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Autore: someonelikecris    14/09/2012    4 recensioni
Tanti lo dicono e Harry è il primo a crederci, il loro è un amore che è sempre stato tutto frutto del destino. Quando Harry lo racconta al più grande lui ride e gli dice di non essere ridicolo, ma il riccio riesce sempre a vedere i suoi occhi lucidi, riesce ancora a sentire il cuore del castano perdere un battito al suono della parola 'destino'.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Won't stop 'til it's over, won't stop to surrender.
 
 
Nonostante fossero passati più di due mesi, quella scena era ogni giorno davanti agli occhi verdi del riccio.
Non lo aveva mollato un attimo, quasi non lo lasciava respirare a volte.
Tutto il mondo pareva essergli crollato addosso e sembrava che nessuno lo stesse aiutando a rialzarsi.
Ogni respiro che prendeva pareva portarlo sempre più vicino al crollo nervoso che tutti si erano aspettati da lui, rimanendo forse delusi, perchè da quel giorno Harry si era chiuso in un silenzio desolante, doloroso.
Non era più il diciottenne felice e sorridente che tutti conoscevano e il mondo ormai cominciava ad accorgersene.
Il suo sogno lo stava distruggendo, lo trascinava verso un abisso azzurro chiaro, cristallino, proprio come i suoi occhi, gli occhi della ragione di tutto quel dolore.
Harry si buttò sul divano della sua nuova casa, abitava con Zayn adesso, più di una sera il moro aveva provato a trascinarlo in giro, per provare a distrarlo, tutte quelle sere i due erano finiti a guardare un film su quello stesso divano.
Zayn era un buon amico e Harry sentiva la sua preoccupazione crescere di giorno in giorno, proprio come sentiva quella di Liam e Niall.
Louis non riusciva più a sentirlo, non riusciva più ad avvertire quella presenza così importante accanto a se', dov'era finito tutto quel calore?
Harry chiuse gli occhi e lasciò che la mentre tornasse a quel giorno, per quanto ancora facesse male non poteva farne a meno, quel giorno aveva baciato Louis per l'ultima volta.
 
 
 

Era una giornata fresca e soleggiata a New York e i One Direction stavano per essere intervistati per l'ennesima volta da una giovane ed inesperta giornalista televisiva.
In quei giorni il rapporto di Louis e Harry era sereno, limpido, quasi tranquillo a dirla tutta. I due si amavano, davvero, nessuno avrebbe potuto negarlo. Parecchie volte in quei giorni infatti era stato difficile nascondere tutto quanto, cercare di far passare inosservati i loro sguardi, i loro gesti, ma per quanto i manager si sforzassero, gli occhi di tutto il mondo rimanevano incollati su quei due.
Harry aveva una strana sensazione nello stomaco da più di una settimana, sentiva che qualcosa stava cambiando e non vedeva l'ora di scoprire cosa. Lui e Louis si erano ritrovati sempre più spesso ad immaginare il loro coming out tra coccole e lenzuola. Tutti e due sapevano che il momento era alle porte, soprattutto ora che avevano il pieno appoggio degli altri tre. 
"Vi staremo accanto comunque vada, siamo una squadra" i tre avevano scritto su un bigliettino lasciandolo sulla porta dei due il giorno del loro anniversario.
Quel foglietto giaceva al sicuro nel portafoglio di Harry adesso.
"Ok ragazzi" un tecnico si avvicinò al gruppo e tese loro le domande dell'intervista "Queste sono le domande in scaletta"
Louis le scorse velocemente, erano più o meno le stesse di sempre, fino a quando una catturò la sua attenzione.
"Baceresti mai un componente della band?" Louis gemette e poggiò il dito su quella penultima riga, a quanto pare nessuno ci era ancora arrivato.
Il verde degli occhi di Harry guizzò subito su Louis che lo fissava senza dire una parola.
"E' ora" disse Zayn sottovoce, una piccola nota di panico nella sua voce.
"Ora o mai più" continuò Niall.
"Si, nessuno potrà fermarvi, è tutto in diretta.." aggiunse Liam continuando ad osservare il foglio.
Harry avrebbe voluto soffocare di abbracci quei tre, tornò a guardare Louis, aveva gli occhi lucidi.
"Boo?" lo richiamò il riccio.
"Oddio" riuscì a sussurrare il più grande.
"Lo baci in diretta nazionale ed è fatta" disse Zayn posando una mano sulla spalla di Louis "Sono giorni che ne parliamo, ormai l'hanno capito tutti, tocca a voi"
Il più grande tornò a guardare Harry, il riccio aveva gli occhi lucidi e la solita smorfia del panico dipinta sul viso. "Ora o mai più?" gli chiese.
Tutti si girarono a guardare Harry. Tutto d'un tratto la sua lingua era diventata un mattone, il respiro si stava facendo irregolare e cominciava a sentire un caldo non umano. Strinse il pugno che aveva in tasca, guardò Louis "Ora o mai più, Boo" disse con un filo di voce.
L'intervista scorreva tranquilla agli occhi del mondo ma nella mente di Louis il panico si irradiava lentamente, lasciandolo senza fiato qualche volta.
Sentiva lo sguardo di Harry addosso bruciare più del sale su una ferita aperta. Cosa sarebbe successo loro dopo quel giorno? Sarebbero stati tartassati? Presi in giro? Denigrati? Avrebbero perso fan? Forse, probabilmente. I manager avrebbero smesso di pagare le radio per trasmetterli, non avrebbero più pagato niente, li avrebbero mollati, sicuro. Il suo sogno sarebbe andato in mille pezzi, ma Harry era proprio lì accanto a lui, quel ragazzo che contava quanto la sua vita. Gli occhi di Louis cominciarono a pizzicare forte quando quella domanda lo riportò alla realtà. 
"Wow, che domanda...strana!" esclamò la giovane bionda "Ragazzi, bacereste mai un membro della band?"
Il corpo di Louis si paralizzò, come il suo respiro. Il più grande sentì il riccio muoversi accanto a lui, così si girò, pronto ad accogliere il bacio che avrebbe cambiato tutto per sempre.
Harry si stava avvicinando ma a quel punto tutto il panico del più grande agì al posto suo.
Louis si scansò e rise nervosamente, buttandola sul divertente. Tutto il pubblico rise di Harry, compresa la giornalista. 
Harry non riuscì nemmeno a fingere un risolino.
Il più grande sentì gli sguardi dei compagni addosso, quello di Harry in particolare lo stava uccidendo.
Cosa diamine aveva combinato?
Quando l'intervista finalmente finì, il riccio scappò lontano dai quattro rinchiudendosi nel suo camerino.
Louis gli corse dietro ma tutto quello che ricevette fu una porta sbattuta sul naso. "Harry!" urlò sbattendo un pugno contro la porta.
"Va' al diavolo Louis" si sentì dire da dietro quella porta.
"Non fare il ragazzino e apri questa porta, non farmi urlare.."
"Che ci sentissero! Che lo venissero a scoprire da soli a questo punto, ho voglia di ucciderti in questo momento!" quelle parole fecero perdere un battito al più grande. Aveva combinato il casino più grande della storia. "Aprì la porta!" ripetè.
"No!"
"La butto giù Harry, ti giuro che lo faccio"
"Le tue promesse non valgono niente, niente!" continuò a urlare il riccio contro quella porta bianca.
Con tutta la forza e il nervosismo che aveva in corpo, Louis gettò la sua spalla contro la porta e riuscì senza nemmeno crederci ad aprirla.
Quando vide quegli occhi verdi tremendamente cerchiati di rosso il suo cuore sprofondò in un abisso senza fine.
"Hai rovinato tutto" disse il riccio girandosi di spalle. Odiava essere visto mentre piangeva, soprattutto da Louis.
"Era la nostra fottutissima occasione e tu hai buttato tutto al vento.."
"Harry..io, non so perchè l'ho fatto, ma..hai pensato a tutto quello che perderemmo?"
"Credi che io non ci pensi ogni giorno? Sono disposto a perdere tutto, a vivere sotto un ponte pur di stare con te, idiota! Ma a quanto pare tu no.."
"Come ti salta in mente che io.."
"Vuoi sapere cosa hai perso oggi?" chiese Harry girandosi, quasi meccanicamente "Hai perso me" si avviò verso la porta e il più grande lo lasciò uscire, scioccato.
 
