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Autore: Soleil Jones    15/09/2012    1 recensioni
― Raccolta di One-Shot ; Inghilterra/OC!Londra ― Arthur Kirkland/Charlotte Doyle.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Arthur bofonchiò qualcosa tra sé e sé, infilandosi la giacca di malavoglia.
-Charlie non sei ancora pronta?- Chiese ad alta voce alla ragazza, sull’uscio della porta.
Londra lo raggiunse di corsa –Ci sono ci sono, uff potresti evitare di mettermi fretta almeno- Ribattè fermandosi un attimo dopo la corsa giù dalle scale che si era fatta.
-Hai voluto trascinarmi fuori di casa a tutti i costi? Allora vedi di darti una mossa- Rispose severo il biondo e uscendo.
“Eheheh, non mi sa proprio dire di no!” Pensò tra sé e sé la ragazza dai capelli scuri.
Le era saltato in mente, così, durante la cena, di voler uscire per svagarsi un po’ quella sera (Una volta tanto che il tempo era buono e che il cielo era sereno) e come avrebbe fatto senza quel brontolone dal cuore d’oro del suo Inghilterra?
Ovviamente a lui non andava, ma non era riuscito ad opporsi dati gli argomenti messi in campo da Charlie (E qui vi lascio immaginare di tutto, dal genere demenziale, a quello romantico …), ecco cos’era a scocciarlo alle volte.
Non riusciva mai a dirle di no.
Londra fece per richiudere la porta, ma si bloccò dandosi un colpetto in testa.
-Oh già, me ne ero scordata!- E detto ciò, corse in casa chiedendo ad Arthur di aspettarla lì e che sarebbe tornata subito.
L’inglese la seguì con gli occhi fino a che la figura della capitale non fu scomparsa sulle scale, lasciandolo lì da solo.
Sospirando, attese il ritorno di Charlotte … Finchè … Non la sentì ridacchiare e non vedendola, alzò gli occhi.
Era affacciata al balcone del primo piano, e lo fissava con occhi sognanti e inteneriti. Personalmente la trovava molto bella quando lo guardava così ma …
-Cosa fai lì affacciata?- Chiese interrogativo Arthur, ricevendo in risposta un luminoso sorriso.
-Ricordi quel racconto del vecchio Will?- Chiese riferendosi mentalmente e chiaramene al grande William Shakespeare –Quello con i due innamorati-
-Romeo e Giulietta intendi?- Domandò confuso l’inglese, per poi capire il tipo di paragone che stava facendo Londra.
Lei, affacciata sul balcone.
Lui, col naso all’insù a fissarla in viso.
Arrossì di colpo, balbettando qualcosa, e sperando che Charlie non ricordasse nient’altro che la trama di quell’opera tanto cara agli inglesi. Ma, ahimè, non fu così (Non finchè ci sarò io a dettare le regole in questa raccolta)
Improvvisando un tono adorante e innamorato, London disse: -Oh Inghilterra Inghilterra, perché ei tu, Inghilterra?-
E dato che sembrava che aspettasse solo che il suo bell’inglese rispondesse a tono: -Oh Londra Londra, perché cavolo non ti sbrighi così andiamo e torniamo prima che faccia notte?!-
Infatti. Ironico quanto interiormente provato da ciò che gli toccava subire (Per così dire), Arthur le aveva risposto alla sua maniera, e guadagnandosi un tamburello in testa.
-Ahia! Ma dove diamine l’hai preso un tamburello?! Cos’è, te lo sei fatto regalare da Calabria?!- Chiese con un bernoccolo in testa e indispettito (Sembravano proprio una coppia di sposini quei due).
-Prestato, me l’ha solo pretato- Precisò Charlie per poi raggiungerlo con indosso una sciarpa lunga e chiara.
-Fammi indovinare, prestata anche quella?- Chiese alquanto geloso Arthur. Insomma, Calabria e Londra erano entrambe donne, Russia no di certo!
-A che ti riferisci?- Chiese confusa (?) Londra.
-…-
-Andiamo dai!-
 
Finalmente Charlie era riuscita a trascinare Arthur per le strade della grande Londra, resa ancor più bella dalle luci della sera.
Non faceva poi così freddo, ma ai due piaceva camminare vicini solo per sentire il calore l'uno dell'altro.
Arrivarono finalmente in quartiere colorato e caldo, che sapeva sia di oriente che di occidente: ChinaTown.
-Ci andiamo? È un quartiere così pieno di vita!- Chiese allegra Charlie osservando i vari cinesi indaffarati a cucinare ogni tipo di pietanze.
-Se ti fa piacere, certo- Rispose semplicemente Arthur seguendo la sua London che lo guidava verso il centro della via.
-Aaaaaahhh, quanto adoro questo odore!!- Esclamò la ragazza col naso per aria.
