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Autore: turningpage8    13/09/2012    8 recensioni
Una ragazza, Elizabeth, si troverà a vivere un'esperienza particolare, inusuale tra i giovani. Quella del volontariato, più precisamente, e scoprirà di provare qualcosa per il suo 'assistito' non vedente, Jason. Quello che li legherà sarà un sentimento puro e sincero, qualcosa che nasce nel profondo delle loro anime. Ma, d'altra parte, si troverà coinvolta anche col figlio arrogante e presuntuoso del proprietario della clinica specializzata, ovvero Stefan. Con lui sarà passione, attrazione, soldi, sesso. Nonostante la scelta finale sembri ovvia, non lo è affatto.
Elisabeth si troverà in mezzo a fuoco e ghiaccio e solo lei potrà prendere una decisione. MA qual è quella più giusta per tutti e tre?
Qualcuno, se non tutti, si farà male.
Qualcuno, forse tutti, avrà quello per cui è disposto a lottare.
Qualcuno, probabilmente tutti, finirà per essere felice davvero.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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In your eyes.
Prologo.

Giovedì 18 Aprile 2013.

Ho freddo.
Perché ho freddo se siamo già a metà aprile e sono. . . oddio! Ma dove sono?
Mi guardo intorno e non vedo nulla. Come potrei, d’altronde, con tutto il buio accecante che mi circonda?
Mi sforzo di capire, di mettere a fuoco, di ricordarmi qualcosa, qualsiasi cosa, eppure. . . niente. Buio totale. – tanto per restare in tema, sai com’è!
Okay, calma.
Facciamo mente locale: ero in camera, stanca, con un libro tra le mani e le cuffiette dell’ipod nelle orecchie. Decido così di stendermi sul letto e provare a rilassarmi e…

E? E cosa?

E. . . nulla.
Non ricordo nient’altro.

‘E questo l’abbiamo appurato da un pezzo. Ma dovrai aver fatto altro, non ti pare?’
 
‘Grazie coscienza, se non me lo dicevi tu non ci arrivavo di sicuro!’
 
«Elizabeth!»
«Elizabeth!»
 
‘Io?!’
 
«Allora?»
«Hai preso una decisione?»
 
‘Ma chi diamine è?!’
 
Continuo a girare la testa prima a destra e poi a sinistra, ancora a sinistra e di nuovo a destra, ma. . .

Ohh. . . OH!

Eccoli.

Che ci fanno loro due, qui?
Non gli avevo forse chiesto un po’ di tempo per pensare/riflettere/prendere una decisione/farmi i cazzi miei, forse?
Quale parte del mio ‘Ho bisogno di tempo. Scusate ragazzi e blablabla.’ non avevano compreso?
Credevo di essere stata chiara quel sabato mattina, circa una settimana fa, quando ho chiesto loro di vederli per potermi – poterci – prendere una pausa da. . . tutto.
E adesso me li ritrovavo davanti, così, all’improvviso e cosa mi chiedevano?
 
‘Hai preso una decisione?’ – ma allora siete ottusi veramente!
 
Probabilmente non ero stata chiara, sì.
Era l’unica spiegazione plausibile che potevo darmi.
 
«Devi scegliere.»
«Sì, scegli.»
 
‘Oh Gesù, ma che pretendete da me?!’
 
«Mi hai baciato!»
«E hai baciato anche me!»
 
‘E allora? Un bacetto non ha mai fatto male a nessuno! Dio!’
 
«È chiaro che così non possiamo andare avanti, com’è chiaro che sta solo a te decidere. O scegli me o scegli lui, ma scegli.»
 
‘Adesso?! Qui?! Ma io ho freddo! Ho voglia di cioccolata calda e del piumone della mamma. Oh.’
 
«Io, posso renderti felice!»
 
‘Ehm, e non lo metto in dubbio.’
 
«Io, posso proteggerti!»
 
‘Posso credere anche a questo, sì.’
 
«IO, TI AMO!»
«ANCHE IO TI AMO!»
 
‘Oh, quale gioia. Ma, vedrete, in questo mondo ci sarà spazio per l’amore di tutti. Fidatevi.’
 
«Elizabeth!» – gridarono entrambi e un attimo, prima che potessi anche solo dire ‘a’. . .

DRIIIIIIIIIIIIIIN!!

«Cazzo!» – imprecai.

. . .il mio sogno – o forse dovrei dire incubo – venne così interrotto.

