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Autore: AlexWrite    15/09/2012    3 recensioni
Giulia e Alessandro, due nomi, due personalità.
Lei, timida ed estroversa, Lui misterioso e complicato. I banchi di scuola li accomunano, stessa classe e stesse amicizie. Cosa accadrà quando lo sguardo di Lei punterà dritto negli occhi verdi del ragazzo seduto qualche banco distante?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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XII Capitolo.

Il pomeriggio non finiva mai, le lancette dell’orologio sembrava si fossero fermate.
Continuavo a fare i compiti, cercando di svagare la mia mente, cercando di indurla a pensare ad altro, e non solo a quel ragazzo dagli occhi verdi. Chimica e biologia già le avevo affrontate, mancava da affrontare greco. Presi il dizionario per iniziare una nuova versione, carta e penna nella mano. L’inchiostro non era ancora uscito da quella piccola fessura della biro che sentì un rumore: piccolo, lieve, una vibrazione.
Corsi a prendere il mio cellulare, consapevole del fatto che il rumore non me lo ero inventato, era successo, lo avevo sentito. Andai il salotto per vedere se quel piccolo rumore era reale, e così fu. Il display era illuminato, e un messaggio attendeva di essere letto. Presi il cellulare in mano, ma d’un tratto il mio cuore si fermò. Non sapevo cosa fare: aprire il messaggio e scoprire il destinatario, o cancellarlo senza nemmeno una piccola occhiata, evitando di procurarmi altro dolore.
“Avanti Giulia, non essere codarda”, pensai tra me e me.
Cliccai visualizza, e il messaggio si aprì. Numero sconosciuto, non sapevo chi fosse e cosa volesse. Ma lo scoprii presto.
Messaggio: So che con questo mi farò solo del male, ma ho bisogno di vederti, ho bisogno di parlarti. Alle 5 davanti alla fontana della piazza, ti prego vieni.
Mi si gelò l’anima nel leggere quel messaggio, l’emittente era anonimo, ma perché? In mente avevo solo Ale, pensavo fosse lui ad avermi mandato quel messaggio, pensavo fosse stato lui a cercarmi, ma perché con il numero sconosciuto? Non poteva farsi riconoscere e rendere le cose più facili?
Mi andai a preparare, erano le 16 e non volevo fare tardi. