magia
più grande che
fece quel giorno fu scatenare tante di quelle emozioni in Scorpius, che
finalmente riuscì a dimostrare che anche lui era un mago: il
bambino divenne invisibile.
Impiegarono più di cinque
ore per ritrovarlo.
Esattamente
otto anni dopo, forse voi vi aspetterete che il ragazzo, ormai
sedicenne,
avesse iniziato a provare un odio profondo nei confronti della rossa.
Bene, mi
dispiace deludervi perché il sentimento di
curiosità che aveva sentito quel
giorno, si era trasformato in qualcosa di molto più
profondo. Scorpius era
completamente e follemente innamorato della sua intelligenza, della sua
bellezza e - a quanto pare aveva interpretato così il modo
in cui lei non aveva
esitato a spogliarlo – della sua esuberanza.
“Ragazzi
buongiorno!” disse con voce stanca il biondo, prima di
buttarsi a peso morto
sul primo sedile che aveva trovato libero nello scompartimento che di
solito
occupava insieme ai suoi migliori amici.
Albus
Severus Potter distolse per un secondo lo sguardo dal libro che stava
leggendo
e osservò il ragazzo con aria critica. Non sapeva come fosse
possibile, ma
Scorpius sembrava essere dimagrito ancora di più
quell’estate.
“Sei
in
ritardo” commentò dopo alcuni momenti di silenzio
“Leonard ha già iniziato il
suo solito giro degli scompartimenti”.
“Per
Salazar!” esclamò “Il treno è
appena partito e già ha iniziato a importunare
quelle poverette?”
Ebbene
si, l’amico
fidato di Scorpius, quello che c’era sempre stato fin da
quando erano soltanto
due adorabili poppanti, aveva il vizio di fare una ricognizione del
treno ogni
primo settembre per scegliere le ragazzi più appetibili con
le quali intrattenersi durante
l’anno.
Quei
tre non
potevano essere più diversi: Albus, studioso e silenzioso;
Leonard, donnaiolo e
casinista; Scorpius…beh credo di avervi già
descritto quanto fosse critica la
sua situazione.
La
porta
dello scompartimento si aprì con un colpo secco - facendo
sussultare i due
poveri Serpeverde - permettendo a Zabini di fare la sua solita entrata
scenica.
“Parlavate
di me?” domandò con voce suadente.
“Non
è noi
che devi conquistare” se ne uscì con una delle sue
solite frecciatine Al, senza
neanche degnarlo di uno sguardo.
“Hai
ragione”
gli concesse Leonard “qui non sono io quello che deve
conquistare qualcuno”.
Scorpius,
fiutato il pericolo, cercò disperatamente di farsi piccolo
piccolo e di passare
inosservato, ma, per quanto mingherlino, non gli riuscì
particolarmente bene.
Infatti, due paia di occhi – rispettivamente neri come la
pece e verdi smeraldo
– si puntarono immediatamente su di lui.
Albus
chiuse
il suo libro, finalmente era stato introdotto un argomento che poteva
interessargli, mentre Leonard si limitò a ghignare sadico
mentre il suo povero
amico iniziava a sudare freddo.
“C-co-cosa
volete da me?” balbettò Scorpius guardandosi
intorno alla ricerca di una via di
fuga.
“Scorp”
iniziò Al con tono professionale “dobbiamo
risolvere questo tuo problema”.
“Si
amico”
continuò Leo “non è possibile che tu
sia ancora vergine”.
Albus
lo
fulminò con un’occhiataccia, quel ragazzo non
sapeva neanche cosa fosse la
delicatezza.
“Io…”
iniziò
il biondo.
“Tu
hai
problemi nel farti vedere nudo, lo sappiamo” finì
per lui Zabini.
“Leonard
potresti stare zitto?” domandò Al, cercando di
mantenere un tono diplomatico.
Il
ragazzo
sbuffò e alzò le mani in segno di resa.
“Io…”
tentò
di nuovo Scorpius.
