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Autore: Camilla L    13/09/2012    10 recensioni
E se il bambino di Esme non fosse morto alla nascita come le hanno fatto credere? E se anche lui fosse diventato un vampiro? Se vi ho incuriosito almeno un po', leggete questa mia strana versione della vita di due dei personaggi che preferisco!
QUESTA STORIA FA PARTE DELLA SERIE "IL MONDO DI JASPER"
Genere: Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Esme Cullen, Jasper Hale | Coppie: Carlisle/Esme
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo di Jasper'
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Piccolo avviso pre lettura:

per dare un senso alla mia storia ho dovuto modificare la versione originale della saga, soprattutto la vita umana di uno dei protagonisti, perciò se qualche data o avvenimento non combacia con la versione che tutti noi conosciamo a memoria, sappiate che è una cosa assolutamente voluta!

Detto questo vi lascio alla lettura e, se qualcuno di voi, mi volesse dire cosa ne pensa ne sarei felice...anche se potrebbe anche non sembrare...c' ho messo davvero tanto a scriverla!!!

Baci Camilla L

 

 

 

 

RITROVARSI

 

Columbus, Ohio-14 Giugno 1921

 

Pov Carlisle

 

Mi chiamo Carlisle Cullen, sono un medico all'ospedale di Columbus in Ohio, ma sono anche un vampiro e, come ogni notte sono al lavoro; mi piace il mio mestiere perchè mi da modo di aiutare gli umani e, fin da quando lo ero io stesso, ho sempre saputo che questa sarebbe stata la mia missione. Appena potevo, infatti, fin da ragazzo, davo una mano più che volentieri ai parrocchiani di mio padre, pastore anglicano in una piccola comunità nella periferia di Londra nell'ormai lontano 1640.

Ora vivo con Edward che, da quando l'ho trasformato quattro anni fa, considero mio figlio; lui ed io ci siamo trasferiti qui a Columbus da qualche mese e, tutto sommato, riusciamo a condurre una vita abbastanza simile a quella di due giovani fratelli giunti in questa città in cerca di una vita migliore o, per lo meno, è quello che credono gli umani, in realtà siamo qui perchè sono venuto a sapere che avevano urgente bisogno di medici.

Come sempre sono riuscito a farmi dare tutti i turni di notte, per la gioia mia e dei miei colleghi che possono starsene a casa con le famiglie.

Questa notte, a differenza delle altre, è abbastanza tranquilla, sono ormai due ore che leggo e rileggo le stesse cartelle per ingannare il tempo, mi ferma solo la voce squillante della capo sala che mi viene ad avvisare che c'è bisogno di me in obitorio: hanno trovato il corpo di una giovane suicida e devo dichiararne la morte.

Mentre attraverso i lunghi corridoi che portano all'obitorio sento un debolissimo battito cardiaco provenire dalla stanza numero ventisette, proprio quella in cui è stato deposto il corpo di quella povera ragazza. Più mi avvicino e più il battito si fa forte ed intenso e capisco subito che la poverina non è deceduta come credevano, ma è talmente malconcia che agli occhi umani non poteva che sembrare così.

Quando mi trovo davanti a lei e le scosto i capelli dal viso per guardala meglio noto immediatamente che, nonostante le brutte ferite che si è procurata gettandosi in un burrone, è di una bellezza disarmante, i suoi capelli castani lunghi fino alle spalle si intonano benissimo ai suoi lineamenti perfetti. Solo il battito del suo cuore distrae la mia contemplazione e, in quell'instante decido che tutta quella bellezza non può finire così, in una fredda stanza di obitorio con quasi tutte le ossa del corpo in frantumi. Sicuro che non mi pentirò mai della mia scelta, la prendo tra le braccia e la porto nella casa che divido con Edward...

 

...dove affondo i miei denti nel suo collo...

 

...lei e la sua infinita bellezza rimarranno con me per l'eternità!

 

 

Filadelfia, Pennsylvania-29 Agosto 1951

 

Pov Esme

 

Da quel giorno di Giugno di trent'anni fa la mia vita è cambiata per sempre, anzi quel giorno ho iniziato a vivere veramente, anche se potrebbe sembrare un controsenso, visto che proprio in quel giorno il mio cuore ha smesso di battere per sempre.

