Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: bambolinazzurra    14/09/2012    5 recensioni
Roxas ha una piccola "disavventura" che lo costringe ad abbandonare la sua prima palestra e a trovarne un'altra. Axel, il suo nuovo istruttore, si diverte a stuzzicarlo e metterlo a disagio.
Chi avrà la meglio?
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Lexaeus, Roxas, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La cena fu, tutto sommato, abbastanza tranquilla. “Quasi noiosa” pensò Roxas “Rispetto agli standard di Axel, comunque. Non voleva mettermi in imbarazzo? Beh, potrei sempre farlo io, mi serve solo un’occasione”.
- E la tua ragazza cosa ne pensa del tuo lavoro, caro? – sua madre non era il massimo della discrezione.
- Ehm… - Axel sembrava incerto su come rispondere: se avesse detto che era gay i genitori di Roxas sarebbero subito saltati alla conclusione più ovvia (e veritiera) – In che senso? –
Cynthia gli sorrise.
- Un bel ragazzo come te è sicuramente pieno di ammiratrici –
“Perfetto!”
- E anche di ammiratori – disse Roxas con un ghigno.
Axel rispose con uno dei suoi.
- Ti stai inserendo nel numero, Roxy? –
Roxas arrossì appena. “Accidenti alla sua risposta pronta!”. Ma non mollò.
- Ti piacerebbe, eh? –
Axel gli strizzò l’occhio.
- Lo sai! –
Tidus, che vedeva chiaramente confermati i suoi sospetti, seguì la scena con vaga preoccupazione: non voleva che il suo fratellone soffrisse ancor di più. I loro genitori invece sembravano piuttosto divertiti, soprattutto Eric.
- Questo dovrebbe essere il momento in cui dico “Se fai soffrire mio figlio ti ammazzo”  o qualcosa del genere, non è vero? – scherzò allegro, evidentemente ignaro della situazione.
- Ehm… - fece Axel grattandosi la nuca.
- Mi spiace di darti questa notizia, pa’, ma quello si fa con le figlie. Con le femmine
Tidus non riuscì a trattenersi.
- Perché, tu cosa sei? – scherzò.
Roxas non si scompose, al contrario, il suo sorriso si allargò.
- In tal caso non dovresti proprio andar fiero dell’allenamento di oggi – disse malizioso.
Tidus smise immediatamente di ridere, con grande soddisfazione di Roxas che, senza smettere di sorridere trionfante al fratello, allungò una mano verso la ciotola della frutta e afferrò la prima cosa che gli capitò in mano, che era, ironicamente, una banana. Axel gliela tolse e la rimise al sicuro nella ciotola, sudando freddo.
Tutti lo guardarono perplessi e Roxas trattenne un sorriso sadico. Axel arrossì leggermente.
- Uhm… eh… Rox, niente frutta troppo zuccherina, la sera. È dannosa per l’allenamento, lo sai. Ecco, questa è meglio – fece, posandogli in mano una mela.
Roxas la fissò per dieci secondi buoni prima di ridere e mormorare un “Signorsì!”.
Dopodiché l’addentò con entusiasmo.

Quella sera, dopo essere andato via, Axel chiamò Roxas.
- Ehi – lo accolse la voce preoccupata del ragazzo – È successo qualcosa? –
- No, sono a casa sano e salvo. Volevo solo parlarti e non potevo farlo liberamente a casa tua –
- Oh –
- Roxas, credo sia meglio che tu lo dica ai tuoi –
Silenzio dall’altra parte e Axel fece una smorfia. Accidenti, ciò non prometteva bene.
- Roxas, dì qualcosa –
- Perché… perché tanta fretta? –
- Voglio sapere se gli sta bene che tu stia frequentando un… un uomo più grande di te –
- Non sei tanto più grande e io sono comunque maggiorenne –
Axel esitò.
