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Autore: _Pikadis_    14/09/2012    2 recensioni
Può il nostro destino essere deciso da un paio di scarpe?
Bè, forse quello di Harry, liceale di Holmes Chapel, all'inseguimento di un paio di piedi sconosciuti, sì.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Harry, Harry Styles, ho diciassette anni, tra un mese diciotto, e frequento il Liceo di Holmes Chapel, Cheshire. Non sono un genio, ma me la cavo, non sono nemmeno un bulletto o un figo, diciamo che sono nella media. Qui, a scuola, il mio migliore amico, di un paio d’anni più piccolo di me, è Liam Payne.

Oggi è una di quelle giornate grigie e umide, che passeresti volentieri a casa, davanti al camino, a guardare la televisione. Ma a me, purtroppo, è toccato venire a scuola. Mi trascino per il corridoio, con gli occhi appannati di sonno, sbadigliando leggermente. Arrivato al mio armadietto, in basso, mi accovaccio e appoggio la testa al ferro, nel vano tentativo di recuperare un po’ di sonno. Cercando di accomodarmi meglio, giro la testa verso destra. Il mio sguardo si fissa sulla persona affianco a me, o meglio, sulle scarpe della persona affianco a me: converse nere, con collo alto, senza mezzaluna bianca in punta e stella bianca sul fianco. Sto cercando quelle scarpe da una vita, ormai. Per voi che non mi conoscete, io faccio collezione di converse, e guai se ne trovo un paio che non ho indosso a qualcun’altro. Mi alzo di scatto, per chiedere alla proprietaria dei piedi dove abbia preso le scarpe che dovrebbero essere mie di diritto, ma, considerando il fatto che, forse, la ragazza in questione non si era nemmeno accorta della presenza di un ammasso di carne raggomitolato affianco al suo armadietto, un secondo prima che io possa arrivare alla sua altezza, chiude lo sportello, si gira e si disperde in mezzo alla folla della prima ora, lasciandomi con la bocca aperta a fissare il vuoto.
A risvegliarmi dal mio trance è il mio caro amico, Payne.
-Harry, chiudi la bocca, altrimenti ingoi qualche mosca…
-Come si chiama la ragazza che ha l’armadietto affianco al mio?- gli chiedo a bruciapelo.
-Sono quattro anni che sei in questa scuola, dovresti saperlo…
-La ragazza che c’era l’anno scorso era Mallory Bluevar, ma si è diplomata. Chi occupa, ora, il suo armadietto?
-Ma perché vuoi saperlo tanto?- uno sguardo e Liam capisce- Ancora con quelle dannate scarpe?- fa con aria seccata- Harry, diamine, non puoi stalkerare ogni singola ragazza che indossa un paio di converse…
-Ma quella ragazza, non ha delle semplici converse, ha delle converse che io non ho!- Come fa a non capire l’importanza della cosa?
-Tu hai qualche problema…ma comunque non so chi sia…
-Come fai a non saperlo, Liam? Non fai parte del portale psicologico?- Come se avessi rivelato uno dei misteri di Fatima, Liam mi tappa la bocca.
-Non devi dirlo a nessuno, Harry, nessuno! Che senso avrebbe, se no?
-Mi tofgli laf manof dallaf boccaf?- Chiedo, sputando, e lui esegue. –Va bene, non lo dirò a nessuno, ma ricordatelo, Payne, con o senza il tuo aiuto, riuscirò a scoprire chi sia quella ragazza!- E approfittando della campanella, scappo in classe, lasciando Liam davanti all’armadietto, con un sorriso mezzo disperato.