Non smetterò mai di ringraziare Carlisle per quello che ha fatto per me; anche se avevo deciso di morire per porre fine alle mie sofferenze, trasformandomi in vampiro mi ha donato la vita e la famiglia che non ho mai potuto avere, ma che ho sempre desiderato, quando ancora ero umana. Solo donandomi il suo amore ha riempito di felicità il mio cuore che, fino ad allora, non ne avevo mai vista neanche l'ombra. Lui e i nostri meravigliosi quattro figli sono la mia vita, non saprei più come fare senza tutti loro: Edward, artista introverso, se ne avesse avuta la possibilità credo che da umano sarebbe sicuramente diventato un pianista di fama mondiale. Rosalie, bella e sensibile, a chi non la conosce bene come noi potrebbe sembrare fredda e scostante, ma in realtà farebbe di tutti per le persone a cui tiene, soprattutto per Emmett, il mio ragazzone allegro, lui e Rosalie sono diventati inseparabili fin dal loro primo incontro e sono davvero carini insieme, lei perennemente seria e lui col sorriso sempre stampato sulle labbra. Infine la piccola Alice, è con noi solo da poco più di un anno, ma ha portato una vera e propria ventata di buonumore alla nostra vita, sembra un folletto perennemente in movimento e sprizza continuamente allegria da tutti i pori.

Poi c'è Carlisle, l'amore della mia eterna esistenza, prima di conoscere lui non sapevo nemmeno cosa volesse dire amare e, soprattutto, essere amata.

Tutti loro hanno dato un senso alla mia vita, ma c'è un'unica nota stonata in tutto questo, qualcosa anzi, qualcuno che la mia mente e soprattutto il mio cuore, per quanto longevi essi siano, non dimenticheranno mai. Per quante persone faranno parte della mia esistenza, nessuno mai prenderà il suo posto, nessuno potrà mai colmare il vuoto che quel bambino che tanto avevo desiderato ha lasciato con la sua morte. I nove mesi della gravidanza sono stati i più belli che abbia mai vissuto, non passava secondo che non accarezzassi il mio pancione o che parlassi con lui, ma purtroppo quelli sono stati gli unici momenti felici che ho passato col mio bambino.

Dopo un lunghissimo travaglio, durato più di ventiquattro ore, il mio bimbo è nato già senza vita. Dopo averlo dato alla luce, per l'immenso sforzo, ho perso i sensi ormai priva di forze e al mio risveglio lui non c'era già più, l'unica cosa che so di lui è che era un maschietto, il resto me lo posso solo immaginare! La levatrice o mio marito, questo non l'ho mai saputo, lo avevano già portato chissà dove, non mi è neanche stato dato il modo di dirgli addio...il mio piccolo angelo!

Dopo aver saputo cos'era successo all'unica persona che poteva dare un senso alla mia vita ho iniziato a girovagare senza meta e in completo stato confusionale per il bosco che circondava il piccolo borgo dove abitavo. Solo qualche ora dopo trovai un po' di lucidità e fu lì che presi l'unica decisione che in quel momento mi sembrava sensata: spinta dal desiderio di rivedere al più presto il mio angelo mi lasciai cadere nel vuoto nel primo burrone che trovai lungo la mia strada.

 

Houston, Texas-8 Dicembre 1960

 

Pov Jasper

 

Ormai è quasi Natale e, in questo periodo dell'anno, non posso fare altro che ripensare a quando ero bambino. La cosa che adoravo di più fare in quei giorni di festa era addobbare l'albero insieme ai miei genitori. Anche se non eravamo di certo ricchi l'albero in casa nostra non è mai mancato, ogni anno mio padre arrivava a casa la mattina della Vigilia con grosso abete da addobbare e mia madre faceva lei stessa le decorazioni, aggiungendone di nuove ogni anno. Isaiah e Lou Anne Whitlock non erano i miei veri genitori, non me lo hanno mai tenuto nascosto, ed è per questo che sono ancora più grato a loro di avermi cresciuto con così tanto amore.

Mi hanno sempre detto di avermi trovato avvolto in un lenzuolo davanti alla loro porta una mattina di Giugno del 1921 e dato che, dopo parecchi anni di matrimonio, non erano ancora riusciti ad avere figli hanno deciso di tenermi con loro.

Sono rimasto a vivere coi miei genitori fino all'estate del 1940, quando, mentre mi stavo riparando da un forte temporale in un vicolo di Houston, il mio cuore cessò di battere e la mia vita cambiò per sempre. Fui avvicinato da una bellissima, ma altrettanto strana ragazza e l'ultima cosa che ricordo della mia umanità è lei che avvicina le labbra al mio collo come se volesse baciarmi.

Quella strana ragazza si chiamava Maria, era un vampiro e, da quel momento lo sono anch'io!

Negli ultimi vent'anni sono rimasto insieme a lei: diceva di amarmi ed io, illuso, le ho creduto! Invece il suo unico scopo era quello di sfruttare il mio potere di controllare le emozioni altrui; le servivo per tenere a bada quello che lei chiamava “il suo esercito”, era tutto formato da vampiri naturalmente e non facevamo altro che combattere contro dei nostri simili per assumere il comando di un territorio, questo voleva solo dire che più territori si comandavano più umani da dissanguare si avevano a disposizione.

Dopo lunghissimi venti anni di quella vita non ce l'ho più fatta a resistere e sono fuggito. Appena se n'è accorta, Maria è partita subito al mio inseguimento e, dopo avermi raggiunto, abbiamo lottato per un po', prima che riuscissi a finirla. Il peso che mi sono tolto nel finirla non ha prezzo, è stata l'unica volta che non sono stato divorato dai rimorsi mentre uccidevo qualcuno. Negli altri casi è tutta un'altra cosa!

A causa del mio potere sento ogni secondo della paura delle mie vittime e questo è devastante, mi sta distruggendo, l'unico modo per porre fine a tutto questo è lasciarmi morire di sete! E' quasi un mese, ormai, che non mi nutro e spero solo che la mia fine arrivi presto perchè il bruciore che sento alla gola è davvero straziante!

Prima di morire, però, voglio fare una cosa: tornare nella casa in cui sono cresciuto ed è per questo che ora mi trovo nella contea di Montgomery vicino Houston in Texas, dove ho passato gli anni più belli della mia vita!

Appena arrivo di fronte a quello che rimane della mia casa, se potessi mi metterei a piangere...quanto mi manca la mia famiglia!

Entro e riconosco immediatamente i resti dell'arredamento di mia madre, segno che dopo la mia famiglia qui non ci ha più vissuto nessuno, nella mia stanza c'è ancora un pezzo di armadio e una sedia malridotta, l'unica cosa che è rimasta come allora è il mio nascondiglio segreto, un asse del pavimento leggermente più alta delle altre dove sotto ci nascondevo le cose a cui tenevo di più. Sollevo l'asse è vi trovo ancora la mia scatola di latta dove nascondevo quello che scrivevo, mi è sempre piaciuto farlo, ma non ho mai avuto il coraggio di far leggere questi miei pensieri a nessuno, nemmeno a mia madre, a cui non nascondevo quasi nulla...

Sfogliando i bigliettini, ormai quasi completamente sgualciti dal tempo, noto che ce n'è uno in fondo alla scatola che non è stato scritto da me. La firma in fondo alla pagina non lascia dubbi su chi l'abbia scritta: mia madre Lou Anne ed è indirizzata a me!

 

Houston, 7 Luglio 1942

Jasper, tesoro mio, quanto mi manchi!

Da quando te ne sei andato la vita mia e di tuo padre non ha più avuto alcun senso e qualche mese dopo la tua scomparsa mi ha lasciato anche lui, lasciando in me ancora più vuoto!

Era divorato dai sensi di colpa, pover'uomo e, non è passato giorno che non si desse la colpa per averti mandato in città solo e con quel forte temporale in arrivo! Anche se di te sono stati trovati solo pochi indumenti e i pochi soldi che avevi con te, la polizia non ha mai voluto cercarti, hanno detto che la tua scomparsa assomigliava tanto a quella di altri giovani ragazzi della zona che non sono mai tornati e che il sangue trovato vicino alle tue cose non lasciava dubbi, per loro sei morto e non sono mai riuscita a fargli cambiare idea! Ma io so che non è così, io sono la tua mamma e, anche se non sei stato dentro di me per nove mesi, sono sicura che lo sentirei se non ci fossi più!

Come ti dicevo prima, qualche mese dopo la tua scomparsa tuo padre mi ha lasciato. Sono stati mesi difficili per entrambi, ma oltre a sentire la tua mancanza lui era anche divorato dai sensi di colpa, diceva di continuo che avrebbe dovuto immaginarselo che Houston era una città pericolosa per un ragazzo solo e che sarebbe dovuto venire con te. Prima di morire mi ha confessato una cosa che ti riguarda e che ha tenuta segreta anche a me per tutti questi anni. Ho deciso di scriverti questa lettera perchè è giusto che tu sappia queste cose e perchè sento che anche i miei giorni stanno per finire. Se un giorno tornerai in questa casa so che il primo posto che andrai a controllare sarà questo tuo nascondiglio ed è per questo che ho deciso di metterla proprio qui. L'ho scoperto già quando eri ancora bambino questo tuo forziere segreto, ma non ho mai voluto vedere cosa ci nascondessi, trovavo giusto che anche tu avessi la tua piccola parte di intimità.

La cosa che mi ha confessato tuo padre è, a dir poco sconvolgente, ma non sono riuscita ad avercela con lui, visto lo stato in cui si trovava...

Tesoro mio, quello che ti sto dire probabilmente ti toccherà nel profondo, ma non voglio che nemmeno tu ce l'abbia con tuo padre:se ci ha nascosto tutto ciò è solo per l'immenso amore che provava per entrambi.

Poco prima di esalare il suo ultimo respiro mi ha confessato qualcosa che riguarda il tuo ritrovamento: non ti ha trovato davanti alla nostra porta la mattina presto mentre usciva per andare al lavoro, ma è stato proprio il tuo padre biologico a affidarti a noi.

Charles Evenson, questo il nome del tuo vero padre, era un suo vecchio compagno d'armi e fu proprio lui a metterti tra le braccia di colui che tu hai sempre chiamato “papà”.

Il matrimonio dei tuoi veri genitori non era dei più felici e, da quello che ho capito, dal breve racconto di tuo padre, alla tua vera madre è stato detto che il suo bambino è nato morto, così che in seguito non venisse a cercarti! Il tuo vero padre era un tipo a dir poco eccentrico (diciamo così!) e si era messo in testa che non fossi figlio suo e ha voluto sbarazzarsi di te il più presto possibile.

Qualche anno dopo la tua nascita tuo padre è andato a Columbus in Ohio, è lì dove sei nato, e ha scoperto che tua madre si è suicidata dopo aver saputo che il suo bambino non era sopravvissuto al parto e di tuo padre si sono perse le tracce subito dopo...

Mi dispiace tanto tesoro mio, ma è giusto che tu sappia queste cose...

Quando e se leggerai questa lettera nemmeno io non ci sarò più, ma voglio che tu sappia che col cuore sarò lì con te...lo sarò per sempre!

Se un giorno vorrai fare visita alla tomba della tua vera madre credo che ne sarebbe felice, tuo padre mi ha detto che è sepolta nel cimitero di Columbus e che il suo nome è: Esme Anne Platt Evenson!

Spero che le mie parole non ti abbiano turbato troppo, perchè so che prima o poi tu le leggerai...ne sono più che sicura!

 

Ti voglio un bene immenso

La tua mamma

Lou Anne Smith Whitlock

 

Altro che toccarmi nel profondo, le parole di mia madre mi hanno davvero sconvolto! Non so quante volte ho chiesto a lei e mio padre se sapessero qualcosa dei miei veri genitori e mi è sempre stato detto che non potevano sapere niente visto che ero stato abbandonato da chissà chi davanti alla loro porta! Io chiedevo queste cose non perchè stessi male con loro, anzi tutt'altro, la mia era semplice curiosità, ma non avrei mai pensato che quelle fossero tutte invenzioni di mio padre per zittire un bambino curioso.

Credo che ora andrò a Columbus, sperando di non incontrare malcapitati umani sulla mia strada, il mio digiuno sta raggiungendo dei limiti quasi insopportabili, non credo che potrei resistere ancora se mi capitasse di agganciare una scia umana!

 

Anchorage, Alaska-14 Giugno 1977

 

Pov Esme

 

Oggi sarebbe dovuto essere il compleanno di quel figlio che non mai conosciuto e, quindi, un giorno di festa per me, invece sono stesa sul letto che maledico i miei occhi incapaci di versare anche una sola misera lacrima; se almeno potessi piangere, un po' del mio dolore se ne andrebbe con le lacrime, anziché starsene lì al centro del mio petto come un gigantesco macigno!

Sono passati quasi sessant'anni ormai, ma non è passato un solo giorno che io non pensassi a lui!

