RISCHIO
-Ecco. Possono bastare?
-Sì, certo. Buon viaggio- il locandiere prese i soldi da
Lucia, che raggiunse gli altri fuori dalla locanda -possiamo partire.
Stava per montare sui cavalli, quando Kei la fermò.
-Prima io e Liv dobbiamo dirvi una cosa.
-Che cosa?- chiese Takao dubbioso se preoccuparsi o
meno.
-Noi ieri sera ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di tornare
dal Consiglio a riprenderci la voce di Liv.
-Che cosa???- esclamarono i due compari a quelle
parole.
-E' pericoloso! E' già tanto che siamo riusciti a scappare.
Non avremo questa fortuna una seconda volta- Lucia non credeva alle proprie
orecchie.
-Non vi stiamo chiedendo di venire con noi. Voi siete liberi
di andarvene dove volete. Ma io lo devo fare. Glielo devo- Kei si girò verso la
mora alle sue spalle -dopo averla abbandonata.
Gli altri due non sapevano cosa pensare. Era senza dubbio una
pazzia. Il Cardinale era molto più vendicativo di quanto si sapesse. E già si
diceva capace di cose oltremodo indicibili.
Senza contare la guardie, certamente triplicate o più dopo
quella fuga. E queste cose loro lo sapevano, se ne rendevano conto. Eppure
sembrava che non avessero paura.
-E' rischioso...lo sapete, vero?
Annuirono.
-Bene, allora vi conviene ascoltarmi. Perché l'unica femmina
del Gruppo a servizio del Papa- Lucia pronunciò le ultime parole con particolare
enfasi, come a farsi sentire da qualcuno lì presente -ne sa tante di cose sul
Consiglio e sul Cardinale. Soprattutto quello che può servire per quello che
volete fare voi.
La ragazza cominciò a spiegre come eludere tutte le varie
guardie e trabocchetti di ogni genere. Il cavallo avrebbe dovuto riposare per un
giorno, pronto per la grande fuga. Appena ripresa la voce di Liv dovevano
saltare in groppa all'equino e precipitarsi alla Città del Papa senza soste.
Loro intanto avrebbero radunato i Compari e gli sarebbero andati incontro,
pronti a combattere contro la setta e a fare tutti prigionieri.
-...e ora attenti, questa è la cosa più importante. Il
Cardinale non usa mai la mano destra: non tocca niente e nessuno con quella. Da
quando è piccolo è stato educato a fine della creazione dell'Essere Perfetto e
gli hanno fatto rimanere una mano "pura" per consacrare la creatura appena nata.
Se dovesse toccare qualsiasi cosa rimarrebbe traumatizzato. Anzi, se vi
commettesse un peccato, potrebbe anche essere spinto al suicidio. E anche se non
capisco perché, credo sia il metodo migliore per riuscire nel vostro intento.
Avete capito tutto?
-Sì.
-Bene. Mi raccomando, state attenti- Lucia abbracciò Liv, che
le posò sulla spalla una mano, come a confortarla, per poi baciarla in
fronte.
Kei salì sul cavallo e aiutò la ragazza a metterglisi
davanti.
-Grazie di tutto.
-A presto.
Spronato il cavallo, i due partirono.
La rossa sospirò pesantemente.
-Ehi...ehi- Takao la fece voltare verso di lui -andrà tutto
bene. Non succederà niente a nessuno. Ok?
Dopo qualche secondo, lei annuì.
-Bene. Su andiamo, dobbiamo arrivare il più in fretta
possibile alla Città.
Avevano cavalcato per tre giorni, prima di ritornare al
castello del Consiglio.
Si erano nascosti nel boschetto lì vicino, in una capanna
abbandonata che avevano trovato.
Kei non faceva che chiedere alla compagna se stava bene, se
aveva la nausea, se aveva delle fitte... e Liv rideva di fronte a queste sue
preoccupazioni.
Ma in realtà era lei quella preoccupata. Quando il ragazzo le
aveva parlato di ciò che aveva in mente subito davanti agli occhi le era
comparsa la parola 'rischio'. Ma non per la sua vita, o per quella di suo
figlio. Lei era ritenuta dal Cardinale 'l'Essere Senza Peccato' e appena fosse
riuscita a farsi toccare con la mano destra dell'uomo sarebbe stata più o meno
al sicuro. Ma Kei... si fidava di lui, ma aveva tanta paura che gli capitasse
qualcosa. Già una volta aveva rischiato tanto per salvarla e chissà se se la
sarebbe cavata una seconda volta...
Non gliela aveva espressa questa sua paura. Anche perché non
sapeva come esprimerla.
Era la notte prima del 'grande giorno'. Erano nella capanna,
seduti sopra una distesa di paglia coperta da un lenzuolo e davanti a loro una
candela si consumava lentamente.
Liv fissava la fiamma come ipnotizzata.
-Ehi, tutto bene?
Riscossasi, annuì poco convinta.
-Non devi angosciarti, andrà tutto bene.
Lo sguardo della ragazza gli fece capire che lei aveva paura
che accadesse il contrario.
-Capisco che sei spaventata, ma so quel che faccio: riavremo
la tua voce. Costi quel che costi.
Scusa scusa scusa scusa scusa
scusa.... potrei continuare all'infinito.
Scusa se vi ho fatto
aspettare tanto! ma fra uscite e poca ispirazione... mi disp x il chappy
piccolino, ma volevo aggiornare subito e l'aggancio l'ho trovato solo adesso x
continuare...
medea90: grazie! cercherò di
scrivere il seguito al più presto
Keila91: eccoti le
intenzioni! Al prox chappy.
Ok corro a scrivere.
Baci!!