Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Wren    31/03/2007    9 recensioni
Un ragazzo coraggioso destinato a diventare Re, una principessa che attende il ritorno dell'amato, due amanti maledetti, uno shiromanjuu ubriacone e un basettone ambiguo e malintenzionato... Una fiaba come quelle che eravamo abituati a sentire una volta! ...o forse no? (ShaoranXSakura, KuroganeXFay) (Perchè mi impergolo in multi-chapter fic, che ho la forza di volontà di un dente di leone[tanpopooo!!!]?)
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Sakura, Syaoran
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Capitolo 1

Dove, se Hitsuzen vuole, si parlerà un poco di più del protagonista, della sua smielevole infanzia, di quell’irrinunciabile sentimento chiamato Ammmore, di quanto teneramente possa sbocciare nel cuore di due bambini cresciuti insieme e, se avanzerà tempo, della giusta sfiga che doveva loro capitare per forza, altrimenti che ci scrivo una storia a fare!?

.

“Papà! Papà!”

Fujitaka abbandonò sul tavolo la mappa del giardino reale e si alzò dalla sua sedia. Dopo pochi istanti la porta principale della casa venne spalancata e si sentirono dei cassettini affrettati sul pavimento di legno.

“Papà!”

“Sono qui, Shaoran...”

Il guardiano andò in contro al figlio e lo tirò su in braccio non appena il bambino non l’ebbe raggiunto correndo.

“Non indovinerai mai cosa ho scoperto oggi!”

Fujitaka sorrise compiaciuto. Shaoran era un bambino intelligente e curioso e non vi era giorno in cui non tornasse a casa annunciando pieno di meraviglia di aver scoperto qualcosa di nuovo ed inaspettato. Una volta era uno stagno nel quale vivevano dei lucenti pesci bianchi come perle, la volta dopo un albero talmente curvo su sé stesso che aveva assunto l’aspetto di uno strano animale a quattro zampe, la volta ancora successiva aveva trovato una piccola grotta talmente nascosta che era sconosciuta persino a lui stesso, che del grande giardino avrebbe dovuto conoscere tutto. E pensare che aveva soltanto dieci anni.

“Cos’hai trovato? Una città in miniatura nascosta sul fondo di un lago?” gli domandò sistemandoselo meglio tra le braccia.

“No! Ho trovato una bambina!”

Di tutte le risposte possibili, quella era veramente l’ultima che Fujitaka si aspettasse. Il suo sguardo perplesso fu la felicità di Shaoran, il quale amava moltissimo riuscire a stupire il padre coi racconti delle sue esplorazioni. Quella di oggi era poi la più incredibile di tutte.

“Dietro al palazzo c’è una terrazza grande grande! Di solito non c’è nessuno, però oggi ci si è affacciata una bambina! Non sapevo che ci fossero altri bambini qui!” raccontò Shaoran elettrizzato per la scoperta.

“E avete parlato?” gli chiese Fujitaka, cominciando già a capire di chi si trattasse.

Shaoran abbassò lo sguardo diventando all’improvviso tutto rosso.

“Mi ha chiesto come mi chiamavo... ma io ero così sorpreso che sono scappato via... confessò a mezza voce.

Fujitaka ridacchiò e mise a terra il bambino, dandogli un’affettuosa arruffata ai disordinati capelli castani.

“E’ maleducazione non rispondere quando qualcuno ci fa una domanda... specialmente se si tratta di una signorina!” gli disse senza alcuna nota di rimprovero nella voce.

“...dovrei tornare a dirle come mi chiamo?” domandò Shaoran incerto.

Dipende... ti farebbe piacere conoscere quella bambina?”

“Sì!”

Shaoran rispose così in fretta e con così tanto impeto che strappò un’altra risatina a suo padre.

“Allora che aspetti?”

Il bambino uscì dalla casa in fretta e furia, lasciando Fujitaka ai suoi pensieri. Non poteva che essere una persona soltanto, non vi erano altre bambine a palazzo. Forse qualche preoccupazione avrebbe dovuto farsi viva in lui, ma il guardiano non era il tipo d’uomo che si fasciava la testa prima di rompersela e ben presto tornò a concentrarsi sul proprio lavoro.

.

Shaoran attraversò la distesa d’erba ben curata che separava casa sua dal palazzo il più velocemente che le sue gambe gli permisero.

E se non fosse più stata là?

E se non l’avesse più rivista?

Si diede dello stupido fifone almeno un milione di volte prima di raggiungere il terrazzo, col cuore che gli batteva all’impazzata. Guardò in alto sperando di scorgere il visino sorridente della bambina, ma non c’era assolutamente nessuno affacciato sul giardino. Una delusione immensa cadde sul bambino e lui fu certo di non essersi mai sentito più triste prima di quel momento.

“Sei tornato?”

La sorpresa fu tale che Shaoran fece un salto indietro e finì per terra. La bambina non si trovava più lassù in alto, ma era poco lontano da lui nel giardino. La vide correre preoccupata verso di lui, per aiutarlo ad alzarsi.

“Io... Io stavo... Io sono...” balbettò Shaoran facendosi tirare in piedi dalla bambina.

Lei lo guardava un po’ perplessa per tutta la sua agitazione e Shaoran decise che stava facendo la figura dello scemo e non gli piaceva l’idea che la bambina si facesse quell’impressione.

“Shaoran!” esclamò con molta più convinzione. Salvo che nemmeno stavolta la bambina capì cosa stesse dicendo e lui si diede una sberla sulla fronte.

“Il mio nome è Shaoran!” ripeté.

Sul viso di lei si accese un sorriso felice e senza preavviso gli gettò le braccia al collo.

“Sei tornato davvero allora! Sono scesa in giardino di nascosto perché volevo chiederti scusa! ...no beh, in realtà anche perché volevo conoscerti... Non avevo mai visto altri bambini oltre a me qui!” raccontò lei tutta contenta.

“Nemmeno io!”

“Devi esserti sentito tanto solo allora! Perché anche io mi sentivo tanto tanto sola... anche quando il fratellone e Yukito-san e tutti gli altri erano con me... a me sembrava di essere sola...”

Shaoran scoprì che il faccino triste di quella bambina lo faceva stare anche peggio di come si era sentito poco prima, quando pensava che non l’avrebbe più rivista.

“Anche io... Anche se il mio papà c’è sempre, mi capita spesso di sentirmi solo...

La bambina gli afferrò la mano e lo fissò con i suoi grandi occhi verdi illuminati da una determinazione sconfinata.

“Allora vuoi diventare mio amico? Così non saremo più soli!”

“Sì! Mi piacerebbe moltissimo!”

La bambina rise di felicità e gli strinse la mano.

“Io sono Sakura! Diventiamo amici, Shaoran!”

.

Yukito sapeva.

L’aveva capito immediatamente.

La principessa Sakura era sempre stata una bambina allegra e solare, sempre pronta a compiere un gesto gentile per chiunque ne avesse bisogno, sempre con un sorriso sulle labbra. Ma ogni volta che sorrideva, Yukito si sentiva invadere da una tremenda tristezza, perché gli sembrava un sorriso... incompleto.

Quel giorno la vide tornare dal giardino che il sole era già basso sull’orizzonte e le chiese dove fosse stata per così tanto tempo. Il sorriso con cui gli rispose era così vero che gli venne voglia di piangere.

“Ho giocato…” aveva risposto la principessina, facendo la misteriosa e lanciando occhiatine al giardino ormai alle sue spalle.

Yukito aveva alzato lo sguardo ed aveva visto in lontananza un bambino che correva verso casa. Ed aveva capito.

Yukito sapeva, ma non ne aveva mai fatto parola con Touya, il che rappresentava un doppio tradimento essendo lui il suo Re e la persona per lui più importante. Avrebbe dovuto parlargliene, perché lui avrebbe voluto saperlo.

