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Autore: MoodyBlue    13/09/2012    4 recensioni
-E’ qui la festa?- improvvisamente, una voce leggermente nasale la riscosse dai suoi pensieri. Eccolo. Finalmente, si era degnato di arrivare. Aberdeen lo squadrò con aria critica, già pronta ad emettere giudizi al vetriolo sul disgraziato di turno.
“Oh porca miseria”.
Sobbalzò. Nessuno si era degnato di precisare che si sarebbe trattato...sì, insomma......proprio di “quel” JOHN LENNON, per la miseria!
John Lennon era universalmente noto in tutto il College. Doveva essere una sorta di idolo delle folle. Pareva che non gliene fregasse assolutamente niente di ottenere voti decenti, essendo perennemente impegnato a strimpellare con la sua stupida chitarra. Peccato che se il resto del gregge trovava la cosa ammirevole, agli occhi di Aberdeen, fosse viceversa decisamente patetica.

Lei è Aberdeen Bird: perfezionista e forse sociopatica, la classica “Miss dieci e lode” con tanto di bacio accademico. Non ha mai fallito una volta ed è convinta riuscirà ad istruirlo.E lui, beh...lui è John Lennon, tutto genio e sregolatezza. E fin qui, niente di nuovo da aggiungere. Ma se al binomio aggiungiamo un bassista innamorato, una parrucchiera intraprendente e numerosi guai..lo scontro tra titani si trasformerà in “qualcosa di più” oppure in un bagno di sangue?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Quasi tutti, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Allora siamo d’accordo... dovete cercare di levarmela dai piedi..-
-Strano che tu non voglia posizionartela dai piedi alle palle, John!  Di solito è così, che procedi..-
-Ma smettila, McRicchioney. Quella tizia lì sarebbe in grado di raffreddare anche un ferro incandescente. E’ bionica, ti dico. BIONICA!
-Senti, ma....almeno ce l’hai, qualcosa di commestibile?
 
John si piantò fragorosamente una mano sulla fronte, perplesso. Dal tavolo sistemato nel bel mezzo del suo caotico appartamento, che condivideva con Stuart, Paul McCartney e George Harrison,parte integrante del suo gruppo nonchè due tra i suoi migliori amici, trasmettevano decisamente scarso trasporto riguardo alla missione in cui li aveva coinvolti. Far fuori quella maestrina, dimostrandole ampiamente che erano dei selvaggi, dei casinisti irriducibili, e che qualsivoglia tentativo di redimere il loro leader (LUI STESSO, NATURALMENTE) sarebbe quindi risultato perfettamente inutile.
Peccato solo che John stesse iniziando seriamente a dubitare, delle loro reali capacità...
 
-Eccola. E’ LEI. Ha suonato il campanello. Ai posti di combattimento. Ci siete? GEORGE. E che cazzo...smettila di masticare e assumi un’aria minacciosa, hai capito? Almeno provaci, Dio santo...- Lo rimbeccò John, fissando perplesso l’amico chitarrista intento a ruminare freneticamente -...sembri solo un criceto spastico, con quelle ganasce in movimento. E tu Paul...che cos’è quella posa da prostituto? Contieniti!
-Quanto la fai lunga..- Sbuffò Paul di rimando, che si era sistemato lungo disteso su un fianco sopra il sofà, in una posizione quanto mai equivoca.
 
-Così  questa è la tua caverna, Lennon?- Ironizzò Aberdeen due secondi dopo, guardandosi intorno con aria disgustata. Quel giorno indossava una gonna a balze nera, con infilata dentro una t-shirt oversize decisamente psichedelica,  e portava i capelli raccolti in una piccola coda sulla nuca.
George le fissò con insistenza il punto vita, alla ricerca di ipotetiche tasche contenenti del cibo. Paul, dal canto suo, era decisamente imbarazzante. Ancora un po’ e la mascella gli si staccava per precipitare a terra, come una saracinesca rotta.
John represse a stento l’istinto di crocefiggerlo.
Bel modo, di essere d’aiuto!
 