Proprio sul più bello.
Che palle! Non stavo forse per scegliere? Forse.
Ed io, avevo davvero bisogno di scegliere.  . . qualcuno.
Non è così che funziona?
Conosci qualcuno – due! Sono due i diretti interessati – ci parli, ci esci, ti ci relazioni, magari ci scambi anche qualche piccola leggera effusione e poi. . .

. . . e poi, cazzo!, decidi che strada prendere.
Facile, no?

No.

‘Sì!’

Sì. Ecco.

Insomma, non si può restare col piede in due scarpe per sempre, giusto?
Voglio dire, prima o poi, quel piede dovrebbe scegliere la scarpa più comoda, confortevole, giusta per lui.
Ed io, si dal caso padrona di quel piede – piedino, dai. Portavo solo un 37 scarso! – avrei dovuto far sì che facesse la scelta giusta e lo indirizzasse verso la scarpa più sicura.
Ma il mio problema E’, quale di queste due scarpe super morbide, comode, perfette, sexy – sexy?! – avrei scelto?
Perché non si possono scegliere entrambe e fare una settimana sì e una settimana no, giusto per non scontentare nessuno? Sarebbe perfetto!

‘Perché è tempo di scegliere quale scarpa indossare una settimana sì e l’altra pure, vecchia volpona!’

‘Oh grazie, pure la coscienza sporca dovevo avere alle 7 del mattino, visto che solo. . .’

ALT!

7 del mattino?!
Quella era una sveglia che è suonata all’improvviso?!
Sogno. . . incubo?!

Ohmiodio, 7 del mattino!

E, badabam!, mi catapulto fuori dal letto – il fatto che per riuscirci sia cascata sul tappeto lilla della nonna Mary come un sacco di patate non conta – e in un attimo sono già sotto la doccia.
Che stupida che sono stata!

 
‘Ma tu lo sei sempre, mia cara Beth.’

‘Dopo facciamo i conti, Molly.’ – sì, ho una coscienza e si chiama Molly. Problemi?
 
Avrei avuto da lì a poco più di un paio d’ore il mio esame finale su ‘letteratura antica e moderna: il confronto’ ed IO, mi mettevo pure a vanificare su uno stupido sogn-incubo!

Ztè!

Proprio. Non. Potevo. Permettermelo.

E poi, ormai avevo le spalle coperte. Insomma, avevo chiesto del tempo.
Tempo.
 
‘Quella cosa che ti mancherà e non potrai ripassare i tuoi appunti se entro un’ora non finisci di preparati’.
 
Comunque sì. Tempo.
Avevo chiesto loro del tempo.
E me l’avevano concesso.
Molto carinamente.
Cordialmente.
Educatamente.

Ovviamente tutto questo buon comportamento da rispettosi-del-galateo celava un bel ‘muoviti stronza, non staremo ai tuoi comodi per sempre!’

E, quindi, mi pareva ovvio che prima o poi avrei dovuto prendere quella stramaledetta decisione.
E, cazzo, l’avrei fatto.

Ovvio, subito dopo che il professore Mc. Fly mi avesse interrogato e messo un bel 30 quella mattina stessa.
Sì, esatto.


Io, non arrivavo mai in ritardo.
 
 
---
Okaaaaay.
Io, ehm, salve?
Insomma, è la mia prima storia - originale romantica, eh sabrì? una cosa super leggera, in pratica. -, il mio primo capitolo (prologo, per l'esattezza) che posto, ecc. ecc. ecc.
NON. SO. CHE. DIRE. - ecco.
Preciso, la storia non inizia così. 
O meglio, inizia sì, ma questo prologo è ambientato 9 mesi dopo dell'inizio effettivo di tutta la vicenda.
Quindi, tranquilli, se non c'avete capito una mazza, siete sulla strada giusta! :)
NON SO ogni quanto riuscirò a postare. Quest'anno ho la maturità e blablabla, quindi ogni volta potrebbe essere un appuntamento sporadico il nostro, ma se la storia vi prende o vi piace almeno 1/3 di quanto piace a me, non abbandonatemi. Fidatevi e spero proprio di non deludervi.
Con questo vi abbandono - per adesso! - e confido in qualche vostra recensione. Voglio dire: prima storia, primo caapitolo, ansia generale a palla. . . un vostro parere/insulto/appoggio non mi dispiacerebbe affatto.
Grazie già a chiunque leggerà/recensirà/seguirà questo mio piccolo gioiellino.
Baci, <3.

-Sabrina.
  
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