- Ma sono pur sempre sette anni. E io sono un adulto e tu un ragazzo –
- Ci stai… ripensando? –
- Cosa? No! No, assolutamente! Lo sai, se ci stessi ripensando non suggerirei di dirlo ai tuoi. A meno che non sia tu ad avere dei dubbi –
- No! Io… sono solo nervoso, immagino. Non ho mai parlato delle mie storie a casa –
- Capisco. Ma non potrà essere più difficile di dichiararsi, no? Voglio dire, ormai se lo aspettano –
- Già –
- Rox – mormorò dolcemente Axel – Di norma non insisterei, ma non mi sono mai… uhm… non sono mai stato con un ragazzo (né una ragazza, per quello che importa) così tanto più piccolo. Non sono due o tre anni e… beh, sono spaventato anch’io. Ma non voglio nascondermi –
- Lo so. Glielo dirò prima possibile. Axel? –
- Mh? –
- Ti… - pausa significativa - … ti faccio sapere quando glielo dico –
Quella notte rimasero entrambi insonni a lungo, pensando alla loro conversazione, chiedendosi se quella fosse davvero la decisione migliore o se alla fine li avrebbe allontanati, in caso la reazione dei genitori del biondo non fosse stata delle migliori. Nessuno dei due voleva davvero prendere in considerazione una simile eventualità, in fondo i genitori di Roxas avevano reso chiaro che Axel gli piaceva.
Si addormentarono entrambi alle prime luci dell’alba, uno stravaccato con un braccio a coprirgli gli occhi, l’altro rannicchiato nel punto in cui Roxas aveva dormito il pomeriggio prima.

- … e se hai problemi chiamaci pure – si raccomandò Rita.
Roxas sorrise e li rassicurò. Lexaeus fece un cenno di ringraziamento e i due uscirono.
La piccola Claire, che aveva i capelli di un castano rossiccio come quelli del padre, gli chiese immediatamente di poter guardare un dvd. Roxas le arruffò i capelli e le mise su “Aladdin”.
Nel frattempo Ienzo, otto anni appena compiuti e occhi chiari e indagatori, lo scrutò in sospettoso silenzio.
- Non mi piaci – disse alla fine.
Roxas lo guardò perplesso.
- Uh? –
- Dov’è Axel? Perché sei venuto tu? –
- Axel era impegnato e io sono… un suo buon amico –
Ienzo strinse gli occhi e incrociò le braccia.
- Rispetto la decisione di mio padre, quindi rispetterò te, ma non mi piaci comunque –
- Mi sta bene – Roxas represse una risatina: mai visto un bambino così serio e compunto – Cosa vorresti fare? –
- Mi piace studiare. Axel mi fa fare dei temi quando viene qui –
- Se proprio ti diverte… Ma mi sembri troppo intelligente per un tema a piacere, quindi facciamo così: pensa all’ultimo libro che hai letto, scrivine un breve riassunto, cosa ti è piaciuto, cosa non ti è piaciuto e perché. Che ne pensi? –
- Penso che tu sia davvero amico di Axel, ma lui mi piace di più –
Roxas si limitò a ridacchiare e ad accomodarsi in poltrona con un libro il cui titolo recitava “L’arte di avere sempre l’ultima parola”.
Quando Lexaeus e Rita tornarono a casa trovarono i bambini placidamente addormentati e Roxas che ridacchiava come un matto mentre scarabocchiava furiosamente qualcosa su un post-it arancione.

- Anticipato! Di solito li spostano a data successiva, non precedente! Mancano solo cinque giorni!
Demyx si mise una mano sul cuore e iniziò a cantare.
- Cinque giorni che ti ho perso, quanto freddo in questa vita… -
- Falla finita, è una cosa seria! –
- Sei proprio una primadonna, Axel – commentò Saïx, scuotendo la testa.
- Che dici, Tinto! Io sono un vero uomo! –
I tre si guardarono negli occhi per qualche attimo.
I vicini mandarono la polizia da Saïx con una lamentela di “Schiamazzi notturni sotto forma di risate”.

Axel e Roxas erano a metà strada tra il ring di sabbia e l’università, entrambi molto tesi.
- Mi spiace di non poter essere lì a fare il tifo per te – disse Roxas.
- Questo è precisamente quello che dovrei dire io – ribattè Axel – Ma almeno togliendomi l’esame oggi sarò sicuro di poter assistere al resto delle tue gare –
- Nel caso superassi le eliminatorie, vuoi dire –
- Ho la massima fiducia in te –
- E io in te –
- In bocca al lupo! – esclamarono all’unisono.
Dopodiché uno, tracolla in spalla, si diresse verso l’ateneo mentre l’altro si avviò dalla parte opposta, pronto a sgomitare per emergere tra la folla dei partecipanti al torneo.

Axel guardò scoraggiato la folla in aula. Non poteva crederci, volevano dare tutti l’esame quel giorno? Si afferrò la testa con entrambe le mani: di questo passo si sarebbe davvero perso tutte le eliminatorie, erano lì già da due ore e adesso il professore aveva avuto la geniale idea di fare una pausa caffè e fumarsi anche una sigaretta. Non che non ne avesse il diritto, povero diavolo, anche Axel si sarebbe stancato a morte a sentirsi ripetere sempre le stesse cose, ma la tensione lo stava uccidendo. Strizzò gli occhi e si massaggiò con vigore le tempie.
- Sembri nervoso – fece una voce pacata accanto a lui e il rosso sospirò, senza aprire gli occhi.
- Puoi scommetterci, amico, ho un sacco per la testa, non vedo l’ora di togliermi questo esame. Sai, per quanto la materia possa essere affascinante e il prof un mito mi sto comunque consumando lo stomaco per… ma tu come mai sembri così tranquillo? –
- Forse perché io non devo preoccuparmi delle domande e del voto, solo guardarvi sudare freddo – rispose la voce, decisamente divertita.
Axel spalancò gli occhi e guardò terrorizzato l’insegnante.
- Professore, mi scusi, se avessi saputo non mi sarei mai permesso di… -
- Di fare cosa? Darmi del tu o parlare in tutta franchezza? Rilassati, amico. Tu sei il prossimo, ma sappi che non ci andrò leggero… uhm… -
- Axel Flame –
- Ma tu guarda, proprio lo statino che avevo pescato – ridacchiò l’uomo, mentendo spudoratamente e lo sapevano entrambi.
L’esame fu effettivamente molto impegnativo e il professore gli fece un paio di domande a trabocchetto, cui Axel rispose quasi rabbiosamente, ma andò piuttosto bene e il giovane uscì in tutta fretta dall’aula, cercando di ricordarsi la strada più breve per il ring di sabbia.
Quando finalmente arrivò, trovò l’area stipata di persone che chiacchieravano, ridevano, gridavano e incoraggiavano – o sbeffeggiavano – i partecipanti. Si fece largo tra la folla per arrivare vicino al palco, ignorando alcune rumorose proteste, troppo impegnato nella ricerca di qualche viso conosciuto. Fortunatamente furono gli altri a trovare lui.
Tidus e Sora gli corsero incontro – o, per meglio dire, sgusciarono come anguille nel mare di gente – con aria molto eccitata.
- Sora, Tidus! Datemi notizie! –
- Abbiamo superato le eliminatorie, siamo nei quarti di finale! – sbraitò Tidus, mentre Sora gli saltellava accanto, incapace di star fermo.
- Tutti? –
- Beh, tranne Roxas e Riku che… -
- NON CI CREDO, NON È ASSOLUTAMENTE POSSIBILE CHE ROX SIA STATO ELIMINATO! –
- No, Axel, non è così! È solo nell’ultimo turno delle eliminatorie, tra poco ci saranno gli incontri finali! –
Axel sospirò sollevato.
- Chi altro è passato oltre voi ed Hayner? –
- Un tipo coi capelli rossi, un bruno enorme e un biondo che passa ogni anno – rispose Tidus mentre raggiungevano gli altri.
Axel fece per chiedere se gli ultimi due fossero Rai e Seifer, ma in quel momento un familiare uomo panciuto salì sul palco e le chiacchiere si spensero.
- Per favore, i concorrenti rimasti del gruppo D mi raggiungano sul palco –
I cinque ragazzi lo raggiunsero cautamente, tutti evidentemente perplessi.
- Vi chiederete dove sia il sesto sfidante dell’ultimo gruppo. Ebbene, sono spiacente di annunciare che per problemi di natura personale si è ritirato, appena pochi minuti fa –
Mormorii sdegnati eruppero dagli spettatori. Roxas e Riku si scambiarono un’occhiata interrogativa.
