Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Saphira_chan    14/09/2012    9 recensioni
Kagome prende qualche giorno di ferie per scoprire la verità sulla morte di una persona a lei cara e si imbatte in un grazioso cottage in cui vive un'anziana vecchia con due misteriosi figli...
...
" Kagome sorrise di fronte alla cordialità della donna, pensando di essere veramente fortunata ad essere capitata lì. Ma qualcun'altro invece, era di tutt’altra opinione... "
...
Una storia di magia e inganno, ma anche ricca di speranza e di amore... fra una bella e giovane ragazza di città e un hanyou imprigionato dalle catene invisibili della foresta millenaria in cui vive.
Buona lettura!! :)
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, izayoi, Kagome, Kikyo, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Timeless Forest - Il luogo senza tempo'
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Quella fu, in assoluto, la notte peggiore della sua vita.
Il dolore al petto non le diede un attimo di pace. Quando si risvegliò, si ritrovò nel proprio letto da sola, coperta malamente.
Di sicuro per il sonno agitato che aveva. Quella macchia violacea le doleva a tal punto che, nonostante stringesse i denti per evitare di urlare e svegliare così qualcuno, aveva emesso cosi tanti di quei gridi strozzati, che dopo qualche minuto le andò via la voce.
Ogni respiro era pura agonia, e pianse più volte dalla frustrazione a causa di quelle fitte che la rodeva come un tarlo, insistentemente e inesorabilmente.
Era in un bagno di sudore e continuava a contorcersi nel letto senza tregua. Tuttavia, in quelle rare volte che Izayoi le faceva visita, si dava un notevole contegno, cercando di evitare di mostrare quanta sofferenza stesse patendo. La donna le disse che, quasi sicuramente, senza essersene accorta, era stata punta da qualche insetto velenoso quel pomeriggio, ma che sicuramente, entro il pomeriggio le sarebbe passato tutto. Kagome, di fronte all’aspettativa di sopportare quelle pene per cosi tante ore si sentì male, ma la vecchia con i soliti suoi sorrisi, la calmava sempre, se cosi si può dire, e poi se ne andava, per poi ritornare dopo qualche oretta.
 
Venne l’alba e Kagome era al limite delle forze. Izayoi sbiancò quando, dopo che ritornò nella sua cameretta, poggiando la mano sulla sua fronte si rese conto che aveva la febbre.
Il maleficio che aveva gettato su di lei era troppo forte… si era lasciata un po’ andare quella notte. L’odio che provava nei suoi confronti l’aveva privata della sua lucidità e quindi aveva commesso un gravissimo errore: certo, lo scopo era quello di farla patire il più possibile, ma farla morire per questo… NO! Sarebbe stata una stupida e un incosciente! Non poteva permettersi che lei morisse!
Cosi corse in cucina, dove le preparò una tisana riparatrice, in modo da diminuire la febbre. Passarono pochi minuti e Izayoi le portò la medicina e quando la febbre cominciò a scendere, tirò un sospiro di sollievo e le sorrise:
- Via, mia cara, ormai il peggio è passato! Forse sentirai un altro po’ di dolore e la febbre potrebbe risalire, ma mai come stanotte. Fidati, prima del tramonto sarai come nuova! –
Kagome, inerme nel letto, le sorrise appena e rispose con un sussurro:
- Grazie signora… vorrei ricambiare tutto questo in qualche modo… -
- No cara! Va bene così! Non devi fare niente per me! – le disse, continuando la farsa, e girandosi verso la porta.
‘ A parte darmi quello che voglio! ’
Guardò il comodino vicino al letto su cui aveva messo una bacinella colma d’acqua fresca, in cui avrebbe dovuto attingere una piccola stoffa, per bagnare la fronte accaldata della giovane.
Anche se era vicina al letto, Kagome non avrebbe mai potuto prenderla… aveva bisogno di qualcuno che, costantemente, le cambiava quel misero pezzo di stoffa.
Insomma, anche se era fuori pericolo, aveva bisogno di queste piccole attenzioni e qualcuno che la medicasse.
Izayoi osservò scettica la bacinella.
‘ Adesso che è fuori pericolo, non è più un mio problema… ‘
E senza dire niente, uscì dalla stanza, lasciando di nuovo da sola la povera Kagome, sostenendo che quella fosse la giusta punizione per aver infatuato il suo unico figlio.
Cosi, presa da un senso di vendetta e dispetto, si avviò verso il salotto, dove si rilassò tutta la mattina e gran parte del pomeriggio, sul divano, poiché anche lei era molto stanca dopo aver lanciato alla sua ospite il maleficio.
 
