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Autore: Ilgiocattolodelbambino    13/09/2012    2 recensioni
Vorrei condividere con voi una mia creazione nata dall'amore per questo manga/ anime che fin da piccola ha allietato le mie giornate e mi ha seguito durante la crescita. Lasciate commenti affinché lo possa migliorare :)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: Movieverse | Avvertimenti: Triangolo
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<<  Sana sei sempre la solita! Quante volte ti ho detto che devi puntare la sveglia prima di andare a dormire?  >> . La voce di mia madre, squillante, mi rimbombava nella testa, ma ciò che più mi disturbava era il fatto che ogni mattina dovessi sopportarmi una sua ramanzina, mentre attraversava il corridoio su quella chiassosa macchinetta a giocattolo, sghignazzando come un bambino che per la prima volta gusta l'adrenalina delle montagne russe in un luna park. <<  Sbrigati! E' tardi! Altrimenti arriverai un'altra volta in ritardo a scuola  >> tuonò dal piano di sotto. Mi lavai frettolosamente, misi la divisa che era appoggiata sulla sedia e scesi per fare una colazione veloce.  Quella mattina mia madre aveva superato se stessa. Sulla sua testa, non giaceva una delle sue classiche parrucche; dire che ne ero affascinata, è dire poco. Aveva riprodotto in miniatura un prato ricco di fiori colorati, dentro cui Maro giocava allegramente. Stavo per dirle quanto mi piacesse questa sua nuova acconciatura, quando all'improvviso scorsi dietro di lei l'orologio. Strabuzzai gli occhi. <<  Reiiiiiii ! Reiiiiiii ! Veloce! veloce !  >>. Uscii di casa alla velocità della luce, tenendo per mano il povero Rei, che preso alla sprovvista dalla richiesta di accompagnarmi a scuola ( solitamente quando mi svegliavo in tempo, preferivo sfogare le mie energie in una bella passeggiata mattutina ) entrò in macchina in pigiama e con le pantofole ai piedi. Ci volle poco per arrivare, dato quanta fretta misi a Rei affinché andasse più veloce. Arrivata davanti la porta della mia classe, rimasi qualche secondo ansimante e titubante ad ascoltare la voce esasperata della maestra Michita che stavolta non sembrava rivolgersi ai miei compagni, ma pronunciava un nome a me sconosciuto. Decisi di aprire la porta, spinta dalla curiosità di capire cosa stesse succedendo e quando aprii, per qualche minuto, mi sembrò di non continuare a capire il problema. Il mio sguardo poi, si spinse verso il fondo della stanza e ciò che vidi mi infastidì molto.Un ragazzo, biondo, dal viso sconosciuto,stava ascoltando la musica, fischiettando, con i piedi sul banco mentre la maestra lo supplicava di ascoltare la lezione perché altrimenti tutti si sarebbero sentiti autorizzati ad assumere il suo stesso comportamento.  Non appena girò lo sguardo verso di me, curioso, i suoi occhi color nocciola mi scossero per un istante e il cuore sembrò non trovare più abbastanza spazio nel petto.
Cavolo, era la prima volta che mi sentivo cosi.... strana.
  
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