- Ovviamente – proseguì l’uomo – questo ci porrebbe in difficoltà, perché uno di questi baldi giovani rimarrebbe senza avversario. Quindi anticiperemo la fase del “Tutti contro tutti”. Ciò vuol dire che ne rimarranno solo due. Siete pronti? – Cinque cenni d’assenso – E allora let’s… -
- STRUGGLE! – urlò la folla.
Axel fu sconcertato nel rendersi conto che Riku e Roxas si erano gettati l’uno contro l’altro, gli occhi che sprizzavano scintille. Non si sorprese che gli altri se ne tenessero alla larga e lottassero tra loro. Si guardò intorno; gli altri del gruppo non sembravano minimamente sorpresi del comportamento dei due e Axel capì: gli amici, sapendo di essere in inferiorità numerica, stavano prendendo tempo per poter ingaggiare un duello alla pari e si “scontravano” tra loro tenendo al minimo le proprie forze. Infatti appena uno degli altri concorrenti fu dichiarato fuori gioco, Riku e Roxas si posizionarono fianco a fianco per fronteggiare i due rimasti, che fecero due smorfie identiche e decisero a loro volta di allearsi.
Parvero concentrarsi soprattutto su Riku, che a quanto pareva era visto come la minaccia maggiore; ma Roxas intercettò alcuni dei colpi che avrebbero potuto farlo cadere dal ring, rispedendoli agli avversari.
Finalmente sul palco rimasero solo lui e Riku e l’arbitro annunciò il risultato e i concorrenti partecipanti alle fasi successive del torneo, mentre la folla ruggiva impazzita.
- Roxas, Riku! Ben fatto! – esclamò Axel con un gran sorriso quando finalmente il grosso della folla si disperse.
Roxas parve piacevolmente sorpreso e, incurante di tutto e tutti, gli saltò al collo e iniziò a blaterare.
- Ax! Sei qui, non posso crederci! Com’è andato l’esame? È stato difficile? Quanto hai preso? Che domande ti hanno fatto? Quanta gente c’era in aula? Ci hai visti lì sopra? Sai che siamo passati tutti, anche Tidus? È stato grande, il mio fratellino! Ma insomma, perché non dici niente?!
Axel aveva avuto a malapena il tempo di ricambiare l’abbraccio e sollevare il biondo esagitato come fosse un bambino piccolo, prima che il fiume in piena di domande lo investisse.
- Whoa, whoa, Rox! Calmati, mi sembri Sora! –
- Ehi, sono proprio qui! – fece il diretto interessato, come se lui non si fosse comportato nella stessa identica maniera con Kairi, appena sceso dal palco.
Tidus invece spostò lo sguardo dall’uno all’altro, decisamente contento della reazione di Axel e di come si stava comportando nei confronti del fratello e non riuscì a resistere alla tentazione di prenderli in giro. E, chissà, forse perfino dare una mano a Roxy… a modo suo, ovviamente.
- Voi due siete così gay – commentò con un sorrisetto.
Roxas aveva  ancora le gambe avvolte intorno alla vita sottile di Axel, ma si guardò cautamente intorno: tutta la folla era sparita da quella zona e la gente rimasta non stava facendo caso a loro.
Sorrise malandrino al fratello e baciò appassionatamente il suo ragazzo che, dopo un attimo di incertezza, iniziò a ricambiare.
Tidus dovette combattere contro l’impulso sempre più forte di sedersi in un angolo, le ginocchia contro il petto e dondolarsi avanti e indietro mormorando “Fateli smettere, fateli smettere, fateli smettere!”. Invece tutto quello che uscì dalla sua bocca fu un “Oh. Mio. Dio!”.
Axel e Roxas si separarono con un piccolo rumore umido, imbarazzati e Axel mise giù il suo piccolo biondo, che borbottò tra sé qualcosa riguardo ai suoi e a qualcosa da dover fare al più presto.