Il rumore di una porta sbattuta però la svegliò di soprassalto.
Che fosse già riuscita ad alzarsi?? ‘ Impossibile… non può essersi già ripresa… ’ riflesse lei, mentre si metteva a sedere e guardava perplessa e stupita l’ingresso, aspettando il suo arrivo. Ma con sua grande e spiacevole sorpresa, fu Inuyasha ad entrare in salotto. Con un balzo si alzò in piedi, con gli occhi sgranati, come se quello davanti a lui fosse un fantasma. Allo sbigottimento si sostituì però ben presto rabbia e sdegno, in quanto lui aveva tradito un’altra volta le sue regole, il momento in cui aveva messo piede dentro casa nella sua forma semidemoniaca.
Inuyasha, tuttavia non era da meno. Non sembrava importargli delle occhiate di fuoco che sua madre gli stava lanciando. Era infuriato come lei, e quando le distanze si abbreviarono al faccia al faccia, diventò una gara a chi esplodeva per prima.
Fu Izayoi a vincere.
- TU! Cosa diamine ci fai tu qui!! Lo sai che non puoi mettere piede in casa quando… - ma le parole di lei furono subito messe a tacere da quelle rabbiose di lui.
- Lo so bene! Ma non posso stare più con le mani in mano! Ho aspettato e sopportato anche troppo!! –
Un sospetto le insinuò la mente, infastidendola.
- Smettila di parlare a vanvera e parlami chiaro! Lo sai che non sopporto quando fai cosi! –
Le sue orecchiette si muovevano senza sosta, trapelando il suo stato d’animo, al limite del buon senso. Izayoi non l’aveva mai visto cosi. Se non sapesse di essere sua madre e che non le avrebbe fatto del male, avrebbe avuto paura.
Ma il suo orgoglio non le fece abbassare la cresta. Continuò a tenere la testa alta e l’indice puntato verso di lui, nonostante lui le stesse mostrando i denti.
- Non fare finta di niente! Sono stato tutto il giorno a guardarla dall’albero vicino casa! Non ho interferito con te, non ti ho detto niente, ma non posso starmene lì con le mai in mano, a guardarla mentre lei si contorce dal dolore e tu te ne stai serenamente sdraiata sul divano. Perché la tratti in questo modo?? Che cosa ti ha fatto per odiarla cosi tanto??–
Izayoi allargò ancora di più gli occhi, non credendo a quello che aveva sentito. Gonfiò il petto e prese l’aria necessaria per inveire contro di lui.
- Possibile che tu sia così cieco?? Quella ti sta solo usando! E’ una falsa ipocrita! Non voglio che mio figlio s’innamori di una tale femmina! –
- Quella “femmina”, ha un nome madre! E sono grande abbastanza da saper riconoscere le persone vere da quelle false! Non ho bisogno che tu mi stia col fiato sul collo! –
La vecchia strinse le mani rugose per cercare di non urlare ulteriormente. Quella ragazza gliel’avrebbe pagata cara! Eccome se gliel’avrebbe pagata cara!
- Adesso basta! Non voglio più litigare con te! La questione finisce qui. Ora tu te ne ritorni nel bosco e non ritorni più fino alla notte di luna piena, per aiutarmi a sacrificarla… come abbiamo sempre fatto! –
- Come TU hai sempre voluto che io facessi… - si sbrigò a dire lui. Quei sacrifici l’aveva sempre odiati.
L’anziana lo guardò truce.
- Quante volte te lo dovrò dire?? Questi sacrifici sono soltanto per il tuo bene?? Se non li facessimo tu rimarresti solo! Ricordatelo! –
- Kagome mi rimarrebbe vicina… -
- Ahahah! Davvero pensi che LEI ti starebbe al tuo fianco?? Lo sai come sono fatti gli umani! Possono cambiare partener ogni giorno, se gli va! Cosa ti fa credere che lei sarà la tua compagna a VITA?? Te l’ha forse detto?? –