Arthur sorrise fra sé e sé finchè non notò tre figure avvicinarsi: una delle quali quasi travolse Londra.
-LONDRAAAAA!!!- Urlò Sicilia facendo quasi cadere la moretta che di certo non si aspettava un saluto del genere da un momento all'altro -Sicilia!?-
-Non ti sembra di aver esagerato?- Sospirò Calabria salutando prima l'inglese e Charlie con un cenno del capo.
-Nihao!- Salutò Cina con un gesto della mano.
-Cina! Come va?- Chiese gentilmente Arthur.
-Ehm, a parte il fatto che il mio panda è sempre in pericolo,- Qui rivolse un'occhiataccia a Sicilia -tutto bene!-
-Ma cosa ci fate qui?- Chiese Londra risistemandosi i capelli castani.
-Questa biondina mi ha trascinata a fare visita a tutte le ChinaTown!- Esclamò Francesca scuotendo la testa.
-Ma ce l'avete tutti con me?- Piagnucolò la siciliana.
-Comunque … Sapete, vero che le ChinaTown sono tantissime?! Volete visitarle tutte?- Domandò sbalordito Arthur ricordando che una volta Cina aveva tentato di costruire una ChinaTown anche nella sala delle riunioni degli alleati solo per cucinare dei gamberetti.
“Fosse per me non ci penserei nemmeno a lasciare la mia regione in gestione a mio fratello Romano solo perchè più che alle ChinaTown Sicilia è interessata al panda di Yao, come invece sono stata costretta a fare.” Commentò mentalmente Calabria, sempre più pentita di aver lasciato l’Italia per star dietro a Sicilia (Su richiesta di Romano).
-No, certo che no, aru! Solo le più importanti come questa, aru!- Chiarì il cinese.
A quest'affermazione Londra si inorgoglì, e chiese a sua volta a Yao se potesse far loro da guida.
-Ma certo, aru! Seguitemi!- Accettò Cina portandoli fra le varie bancarelle.
I quattro lo seguirono, chi prestando attenzione alle descrizioni della cucina cinese, chi invece guardando solo le pietanze esposte finché....
-Un attimo …- Cina si guardò intorno -Dov'è il mio panda?- Chiese.
A quella domanda, Flavia si voltò piano piano allontanandosi a passetti leggeri ma fu trattenuta dalla maglietta da sua sorella Calabria.
-Cal … Lasciami ...- Supplicò sottovoce la regione.
-No, non di nuovo, aru …- Si disse il cinese girandosi alquanto spazientito.
E mentre Arthur e Charlie guardavano sbalorditi i due Cina iniziò ad inveire contro la bionda che si nascose dietro a Calabria.
-NO, ARU! IL PANDA È MIO, E MI PREOCCUPO SE SPARISCE COSÌ DA UN MOMENTO ALL'ALTRO, ARU! TI REGALERÒ UN PANDA SE LA SMETTI DI PRENDERE IL MIO, ARU!- Sbraitò furente alla regione italiana dagli occhi verde mare.
Alla bionda regione le brillarono gli occhi e corse ad abbracciare il cinese felicissima -PANDAAAAAAAAAAA~ Davvero? – Chiese e con gli occhi che poco ci mancava che brillassero di luce propria.
-Davvero, aru- Rispose Yao.
-Davvero, Davvero?-
-Davvero, Davvero-
-Davvero, davvero, davvero?-
-Davvero … Davvero … Davvero …- Rispose il cinese iniziando a spazientirsi.
-Davvero, davvero, davvero, davvero???-
-HA DETTO DAVVERO, ORA CUCITI QUELLA BOCCACCIA!- La fermò Calabria, dandole una botta in testa.
-Ahiii...- Si lamentò la bionda massaggiandosi la testa.
-Eeeh, ha ragione- Sospirò Charlie poggiandole una mano sulla spalla.
-Continuiamo?- Chiesero Arthur e Francesca osservando Charlie che consolava Flavia e Cina che si riprendeva il panda.
-Bene, ora vi farò assaggiare degli zongi vi va?- Chiese Cina avvicinandosi ad un cinese che sembrava conoscere da tempo immemorabile.
-Dei … Cosa?!- Cercò di ripetere Francesca, non approvando affatto.
-Perfetto, aru!-
Sulla testa di tutti i presenti cadde un grosso gocciolone che li accompagnò fino alla 'bancarella'.
-Ehi, amico! Potresti prepararci dei zongi?- Chiese Yao rigorosamente in cinese.
-Ma perchè nessuno dei nostri amici può parlare semplicemente in italiano?- Si chiese sconsolata la calabrese.
-Forse perchè sono Nazioni diverse dalla tua Italia?- Rispose sarcastico Arthur prendendo in mano uno zongi caldo e porgendolo a Charlie.