 
 

Louis giaceva sul divano di quella casa ormai troppo vuota per lui guardando distrattamente la televisione.
Era come se da quel maledetto giorno tutto avesse perso colore, vita, luce, calore. Come se il tempo si fosse congelato.
Nemmeno lui era più il Louis di una volta, il ragazzo era come invecchiato tutto in un colpo.
Le occhiaie scure sotto gli occhi erano sempre più marcate e contrastavano spaventosamente con quell'azzurro limpido ormai spento.
Molti giorni non faceva altro che starsene su quel divano intento a guardare la tv e a sgranocchiare patatine.
Sarebbe morto di fame se un angelo biondo chiamato Niall non gli avesse fatto la spesa ogni tanto.
I ragazzi lo avevano capito, consolato, non lo avevano lasciato solo, ma al più grande non erano di certo sfuggiti alcuni sguardi carichi di risentimento.
Non aveva notizie di Harry da settimane, tutto quello che sapeva era che viveva con Zayn, non molto lontano da lui fisicamente.
Ma i loro cuori erano lontani ormai, dispersi nei mari dell'ingiustizia, naufraghi.
Il risentimento aveva divorato tutta la vivacità del ventenne rendendolo tutto quello che Louis non avrebbe mai voluto essere: spento e noioso.
Il gruppo era fermo da qualche mese ormai, si erano presi finalmente una bella pausa da tutta quella notorietà.
Louis ricordò come aveva pianificato ogni singolo giorno di quei mesi con Harry. Avevano intenzione di viaggiare, fare l'amore, vedere l'alba, fare l'amore, fare nuove esperienze, lontani da tutti, amarsi, semplicemente, come avevano sempre fatto e come forse non avrebbero fatto mai più; perchè per quanto Louis amasse il riccio, il loro amore non sarebbe mai più potuto essere quello che era ai tempi di x factor: puro.
Il loro era un amore malato, contaminato da ingiustizia, gelosia, gemiti strozzati e nascosti in camere d'albergo sempre più lussuose, piccoli attimi di piacere seguiti immediatamente da litigate sempre più frequenti e furibonde.
Eppure prima di quella maledetta intervista erano così sereni, innamorati, persi.
Il castano sentì gli occhi pizzicare, non avrebbe pianto, se lo era imposto, non ne poteva più di affogare tra quelle goccioline salate.
Afferrò il telecomando e decise di cambiare finalmente canale, era stanco di quei polizeschi e poi era arrivato a conoscere a memoria tutte le serie di CSI, non c'era più gusto. Fece un po' di zapping fino a quando i suoi occhi non si posarono su una brunetta che cantava in un vestitino gonfio con un ragazzo alto e allampanato. Cos'era? Una gara di canto coreografato? Ah no, era quel famoso glee di cui tutti quanti non facevano altro che parlare. La passione di Louis per i musical in quel momento stava facendo i salti mortali.
Louis decise di concentrarsi interamente su quella canzone anche se sapeva veramente poco della storia di quei ragazzi.
Quante volte una canzone riesce a parlare meglio delle persone?
"I close my eyes, I look away, that's just because I'm not okay" la voce della brunetta stava sciogliendo lentamente tutte le forze di Louis ma no, non avrebbe cambiato canale "But I hold on, I stay strong, wondering if we still belong.." si appartenevano ancora? Si sarebbero mai amati di nuovo? Louis cominciò a sentire piccole goccie solcargli le guance.
"Will we ever say the words we're feeling, reach out underneath and tear down all the walls" Louis si mise a sedere sentendo l'adrenalina ricominciare a scorrergli nelle vene, sarebbero mai tornati a parlarsi a cuore aperto? "Will we ever have our happy ending? Or will we forever only be pretending?" dove si era nascosta quella canzone per tutto questo tempo? Avrebbero mai avuto questo fottuto lieto fine o avrebbero continuato a soffrire, a fingere di non amarsi e di potercela fare l'uno senza l'altro? "Keeping secrets safe, every move we make, seems like no one's letting go" continuavano a cantare i due mentre Louis sentiva le braccia ricominciare a riprendere forza "And it's such a shame" cantò la brunetta "'Cause if you feel the same how am I supposed to know?"
E si, sarebbe stato davvero un peccato sprecare una storia d'amore bella e intensa come la loro.
Louis scattò in piedi senza riuscire più a capire nulla, le mani tra i capelli. Quando tornò a guardare il televisore il ragazzone teneva tra le braccia la brunetta, la baciava.
In quel momento tutto fu chiaro a Louis, senza Harry lui non sarebbe mai più stato lo stesso, non sarebbe stato niente, nemmeno la metà di quello che era stato prima. Harry era il suo ossigeno, troppe volte era la ragione di quel sorriso in cui milioni di gente si era rifugiata, il sorriso di Louis Tomlinson. Senza capire quasi niente Louis si infilò le sue superga bianche super consumate e uscì di casa sbattendosi la porta dietro, non poteva aspettare, aveva atteso fin troppo tempo chiuso in quella casa. Si infilò in macchina e cominciò a giocare con l'acceleratore.
Giunto a casa di Zayn scese dalla macchina come un fulmine e bussò con tutta la sua forza contro quella porta bianca.
Uno Zayn assonnato gli aprì tenendo gli occhi socchiusi. Non appena il moro vide il più grande spalancò gli occhi sentendo il sole colpirlo in pieno viso. "Louis?! Che ci fai qui?"
"Fammi entare Z, devo parlare con Harry"
"Lou, non so se è il caso..lui.."
"Zayn" disse Louis fermo, sapeva che il moro tentava solo di proteggere Harry e gli fu davvero grato per tutto ma se non si fosse levato da quella porta prima di subito Louis non avrebbe esitato a spostarlo di peso. "Devi farmi entrare, è questione di vita o di morte, non ce la faccio più"
