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Autore: Neradya    14/09/2012    1 recensioni
Pasqualo era nato sotto una buona stella… o forse no…
"-Veramente io mi chiamo Pasqualo…
-Pasqualo…? …BUWAHAHAAHAHAAHAHAAH FECCIA! Che nome di feccia!"
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Superbi Squalo, Xanxus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se prima Pasqualo era felice di andare a casa di nonna Ittia, ora trepidava letteralmente dalla voglia di andarci.

Ormai, invece che commettere atti di vandalismo nei confronti delle pellicce della nonna, passava tutti i weekend ad allenarsi con la spada all’insaputa di suo padre.  Il bimbo poté così constatare che nonostante l’età, sua nonna possedeva un’agilità fuori dal comune che manteneva facendo jogging.

Proprio quel sabato sua madre lo accompagnò alla casa blu molto presto su richiesta dell’anziana.
Quel mattino i due si recarono insieme al parco. Nonna Ittia, in tuta blu e bianca, porse delle monete a Pasqualo.

-Ascolta, prendi il soldino. Adesso nonna va a farsi una corsetta, eh? Intanto ti mangi un bel gelato, non ti allontanare e gioca con gli altri bambini. Non sudare, sennò tua mamma si arrabbia!

Così dicendo si allontanò intraprendendo il suo allenamento.  Il bimbo si guardò intorno per qualche istante, perplesso. Si sentiva un po’ a disagio dato che non usciva spesso a giocare al parco. Poi scorse il carretto dei gelati.

-Voooi signore! Un cono grande!- disse allungandosi verso il venditore. -La nonna mi ha dato i soldi, guarda!
-A che gusto, piccoletto?
-Mmmh… quello!
-Ecco a te!
-Grazie e prego!
- …ok.

Il bambino trotterellò e si sedette su una panchina, gustandosi il gelato, quando un fruscio di foglie catturò la sua attenzione.
Si voltò di scatto.

-Ehi, tu. -Un bambino dai capelli neri spuntò dalla siepe con aria  minacciosa – quella è la mia panchina, feccia.
Doveva avere qualche anno più di lui.

-Chi sei?
-Io sono il figlio del boss, comando io qui. E tu come ti chiami? Platinette?
-No! Veramente io mi chiamo Pasqualo…
-Pasqualo…? …BUWAHAHAAHAHAAHAHAAH FECCIA! Che nome di feccia!

Pasqualo parve alquanto confuso.

-E quello cos’è? Un gelato? Che gusto è?
-Al gusto di…

Con un gesto inaspettato il bimbo dai capelli neri fece cadere il gelato a terra (non sapremo mai che gusto fosse quel dannato gelato).

-Ora raccoglilo, feccia.

Pasqualo rimase impietrito e cominciò a chiedersi che problemi avesse quel bambino.

-Sei simpatico… giochiamo ai mafiosi? Io faccio il boss perché sono il figlio del boss, tu il braccio destro perché devi obbedirmi.

Decise di seguirlo, un po’ perché si sentiva costretto, un po’ perché la nonna gli aveva detto di giocare con altri bambini. Fu una mattinata indimenticabile.


La sera, tornato a casa, quando la mamma lo portò a letto, rimuginò sulla sua avventura, sul fatto che il bambino dai capelli neri non gli aveva mai detto il proprio nome e perché si mettesse a ridere ogni volta che lo chiamava “Pasqualo”.
Chissà se lo avrebbe incontrato di nuovo, dopotutto era stato divertente giocare ai mafiosi: spingere i bambini giù dalle altalene, infilare le gomme da masticare nei rubinetti delle fontanelle, nascondere la cacca dei cani nelle piscinette di sabbia, lanciare sassi alle papere del laghetto…

La mamma gli stava rimboccando le coperte quando all’ improvviso il bimbo le fece una domanda.

-Mamma…
-Si, tesoro?
-Che significa “feccia”?
 
 
 
   
 
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