Inuyasha arretrò di un passo. Sapeva che lei provava qualcosa per lui, ma in effetti, non gli aveva mai fatto una dichiarazione vera e propria… purtroppo…
‘ se solo non fossi scappato in quel modo ieri.. forse…‘ stava riflettendo il ragazzo, mentre la madre sorrideva malignamente di fronte al silenzio del figlio.
Aveva di nuovo vinto lei.
‘ E’ stato fin troppo semplice…’ si disse, autolodandosi per le sue doti carismatiche.
Adesso che aveva la situazione sotto controllo avrebbe rigirato la situazione a suo vantaggio e lui avrebbe fatto di nuovo ciò che voleva… quindi, non avendo più nulla da temere, indossò la maschera della mamma preoccupata e gli parlò in maniera gentile.
- Okkey, non voglio più discutere con te… infondo non è colpa tua se sei un mezzo demone… ma l’importante è che ci sia sempre io con te! Non sarai mai solo! Te lo garantisco… - e con un sorriso chiuse quel dibattito.
Il ragazzo la guardò in silenzio.
Se non fosse stato un hanyou non ci sarebbero stati tutti questi problemi, pensava lui amaramente. Poi dopo un attimo di riflessione, guardò le gocce di sudore che stavano scendendo dal volto grinzoso della donna.
- Siete stanca madre? – le domandò in maniera quasi apatica.
Quando sentì quella domanda, rise dentro di sé. Finalmente si era levato dalla testa quella stupida e si stava preoccupando per lei.
- Si tesoro! Sono sfinita!! Letteralmente! Se avessimo discusso un altro minuto in più sarei crollata in terra! – esclamò, facendo la parte della vittima.
Inuyasha inarcò un sopracciglio, ma con un sospirò l’aiutò a risistemarsi sul divano. Poi osservò i panni bianchi che si trovavano su una delle due poltrone.
- Quelli ti servono? – Domandò, senza guardare sua madre. Lei, non capendo dove volesse arrivare, le rispose di no, e quando lui le domandò se poteva andare, annuì, dicendogli che era tutto apposto.
- Bene… – mormorò lui, come se il suo compito in quella stanza fosse finito. Prese i panni bianchi e si incamminò verso l’uscita del salotto.
Non capendo cosa volesse fare, Izayoi lo guardò torva e poi lo fermò chiamandolo.
- Caro cosa vuoi farci con quei panni? Se li porti fuori, bianchi come sono, diventeranno neri! –
Il mezzo demone girò leggermente la testa, continuando a dare le spalle alla donna.
- Ma io non vado fuori – affermò tranquillo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Izayoi parve non capire. Coma non andava fuori?? E dove voleva andare allora? Si mise seduta in modo da vedere la schiena del figlio.
- … vado a fare quello che avresti dovuto fare te durante tutta la giornata. – e senza aggiungere altro si avviò nell’ingresso.
La vecchia non comprese subito quello che stava accadendo, né quello che aveva intenzione di fare il figlio, ma quando arrivato nel corridoio, lui girò a destra, andando verso le camere da notte, un moto di rabbia e irritazione la travolse.
Era andato da lei!
Avrebbe voluto urlare. Gridare il suo nome per dirgli che stava facendo la cosa sbagliata, che lo aveva veramente delusa, ma ormai era troppo tardi. Sapeva che, se l’avesse fatto, avrebbe spaventato Kagome, perché infuriata com’era, non sarebbe riuscita a gridare in maniera… sobria!
Così soffocò l’urlo contro il cuscino del divano, maledicendo quella ragazza e il giorno che aveva messo piede nella sua casa.
 