Zayn lo squadrò per qualche secondo poi si spostò dall'uscio. "Harry è di sopra in camera sua, ma vi prego non urlate.." Louis non riuscì a sentire il resto della frase, in pochi secondi era già dietro la porta della camera del riccio. Il cuore a mille, lo stomaco rannicchiato su se' stesso.
Prima che potesse bussare la porta si spalancò rivelando un ragazzo in biancheria. Il cuore di Louis perse alcuni battiti, era davvero stato sempre così bello? Il corpo di Harry si irrigidì immediatamente, gli occhi verdi si congelarono.
Louis sentiva la tensione e la sorpresa di Harry riempire tutto il corridoio.
Gli occhi dei due si incatenarono, Louis vide la pupilla del riccio ingrandirsi con una velocità impressionante, quasi divorando tutto quel verde puro.
"Harry.." cominciò il più grande.
"Che ci fai qui?" chiese il riccio con un filo di voce.
"Non ce la faccio più, non possiamo andare avanti così" il castano spinse il più piccolo dentro la stanza che, stanco, non oppose resistenza, Louis chiuse la porta. 
Harry si sedette sul bordo del letto e cominciò a guardarsi le mani, il suo "I can't change" era ancora lì, a prenderlo in giro come ogni giorno, rimandò giù il magone. "Non ho niente da dirti, Lou.."
"Tu non devi dire niente" disse Louis davanti a lui.
Lentamente si avvicinò al riccio e si chinò poggiando le mani sulle ginocchia del più piccolo.
I brividi percorsero la schiena di Harry a quel semplice tocco, il cuore ricominciò a partire in quarta come non faceva da troppo tempo.
Perchè diamine la ragione doveva essere sempre quello stupido ragazzo?
"Non ho voglia di litigare.." cominciò il riccio "Sono stanco di tutto questo, davvero, è meglio che tu vada"
Harry continuava a tenere lo sguardo sulle sue mani, se solo avesse visto gli occhi di Louis sarebbe andato tutto al vento, non avrebbe mai saputo resistere a queli occhi cristallini.
"Stai mentendo" disse schietto il più grande "Quando imparerai che ti conosco meglio di chiunque altro? Che posso prevedere le tue reazioni, le tue parole.." Harry chiuse gli occhi. Non poteva negarlo. "Mi lascerai parlare, e alla fine di tutto deciderai tu cosa fare, Harry, sarai solo tu a decidere, una parola e ti lascerò continuare la tua vita come meglio credi, senza interferire, ok?"
Harry annuì ma sapeva, dentro di lui, che le lacrime stavano arrivando. Louis gli era mancato come l'aria e anche quel giorno, nonostante i pantaloni del pigiama a righe larghi, i capelli disordinati, le occhiaie e quello sguardo spento il ragazzo gli sembrava l'essere umano più bello del mondo.
"Ho fatto un errore, un gigantesco mastodontico errore" cominciò il castano "Non sai quello che darei per tornare indietro, cambiare i fatti, ma non posso, non c'è niente che possa fare perchè tu dimentichi, me ne rendo conto. Non ho avuto le palle di amarti quando dovevo farlo, so solo che io non posso vivere così, che guardarti e sapere che non posso averti mi uccide, mi mancano le tue mani, il tuo corpo contro il mio, le tue fossette, il tuo accento, la tua parlata lenta, i tuoi capelli, diamine quanto mi mancano i tuoi occhi" disse Louis con voce spezzata.
Harry finalmente alzò lo sguardo e guardò il più grande negli occhi. Non mentiva, il dolore di Louis era reale tanto quanto il suo, lo si leggeva in quell'azzurro così spento e vuoto. "Non pensavo che mi avresti mai potuto fare così tanto male, Boo"
Non appena il più grande risentì quel soprannome provenire dalla voce di Harry il suo cuore cominciò a sciogliersi, incredibile quanto le piccole cose possano mancarti. 
Louis afferrò la mano di Harry e ci poggiò la fronte, il riccio si irrigidì un po'.
La verità era che Harry lo aveva perdonato ormai da un pezzo, ma la forza gli era sempre mancata, Louis doveva pagarla in qualche modo.
Non appena il più grande sentì il riccio rilassarsi avvicinò le labbra al suo polso e lasciò un bacio umido su quel tatuaggio, "I can't change".
Harry, senza riflettere, carezzò la guancia del più grande e poi si abbassò a lasciare un bacio sui suoi capelli. I brividi invasero tutti e due.
Louis circondò i fianchi nudi del riccio e lo strinse forte poggiando il viso sulla sua anca.
Piccole lacrime scesero lungo tutte le guance del più piccolo fino a bagnare i capelli fini del castano.
"Avremo mai il nostro lieto fine?" chiese Louis sussurrando, la melodia ricominciò nella sua testa, sentì i brividi ripercorrere nuovamente il riccio "O continueremo a fingere per sempre?" lacrime incandescenti scesero lungo le guance del più grande e bagnarono l'anca del riccio.
Piangevano insieme. "E continueremo sempre a mantenere al sicuro i segreti? Ad ogni mossa che facciamo, sembra che nessuno dei due stia lasciando perdere.." continuò Louis. Stava uscendo tutto fuori, finalmente, il risentimento, il dolore, la paura, erano tutte uscite fuori.
Harry prese dolcemente il viso del castano tra le mani e lo alzò portandolo alle sue labbra.
Dopo mesi quelle labbra si rincontravano, senza mai aver assaggiato altro sapore, si divoravano.
Le mani di Louis furono tra quei ricci morbidi e profumati, lentamente, mentre le mani del più piccolo stringevano i fianchi di Louis come se fossero la sua ancora si salvezza. Il più grande fu su di lui in un attimo e quel giorno fecero l'amore come non lo avevano mai fatto prima. 
Amore, odio, gelosia, rabbia e desiderio si fusero in due corpi.
 