-Thanks Arthy!- Esclamò la castana cercando di mordere lo zongi e bruciandosi la lingua. Prevedibile.
-È cald … Oh, vabbè, ormai ti sei scottata …- Commentò Arthur sbattendosi una mano in fronte.
-Che cappivo che tei!- Borbottò offesa Charlie.
-Buon appetito!- Augurò Sicilia prima di mangiare e offrendo un involtino anche a Calabria che all'inizio rifiutò.
-Quel coso non lo mangio neanche se mi paghi!- Naturale, se non era italiano (Massimo spagnolo, ma proprio al massimo) sia lei che Romano rifiutavano qualsiasi tipo di pietanza.
-Eddai~, è buono!- Si intromise Charlie spingendo Calabria ad assaggiare almeno.
Francesca si convinse (Già, del discorsetto che avrebbe fatto a Romano una volta tornata a casa …) ed afferrò lo zongi bofonchiando qualcosa sui cinesi.
E mentre Arthur e Yao se la ridevano fra loro, Sicilia e Londra fecero confessare alla regione castana che l'involtino fosse buono alla fin fine.
-La pizza è sempre meglio!- Borbottò convinta Francesca finendo di mangiare.
-Oh, abbiamo anche quella, aru!- Esclamò Cina.
Ed ecco i begli occhi ambrati di Calabria incenerire la nazione asiatica con un solo sguardo, facendosi sottili fino a diventare quasi due fessure.
Brutto segno.
Se c’era una cosa da sapere su lei e il fratello era: mai osar toccare la pizza.
-No, la pizza cinese no! Yaoooo!!!- Tentò di fermarlo Arthur, ma fu tutto inutile.
Cina ritornò poco dopo con un pacco tra le braccia e lo porse a Calabria che lo guardò sdegnata e si vedeva chiaramente che poco ci mancava che perdesse il controllo spaccando quel pacco in testa a Cina e sbraitando insulti in lingua italiana.
-E questo cos'è?- Chiese osservando il cartone mentre Londra e Sicilia si avvicinavano curiose
-Pizza!- Esclamò felice Cina.
-Ehmmmm, lasciamo perdere che è meglio!- Esclamò Arthur portandosi via Yao e la 'pizza'.
-E PERCHÈ!? È BUONA, ARU!- Protestò l’asiatico, che evidentemente non aveva capito.
-Se ci tieni alla tua incolumità e alla vita, è meglio che vai- Aggiunse Charlie grattandosi la nuca.
-Sarebbe ora che noi andassimo, no?- Le chiese Arthur mettendo al sicuro Cina da Francesca.
-Hai ragione! Grazie Cina, noi ci incamminiamo verso London Eye, ci si vede!- Li salutò Charlie prendendo per mano Arthur.
-Ciao ciao! Vi lasciamo alla vostra serata romanticaaa!!!- Li salutò Sicilia allontanandosi con Calabria.
-EH!?- Esclamò Arthur arrossendo di botto.
 
Lei era Londra stessa, la grande capitale britannica, e quindi era già stata su una delle sue più grandi attrazioni uristiche. Ma London Eye era un qualcosa di talmente spettacolare, specie a quell’ora di sera, che non si stancava mai di salirci!
Se voleva starsene tranquilla la si poteva trovare lassù.
Quando scappava dai doveri (In modo letterale o meno del termine) Arthur sapeva dove andare a pescarla.
Sempre e solo a London Eye! Da cui poteva ammirare la sua città in tutto il suo splendore, che, lei la pensava così, al confronto New York non era poi granchè (È l’opinione di Londra su Londra)
Vedeva, anche quella sera stessa, i turisti attaccati ai vetri che ammiravano meravigliati la lucente città. E se ne compiaceva, mentre Arthur, ne era orgoglioso.
Loro non ci andavano spesso da soli, troppi impegni, ma quando capitava non parlavano. Lui la stringeva a sé cingendole le spelle con un braccio mentre lei si poggiava al suo petto. E guardavano persi le luci della città, senza proferire parola.
Il contatto delle loro mani diceva tutto quanto.
Lì dall’alto Londra pareva così piccola, e tutto sembrava così facile … L’atmosfera lassù era surreale con tutte quelle luci, e in quel momenti anche Inghilterra stesso non aveva paura di guardare Charlotte negli occhi, in silenzio, con un sorriso accennato sul volto.
Gli smeraldini occhi chiari che portavano nel suo giovane volto armonia e dolcezza, i capelli color grano scompigliati eppure che donavano al viso della nazione un qualcosa di ribelle, persino le flte sopracciglia facevano la loro bella figura. Si equilibravano con tutto il resto, e a London pareva l’uomo più bello dell’intero universo.