Quella sera stessa, a cena, Roxas decise di prendere il toro per le corna. Ora che si era deciso niente l’avrebbe fermato. No, neanche il potenziale spreco di cibo.
- Ehi, mamma, papà? –
- Mh? –
- E se… ehm… e se vi dicessi che mi piace qualcuno? –
Tidus tossicchiò e Roxas gli diede un calcetto sotto il tavolo.
- Beh… uhm… Buona fortuna, credo – fece suo padre, a disagio. Come ci si comportava con un figlio gay adolescente che confessava una cosa del genere?
- E se vi dicessi che non ho bisogno di fortuna perché lui mi ricambia? –
- Allora buon per te, Rox –
- Grazie. E… ehm… se vi dicessi che è un po’ più grande di me? –
Sua madre posò la forchetta e lo guardò con apprensione.
- Quanto più grande? –
- Un po’ –
- Un po’ quanto? –
Roxas fissò il proprio piatto e non rispose. Ecco che si arrivava alla parte difficile.
- Roxas. Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Stai uscendo con un adulto? Oh, ti prego, dimmi che non stiamo parlando di quell’uomo con un occhio solo che abbiamo incontrato al ristorante, quello che ti ha chiamato “tigre” –
Questo riscosse Roxas dal suo torpore.
- Xigbar? Oh, no! Diamine, no!
- Roxas! – sibilò Tidus – Falla finita e diglielo prima che ci ritroviamo orfani di madre! –
- D’accordo. Sette anni di differenza –
Roxas chiuse gli occhi e aspettò l’esplosione, che però non venne.
- Beh – disse lentamente sua madre, pur sembrando ancora preoccupata – Suppongo che sette anni siano una differenza d’età ragionevole, considerando che sei maggiorenne e tutto. Cerca solo di assicurarti che lui non voglia, sai, usarti
- Mamma! – esclamò Roxas, indignato – Axel non mi farebbe mai una cosa del… - ma il ragazzo spalancò gli occhi e si schiaffò entrambe le mani sulla bocca: non aveva intenzione di dire chi era il suo ragazzo. Non ancora, almeno.
I suoi genitori lo fissarono a bocca aperta. Eric scosse la testa e continuò ad aprire e chiudere la bocca come un pesce fuor d’acqua.
- Axel? – sussurrò infine, sgomento.
Cynthia ghignò trionfante.
- Visto? Axel è gay. Mi devi 500 munny –
- Dannazione! – esclamò Eric. Ed estrasse il portafogli.

- … e mia madre era tutta “Ah! Te l’avevo detto!” e “Almeno Axel sembra un bravo ragazzo, approvo”. E mio padre era tutto “Accidenti, i miei 500 munny!” e “Ma è così virile!” –
Lacrime scendevano copiose dal viso di Axel mentre rideva, accasciato sulla panchina del parco in cui erano seduti. Gli faceva male la pancia e sperò che Roxas non avesse altre imitazioni dei suoi da fare, perché era già senza fiato.
Gli ci volle qualche minuto per calmarsi, comunque: la risata isterica non era dovuta solo allo strano scambio di battute tra i genitori del biondo e al fatto che avessero scommesso sulla sua sessualità, ma anche dal sollievo stesso della loro reazione pacata – senza contare il fatto che Cynthia avesse pensato a Xigbar, in un primo momento, anche quello faceva sbellicare! Xigbar con Roxas, quella sì che era bella!

Axel camminava allegro per le vie del centro, in cerca di ispirazione per un regalino a Roxas, un pensiero di congratulazioni da dargli in caso di vittoria. O da dargli in ogni caso, non lo sapeva ancora.
All’improvviso una voce sgradevolmente familiare attirò la sua attenzione.
Marluxia gli andava inconsapevolmente incontro, immerso in una fitta conversazione telefonica. Una volta stabilito un riluttante contatto visivo entrambi si immobilizzarono e Marluxia chiuse di scatto il cellulare, senza preoccuparsi di dare preavviso al proprio interlocutore.
- Marluxia –
- Axel –
- Morivo dalla voglia di fare due chiacchiere con te a tu per tu – disse Axel in tono pericolosamente dolce.
