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Autore: Hokuto    13/09/2012    1 recensioni
“Eddai Gwen… Cerca di capire!” Tentò di giustificarsi Trent, rincorrendomi su per le scale.
“Non volevo ferirti. È capitato e basta…” Certo, tu mi tradisci con la persona che più odio sulla faccia della terra, mi inviti a pranzo con la scusa di festeggiare i nostri undici mesi assieme, e mi dici che fra noi è finita…
Poi, ovviamente, ti sorprendi, se scappo via dal ristorante con il cuore spezzato.
Chiaro.
“No, Trent; uscire senza ombrello e beccarsi la pioggia “capita e basta”, dimenticarsi il maglione quando tira vento… Innamorarsi della più grande Stronza esistente non “capita e basta” !”
Gridai, senza neanche guardarlo in faccia.
Come poteva anche solo pensarle, certe cazzate?
***
“Ok, ok.. Questa me la sono cercata. Bene, ci vediamo dopo!”
"A dopo!” Lo salutai, poco prima che uscisse, sbattendo violentemente l porta dietro sé, come suo solito.
E con lui, come se se la fosse portata via, sparì anche quella minima dose di allegria che mi aveva procurato il parlargli.
Forse avrei dovuto capire già da lì cosa significasse questo, ma… Se lo vessi fatto, non starei qui a raccontare questa storia, vi pare?
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Tu, il Mio Migliore Amico…
Sì, Col Cavolo!
_Capitolo 4_
 