Il suo bel pirata che si atteggiava a gentleman.
Il suo dolcemente orgoglioso e testardo principe.
Mentre lei era la sua dolce sirena, la sua bella principessa dai modi allegri eppure infinitamente dolci.
Gli occhi azurri gli ricordavano tanto il mare che aveva solcato da adolescente, erano gli occhi della sua sirenetta.
I capelli lei li portava lunghi e mossi, che castani le ricadevano lungo le spalle e in una strana frangia al lato del viso. Mentre dal lato opposto portava un fermaglio con una rosa.
Certo, gli ricordava le manie dell’odiato Francis, ma portata da lei era la ciliegina sulla torta.
E come andava a finire ogni volta? Proprio come andò a finire anche quella sera.
Tornando a casa, mano nella mano, Charlotte si fermò un secondo udendo le note, la sinfonia lieve ma udibile di “Here without you”
Lei ascoltava spesso quella canzone, e le riportava alla mente ricordi di lei e Inghilterra, dai più recenti a quelli più lontani, quando erano ancora piccoli.
La nazione la guardò come incuriosito dal suo sguardo perso, ma conoscendola sapeva benissimo quanto le piacesse quella canzone.
Molto galantemente, le si mise di fronte facendole un inchino con tanto di bacia mano. Il tutto mentre lei si chiedeva cosa stesse facendo e arrossiva.
-My lady, mi concede questo ballo?- Chiese con le gote rosse per il tenue imbarazzo e porgendole una mano, che venne prontamente afferrata dalla sua dama.
Prendendola per la vita, vicina al suo volto, e intrecciando la sua mano destra con la destra della ragazza, cominciò a condurla in una danza elegante, magica data la colonna sonora, e che fece perdere l’’uno negli occhi dell’altra e viceversa.
Anche se così era logico che durasse poco.
Charlie sorrise senza pensare nemmeno di allontanarsi da Inghilterra –Lo sai? dovresti esercitarti di più caro il mio pirata!- Scherzò provocandolo.
Cosa che naturalmente funzionò.
-I-io, sei tu che sei goffa mia cara sirenetta- Ribattè con un sogghigno, molto vicino a lei, e con uno sguardo provocatorio.
-Dici? Beh, allora dimostramelo-
E fu così che la sfida venne accettata, e le loro labbra si unirono nel loro ennesimo bacio, provocato da uno scambio di ingenue e innocenti battute.
 
Non appena chiusa la porta, subito Arthur prese Londra in braccio cominciando a baciarla con il suo modo di fare gentile eppure passionale. Nel frattempo, saliva le scalinate per raggiungere la loro stanza, senza nemmeno staccarsi un attimo dalla sua amata.
In quei casi veniva fuori il lato migliore di lui, che Charlotte amava, e che lo portava a fregarsene di tutto e tutti e a lasciare Londra sul letto a due piazze, giusto il tempo di chiudere la porta a chiave, e di riprendere a baciarla dopo averla fatta sdraiare sui cuscini morbidi e grandi del lettone.
E la mattina dopo, se qualcuno avesse potuto entrare nella stanza li avrebbe trovati abbracciati, lei con la testa poggiata sul petto di Arthur, cullata dalla melodia da lei considerata la più bella.
Quella del suo cuore.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE CHE PER SFAMARE LA SUA CURIOSITÀ, SI ALLEA CON UN’ALTRA AUTRICE DANDO VITA A QUESTO!
 
Questa volta mi sono dilungata *Rilegge* e non solo in fatto di lunghezza *Arrossisce*
Beh, che vi posso dire? Non lo so dato che dubito che la nostra London sia ancora in grado di dire qualcosa …
Charlie, se sei svenuta è colpa nostra (Mia e di Sery, ma soprattutto mia per aver messo l’ultimo pezzo … Ma anche di Sery che mi ha roposto il pezzo con la canzone … Vabbè, tu e la tua mazza sapete dove trovarci insomma) altrimenti, beh, complimenti per essere sopravvissuta XD
Come ho già detto, Sery_Vargas mi ha aiutata parecchio stavolta (Giusto per far prndere un mini infarto a Charlie XD per fare una bella sorpresa alla nostra amica ^^)
Lei infatti ha scritto la parte con Cina e le sorelle Vargas, oltre che suggerirmi il pezzo del ballo e seguendo le mie idee e in caso dandomi buoni consigli.
Quindi grazie.
 
Stavolta me ne vengo qua con due immagini! Una è di London Eye (Che miracolosamente lo ricordo nonostante l’abbia visto in terza media e in inglese, quindi … Capitemi)
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L’altra è di Arthur (In diretta dall’anime) e che io immagino che guardi così Londra su London Eye (E non solo lì ù.ù)
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Detto ciò, mi defile per sfuggire all’ira di Charlie

  
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