-Oh sì, mia dolce maestrina...- Rispose John con visibile ironia, conducendola verso il lungo tavolo nell’ingresso - Questo è il mio Palazzo reale. E loro sono le mie fidate guardie del corpo, George e Paul. Dite ciao, ragazzi...-
-FFFFFao...- Fece George sprofondato in poltrona, alzando appena la mano. Aberdeen lo squadrò. Era un ragazzino scuro in volto e nei capelli, pesantemente minorenne, e che per di più era a stento visibile, semisommerso dai giganteschi pacchetti di patatine che si era caricato in grembo. In più, qualunque cosa dicesse risultava incomprensibile, considerato che masticava come un ossesso.
-Ciao.
-Bonjour, mademoiselle. Je m’appelle Pauliè...! ..- Si presentò quindi il terzo moschettiere, praticandole un imbarazzante bacia mano. Era un ragazzo alto, dai lineamenti fini, con due occhi enormi a metà tra il castano chiaro ed il verde bottiglia, coronati di ciglia lunghissime.
...ma nonostante la sua performance, forse un po’ teatrale, Aberdeen lo apprezzò, ed arrossì quasi. MA leggermente. .
- Très heureux de faire votre connaissanc. Mon nom est Aberdeen..-
-Enchanté...-
- ...ma  insomma, voi due...- Riprese in quel momento la parola John, esasperato -volete proprio farmi esplodere le palle? Paul, da quand’è che parli francese, me lo spieghi? E tu, Bird......ti sei forse trasformata da leccacattedre a pedofila? Lo sai o no, che quel tizio che ti ha appena stuprata con lo sguardo, ha compiuto sedici anni il giugno scorso?
Paul rivolse a John un’occhiata assassina, imbronciato. Era evidente che gli rimproverava di avergli appena rotto le uova nel paniere: ma, detto per inciso, non poteva veramente fregargliene di meno. Era stato lui il primo ad averlo tradito, d’altronde, arruffianandosi immediatamente la Bird anziché tentare di farla scappare a gambe levate come pattuito. Il solito concentrato di testosterone con le gambe; ecco che cos’era!
 
-Siamo in marzo, Lennon..- Replicò in ogni caso Aberdeen, gelida, iniziando a sistemare i propri quaderni sopra il tavolo -... Ciò significa che sta per compierne diciassette, come ancora diciassette ne ho io, per il momento. Li sai fare, i calcoli? NATURALMENTE NO. Ma a questo rimedieremo subito, non ti preoccupare...-
John lanciò un’occhiata assassina ai due amici, incitandoli immediatamente ad intervenire. Se gli avessero permesso di venire torchiato da quella, li avrebbe sbattuti fuori dal gruppo senza mezzi termini, parola sua. Quindi meglio per loro che ci impiegassero poco, a svegliarsi!
 
Terrorizzato all’idea di finire a suonare una fisarmonica per strada, George decise che sarebbe stato meglio intervenire. Abbrancò la tazza di cioccolata calda posata ai suoi piedi e, alzandosi di scatto dalla poltrona simulò un capitombolo, avendo cura di farne svolazzare il bollente contenuto sul tavolo del soggiorno.
Gli appunti cartacei di Aberdeen si impregnarono immediatamente di appiccicosa sostanza bruna, mentre la legittima proprietaria lanciava un urlo di disperazione.
 
-Oh merda! Le mie preziosi sintesi sul Dadaismo...-
-Sono mortificato! Non so come sia potuto succedere..- Rispose George, che se era felice all’idea di aver evitato la decapitazione per mano di Lennon, si sentiva pur sempre mostruosamente in colpa nei confronti di una ragazza sconosciuta.
John sghignazzò, preparandosi a vedere Aberdeen perdere le staffe. Ma, del tutto inaspettatamente, la scriteriata non solo cambiò radicalmente espressione,  ma addirittura posò una mano sulla spalla di George, come per consolarlo.
-Sta tranquillo, George. Non erano che copie delle copie delle copie..- Lo rassicurò, infatti -... i miei appunti originali sono tenuti rigorosamente sotto-chiave,a casa mia.
-Ah. Meno...menoMALE..- Sospirò George, che alla sola idea della reazione di John a quella notizia iniziava a sudare freddo.
-...ma sta di fatto che non potrò comunque fare “lezione”, oggi. I fogli sono diventati illeggibili. Che casino. Se mi aspetti un attimo, posso passare da casa a prendere gli altri duplicati, Lennon...-
 
John lanciò a Paul uno sguardo eloquente, aspettandosi che stavolta fosse lui ad intervenire in sua difesa, anziché fissare quella macchina da guerra della Bird con sguardo opaco da merluzzo in amore. Ma niente da fare.
L’idiota continuava a guardarla estasiato avviarsi verso la porta, e non si risvegliò dal coma fino a quando John non gli ebbe appioppato una violenta gomitata sotto lo sterno...
 
-Maledizione, Paul! Avresti dovuto fermarla!- Strepitò John, mortalmente irritato -... e ti è andata bene che abita ad anni luce da qui. Quantomeno, ho perso una mezz’ora buona di rottura di palle, grazie all’espediente di George!
Per tutta risposta, il bassista si strinse nelle spalle, arrossendo.
-Scusami, John!..- Sospirò, con aria sognante - Ma è così bella, ed io...proprio non ce l’ho fatta! Come si fa a volerle male?   
-Perfetto, allora. Visto che le vuoi così bene, per evitare che rimanga delusa, LI FARAI TU, gli esercizi che mi assegnerà quella megera.
-D’OH!
John si lasciò cadere sul sofà, affranto, affondando una mano nel pacchetto di patatine prontamente offertogli da George. Dannazione. Quella Bird, decisamente, si stava rivelando un avversario più duro del previsto...
Ma lui era John Lennon: ed occorreva non dimenticarselo. Aveva ancora molti, davvero MOLTI assi nella manica, da sfoderare...
 
                                                                                             ***
 
-Oh,Aberdeen, vedrai! Richard è così carino...- mentre camminavano fianco a fianco nell’oscura notte Liverpooliana, Maureen Cox, sua migliore amica, vicina di casa nonchè hair-stylist di fiducia, non la finiva più di blaterare.
 
Lei e Aberdeen erano tremendamente diverse: come il giorno e la notte, si sarebbe potuto azzardare. Ma non per questo meno legate.
Maureen era vivace ed esuberante: scura di occhi e di capelli aveva abbandonato gli studi qualche anno prima per lavorare in una salone di bellezza cosa che, ovviamente, per Aberdeen suonava decisamente inconcepibile. Ma lei era comunque un tipo aperto, e naturalmente rispettava la sua scelta. Inoltre, “Mo” era decisamente disinibita con l’altro sesso, a differenza di Aberdeen. Da qualche mese a quella parte, infatti, dava la caccia ad un giovane batterista di nome Richard, del quale non la finiva più di cantare le lodi......e si poteva star certi che non si sarebbe arresa, sino a quando lui non si fosse deciso a notarla.
Infatti, quella sera, Maureen la stava trascinando al Cavern, laddove il gruppo di lui (“Rory Storm and the Hurricanes”) si sarebbe esibito. Normalmente, Aberdeen non avrebbe mai acconsentito a mettere piede in quella topaia semi-buia......
....ma aveva decisamente bisogno di riprendersi, dopo quel tremendo pomeriggio in balia di John Lennon.
-Sì. Sono sicura sia anche un Premio Nobel, oltre che carino , Mo..- La prese in giro Aberdeen, mentre ormai giunte davanti al locale attendevano che la spaventosa coda si sfoltisse per riuscire ad entrare.
-Mi stai forse sfottendo, Miss 100 su 100?
-Ci mancherebbe altro, Maureen! Se non altro, almeno tu conosci le gioie del batticuore. A me, per colpa di quel Lennon, verrà al massimo un infarto..- Commentò Aberdeen sconsolata e con visibile amarezza.
-Chi? E’ quello zuccone che ti hanno appioppato? Oh, guarda...ci fanno ENTRARE!- trillò Maureen entusiasta, trascinandola in preda all’estasi dentro il pub. Aberdeen si arrese definitivamente. Era partita, ormai. Come al solito, quando si profilava quel Richard all’orizzonte, le sinapsi della sua migliore amica andavano a farsi benedire...
 