Non gli aveva detto nulla perché aveva preferito dare una chance al futuro... per il bene del sorriso di una piccola principessa. Forse quel bambino era davvero destinato a portare la disgrazia sul regno e Touya dovrebbe sapere, farebbe solo del bene a tenerlo lontano dalla sua sorellina. O forse no, e Yukito voleva credere.

Così lasciò passare gli anni osservando in silenzio Sakura che rientrava dal giardino ogni giorno, mentre cresceva e diventava grande, finché un giorno si rese conto che il sorriso della principessa era cresciuto con lei e si era illuminato di qualcosa di nuovo.

.

A quindici anni, si sa, una ragazza riesce ad essere molto più perspicace di un ragazzo, e mentre Sakura aveva già accolto con cura e tenerezza il sentimento che si era dischiuso (tra i petali del tempo?) nel suo cuore, Shaoran ancora non riusciva a capire cosa fosse quella sensazione, come di uno stormo di farfalle imprigionate nel suo stomaco, che lo agitava e gli mozzava il fiato ogni volta che era con la principessa. Era cominciato poco a poco, ma cresceva sempre di più, ad ogni sorriso, ad ogni sguardo, ogni volta che la vedeva comparire di corsa dalle imponenti porte del palazzo ed ogni volta che lei lo salutava perché il sole stava già calando e non poteva trattenersi oltre. Il ragazzo credeva che un giorno il suo cuore sarebbe esploso da tanto batteva quando lei gli era accanto, eppure non capiva cosa fosse cambiato in lui da quando entrambi erano bambini.

“Allora andiamo, Shaoran? Mi avevi promesso che mi avresti mostrato un posto fantastico per il nostro picnic!”

“Sì beh... è un posto molto bello... a me piace molto. Spero che piacerà anche a te!”

“Se piace a te allora piacerà sicuramente anche a me!”

Sakura sorrise in quel suo modo speciale, riservato a lui soltanto, e Shaoran si sentì ancora una volta completamente scombussolato. Prese il cestino del pranzo che la principessa teneva tra le mani, non voleva certo che fosse lei a portare quel peso sia pure leggero, e si diresse in tutta fretta verso il luogo che aveva scelto.

Sakura in pochi passi di corsa lo raggiunse e gli afferrò un braccio, tenendoselo stretto mentre lo seguiva. Amava sentire Shaoran vicino a sé. Il ragazzo dal canto suo, non che non apprezzasse tale vicinanza, anzi... però era talmente intensa che rischiò di inciampare sui propri piedi ben più di una volta durante il viaggio e sarebbe di sicuro caduto se la ragazza non l’avesse tenuto in piedi ogni volta che incespicava.

Entrarono nel bosco di cedri e Shaoran cercò di concentrarsi di più sulla strada, osservando attorno a sé i piccoli segni noti a lui soltanto che gli indicavano il percorso da seguire. Di tanto in tanto Sakura indicava piena di entusiasmo un buffo animaletto che sbucava da sotto una radice, un fungo dall’eccentrico cappello o una pianta con le foglie dalla forma contorta e domandava a Shaoran di cosa si trattasse e lui era più che felice di fermarsi per raccontarle quale meraviglia avesse appena scoperto.

“Ci siamo quasi!” annunciò Shaoran fermandosi. Davanti a loro c’era un muro verde di rami di salice.

Sakura lo osservò a bocca spalancata perché vedere tutte quelle fronde sottili che piovevano verso il basso come una gigantesca cascata era uno spettacolo davvero eccezionale. Shaoran la prese per mano e si addentrò in mezzo ai rami e condusse Sakura al di là della barriera di piante.

C’era una radura completamente circondata di salici, al cui centro gorgogliava in mezzo ai massi ed all’erba una piccola sorgente.

Se Sakura era rimasta già impressionata dall’esterno, ora era assolutamente senza parole. Era come una grande stanza verde con un tetto azzurro.

Un luogo tutto per loro.

“Grazie!”