- Scusa, Rosso, non sei il mio tipo –
- No, non lo sono. Pare che il tuo tipo siano i ragazzini biondi quindici anni più piccoli di te… Come Roxas
Con sua gran sorpresa Marluxia fece una smorfia sentendo quel nome e sospirò pesantemente.
- Credo di essere stato punito abbastanza per il mio debole nei suoi confronti. E comunque a te cosa importa se ci provo con lui? – fece un sorrisetto – Certo mi sarebbe piaciuto togliermi lo sfizio di portarmelo sotto la doccia e… -
Ma Marluxia non potè finire la frase perché si ritrovò inchiodato al muro più vicino con un avambraccio muscoloso che gli premeva dolorosamente contro la gola.
Accidenti, stavo solo scherzando! – mormorò rabbiosamente, cercando invano di scrollarsi l’altro di dosso – Mi credi davvero così perverso da violentare qualcuno?! –
- In ogni caso – ringhiò Axel con malcelata ferocia – Lascia stare Roxas. E per la cronaca, hai presente quando ti ha detto di essere già impegnato? –
Marluxia annuì, anche se con una certa difficoltà.
Parlava di me! Quindi stagli alla larga e se proprio devi parlare con lui, mi aspetto un tono rispettoso e niente battute a doppio senso o nomignoli. Sono stato chiaro?
Marluxia annuì freneticamente e Axel lo lasciò libero, ma per buona misura gli diede un gran pugno nello stomaco che lo fece piegare in due, lottando per riprendere fiato. Dopodiché il rosso se ne andò senza voltarsi indietro, canticchiando qualcosa che assomigliava a “We all live in a yellow submarine…”, facendo seriamente pensare al più grande che fosse bipolare o qualcosa del genere.

Era un’assolata domenica di metà settembre e quel giorno si sarebbe concluso il torneo annuale di Struggle. I concorrenti erano riuniti davanti al tabellone principale e stavano guardando increduli gli abbinamenti.
- Io sono il primo contro Seifer – commentò Sora sottovoce – Chi è Seifer? –
- Il biondo che arriva ogni anno in finale. Sei sfortunato, So – rispose Roxas, che sembrava piuttosto abbattuto: lui avrebbe affrontato Hayner.
- Beh, farò comunque del mio meglio –
- Lo stesso vale per me! – esclamò grintosamente Tidus, occhieggiando il suo avversario dai capelli rossi.
- Quel Rai sembra un osso duro – Riku sembrava nervoso.
- Non farti intimidire, per essere forte lo è, ma è anche lento e si lascia cogliere di sorpresa facilmente – spifferò Roxas.
- E tu come lo sai? –
- L’ho battuto una volta –
Gli incontri di quelle ultime fasi avrebbero avuto un tempo massimo di 10 minuti ognuna e 30 minuti di pausa tra un incontro e l’altro per permettere ai partecipanti di riprendere fiato. Ciò voleva dire che se non ci fossero stati ritardi il tutto si sarebbe concluso entro mezzogiorno o giù di lì.
- Non trattenerti, Roxas – disse Hayner – Ricorda il nostro obiettivo: quel trofeo nel nostro ritrovo. Ciò vuol dire che solo i più in gamba di noi devono passare, se vogliamo avere possibilità –
- Puoi scommetterci, quel trofeo deve essere nostro! –

Axel guardò i quarti di finale insieme ai suoi amici e a quelli di Roxas, anche se ormai era piuttosto inutile fare quella distinzione, dato che passavano tutti un sacco di tempo insieme, nonostante la differenza d’età.
Sora fu sconfitto da Seifer, con suo grande disappunto. In compenso Riku eliminò Rai senza troppe difficoltà, grazie alle utili dritte di Roxas.
Ogni incontro era di norma preceduto da una stretta di mano tra gli sfidanti, ma Hayner e Roxas preferirono appoggiare i propri avambracci destri l’uno contro l’altro, con identiche espressioni intense e complici sul viso, entrambi estremamente determinati. E ad Axel, che li stava guardando con attenzione, venne in mente quella foto appesa in camera di Roxas e si ritrovò a sussurrare sorridendo.