 
 
Sapeva bene che sua madre era furiosa con lui, ma se lei avesse trattato meglio Kagome, adesso lui non sarebbe in quella situazione!
‘ Non è colpa mia se adesso sono qui… se lei si fosse presa cura di Kagome, adesso non sarebbe andato contro il suo volere… anche se… ultimamente… ho tradito più volte la sua fiducia! … Ma questa è un’altra cosa! Adesso l’importante è medicare Kagome! ‘
Arrivato alla sua porta, tirò un sospiro e bussò, non ricevendo nessuna risposta. Timoroso, entrò in quella piccola stanza buia e quando la vide, un senso di profonda angoscia lo avvolse.
Già vederla dalla finestra, era per lui motivo di nervosismo e tormento, ma guardarla dal vivo… lo fece sentire ancora peggio. Avrebbe voluto essere stato lì tutto il tempo, a tenergli la mano e a consolarla nei momenti di maggior dolore… invece di starla a guardare dall’albero tutto il tempo! L’aver vegliato sulla ragazza tutto il giorno, non lo giustificava per non essere stato li con lei al momento del bisogno. E quindi adesso doveva rimediare… con o senza l’assenso di sua madre!
- Ciao… - mormorò lui, per farsi notare.
Kagome sussultò per la sorpresa, un po’ per il fatto di non averlo sentito entrare e un po’ per il fatto che lui fosse lì con lei, dopo essere scappato in quel modo quel giorno…
- C…Ciao… - rispose con una nota di imbarazzo
- Che cosa…che cosa ci fai qui? –
Inuyasha, prima di parlare, prese una piccola sedia, accanto al borsone della ragazza e l’avvicinò al letto, in modo da sedersi il più vicino possibile a lei.
- Come che ci faccio qui?? – esclamò sfacciato, facendo di conseguenza riflettere a Kagome, quanto lui e Ryo fossero uguali, in questa loro apparente strafottenza… - Mi sembra ovvio! Sono venuto qui per medicarti! –
Il cuore della fanciulla perse un battito.
‘ E’ venuto per me?? ‘
Continuava a fissarlo, anche quando bagnava il più piccolo pezzo di stoffa nella bacinella, non capendo il perché lui lo stesse facendo. Infondo… quando lei il giorno prima l’aveva baciato, lui era scappato a gambe levate… quindi perché continuava a perdere tempo con lei??
- Inu…yasha?? –
Lui rispose con un “Mmh??”, arrossendo, senza guardarla in faccia, come se sapesse a cosa stesse pensando.
- Perché lo fai? –
Lui strizzò il panno per togliere più acqua possibile, stando attento a non guardarla mai.
- Perché stai male. – affermò, mentre glielo adagiava sulla fronte accaldata. Tuttavia, nel fare ciò, incrociò i suoi occhi caldi, che lo guardavano curiosi, e la sua calma apparente fu facilmente smascherata, poiché non fece altro che arrossire ulteriormente e girarsi dalla parte opposta.
Kagome inarcò un sopracciglio. Quella in imbarazzo doveva essere lei, maledizione! Quella che era stata scaricata era lei! Allora perché lui era così a disagio? Forse perché si sentiva… in colpa??
- Senti… - lo chiamò - … se è per ieri, non ti devi preoccupare… farò finta che non sia accaduto nulla! –
A quelle parole, l’hanyou scattò in sua direzione, urlandole un prepotente “ No!” , che spaventò notevolmente la ragazza. Resisi conto della sua troppa enfasi con cui l’aveva detto, si sbrigò a trovare una scusa per la sua reazione esagerata.
- Io… ecco… volevo dire… volevo dire che non è colpa tua per ieri… anzi! Sono stato io ad averti mancato di rispetto, scappando in quel modo! Io… Credimi, sarei rimasto per ore a baciarti… -
Si fermò di colpo, ripensando a quello che aveva detto, vergognandosi in maniera assurda, per come aveva così, spudoratamente, confessato di amare i suoi baci, e vedere il viso della giovane arrossire, lo mise ancora più in imbarazzo.
- No! Cioè! Eh… Io… non volevo dire in quel senso, cioè... cioè mi piace baciare, ma quello che ho detto prima non è vero… cioè, non che tu baci male, anzi… molto bene… si, insomma… non pensavo che tu baciassi cosi bene ecco! …Però, nel senso… si insomma! Era solo un complimento! Non prenderla sul personale! –
E detto questo, con uno scatto fulminio, girò la testa, in direzione della finestra, con il viso paonazzo e contrariato per aver fatto nuovamente la figura dell’idiota.
Kagome, d’altro canto, non si aspettava una reazione del genere. Vederlo così imbarazzato, l’aveva spiazzata. Per non parlare del broncio che aveva messo dopo aver fatto un discorso incasinato del genere!
La situazione la stava mettendo a dura prova… tanta era la voglia di ridere. Vederlo cosi…era davvero uno spettacolo. Così cercò malamente di soffocare in gola le risate, ma l’hanyou se ne accorse subito e arrabbiato, le urlò di smetterla.
Con non poche difficoltà, smise di ridacchiare e si scusò con lui, anche perché era l’unica cosa che poteva fare, davanti alla faccia corrucciata di lui.
- Tks! -
- Scusami! Ma… è stato troppo divertente vederti in quelle condizioni… -
- Continui ancora?? – sbottò irritato, con un grande nervo pulsante sulla testa.
- No no! Scusa… non ti interrompo più! – le promise lei sorridendogli.
Lui la osservò di sottecchi.
‘ Ma perché devo sempre incasinare tutto? ’ pensò il ragazzo, e sconsolato tirò un sospiro per rimediare di salvare l’insalvabile:
- Senti… quello che tentavo di dirti prima… è che ieri ero confuso, ed ho agito in maniera sbagliata… quindi ti chiedo scusa… - e mentre lo disse abbassò lo sguardo, assieme alle sue orecchie.
Kagome rise leggermente
- Come faccio a non perdonarti quando fai cosi? –
- Cosi cosa? – domandò confuso
Lei si indicò un punto impreciso in cima alla sua testa.
- Quando muovi le tue soffici orecchie! –
Inuyasha arrossì per il complimento e si sbrigò a togliere lo sguardo dal suo.
 
‘ Certo però che è proprio un timidone! ’ riflesse contenta che lui lo fosse…
 
Ma una fitta improvvisa, seppur molto più debole delle altre, la fece sobbalzare, preoccupando il mezzo demone che era scattato assieme a lei.
La ragazza si toccò il petto.
Quella tortura non le aveva dato un attimo di pace quel giorno! Quella che aveva sentito in quel momento era veramente lieve, ma lei era talmente esausta, che la minima scossa, la faceva tremare come una foglia.
Inuyasha la fissò.
Sopportare quel dolore tutto il giorno era stata davvero dura per lei. Anche se aveva cercato di non farci caso, quando era entrato, aveva sentito chiaramente l’odore di sudore che emanava. Non era poi cosi sgradevole, però lo faceva riflettere su quanto il suo corpo avesse lottato contro il veleno del maleficio, e visto che tra poche ore, il dolore se  ne sarebbe del tutto andato, pensò che per lei, levarsi di dosso tutto quel sudore, sarebbe stato un buono inizio!
Il pigiama e perfino le lenzuola del letto erano da lavare… ma a quello avrebbe pensato dopo… adesso doveva pensare a lei!
- Hai bisogno di farti un bagno –
Lei, da prima sorridente, si rabbuiò. Un po’ per la consapevolezza di ciò, e un po’ perché si sentì offesa. Di certo nemmeno a lei piaceva stare sporca, ma un motivo ci sarà perché non ha potuto fare il bagno, no??
- Grazie! – esclamò in maniera sarcastica – non me n’ero accorta! –
Il mezzo demone non capì.
Perché faceva cosi? Che aveva detto di male?
- Guarda che non era un offesa! – sbottò, guardando la giovane nascosta fra le lenzuola.
- Lo so! Ma tu pensi che io starei ancora qui se avessi avuto la forza di farmi un bagno?? –
- Ed è per questo che io sono qui… -
Kagome sgranò gli occhi.
 
‘ In che senso?? ‘
 
- In… In che senso?? – domandò intimorita di conoscere già la risposta.
- Nel senso che sono qui per aiutarti. Quindi non fare le bizze e lascia che ti aiuti! –
 