“Tu
ti stai
conservando per la persona che è la causa di tutti i tuoi
complessi” sbottò di
nuovo Leo senza riuscire a trattenersi “sei un masochista,
amico!”
Non
si
poteva poi dargli torto, ma Albus preferì prendere la
bacchetta e spedirgli
contro un Silencio così
da non
doverlo più sentire.
“Sei
ancora
innamorato di lei, vero?”
Scorpius
abbassò lo sguardo sconfitto e non ebbe neanche la forza di
rispondere. Nel
frattempo il povero Zabini stava trafficando nel suo baule alla ricerca
della
sua bacchetta. Una volta trovata, se la puntò contro e con
un incantesimo non
verbale tornò a impossessarsi nuovamente della sua voce.
Dopo
aver
sorriso felice per il suo trionfo, tornò a dedicarsi al suo paziente “Se vuoi fare sesso
con la
Weasley…” esordì.
“Leonard!”
due voci indignate si alzarono contemporaneamente.
“Stai
parlando di mia cugina!” disse Albus.
“Io
la amo!”
esclamò invece il biondo in un momento di estremo coraggio,
diventando subito
dopo rosso come un peperone e incassando la testa nelle spalle.
“Si”
rispose
lui rassegnato “e voi due siete l’unica ragione per
cui non ho ancora provato a
portarmela a letto!”
Dal
sedile dove
era seduto Scorpius provenne un mugolio indistinto che poteva quasi suonare come una minaccia.
“Senti”
continuò Leo “io ti posso aiutare, le donne non
sono così complicate come
sembrano. Fidati di me, sarà un gioco da ragazzi!”
Scorpius
si
scambiò un’occhiata perplessa con Albus, cosa che
indispettì non poco il
rampollo dei Zabini.
“Sbaglio
o
sono il tuo migliore amico?” chiese furioso “Io ci
sono sempre stato! Fin da
quando te la facevi sotto nelle mutande…”
Scorpius
iniziò a desiderare la morte.
“…c’ero
anche nel momento peggiore della tua vita, quando tutti hanno avuto
l’occasione
di ammirare il tuo amico dei piani bassi! Ricordi?”
“Io…si…ecco…veramente
preferivo non ricordare…” pigolò lui
senza avere la forza di mandarlo a quel
paese.
“Bene!
Allora di me ti puoi fidare!” proclamò Leo
“Dovrai solo seguire dieci semplici
regole…”
Sarà
stato
per il tono solenne utilizzato dall’amico, sarà
stato il fatto che veramente
lui c’era sempre stato e sapeva che poteva affidargli la sua
stessa vita, o
forse anche solo che era realmente disperato e non sapeva
più come fare, ma
Scorpius si girò verso di lui e iniziò ad
ascoltarlo pendendo dalle sue labbra.
Albus
osservò la scena per un po’, sentendo crescere lo
sconforto dentro di lui.
Ancora non lo sapeva, ma Malfoy aveva appena firmato la sua condanna a
morte.
Angoletto
autrice:
Salve
a
tutti!! *Saluta un po’ timidamente i poveri malcapitati che
stanno leggendo la
sua storia*
Bene,
se
state leggendo le note direi che per me è già un
grande successo, significa che
non avete chiuso la pagina dopo aver letto le prime righe!
Quest’idea
mi è venuta grazie al film “10 regole per fare
innamorare” di Cristiano
Bortone (ho avuto molta fantasia per il titolo, vero? :p). È
la prima cosa che scrivo da molto tempo, esattamente dopo che, presa
da un momento di follia acuta, sconforto e mancanza di fiducia in me
stessa,
avevo cancellato tutte le mie storie (che ancora non credo di voler
ripubblicare) da efp. Quindi, vi prego, siate clementi!
Spero
davvero che vi piaccia e che mi vogliate lasciare il vostro parere,
anche solo
per migliorare!
La
storia
sarà composta in tutto da 12 capitoli, uno per ogni regola
più il prologo e l’epilogo.
Perfetto,
non mi resta che ringraziare chiunque butti via anche solo un
po’ del suo tempo
per leggere :)