In preda all’entusiasmo si gettò al collo di Shaoran e lo abbracciò forte forte come era solita fare da bambina (con gli anni aveva smesso perché le era stato insegnato che certe cose non stavano bene...) e cominciò a ridere contenta, ripetendo “Grazie! Grazie!”.

Shaoran non sapeva davvero cosa fare. Era talmente felice e talmente imbarazzato allo stesso tempo che prese a girargli la testa ed alla fine ricambiò l’abbraccio, adducendo come scusa con sé stesso che, se non l’avesse fatto, avrebbe rischiato di cadere definitivamente quella volta.

Freneticamente come l’aveva abbracciato, così Sakura si staccò dall’abbraccio, recuperando il cestino dalle sue mani e cominciando a sistemare sul soffice tappeto verde una grande tovaglia bianca e diverse vettovaglie.

“Non vedo l’ora di mangiare tutte queste cose buone in questo posto bellissimo con te!” esclamò felice mentre ancora lavorava.

Shaoran pensò che prima o poi avrebbe dovuto farci l’abitudine a quel tuffo al cuore o sarebbe morto decisamente troppo giovane.

Si accomodarono accanto alla sorgente, praticamente al centro della radura, e cominciarono a mangiare parlando di questo o quello, ma per lo più godendosi in silenzio quel pomeriggio dorato.

“Vuoi assaggiare questo, Shaoran?” domandò ad un tratto Sakura, porgendogli una polpettina infilzata su di un bastoncino.

Shaoran la prese ringraziando e la assaggiò.

Era tutto buonissimo quello che Sakura aveva portato, ma la polpettina aveva un sapore diverso, come se avesse qualcosa in più, che la rendeva speciale. Lo disse a Sakura e lei rise contenta offrendogli un intero piatto di polpettine.

“Le ho fatte io!” gli disse mentre lui mangiava di gusto.

Shaoran la guardò sorridere in un modo diverso, un modo che non aveva mai notato prima.

“Le ho fatte apposta per te, con tutto il mio amore... ed il volto della principessa divenne di un bel rosso acceso.

E in quell’istante Shaoran capì. In un attimo soltanto comprese quello che gli era stato impossibile vedere negli ultimi anni, ed era così chiaro nella sua mente che fu esattamente come se l’avesse sempre saputo.

Pur non riuscendo ad allontanare il rossore che gli era salito sulle guance, riuscì a parlare senza esitazione alcuna.

Anche io ti amo, Sakura.”

.

Touya se ne accorse che era ormai troppo tardi.

Prima era nato il sospetto, poi i dubbi si erano accumulati l’uno sull’altro finché non erano diventati una mezza certezza. Poi quel giorno aveva visto Sakura tornare da una delle sue gite fuori da palazzo con un’espressione sognante, viso arrossato e gli occhi che brillavano e si rese conto che avrebbe dovuto agire già molto tempo prima, anche a costo di basarsi su di un infimo sospetto soltanto.

Aveva cominciato già da tempo a sospettare che i suoi timori sul ragazzino che aveva affidato a Fujitaka fossero infondati per quanto riguardava l’eventualità che divenisse un usurpatore e di questo era sollevato. Però, che fosse destino o meno, non avrebbe mai permesso ad un ragazzino qualunque di portarsi via la sua preziosa sorellina.

Il Re attraversò l’atrio del palazzo quasi in passo di marcia ed avvicinò il capitano della guardia.

“Seishiro... manda a chiamare Fujitaka immediatamente!” ordinò con tono grave.

Era tempo di prendere provvedimenti.

.

.

.

…continua…

Gioia e tripudio, si è parlato di Shaoran in questo capitolo!

...ok ammetto che è di una smielevolezza disarmante, chiedo venia, non so gestire due ragazzini non complessati e/o traumatizzati ed innamorati senza scadere nella zuccherosità! ç__ç

Forza e coraggio che nel prossimo comincia un po’ di movimento (ed era ora!) ed incontrerete il vero motivo per cui sto scrivendo tutto questo!XD

  
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