‘ Ma… ma… mi vuole aiutare a fare il BAGNO??? ‘
 
- Aiutare in che cosa?? – esclamò lei irritata. Pensava che lei fosse una scema?? Erano grandi e vaccinati e sapevano entrambi che fare il bagno ad una ragazza, a meno che non avesse meno di quattro anni, non era cosa comune.
- Mi sembra evidente, no? Visto che non puoi stare in piedi nella doccia, ti laverò da qui io! Cosi tu non farai nessuno sforzo a muoverti… -
- … e tu potrai guardarmi bene bene! Non se ne parla nemmeno! – finì lei, facendo la linguaccia.
Il giovane inarcò un sopracciglio, innervosito dalla situazione. Se sua madre si fosse presa cura di lei, adesso non sarebbe lì a fare quelle mega figuracce.
- Ascolta! Io sono venuto qui, solo per darti una mano, mica certo per abusare di te! – sottolineò l’ultima frase, per farle capire che la sua ultima intenzione era farle del male – Hai bisogno di un bagno, perché adesso che il bruciore che hai al petto sta per finire, hai bisogno di riposare… e non lo vorrai mica fare con addosso quel vestito sporco e puzzolente spero! –
La fanciulla fece una smorfia. In effetti anche lei odiava essere in quello stato. Avrebbe preferito dormire nuda, piuttosto che stare un’altra ora con quel pigiama.
- Quindi… facciamo cosi… tu dovrai solo stare seduta e al resto ci penso io… basta che ti copri con le braccia e in due minuti avremo finito… e io non avrò visto niente… che ne dici? – anche se sembrava sicuro di sé, Inuyasha era davvero in difficoltà. Una parte di sé, voleva che la ragazza si rifiutasse di fare ciò, in modo che lui dopo non fosse costretto a fare quello che le aveva appena spiegato, mentre l’altra parte di sé fremeva dalla voglia di rivedere quel corpo così perfetto e tentatore.
E fu il suo lato depravato a vincere.
Lei aveva accettato di farsi lavare da lui.
Non sapeva nemmeno il perché.
Sapeva soltanto che lui non aveva cattive intenzioni… e a lei questo bastava.
Il mezzo demone annuì, e si avviò verso il bagno per prendere una spugnetta e un po’ di schiuma.
Ritornò da lei, ma stavolta invece di sedersi sulla sedia, si sedette sul letto, per poterla sorreggere meglio, mentre era seduta.
Bagnò la spugnetta e vi ci mise un po’ di sapone liquido.
Poi guardò in direzione di Kagome, mentre le guance gli si tingevano di rosso.
- Ora dovresti… ecco… toglierti la maglia… -
La ragazza non rispose subito e, pensando che lei non ce la facesse nemmeno a spogliarsi, di sua iniziativa, le prese l’orlo della maglia.
Stava per tirarla su, quando Kagome lo fermò.
- Emm… Inuyasha? –
- Si? –
- Io… non ho niente sotto… -
Adesso ero rosso quanto lei.
La prospettiva di rivedere le sue prosperose curve lo stava eccitando non poco.
Ma doveva sapersi contenere.
- Inuyasha?... – lo richiamò, dopo aver aspettato una risposta che non arrivò mai.
- Va bene. Okkey. Ho capito…– Tirò un grande respiro e continuò – Ti toglierò la maglia, mentre starò dietro di te, in modo che tu ti possa coprire…. Intanto… ti lavo la schiena, okkey? –
- O.. Okkey… -
La giovane annuì poco convinta.
Il mezzo demone, si sistemò dietro di lei, mettendo una gamba sul letto e l’altra che penzolava fuori, in modo che Kagome stesse fra le sue gambe.
Con una lentezza, quasi esasperata, le sfilò il pigiama.
Allargò gli occhi quando si trovò, a pochi centimetri dal naso, la schiena sinuosa ed esile della fanciulla.
Con uno scatto, lei si portò le braccia al seno, per coprirlo, ma quelle mani candide erano troppo piccole per nascondere tutte quelle forme…
Bastavano a coprire il minimo indispensabile.
Con mano tremante, avvicinò la spugnetta alla sua pelle ed entrambi rabbrividirono al momento del contatto.
 
Poteva sentire sotto le sue grandi mani, il suo corpo minuto e allo stesso tempo provocatorio.
Desiderò sentire con le sue mani, ciò che la spugnetta toccava, ma anche se realmente non era così, a lui pareva che lo fosse.
Era dannatamente eccitante strofinarle la schiena, le spalle, per poi scendere giù fino alle mani… arrivare fino ai fianchi, e sentire quanto sia dolce quella curva che ogni donna ha all’altezza della vita…
Chiuse gli occhi, per cercare di allontanare tutti quei pensieri sconci a cui stava pensando, ma perfino ad occhi chiusi, l’immagine di lei seminuda era vivida e indelebile.
L’oggetto dei suoi desideri era a nemmeno un passo di distanza e lui non poteva averlo… si doveva accontentare di toccare e vedere… perché poi avrebbe lavato anche la sua parte davanti!
Inzuppò la spugna nell’acqua e dopo eliminò il sapone che le era rimasto addosso.
 
Per tutto il tempo lei non aveva emesso una parola…
Solo dei sospiri un po’ troppo lunghi… che non avevano fatto altro che aumentare la voglia di lui.
- Bene… - provò a dire lui – Adesso… -
Lei annuì.
Sapeva che non avevano finito.
Ora c’era la parte più imbarazzante… o almeno cosi credeva…
 
L’hanyou annuì, più che per stesso che per lei e si alzò per mettersi di fronte alla giovane.
Appena la vide perse un battito.
 
Quando sentì che lui si stava alzando da dietro di lei, istintivamente strinse le braccia attorno al petto, arrossendo visibilmente, e cosa più importante, aumentando la scollatura che divideva i due seni.
 
Una goccia di sudore gli colò dalla fronte.
Doveva finire quello che aveva iniziato, ma a quella vista… DIAMINE!
Era un uomo dopo tutto!
Ringraziò il fatto di non essere al cento per cento umano, altrimenti in una situazione come questa le sarebbe saltato addosso sicuramente.
 
Partì dalle spalle, accarezzando lentamente l’incavo del collo, non senza lasciar andare delle occhiate veloci più in basso.
Il suo corpo lo stava chiamando come una calamita.
Poi passò nel punto nero, al centro del petto, cercando di fare il più piano possibile, visto che le doleva ancora un po’..
Le spalle, il petto, la pancia… durante tutto questo tempo, nessuno dei due fiatò. Anzì, spesso trattenevano persino il respiro, quando lui si avvicinava ai suoi punti più sensibili e il corpo di lei rabbrividiva di piacere.
Erano talmente imbarazzati che non si guardavano nemmeno negli occhi.
 