Amo con tutta me stessa ogni componente della mia famiglia, ma il mio piccolino mi mancherà per sempre!

Non sarebbe più quel tenero cucciolo che ho tanto desiderato stringere al petto, a dire il vero, ma sono sicura che, ai miei occhi, lo sarebbe comunque!

Non sono più tornata a Columbus dal giorno della mia “morte”, ho sempre avuto paura che il ricordo della vita passata in quella città mi facesse troppo male.

Qualche anno fa Carlisle mi ha confessato che laggiù esiste lapide col mio nome; l'ha fatta mettere lui subito dopo avermi trasformato, in modo che nessuno dei miei conoscenti umani venisse qualche dubbio sulla mia morte!Quella lapide, situata in un piccolo cimitero alla periferia di Columbus, è anche dedicata a al mio bambino: Carlisle ha fatto incidere su di essa anche il suo nome o, per lo meno, quello che gli avrei dato se fosse sopravvissuto!

E' il nostro modo di stare insieme per sempre!

 

 

Columbus, Ohio-14 Giugno 1977

 

Pov Jasper

 

Come ogni anno sono venuto a Columbus per il giorno del mio compleanno, il cinquantaseiesimo per la precisione!

Vengo qui a salutare la mia vera madre, quella a cui sono stato strappato ancora in fasce, ma anche per ringraziarla, ovunque sia, per avermi dato la forza di proseguire questa mia lunghissima vita, perchè sono sicuro che in qualche modo c'entra lei col fatto che la mia vita ora, sia molto più serena!

Da quel giorno di Dicembre in cui ho deciso di venire qui per la prima volta, tutto è cambiato! Ero a digiuno di sangue umano da non so quanto tempo ormai, stavo perfino perdendo lucidità talmente la mia sete si era fatta intensa, fino a quando sulla mia strada incontrai un ferocissimo, ma per me innocuo, orso grizzly! Il profumo del suo sangue era un vero tocca sana per la mia gola in fiamme e mentre quel liquido caldo e squisito mi dissetava come solo il sangue umano aveva fatto fino a quel momento, capii che il sangue di orso sarebbe stato per sempre il mio pasto preferito! Se non avessi fatto la strada che da Houston porta qui non avrei mai incontrato quell'animale e non avrei mai scoperto che per noi vampiri c'è la possibilità di vivere anche con quel tipo di sangue!

E poi, mi piace stare qui seduto vicino alla lapide di mia madre, mi da sicurezza, per questo vengo qui sempre di notte, per starci qualche ora in più e per non dare troppo nell'occhio: a quest'ora i cimiteri non sono di certo affollati di parenti in visita e perciò a nessuno può sembrare strano che un ragazzo di diciannove anni stia seduto al fianco di una tomba per ore!

La prima volta che sono venuto qui non sapevo dove fosse situata la lapide che cercavo, ma qualcosa di inspiegabile mi ha attirato qui da lei e quando me la sono trovata davanti ho provato una forte emozione nel vedere che, in un certo senso, rimarremo insieme per sempre, visto che l'iscrizione dice:

 

Esme Anne Platt Evenson

e il ricordo del suo piccolo Jasper

giacciono qui.

 

E' stato bello scoprire che è stata lei e volere che mi chiamassi Jasper...porterò qualcosa di lei con me per l'eternità!

Qualcosa, però disturba la mia visita, quando manca poco allo scoccare della mezzanotte e perciò anche alla fine del giorno del mio compleanno sento una scia appartenente a più di un vampiro avvicinarsi sempre di più a me!

 

Anchorage, Alaska-18 Giugno 1977

 

Pov Esme

 

Sono ormai cinque giorni che tutti e quattro i miei figli mancano da casa e questo mi fa stare, a dir poco, in ansia. So benissimo che, tutti loro, sono praticamente indistruttibili, ma sono una mamma e non averceli continuamente sott'occhio mi fa stare in pensiero comunque.

Dopo aver sistemato tutta la casa, almeno un paio di volte, per cercare di distrarmi decido di aspettarli seduta sotto il porticato della nostra villa e, per occupare un po' la mente, sfoglio un vecchio libro di botanica, ma anche questo non mi distrae a sufficienza; se almeno Carlisle non fosse dovuto andare in ospedale avrei almeno avuto qualcuno con cui condividere la mia angoscia!

