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Autore: vampirella    13/09/2012    0 recensioni
Le basi strategico-militari di molti stati sono state abbandonate per il timore che esse si rivoltino contro gli umani di loro volontà. Purtroppo sono già avvenuti degli scontri che hanno portato a molte morti in tutto il globo. Per riuscire a capirci qualcosa il direttore Fury richiede agli stati confederati la presenza di un consulente, un hacker di grande fama che è riuscito, nel corso degli anni, a disabilitare o distruggere molti di quei sistemi che ora terrorizzano la popolazione della Terra. In realtà Fury ha compreso che è il momento di riaprire il progetto Fenice, ormai abbandonato dal 1960.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduction to.

Dove Nick Fury comunica agli Stati Confederati i suoi piani, e Tony Stark mostra di avere un senso di legalità piuttosto contorto.


- La situazione è questa. –

Nick Fury si girò, guardando il gruppo che si era disposto davanti a lui, in ascolto. Si rese conto che il mezzanino della plancia di comando era pieno di persone. In realtà l’ambiente pareva soffocare sotto il peso di membra umane di varie nazionalità ed etnie. Erano ovviamente presenti diversi membri dello SHIELD, alcuni dei massimi esponenti delle forze americane, russe e cinesi. I Vendicatori completavano la lista, benchè ne mancassero un paio all’appello.

- Le reti informatiche delle basi militari di tutto il mondo sono fuori dal nostro controllo. Nessuno, a quanto ci è giunta voce, è riuscito a riattivare i comandi manuali di governo delle attrezzature. Aerei, missili, scudi….non riusciamo ad interagire con niente. Tutto è in modalità automatica. Attualmente non disponiamo zone strategiche in nessuna zona del mondo. Per questioni di sicurezza sono state attrezzate basi temporanee, principalmente per quanto riguarda i mezzi di combattimento come carri armati e qualche aereo di vecchia costruzione, ma non siamo preparati a questo tipo di minaccia…– Tacque, aspettandosi una domanda, che non tardò troppo ad arrivare.

- Una minaccia che viene direttamente da noi stessi? - esclamò il Sergente O’Connelly con tono arrogante. Scosse la testa mentre osservava gli occhi puntati su di lui. - Centinaia di centri strategici sparsi per gli Stati Uniti eseguono, di loro volontà, attacchi su suolo americano. Non avevo mai visto una cosa del genere. -

- Siamo sicuri che non sia opera di una banda di hacker? La stampa americana parla di virus e malfunzionamenti. – disse il Comandante Bogdanov. Il Sergente O’Connelly gli rispose perentorio. – Non è possibile. Abbiamo monitorato le anomalie per due giorni, e i comandi avvengono simultaneamente. Duecento basi su suolo americano eseguono le stesse procedure nello stesso identico momento. Anche se esistesse un gruppo di hacker per ogni base, - continuò il Sergente, come se avesse imparato tali informazioni a forza di discuterne in interminabili riunioni - le reti e i satelliti civili e militari non riuscirebbero a gestire tale portata di informazioni da far avvenire il tutto come attacco congiunto. –

- E allora cosa può essere? – rispose, acido, il Comandante. Bogdanov era un veterano ad un passo dalla pensione. Quella faccenda gli aveva creato parecchi problemi e il fastidio traspariva facilmente dalle sue maniere.

Nick Fury riprese il discorso.- Sospettiamo sia un’entità aliena. Sì, - Fury osservò i militari, stupiti. – Alieni. Non è la prima volta che li affrontiamo e temo non sarà neanche l’ultima. Sappiamo che le basi si autogestiscono e progettano attacchi multipli, come hanno fatto nei giorni scorsi. Fortunatamente l’abbandono delle basi da parte del personale ha rallentato il riarmo ma, temo, che queste siano abbastanza evolute a livello tecnologico da poter essere…autosufficienti .-

Fury guardò i Vendicatori: erano stremati dalle ultime settimane di combattimento. Correvano da una parte all’altra del mondo, in soccorso a coloro le cui macchine di distruzione si rivoltavano contro. Putroppo erano in inferiorità numerica per tenere tutto sotto controllo.

-Negli scorsi giorni abbiamo tentato di tenere a bada questi attacchi, ma con difficoltà; temiamo non riusciremo a gestirli a lungo. Occorre cambiare tattica e tentare qualcosa di più elaborato. –

- Che cosa suggerisce, Direttore? La bomba atomica? – chiese il Maggiore Chan. Fury agitò le mani come per dire ‘non se ne parla nemmeno’.

- No. Potremmo distruggere le basi con le armi classiche, ma sarebbe dispendioso in termini di risorse e di uomini, senza contare che farlo ci renderebbe, nel lungo periodo, deboli. – Fury osservò di nuovo tutti, poi prese un bel respiro. – Abbiamo bisogno di un consulente. –

Un mormorìo si diffuse fra la folla. Tony Stark lanciò uno sguardo contrariato al Direttore, che lo sostenne in segno di sfida. Il Sergente captò l’intesa e fece una domanda che molti non avevano ancora espresso: - Il sig. Stark non collabora già con voi? –

- Non si tratta di un consulente di armi, Sergente. – rispose Tony. – Ma un consulente informatico. Anche se chiamarlo consulente è offensivo per chi possiede una certa etica professionale… -

- Che cosa significa, Direttore? – si rivolse dubbioso il Maggiore Chan a Fury, che intanto cercava le parole giuste per comunicare la sua decisione.