- Tutto bene? – Chiese lui incerto, una volta finito di asciugarla.
- S.. si… -
Il ragazzo osservò la maglietta del pigiama che giaceva inerme a terra e poi la giovane sul letto.
Di sicuro quella non se la poteva rimettere.
Aveva bisogno di indossare qualcosa, altrimenti si sarebbe presa un malanno.
 
Kagome era rannicchiata nel letto, immobile, aspettando che lui facesse qualcosa, ma di preciso non sapeva nemmeno lei cosa. Ma quando lo vide togliersi la maglietta rimase senza fiato.
‘ … Oh mio… Ma è… è… un Dio!‘ pensò guardando il petto del giovane. Le ricordava tanto una statua greca, da tanto era perfetto.
Quella visione le fece dimenticare tutto per un paio di minuti, ma poi la lucidità riprese il controllo, facendo preoccupare la ragazza.
‘ Perché diavolo si è levato la maglia??? Che ha intenzione di fare?? ’
 
Inuyasha, senza guardarla, le pose la sua maglietta nera
- Tieni! –
Lei, ancora scioccata per prima, non parve capire.
- C.. Come? –
- Mettiti la maglia, sennò prenderai un malanno… - le sussurrò dolcemente, facendo sciogliere Kagome.
 
‘ Che dolce… mi ha dato la sua maglia perché ha paura che mi possa ammalare… ‘
Sorridendo, lo ringraziò e lui, senza che lei le chiedesse niente, la aiutò ad indossare quella maglia, che, diciamolo, non era proprio della sua taglia…
 
- Adesso ci manca solo da finire… la parte sotto… … - mormorò lui con voce grave, mentre le sue guance si tingevano di rosso.

‘ E io che pensavo che la parte imbarazzante fosse finita! ’ rimuginò lei abbattuta.

L’hanyou le mise un braccio attorno alla vita e l’altro sotto la gamba, in modo da alzarla, il minimo necessario per toglierle anche quell’ultimo indumento.
A mezz’aria, però, il ragazzo le sussurrò all’orecchio, con voce roca, di tirarsi la maglia, più in giù possibile e lei non ne capì il motivo.
Il modo in cui gliel’aveva detto… le fece venire i brividi…
Sembrava che lui le stesse dicendo quelle cose per proteggerla da se stesso…
Quando però, il mezzo demone, le sfilò i pantaloni, capì il senso di quella frase.
Insieme ai pantaloni, le stava sfilando anche le mutandine!!
Si irrigidì per la sorpresa, ma poi lo lasciò fare.
Non riusciva a vedere la sua espressione, perché la sua frangetta argentea oscurava il tutto, ma sapeva che era agitato.
Sentiva il suo cuore battere furiosamente nella gabbia toracica, sulla quale era appoggiata.
E il battito non fece altro che aumentare quando le passò la spugnetta fra le gambe. Stette sempre molto attento a non superare mai la metà coscia, ma forse, per lui, anche il solo accarezzarle le gambe in quel modo lo faceva agitare…
E anche molto…
Il suo respiro si faceva sempre più pesante e ed era diventato veramente dura controllarsi.
 
Ogni volta che la sua mano saliva verso la sua femminilità, la sentiva irrigidirsi e sospirare in maniera irregolare.
Doveva sbrigarsi, prima che perdesse il controllo…
Così, frettolosamente, l’asciugò e, una volta che mise la spugnetta nella bacinella, si appoggiò alla testa del letto, rilassandosi come fa un uomo dopo una giornata di lungo lavoro.
Kagome, voltò leggermente la testa per guardare cosa stesse facendo, ma al momento che incontrò quelle gemme d’orate, si rigirò con uno scatto fulminio, mentre lui si ritrovò a fissare la porta, come se ci fosse qualcosa di veramente interessante.
 
La ragazza si toccava nervosa una ciocca di capelli, mentre sapeva di avere su di sé lo sguardo attento dell’hanyou.
Essere consapevole di indossare solo una maglia, tra l’altro intrisa del suo odore, averlo dietro di sé… col petto nudo…  ‘ Ma perché mi deve fare questo effetto?? ’ si domandò mordendosi il labbro inferiore.
Inaspettatamente, però, lui si alzò dal letto, prendendo la sedia che aveva preso e mettendola al suo posto.
 