Dopo un paio d'ore che sono seduta lì ad aspettare e, a fissare il punto tra gli alberi dove li ho visto scomparire giorni fa sento le loro inconfondibili scie avvicinarsi a me e, da quel punto che fisso, ormai da ore, eccoli comparire uno ad uno...

-Dove siete stati tutti questi giorni?-chiedo loro, piuttosto irritata.

-Calmati Esme! Erano con me!-mi dice mio marito, spuntando anche lui dalla foresta.

-In ospedale?-chiedo confusa.

-No, amore! I ragazzi erano andati a controllare se una delle visioni di Alice fosse vera e quando si sono accertati che era veramente così mi hanno chiamato perchè li raggiungessi!-mi spiega Carlisle.

-Non ti seguo Carlisle, sto iniziando a preoccuparmi! Mi vuoi spiegare cos'è successo?-chiedo, iniziando ad irritarmi di nuovo.

-Prima di spiegartelo dobbiamo presentarti una persona!-mi dice lui, facendo un cenno con la testa ad Alice che riscompare tra gli alberi.

Qualche secondo dopo, l'ultima delle mie figlie è davanti a me accompagnata da un giovane vampiro biondo che dimostra al massimo vent'anni.

-E lui chi è?-chiedo, sempre a mio marito.

-Lui è un nuovo componente della famiglia! Alice ha visto che si sarebbe unito a noi e siamo andati a recuperarlo!-mi spiega ancora, con uno strano sorriso sulle labbra.

Guardando meglio l'ultimo arrivato noto che è parecchio intimidito da questa situazione, credo che tutto questo gli sembri strano quanto a me.

-Ah! Se è così: benvenuto in famiglia! Io sono Esme!-dico al giovane, cercando di metterlo a suo agio.

-Esme???-mi chiede lui, più sorpreso che mai.

-Te l'avevamo detto che dovevi per forza venire con noi!-gli sussurra Alice, avvicinandosi a lui.

-Si, ma è quella Esme? Non può essere lei! Insomma lei è...-balbetta il vampiro biondo.

-Ci conosciamo?-gli chiedo io.

-Si, cioè no...oddio!-farfuglia ancora.

-Qualcuno mi vuole spiegare qualcosa?-chiedo io, a chiunque mi risponda.

-Forse dovresti dirle come ti chiami!-gli dice mio marito, appoggiandogli una mano sulla spalla destra.

-Ah! Già! Io...sono...sono...Jasper!-dice, incrociando, per la prima volta il mio sguardo.

-Non puoi essere tu! Non puoi essere il mio bambino...lui è morto!-dico, commossa e incredula.

-E invece sono io! Qui ho una lettera della mia madre adottiva che dice che tuo marito ti ha fatto credere che io non fossi sopravvissuto al parto e invece mi ha portato in Texas da un suo vecchio amico perchè mi crescesse insieme alla moglie!-mi spiega, tutto d'un fiato.

-Non ci posso credere!-dico ancora.

-Qui dice che mia madre si chiama Esme Anne Platt Evenson...sei tu?-mi chiede...mio figlio!

-Si...sono io!-dico, tra un singhiozzo a l'altro.

-Sembra quasi impossibile che entrambi siate diventati immortali!-dice, qualcuno dei miei famigliari che non riconosco, talmente è forte e intensa la commozione che sto provando...mentre mi perdo nell'oro fuso degli occhi di mio figlio!

Lentamente mi avvicino a lui e, prima di abbracciarlo più forte che posso, gli accarezzo dolcemente un guancia, come avrei voluto tanto fare appena è nato.

Avermelo strappato dalle braccia subito dopo la nascita è stata una vera e propria crudeltà, ma se le cose fossero andate diversamente ora non potremmo stare insieme per l'eternità...

Direi che ora la mia vita è davvero completa, l'unico tassello mancante e, che pensavo non potesse più tornare al suo posto, ora è qui tra le mie braccia e ci starà per sempre!

E' davvero strana a volte la vita, entrambi credevamo l'altro morto e, per questo, non ci siamo mai cercati! Non smetterò mai di ringraziare Alice e, anche tutti gli altri, di avermelo riportato, la gioia che sto provando in questo momento è talmente tanta che mi sembra che il mio cuore silenzioso abbia ripreso vita!

Niente è più bello che ritrovare una persona cara che si credeva persa per sempre e ancora di più lo é: poterlo stringere tra le braccia per l'eternità!

   
 
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