- Conosciamo solo una persona che abbia una buona conoscenza di tutti i sistemi informatici militari. – Ricominciò l’agente. – Nel 2009 fece saltare Dominion, il sistema operativo della base di Dresda. Nel 2010 toccò a Majesty, il programma di volo dei caccia americani portati in missioni in Afghanistan. Nel 2011 riuscì ad entrare nel sistema della Marina Cinese ed impossessarsi dell’archivio. Noi vogliamo… -

- LEI vuole rivolgersi a quello?!? – scattò in piedi il Capitano Bogdanov. Una sottile venuzza faceva capolino dal suo collo, pulsando pericolosamente. Gli altri ufficiali cominciarono a parlare fitto fra di loro, lanciando occhiatacce al Direttore. Nel marasma generale, Capitan America si avvicinò a Tony per chiedergli di chi tutti stessero parlando.

- Freedom. Un maledetto hacker che si diverte cancellare il lavoro di anni di migliaia di persone in nome di una libertà che non si rende conto di possedere. – Tony osservava la scena davanti a sé, ma si rese conto che Steve lo fissava, non capendo. Si riprese dal suo commento visibilmente personale e tentò di rispondere in modo esauriente alla domanda che compariva negli occhi dell’amico. – Un hacker è una persona che utilizza la tecnologia per recuperare informazioni riservate e protette in modo totalmente illegale.-

- Credo che lo facciano già, allo SHIELD. Tu stesso lo hai fatto, qualche tempo fa. Con la fase due. -

- Oh si. Ma era diverso. -

- Perchè? -

- Perchè io agivo per il bene dell’umanità. -

- Come sei pomposo, Tony. - Steve si appoggiò ad una mano, mentre non lontano da lui O’Connelly indicava urlando il Direttore, che si vide di rispondergli col medesimo tono. Il Capitano sospirò, stanco.

- Perchè tu dovresti essere scusato e Freedom no? -

- Freedom ha fatto arrabbiare parecchie persone. Penso sia per questo che io posso fare certe cose e lui no. - il miliardario rise sotto I baffi, ma si accorse che l’amico non aveva la medesima reazione. - Oh, andiamo! Ha sottratto schemi di difesa! Ha indebolito alcune nazioni con il suo operato. Ha messo a rischio centinaia di vite! -

Steve annuì. - Allora capisco il perché di tutta questa agitazione. E perché Fury crede che questo “fuorilegge” voglia aiutarci? –

- Non lo so, avrà qualche asso nella manica. Fury non dice molte cose. –

Intanto il Direttore aveva ripreso il controllo della discussione. – Lo so che non può piacere, ma ora come ora è l’unica persona che ci può aiutare. Vi chiedo l’autorizzazione formale ad accedere alle vostre informazioni sensibili per permetterci di fargli elaborare una strategia contro questi attacchi. –

- E’ fuori discussione. – il Sergente O’Connelly si alzò. – Se crede che per salvare il pianeta metteremo in pericolo gli abitanti degli Stati Uniti si sbaglia di grosso. Credete veramente che Freedom sarà disposto a lavorare per coloro a cui ha sempre nuociuto? Credete veramente che non utilizzerà tali informazioni per I suoi scopi? La facevo più intelligente, Direttore. Me ne vado. –

- Anche io me ne vado. Quello che ha detto non solo è fuori questione, ma è un offesa alle nostre democrazie. – esclamò il Capitano Bogdanov, visibilmente adirato. Il russo si diresse verso gli aerei, seguito dal Maggiore Chan e dagli altri militari, che ancora discutevano delle notizie che avevano ricevuto.

Quando questi se ne andarono Fury congedò gli agenti SHIELD e si sedette su una delle sedie libere,guardando nel vuoto. La sala tornò alla normalità benchè si sentisse ancora qualche mormoriò e qualche commento.

Gli Avengers lo scrutarono, indecisi su cosa fare. Per qualche minuto rimase ancora in silenzio poi, sospirando, si rivolse a loro. -Potete andare. -

I Vendicatori ruppero le righe. Banner si diresse stancamente verso il corridoio insieme a Steve, che lo seguì senza dire una parola. Clint fece una battuta sottovoce a Tony, che cercò di non ridere e fece per seguire i due amici quando Fury lo richiamò.

- Bisognerà andare a prenderlo. –

- Come? – disse, girandosi confuso. – Ma chi? –

- Freedom. –

- Ma se hanno appena detto.. –

- Lo so cosa hanno detto. Ma ciò non significa che noi non andremo avanti con il nostro piano. –

Clint guardò Tony, confuso.

- Va bene, allora. – Tony guardò Fury ancora una volta con aria contrariata. – Lo andrò a prendere io. -

- Con le buone o con le cattive? - chiese in tono ironico l’agente Fury.

- Spero con le cattive. Ho un conto in sospeso con lui. Ma mi sfugge un piccolo particolare: ha idea di come trovarlo, considerando che nessuna forza di polizia, senza contare quella militare, è mai riuscito ad arrestarlo? E soprattutto ha idea di come farà ad ottenere dei permessi che gli sono appena stati negati? –

- Trovarlo non è un problema. Per quanto riguarda I permessi… credo ne farà a meno. Come ha sempre fatto. -

Tony rimase interdetto per qualche secondo, poi sbuffò. - Certo. Come ha sempre fatto. -

   
 
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