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Autore: BlackBlueSoul    14/09/2012    2 recensioni
Ogni capitolo è incentrato su degli argomenti che ruotano intorno a un rapporto interpersonale, non necessariamente amoroso, e ad alcune situazioni seccanti su cui una fittizia protagonista si trova a riflettere con minuzia disillusa e un cinismo sarcastico: un modo come un altro, insomma, per allenare la mente ed evitare che perda il suo taglio più realistico e distaccato. Soprattutto, per non smettere di usare il cervello di fronte a scene da perfetto film romantico.
Pronti ad affrontare una breve serie di pensieri concatenati che terminano con una frase a effetto?
Aggiornamenti probabili ma non certi: dipende tutto da come girerà la vita.
Consigliato a coloro i quali sentono il bisogno di riportare i piedi per terra.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Primo scritto pubblicato in assoluto.

Siate crudeli.

(Solo un filino però)

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Dedicato a un ragazzo bizzarro.

 

 

 

 

 

 

I cattivi sono sopravvalutati. Cosa c’è di pericoloso in una persona che è facilmente riconoscibile, chiacchiera troppo, ha idee balzane, si fa un mucchio di scrupoli a uccidere e agisce in modo prevedibile?

Mi fanno più paura i malvagi.

Anzi, no.

Mi fanno più paura i doppiogiochisti.

Quelle persone che dicono di avere uno scopo, e ne hanno un altro. Quelle persone che ti ingannano, che ti illudono, che ti scavano nell’anima per trovare i punti deboli. Non perché ti vogliono conoscere, no: perché gli farà comodo, in un futuro, usare le conoscenze acquisite contro di te.

Per fartela pagare, o per farsi pagare.

I doppiogiochisti mettono le persone a disagio. Ma non sono stupidi e se ne accorgono, perciò fanno di tutto per apparire come belle persone: sono affabili, alla mano, sempre puntuali e vestiti con un certo rigore. Mai troppo, mai troppo poco, mai abbastanza da distinguersi.

Ma sono diversi.

Se gli stai intorno, lo percepisci: hai a che fare con qualcosa di più grande di te.

I più confondono questa sensazione con il senso di inadeguatezza.

Chi sa osservare, invece, chi sa guardare oltre le raffinate parole che un doppiogiochista sa usare e usa senza riserve,  percepisce che c’è davvero qualcosa che non va. Sente che non si puoi fidare, ma fa buon viso a cattivo gioco e si lascia coinvolgere, con l’unico obbiettivo di scoprire il gioco del doppiogiochista.

A quel punto, inizia una particolarissima partita a scacchi.

Ma sì. A scacchi.

Quel gioco di strategia per cui devi guardare 10 mosse oltre il tuo avversario, bloccare il suo gioco e contemporaneamente portare avanti il tuo senza farti scoprire.

A giocare con un doppiogiochista, si diventa doppiogiochisti.

Ma gli obbiettivi sono fondamentalmente, totalmente differenti.

Il doppiogiochista vero gioca per abbattere il Re.

Il doppiogiochista costretto gioca per trovare il Re.

A dirla così, sembra la stessa cosa.

Non lo è.

Il primo giocherà in un certo modo: distrarrà l’avversario con la Regina, le Torri, gli Alfieri, i Cavalli e i Pedoni. Attento a non perderne nessuno, si destreggerà tra gli scacchi dell’altro per infiltrarsi.

Il secondo se ne infischierà delle mosse, delle tattiche. Isolerà il Re, facendo fuori tutti gli altri senza troppe remore e costringerà il vero doppiogiochista a “mangiare”.

Il primo vuole fare meno danni possibile, per cogliere di sorpresa e vincere, senza possibilità di scampo per il doppiogiochista costretto.

Il secondo farà più danni possibile per fermare il vero doppiogiochista. Gli darà tempo e modo di capire che è stato scoperto, gli lascerà migliaia di spiragli per tirarsi indietro e gli concederà le Trenta Mosse che gli spettano di diritto.

Perché il primo gioca per vincere, il secondo per capire.

Li conosco, i doppiogiochisti.

Sono dei gran figli di puttana, se sanno giocare bene a scacchi.

Ho giocato con loro così tante volte, da diventare quasi una di loro.

Quasi.

 

  
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