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Autore: Diana924    14/09/2012    1 recensioni
1700: nel suo esilio francese Maria Beatrice d'Este ripensa alla sua vita, e alle possibilità che suo figlio Giacomo potrebbe avere di riprendersi la corona d'Inghilterra
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Regine e Amanti-Inghilterra'
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Il secolo è appena passato eppure sembra che nemmeno questa volta otterremo ciò che ci spetta di diritto. Non voglio il trono per me, ma per mio marito e per suo figlio, è loro di diritto e prima o poi lo riotterranno. Per me è irrilevante tornare ma lo faccio per loro. Stare qui a Saint Germain non mi pesa quasi più e il re di Francia ha cercato per anni di addolcire il nostro esilio, grazie anche a quella santa della marchesa di Maintenon.

Sono nata Maria Beatrice d’Este a Modena, figlia del duca Alfonso e di sua moglie la duchessa Laura Martinozzi. Il matrimonio dei miei genitori era il risultato degli intrighi dello zio di mia madre, il potente cardinale Giulio Mazzarino e Primo Ministro onnipotente alla corte di Francia. Mia madre, in quanto sorella della nuova principessa di Conti sembrò la più adatta per trattenere il ducato di Modena nell’orbita francese e così fu lei la prescelta.

Si trovò bene a Modena, forse perché sebbene fosse come le sue cugine e quindi amasse il potere era dotata anche di buon cuore e sapeva adattarsi. Il suo fu uno dei matrimoni più riusciti di suo zio il cardinale che in queste cose non aveva fortuna. Mia nonna paterna era una Farnese e credo che a corte tutti abbiano considerato mia madre poco più che una parvenue, ma lei era la moglie del duca e la madre del possibile erede al trono.

Non ho mai conosciuto il mio primo fratello, Francesco morto un anno prima che nascessi; credo che tutti si siano risentiti quando nacqui perché si auguravano un maschio e invece ero nata io, una femmina. Comunque ricevetti come primo nome Maria, in omaggio alla santa vergine e si continuò a sperare che il prossimo fosse maschio. Due anni dopo nacque mio fratello Francesco, chiamato così in onore di mio nonno e del fratello che non conobbi mai. Francesco ora è morto, credo di essere la sola rimasta della mia generazione di Este; ora a Modena c’è mio zio Rinaldo, zio … potrebbe essere mio fratello vista la sua età e sembra che abbia dei figli sani e robusti. Prego Iddio che quando sarà il momento mio figlio trovi tra loro degli utili alleati per riconquistare il trono che gli spetta di diritto.

Di mio padre ho pochissimi ricordi perché morì quando io avevo appena quattro anni e mia madre divenne reggente in attesa che Francesco fosse in grado di governare da solo.

Non ho mai capito se abbia fatto più male che bene a Modena ma ad un certo punto si affidò a mio zio Francesco per avere dell’aiuto, essendo venuto a mancare suo zio il cardinale Giulio a Parigi.

Si comincio a parlare di diversi partiti per me, partiti che dovevano tornare sia a vantaggio di Modena ché di Parigi, soprattutto.

Io non avrei voluto, non desideravo alcuna corona, anche perché sapevo di non esserne degna in quanto la mia famiglia era ormai in declino e pochi ci avrebbero voluti come parenti e come alleati. Avrei preferito divenire suora, sarebbe stato meglio per tutti, per la mia famiglia e per la mia anima, tanto c’era Francesco che avrebbe assicurato la discendenza, io avrei invece servito Dio e la gloria nella mia casata in modo diverso.

   
 
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