Ok, sono passati tre giorni da quando ho incontrato la ragazza con le converse e…non ho scoperto un emerito niente! In tre giorni consecutivi non sono riuscito a beccarla una volta, dico una, davanti all’armadietto. Non mi ero nemmeno accorto di avere una vicina pressoché inesistente. In compenso, però, guardandola allontanarsi, ho scoperto che ha i capelli castani, lisci e lunghi, e che indossa un cappello di lana blu. Il problema, però, e che ci sono centinaia di ragazze con i capelli castani, lisci che indossano un capello di lana blu, in questa scuola! Alla quarta ora, piuttosto abbattuto, ritorno al mio armadietto. La ragazza non c’è, come al solito, ma, in compenso, c’è Liam, con una faccia preoccupata.
-Payne, che succede?- Chiedo, infilando il libro di matematica in un angolo.
-Mmmh…-guarda pensieroso un punto indefinito del foglio che si trova in mano, poi, come rassegnato, sospira, posa il foglio e mi guarda. –Harry, devi farmi un favore.
-Dimmi.- mi tiro su e mi appoggio allo stipite dell’armadietto.
-Abbiamo avuto un problema con l’orario dei colloqui allo sportello psicologico…hanno fatto un casino…- parla quasi a se stesso, poi sbuffa e mi guarda -Devi sostituirmi allo sportello.
-Cosa?- devo avere gli occhi fuori dalle orbite di parecchi centimetri, perché Liam sembra spaventato.
-Sì, Harry. Nemmeno io vorrei chiederti una cosa simile, ma, cerca di capirmi!- Fa allargando le braccia in segno di resa –Nessuno, a parte te, sa che sono uno degli ascoltatori, e se lo dicessi a qualcun altro…
-Liam, ho capito che hai bisogno d’aiuto, ma io a stento capisco me stesso, come pretendi che possa mettermi a consigliare gli altri?
-Ti prego, Harry, sei la mia unica speranza! Senti, se mi aiuti, le prossime scarpe te le compro io!- aguzzo le orecchie. Un paio di converse sono un buon motivo per fare ogni cosa. Ci penso ancora un po’ e poi cedo.
-Ok, mi hai convinto…quando comincio?
-Ora!- grida entusiasta Liam.

-Allora, le persone che vengono a questo sportello si siedono, cominciano a parlare e poi, quando hanno finito, se ne vanno, senza chiedere niente. Se ti chiedono di parlare, fai una voce da femmina, da deficiente, ma non parlare con la tua voce, qui ti riconoscono subito, c’è gente che viene apposta. Tutto chiaro?- annuisco, anche se non ne sono del tutto convinto. Liam mi ha portato in una saletta con tra cabine, simili a confessionali, in cui si riescono a vedere solo i piedi di chi ti sta parlando, mi ha fatto sistemare nel numero tre e mi ha spiegato tutto. –Ok! Io vado, vedi di non combinare guai!- mi da una pacca sulle spalle e se ne va. Guarda un po’ tu in che situazione dovevo andarmi a cacciare! Tutto per un paio di converse…
Mentre penso ai fatti miei, arriva qualcuno.
-Ehm…numero 3, ci sei?- la voce è di una ragazza. È una voce molto sottile, quasi da bambina, ma simpatica.
-Cough…ehm, si, ci sono…- fingo un colpo di tosse, giusto per far sembrare che io sia malato.
-Oggi sei un po’ raffreddato, eh?- sento il rumore della sedia che si sposta e qualcuno che si accomoda –Allora cercherò ti farti parlare poco, anche se poi parlo sempre e comunque io e sempre e comunque di lui…- problemi di cuore, cominciamo bene! Roteo gli occhi e mi cade l’occhio sulle scarpe della ragazza: converse nere, collo alto, nessuna mezzaluna in punta e stella bianca sul fianco. È la ragazza dell’armadietto! Che cavolo faccio? Gli salto addosso e le chiedo delle scarpe? Oppure le chiedo il nome? Diamine, Liam ha detto che non posso parlare…
-Ieri sera l’ho sognato di nuovo, sai?- continua la ragazza, senza rendersi conto della situazione tragica in cui mi trovo -Ho sognato di nuovo Harry Styles… –I miei pensieri frenano un attimo. Rielaboro la frase che ho appena ascoltato…COSA?!?!



Spazio di quella strana creatura dell'autrice:
Salve a tutti e benvenuti in questa ff ^_^! Non mi soddisfa completamente, questo primo capitolo, ma è stato scritto di getto, senza starci troppo a pensare e, visto che come idea mi piaceva, ho deciso di pubblicarlo!  È una storia breve, che si concludera in tre capitoli al massimo, ma ci terrei davvero tanto a sapere cosa ne pensate! Per ora è tutto, grazie per aver letto fino alla fine,
Baci,
Pika

 




 

  
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