Il gruppo dell’uomo dei sogni di Mo venne preannunciato, accolto da scroscianti applausi e grida estatiche di ragazze.
Aberdeen dovette ammettere che erano anche abbastanza bravi.
Finalmente, introdotto dal cantante della band (il biondissimo ed ammiccante Rory) Richard, alias “RINGO,” si esibì nel suo assolo di batteria, universalmente noto come “Starr Time”.
Maureen si lasciò cadere tra le braccia di Aberdeen, in visibilio.
-Non è un amore? Che ne pensi, Abbey? Non è un amore?
-Beh, di sicuro infonde tenerezza...- Osservo Aberdeen, aguzzando la vista -E’ spaventosamente piccolo, visto da quaggiù. O forse è solo un’illusione prospettica...-
-Sarai anche un genio ma lasciatelo dire: non capisci niente, in fatto di uomini!- Lo difese a spada tratta Maureen, riprendendosi di colpo. Il gruppo aveva ormai finito la sua esibizione, e la giovane parrucchiera era già pronta a lanciarsi dietro le quinte, a caccia di autografi.
-Devo assolutamente parlare con lui! Aspettami qui, dolcezza!- Strepitò, agitata.
-Frena un istante, MO...non abbandonarmi!
 
Tutto inutile. In capo ad un secondo, Maureen si era già lanciata e confusa nel mucchio di ragazze che tallonavano gli Hurricanes, nel tentativo di strappare loro una firma ...(o forse, i vestiti di dosso).
Aberdeen sospirò, affranta. Stava quasi iniziando a valutare l’ipotesi di ubriacarsi quando incontrò uno sguardo conosciuto, che sembrava tra l’altro intento a ricambiarla con un sorriso di comprensione.
STU SUTCLIFFE! Allora quel posto non era frequentato solo da alcolizzati e da ragazze in preda a violenti traffici ormonali!
-Aberdeen Bird, giusto?- La salutò lui, con gentilezza -...ma guarda che sorpresa, incontrare la tutor di John tra queste quattro mura...come va la missione impossibile?
Aberdeen notò che reggeva un bicchiere di brandy nella mano destra, completamente fasciata.
-Sarei troppo volgare, se dicessi “una merda”?
-No. Credo che renderesti l’idea...- Rise Stuart - Sei qui per bere e dimenticare?
- All’incirca. Per dimenticare, sicuramente. Ma che ti è successo alla mano?
-Oh, questo?- Riprese lui, gettando un’occhiata distratta alla fasciatura -... niente di che. Mi sono graffiato la mano con un taglierino ieri, mentre bucherellavo una tela. Quando ho visto come John aveva ridotto casa nostra, mi è venuta voglia di realizzare un dipinto post-moderno. Titolo “La rabbia”. E’ un peccato però. Stasera ho dovuto abbandonare il gruppo...-
Aberdeen sbatté gli occhi due o tre volte, perplessa. Anche Stuart faceva parte di un gruppo? Non ne sapeva niente!
-Tu suoni, Stu?- Indagò, non smettendo di fissare la sua mano infortunata.
-“Suono”. Parola molto forte, visto che faccio abbastanza schifo. Me la cavo meglio coi pennelli che col basso..- Rispose lui, sfoderando un sorriso un po’ timido -....credo di essere il più scarso, insieme a Pete.
-Ah, sì. Pete.- Commentò Aberdeen distratta, quasi meccanicamente, mentre il presentatore della serata si avvicendava al microfono per introdurre un nuovo gruppo -..Aspetta. Frena un istante...chi DIAVOLO è, PETE?
Stu le cinse le spalle con un braccio, indicando il palco.
-Avrai presto una risposta, madama! - Sogghignò, agitando il suo bicchiere in aria - Eccolo laggiù, insieme al resto della truppa!
 
“A VOI....Johnny and The Moondogs!”.
 