- È una promessa –
- Sì, è quello che dicono sempre quando assumono quella posizione – disse Olette, tutta intenerita – E se non lo dicono è comunque quello che intendono –
E forse fu proprio per questa loro complicità che Hayner non sembrò affatto deluso quando fu sconfitto dal proprio migliore amico.
Tidus invece sembrò decisamente scornato quando il suo rivale, un tipo di nome Wakka, fu dichiarato vincitore in sua vece per una manciata di punti. Ma il ragazzo non era affatto tipo da tenere il muso, tutt’altro; i due si presero subito in simpatia e parlottarono allegramente per tutto il tempo fino all’inizio delle semifinali.
- Il mio prossimo avversario è il piccoletto? – si lamentò scherzosamente il rosso – Dov’è il gusto della sfida? –
- Ti troverai davanti un boccone anche troppo saporito se lo sottovaluti – rise Tidus, difendendo Roxas – E credimi, parlo per esperienza personale! –
- Perché, lo conosci? –
- È mio fratello –
Riku era deciso a “vendicare” Sora, ma Seifer si limitò a parare molti dei suoi colpi come se fosse un gioco da bambini.
- Sei più in gamba di quanto pensassi – disse ansimando leggermente – Ma questo non ti farà vincere –
E con un gran fendente della sua mazza, Riku era fuori combattimento.
- Accidenti – sibilò rialzandosi e raggiungendo gli amici, che cercarono di tirargli su il morale – Roxas farà meglio ad arrivare in finale, ormai è la nostra ultima risorsa! –
Axel guardò preoccupato verso il palco: sapeva che il suo biondo era in gamba, ma Seifer sembrava decisamente in splendida forma ed era effettivamente più forte di quanto avesse mostrato il giorno dell’iscrizione.

Roxas schivò un colpo diretto alla sua testa e tre delle palline che ricoprivano il suo elmetto caddero rumorosamente. Sorrise divertito: il suo avversario aveva uno stile molto interessante. Si concesse tre interi, preziosi minuti giocando in difesa e tenendo le sue forze sotto controllo per studiarlo, perdendo un’altra manciata di sfere , mentre quelle arancioni di Wakka erano ancora tutte al loro posto.
- Niente male – disse in tono di sincera ammirazione al suo avversario – Ma non posso permettermi di lasciarti vincere. Guarda questo, eh? –
E con pochi, delicati colpi di mazza tutte le palline arancione scuro erano per terra. L’arbitro fischiò.
- Amico, è stato forte! – esclamò Wakka ridendo e porgendogli una manona, che Roxas strinse sorridendo – Buona fortuna per la finale! E, detto tra noi, meglio tu che io, non ero così ansioso di vedermela con Seifer –
Wakka si allontanò, diretto verso Tidus. Roxas continuò a sorridere, gli piacevano le sfide.
Dato che i concorrenti ancora in gioco non erano autorizzati ad andare in mezzo al pubblico, Roxas fu costretto a passare il tempo di ripresa con Seifer, che non perse occasione per stuzzicarlo, usando frasi provocatorie come “Mi sono proprio divertito ad eliminare i tuoi amichetti” o “Spero che tu valga qualcosa con quella mazza in mano. Ma d’altra parte dovresti ben saperci fare con le mazze, non è così?”.
Roxas sorrise divertito all’ultima battuta – se non fosse stato così ottuso e stronzo, Seifer non sarebbe stato male da frequentare, seppur solo platonicamente – e rispose per le rime.
- Beh, può darsi. Comunque per essere arrivato fin qui vuol dire che anche tu hai una certa familiarità con le mazze. Ma forse, per essere così acido, tu usi solo la tua personale da troppo tempo –
I due udirono una risatina e si voltarono, ma non videro nessuno. Poi qualcuno strillò “Setzer!” e all’improvviso il nome fu ripetuto ancora e ancora, in una sorta di cantilena che si trasformò ben presto in un coro da stadio, mentre il giudice di gara annunciava che il finalista vincitore avrebbe avuto la possibilità di affrontare il campione in carica, Setzer.
Una volta sul palco, i due biondi si strinsero la mano.