Quel bacio mi sembrò durare un’infinità.
Le sue mani sulle mie guance, le mie strette al collo di lui.
Era come se avessi mille pensieri che mi frullavano per la testa, ma non riuscissi a fare a meno di continuare a fare quello che stavo facendo.
Mi correggo, era proprio così.
Ad un certo punto trovai la forza e lo allontanai.
“Duncan, aspetta.. Che stiamo facendo?” Chiesi, ancora rossa in viso.
Insomma.. Lui era il mio migliore amico da un sacco di tempo! Fino al giorno prima mi prendeva in giro e mi raccontava delle “gnocche” conosciute al pub, ed ora mi baciava?
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia.
“Tu e Trent non l’avete mai fatto? Si chiama bacio!” Lo osservai, severa.
“È ancora troppo presto per scherzarci su?”
“Sì. E, comunque, sai cosa intendo..”  Lui sospirò, grattandosi la nuca.
“Ok, non so proprio come dirtelo, ma.. Tu mi piaci. E mi sei sempre piaciuta, sia chiaro!”
“Ma se la prima volta che ci siamo conosciuti mi hai detto -Non ti preoccupare, piccolina, un giorno cresceranno anche a te le tette, come alla tua mamma!-” Gli scappò una risatina.
“Insomma, non da subito! O, almeno, non me n’ero accorto. Diciamo che me ne sono reso conto cinque anni fa.”
Sgranai gli occhi, incredula.
Aveva proprio detto.. Cinque anni fa?! Ma era un’assurdità di tempo!
Io neanche mi ricordavo cosa facevo, cinque anni fa!
“Stai scherzando?!”
“Mai stato più serio.”
“E allora… Scusa, ma tutte le tipe con cui sei stato negli ultimi tempi, eh? E.. e le ragazze sopra le quali mi dicevi, ti sarebbe piaciuto fare una bella cavalcata?”
Si morse il labbro inferiore, cercando di distogliere il suo sguardo dal mio.
“Sì, bhe, magari non sono stato proprio un esempio di innamorato modello, ma… Gwen, cerca di capirmi: Tu avevi Trent!”
“Io e Trent siamo stati fidanzati per neanche un anno! Qui stiamo parlando di molto più tempo, Duncan!”
Lo ammetto, ero arrabbiata con lui.
Da un lato non capivo perché non me l’avesse detto prima, dall’altra perché avesse deciso di farlo proprio ora.
“Lo so! Scusa, ma io.. Bhe, non sapevo come avresti reagito! Mi ripetevi sempre come fosse bello essere mia amica! Quanto ti divertissi in mia compagnia.. Avevo paura di “chiederti troppo”, fidanzandoti con me.”
“Sinceramente non lo so, come avrei reagito.”  Esclamai, incrociando le braccia.
“E ora, invece? Come reagirai?” Chiese lui, portandomi l’indice sotto il mento, per alzarmi la faccia.
Arrossii, mentre il mio cuore iniziava a battermi in modo sempre più accelerato.
Boccheggiai, cercando di prendere tempo: ero veramente confusa.
Duncan era così carino, gentile, spiritoso, sexy, andavamo d’accordissimo: La persona con cui avevo più intimità, al mondo.
Per lui avevo sempre provato un misto fra stima e adorazione. Era sempre stato una spanna avanti agli altri, dal mio punto di vista.
Ogni volta che andavo fuori città, o che mi promuovevamo al lavoro, era il primo a saperlo.
Forse, in fondo in fondo, una sorta di cotta per lui ce l’avevo anche io. Cercavo solo di camuffarla.
“Non credo di avere una risposta pronta..” Mentii. Il motivo per cui lo feci, tutt’ora mi sfugge.
Il mio compagno annuì, silenziosamente.
“Bene. In tal caso..” Si alzò, recuperando la giacca buttata sul divano.
“Sapevo ce sarebbe stato un fallimento ma… Dovevo farlo. Per stare in pace con me stesso, ti pare?”  Sorrise, debolmente, dirigendosi verso la porta.
No, non volevo che se ne andasse. Il mio respiro diventò sempre più affannoso. Lo conoscevo troppo bene: sapevo che, se fosse uscito da lì, sarebbe stato per sempre.
Niente più giochi, né scherzi.
Rapidamente feci un balzo sul pavimento e lo inseguii.
“Aspetta, Duncan!” Il ragazzo si voltò, fermandosi, e io gli finì addosso.
“Credo.. Credo di averla trovata..” Inarcò un sopracciglio.
“.. La risposta.” Lui m sorrise, sornione.
“Ma dai.. Allora la carta della pietà funziona davvero!” Scoppiai a ridere, dandogli un lungo bacio.
Veramente un lungo, lungo bacio.
Ad ogni suo contatto, le mie labbra formicolavano, e il cuore mi batteva all’impazzata. Venivo assalita da una serie di emozioni contrastanti: amore, eccitazione, insicurezza, paura.. Ma era come se, di tutte, riuscissi ad elaborare solo le prime.
Tutto si stava facendo sempre più chiaro.
Trent? E chi era Trent?
Ora la mia mente era occupata da una sola persona: Duncan.
Il ragazzo mi alzò, continuando a scambiare effusioni, e mi poggiò contro al muro, togliendomi la maglietta.
Ovviamente, lo assecondai, stringendogli le gambe alla vita, e aumentando l’intensità del bacio che, a mio parere, era più un liberare cinque anni di desiderio sessuale represso.
“Andiamo in camera?” Domandò, riprendendo fiato.
Mi passai la lingua sui denti, ridendo, poi risposi.
“Sì, sei anche fortunato: oggi un amico mi ha portato dei preservativi..” Lui mi fece l’occhiolino.
“L’ho sempre detto che il tuo miglior amico è un genio!”
Raggiungemmo la mia stanza, impazienti, poi ci gettammo sul letto a baldacchino.
“Spero tu abbia cambiato le coperte, dall’ultima volta che quel rammollito di Trent è stato qui!”
“Lenzuola, coperte e cuscini..” Di colpo non riuscivo a pronunciare una parola, senza che questa fosse intrisa di malizia.
“Ma davvero non ha mai capito quello che ti piaceva a letto?” Scossi la testa, facendo spallucce.
“No. Ultimamente facevamo sempre le stesse cose. Quasi non mi eccitavo più… Però sai, in una relazione queste sono situazioni che possono capitare..”
Il mio compagno mi alzò le braccia, fermandole sul materasso.
“Con me non succederà”
“No, certo..” Lo presi in giro io.
“Vediamo se riesco ad indovinare quello che ti piace..” Sogghignò, sussurrandomi qualcosa nell’orecchio, provocando un mio sussulto.
“Duncan…”
“Sì?”
“Ti ho mai detto che ti amo?” Duncan scoppiò a ridere.
“Ora sì.” Concluse, poco prima di togliersi i pantaloni.
Restammo in quel letto per tutta la notte a parlare, scherzare, coccolarci.
Se vi state chiedendo come trasformare una giornata schifosa in una fantastica, avete avuto la risposta.
E il sesso.. Non sono mai stata una credente incallita, ma dopo quella sera, grazie a lui, credo di dovermi ricredere, dal momento che ho visto Dio.. Per ben cinque volte! Non male per una protestante, che ne dite?
 

Tu, il Mio Migliore Amico…
Sì, Col Cavolo!
_Capitolo 4_
END

 

  
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