 
 
 

A distanza di anni, quando Harry ripensa a quei momenti gli scappa un risolino.
Quanto erano stati stupidi, come avrebbero mai potuto pensare di perdersi?
Tanti lo dicono e Harry è il primo a crederci, il loro è un amore che è sempre stato tutto frutto del destino. 
Quando Harry lo racconta al più grande lui ride e gli dice di non essere ridicolo, ma il riccio riesce sempre a vedere i suoi occhi lucidi, riesce ancora a sentire il cuore 
 
del castano perdere un battito al suono della parola 'destino'.
Più di dieci anni sono passati da quella famosa mattinata. Il loro coming out fu uno dei più belli della storia.
Dopo cinque anni i ragazzi avevano deciso che era ora di lasciare andare i One Direction e di cominciare ad avere una vita vera.
Il loro ultimo concerto lo tennero in un grandissimo campo, in modo che tutti quanti potessero esserci, e decisero addirittura di non far pagare niente, daltronde i 
 
manager non erano più gli stessi. I ragazzi non avevano organizzato niente di inerente al loro coming out.
Come al solito Louis aveva amato improvvisare. Dopo l'ultima canzone era corso verso il riccio e lo aveva baciato davanti a migliaia di testoline. A Harry mancò il fiato.  La folla si unì in un boato che non decantava altro che amore, appoggio, niente altro che un "noi abbiamo sempre saputo".
"Scusa per il ritardo amore" aveva poi detto Louis al suo orecchio.
"Harry!" un urlo lo richiama al presente.
La cucina è piena di fumo. "Oh merda" sussurra il riccio aprendo il forno e venendo investito da una nube di fumo grigio.
Addio tacchino. Anne non sarebbe stata molto contenta di lui.
"Sei sempre il solito" lo rimproverano due occhi azzurri "Pensavi a me, vero?" dice il più grande avvicinandosi e spingendolo contro il piano cottura. Comincia a baciargli il collo. Certe cose non sarebbero mai cambiate.
"Non cambierai mai" soffia il più grande sul collo del riccio.
Harry ride e si libera, deve trovare un rimedio per la cena o sua madre lo prenderà in giro per l'eternità.
Esiste sempre un lieto fine per chi non smetterà mai di lottare, sempre. 
Harry e Louis ne sono la prova vivente più concreta.




Ok, questa è tutta di quelle due pazze che continuano a sostenermi e a leggere i miei scleri, Deb e Gio', questa è vostra, non vi ho mandato il finale come al solito, perchè ogni buon regalo deve essere una sorpresa.
Vi voglio bene ragazze.
  
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