- Vinca il migliore, Seifer –
- Lo farò di certo* -
E Seifer avrebbe potuto giurare di aver sentito qualcuno tra la folla mormorare “Che razza di sbruffone!”, ma non se ne curò. Né diede granchè credito alle capacità del più giovane, nonostante fosse riuscito ad arrivare in finale durante il suo primo torneo. Era troppo sicuro di sé, per questo.
E gli andò anche piuttosto bene, all’inizio, perché costrinse quasi subito l’altro in una posizione di difesa, ma quando si buttò a capofitto in un attacco, Roxas lo schivò all’ultimo momento, con una repentina capriola all’indietro bilanciata solo sulla mano sinistra, un trucchetto che aveva impiegato settimane per perfezionare, facendosi aiutare da Sora, all’insaputa di Axel.
Quest’ultimo sentì improvvisamente il proprio viso diventare bollente perché la flessibilità del suo ragazzo gli aveva fatto venire in mente pensieri che di casto e puro non avevamo assolutamente niente. Ma non ci si soffermò a lungo perché il piccolo biondo era scattato in avanti con agilità felina e aveva fatto cadere gran parte delle palline gialle dall’armatura di Seifer, che ringhiò e si gettò di nuovo all’attacco. Peccato solo che il tempo a disposizione per il combattimento fosse scaduto…
L’arbitro annunciò a gran voce il risultato – in tono decisamente incredulo – e gli amici del biondo gridarono ripetutamente il suo nome, spingendo altri in mezzo al pubblico a fare lo stesso.
- Roxas, Roxas, Roxas! –
Tutto il resto successe molto in fretta. In men che non si dica Roxas era di nuovo su quel palco, faccia a faccia con il campione.
- Ehi, pesomorto, che ne dici di regalarmi l’incontro? Lasciami vincere e non te ne pentirai – sussurrò Setzer, un uomo dai capelli argentei sui trent’anni.
- Ma fammi il piacere! – sbottò Roxas.
Anche se non avesse promesso ai suoi amici di dare il massimo non si sarebbe mai abbassato a una cosa del genere. Se davvero doveva perdere, preferiva che ciò accadesse in un vero combattimento.
- Tutto ciò che pensi sia giusto è sbagliato –
Ma Roxas non si lasciò confondere e l’uomo fu battuto con una facilità che lo sbalordì. Setzer scese dal palco rosso e decisamente umiliato mentre la folla tuonava il nome di Roxas e l’organizzatore del torneo gli consegnava il trofeo e un cinturone.
Dopodiché i suoi amici invasero il palco e Roxas si ritrovò sollevato a un metro da terra, sostenuto da più braccia di quante ne riuscisse a contare, la folla urlante ai suoi piedi, la Cintura Master legata in vita e le braccia alzate in segno di trionfo che reggevano il pesante trofeo dai quattro cristalli lucenti.
Si accorse solo vagamente che Demyx, Hayner, Sora , Axel e Pence stavano cantando a squarciagola.
- You are the champion, our friend! And you kept on fighting ‘till the end! You are the champion, you are the champion! No time for losers, ‘cause you are the champion… of the town!

- Come promesso – disse Roxas più tardi quel giorno.
Posizionò il trofeo nel ritrovo, su una mensola davanti alla piccola finestra. I quattro cristalli brillarono alla luce del sole.


* Chi ha capito questa citazione? Non viene dal gioco (anche se in KH2 c'è una battuta simile da parte del tipo panciuto), ma da un film della Disney-Pixar. se lo indovinate avrete la mia stima a vita! ^^

Ecco il capitolo del torneo e la vendetta di Axel nei confronti di Marluxia. So che alcuni di voi c'erano un po' rimasti male che Axel non avesse ridotto il pedo-gay a una polpetta, ma non l'aveva fatto su richiesta di Roxas e per rispetto a Lexaeus. E dato che in quest'occasione non c'era nessuno dei due il nostro rosso preferito ha colto la palla al balzo! Del resto questa scena mi è venuta in mente ancor prima di quella in cui Marluxia cerca di baciare Roxas, quindi non potevo non inserirla da qualche parte...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere!
A presto! ^^
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: bambolinazzurra