‘ … … Nemmeno un muscolo fuori posto… tutto al posto giusto… ‘ riflesse maliziosamente mentre lo guardava di sottecchi, ma poi fu costretta a spalancarli del tutto.
Inuyasha, senza dirle nulla, l’aveva presa in braccio e la stava portando fuori dalla stanza.
- Inu..Inuyasha! Ma che stai facendo?? Mettimi… -
- Smettila di lamentarti! Ti sto solo portando in camera mia! Almeno il mio letto è pulito… dormirai meglio, credimi – esclamò lui, lasciando interdetta la ragazza.
‘ Nella sua camera??  Nel suo letto?? ‘ Si divertiva forse a metterla in imbarazzo??
Una volta arrivati nella sua stanza, Kagome venne quasi travolta da quella fragranza maschile che ogni singolo oggetto sembrava emanare.
Delicatamente, come se fosse stata di cristallo, l’adagiò sul suo letto e la ricoprì con una spessa coperta nera, per evitare che lei sentisse freddo.
Si assicurò che lei stesse comoda e poi si incamminò verso la porta.
- Aspetta! – gridò lei, mentre si metteva seduta
Il ragazzo si fermò, ma non fece altro.
- Vieni qui – disse dolcemente e lui obbedì, come un bravo cagnolino.
Si sedette sul letto e aspettò che lei parlasse.
- Perché? Perché hai fatto tutto questo? –
- Penso che tu sappia la risposta… - disse abbassando gli occhi
- No Inuyasha… non lo so… e voglio capire… perché per me è importante saperlo! – confessò lei, mentre stringeva un lembo della coperta fra le mani.
Lui la guardò intensamente facendola sciogliere.
 
‘ Dio… Inuyasha non guardarmi cosi ti prego! ’
 
Poi, dopo un tempo indeterminato, lui prese il coraggio di avvicinarsi al suo viso, anche se, con un’ angosciante lentezza.
Anche se era a due centimetri dalla sua faccia e i loro nasi si potevano toccare, Inuyasha mantenne gli occhi aperti, per vedere la reazione della giovane, che arrossiva e ansimava di più ogni minuto che passava.
 
Era bellissima.
Non credeva che potesse esserci una creatura più bella della ragazza che aveva di fronte.
E quando lei chiuse gli occhi, capì che quello era il momento che aveva a lungo atteso.
Il loro bacio.
Il loro vero bacio.
Senza interruzioni, senza altri problemi, solo loro e il loro amore.
E così, senza pensarci un attimo di più, chiuse gli occhi e annullò ogni distanza che c’era fra le loro labbra.
Fu un bacio lungo e passionale, pieno d’amore.
Le mani di lui, come quelle di Kagome, vagavano senza sosta sulla schiena e sul viso del corrispettivo partener. Kagome, mentre sentiva la sua calda lingua ruvida, farsi spazio nella sua bocca, accarezzò le sue tenere orecchie, facendo gemere di conseguenza, il mezzo demone, anche all’interno del bacio.
Tuttavia Kagome non era da meno, poiché anche lei era costretta a soffocare dei gemiti in gola, mentre si dilettava a toccare quel corpo scolpito e cosi caldo al tatto e mentre il suo amato, la stringeva al suo petto in maniera quasi letale.
Quando il bacio finì, entrambi avevano il fiatone, ma nessuno dei due, aveva intenzione di allontanarsi da quel caldo abbraccio che li aveva resi così intimi in quel momento.
Si guardarono negli occhi e lui le sorrise.
Kagome le accarezzò una guancia.
- Dovresti ridere di più… sei bello quando ridi… - ammise senza alcuna nota d’imbarazzo.
Inuyasha le baciò la fronte e poi l’adagiò sul cuscino.
- Adesso dormi… Devi riposarti… qui sei al sicuro, non lascerò che nessuno ti faccia del male. – disse mentre il pensiero della madre e del sacrificio divenne vivido nella sua mente.
- Buonanotte Kagome – le augurò lui mentre le accarezzava il volto con il dorso della mano
- Buonanotte Inu… - gli rispose, dopo avergli baciato la mano e chiuso gli occhi. Stanca com’era, si sarebbe addormentata in due minuti.
 
Il ragazzo sorrise a quella scena, arrossendo un po’, e poi si avviò verso la cantina.
Dopo quello che era successo, non poteva più starsene con le mani in mano.
Avrebbe convinto sua madre a lasciare andare Kagome, anche se… sarebbe stata dura, visto che fra un giorno, ci sarebbe stata la luna piena!
  
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