-COOOOOOOOOOOSA?
Aberdeen, che nel frattempo era stata imboccata di forza da Stuart, il quale le aveva letteralmente riversato il suo Brandy superstite tra le labbra, stava quasi per sputarlo interamente sulle scarpe giallo canarino della ragazza di fronte a lei, a causa dell’eccessiva sorpresa.
Non ci poteva credere.Reggendo la sua chitarra, a manco un metro da lei, George esaminava criticamente la folla, finalmente con la faccia visibile (essendo libero da pacchetti di patatine). Paul, che incomprensibilmente l’aveva individuata, si sbracciava come un ossesso e si sdilinquiva a suon di occhiolini. L’anonimo Pete, che finalmente aveva acquisito un’identità, era evidentemente il batterista del gruppo, ed era l’unico a  non tradire la benché minima emozione.
 
E..orrore degli orrori, con la solita, inseparabile chitarra....JOHN LENNON si era avvicinato al microfono, vestito di pelle da capo a piedi e con un’armonica a bocca accostata alle labbra.
 
E COSI’,quel CRETINO........... aveva pure un gruppo? Mio Dio..e  poi...che razza di nome AGGHIACCIANTE era, Johnny and The Moondogs, si poteva sapere? Aberdeen  iniziò ad agitarsi, nel tentativo di scorgere Maureen per potersi così dare alla fuga, insieme a lei. Ma Stuart prese ad indicarla vistosamente, ammiccando ad indirizzo del suo scemissimo compare.
-Johnny! Ehi, Johnny? Mi senti? Hai visto CHI c’è qui?
-Stuart, ma porca vacca...zitto, per favore!
-NON CI CREDO! LA BIRD dentro al Cavern?- Dal canto suo, da sopra il palco, anche John ricambiava l’apparizione del suo peggiore incubo ostentando una decisa sorpresa -...preparate le arche, sta per scendere il diluvio Universale!
 
Il ragazzo si prese qualche secondo per riflettere, mentre il gruppo attendeva che le urla assordanti e vagamente isteriche delle loro fan si abbassassero di volume, per poter così dare inizio all’esibizione. Doveva assolutamente trovare il modo di sfruttare la comparsa della “Donna di Ghiaccio” a proprio favore, dannazione, così da darle una lezione che non avrebbe dimenticato...
D’improvviso, la folgorazione. MA CERTO...come aveva fatto a non pensarci prima? Come ripeteva  quella triglia di Paul, il motto di ogni uomo decente doveva pur sempre essere “le donne non si toccano neanche con un fiore”...ma nulla, viceversa, impediva ad una squinzia di linciarne un’altra, no?
Lui sapeva esattamente che cosa fare.
-Stasera aprirò con un pezzo dedicato alla mia adorabile ragazza, per festeggiare il nostro PRIMO anniversario insieme..- si sgolò John, mentre Pete lo ricambiava con uno sguardo allucinato e le sopracciglia di Paul raggiungevano praticamente l’attaccatura dei capelli per lo shock -...il primo di TANTI, si spera. “Be-Bop-A-Lula”, per quella splendida biondina che vedete laggiù, insieme al nostro bassista...Aberdeen!
-COOOOSA?- Tentò vanamente di protestare Paul, parlando a denti stretti per continuare ad ostentare un sorriso finto di fronte al suo pubblico -..fammi capire, John...non solo mi fotti la canzone, ma... anche la DONNA? Da quando tu e Aberdeen sareste fidanzati da un anno, se solo fino ad oggi pomeriggio volevi impalarla come un totem?
John si asciugò la fronte sudata, perplesso. Ma chi gliel’aveva fatto fare di non incitare McSvegliey a darsi all’ippica, lo scorso luglio a Wolton, anziché di prenderlo con sè?
-E reggimi il gioco Paul, no? Fa tutto parte del piano!..- Lo rimbeccò, seccamente - E smettila di guardare laggiù con quell’occhio da pesce lesso, altrimenti la mia credibilità va a puttane!
 
-OOOOh, ma tu guarda la lieta novella...- Scherzava viceversa Stu, che aveva già colto al volo il diabolico intento di John
-...non sapevo che tu e Johnny aveste una tresca, Birdy....! Ve la siete cavata bene, nel nascondere a tutti noi la vostra relazione segreta...-
Aberdeen, paonazza ed in preda a raptus isterico, non sapeva  come commentare. Era troppo intelligente per non comprendere che dietro a quella mossa doveva esserci qualche malefico doppio fine Lennoniano, ma ciò nonostante stava morendo d’imbarazzo.
-Ma veramente, io...DA UN ANNO, poi! Ci mancherebbe che......neppure morta....ma FIGURIAMOCI!- Balbettava confusa, mentre una vittoriosa Maureen ricoperta di autografi le si affiancava nuovamente cinguettando.
-Cioè...ho sentito bene, Abbey..?- La rimproverò l’amica, con fare scherzoso -...sei fidanzata con un musicista che sprizza sesso da ogni poro, DA UN ANNO, e nemmeno lo dici alla tua best friend? Mi reputo mortalmente offesa..!-
-Maureen, ma quale fidanzat....-
Ma proprio prima che Aberdeen potesse difendersi per l’ennesima volta, le ragazze attorno a lei si voltarono all’unisono, visibilmente furiose, iniziando a bersagliarla di occhiate e commenti  al vetriolo.
 
“E così è QUESTA, la fidanzata del MIO Johnny?”.
“Per Dio...sembra un manico di scopa!”.
“Che cosa ci troverà mai in un ranocchio del genere?”.
“Non ne ho idea...ACCIUFFIAMOLA!”.
 
-Oh cazzo...che cosa vogliono, queste?- Domandò Aberdeen indietreggiando sconvolta, seguita a ruota da Maureen.
- Beh... pare sia questo, il prezzo che si paga per essere “promesse spose” di un musicista famoso, al Cavern...- Sogghignò Stu, alzando le spalle costernato -..gambe in spalla, Birdy!
 
-PISTAAAAAAAAA!
Sulle note di Be- Bop- a Lula, Aberdeen si lanciò in una corsa disperata verso il bagno del locale, immediatamente tallonata da una folla di pazze assatanate più che risolute a farle pagare duramente la colpa di essere “la donna del LORO uomo”.
Porca vacca, quel Lennon! Lo sapeva, LO SAPEVA, che l’aveva fatto apposta! Ed infatti, il suo sguardo che aveva incontrato mentre iniziava la sua fuga disperata aveva perfettamente trasmetto ad Aberdeen la  sadica soddisfazione provata dallo stronzissimo individuo. Ah, ma...se la sarebbe vista con lei, ecco cosa!
-E ora che facciamo, Abbey? - Indagò Maureen, perplessa, una volta al sicuro tra le quattro pareti della toilette (la cui porta rimaneva, comunque, trivellata dall’incessante bussare delle ragazze rimaste all’esterno) -.e.....perchè ci siamo chiuse nel bagno dei MASCHI, di grazia?
-Fa tutto parte del piano, Mo...- Fece di rimando Aberdeen,montando a sedere sul lavabo con aria soddisfatta -....non temere.
Vuole una fidanzatina gelosa, Lennon?- Maureen deglutì. Conosceva bene quello sguardo, che compariva sul viso della sua amica soltanto in determinate occasioni. E quello sguardo, immancabilmente, voleva dire...GUAI.
-..E una fidanzatina gelosa, avrà.
 

 

 Ok. Perdonatemi per l’imbarazzante forzatura sull’età di Maureen (che era del 46, mentre secondo i miei calcoli, Aberdeen dovrebbe essere nata nel 41) ...ma è la mia Beatle-girl preferita, insieme ad Olivia Harrison (la cui comparsa purtroppo è un po’ tardiva rispetto alla cronologia  di questa storia ù.ù) e così ho dovuto intervenire :3 vabbè. Basta dire cazzate. *Si allontana facendo le mossettine ammiccanti di Sir Macca* Grazie mille per aver avuto anche solo la gentilezza di leggere quest'atrocità. Davvero.

Con stima, Hugs oxoxo, ed immutato amore  
                                                                                                                                                                           Blue.

  
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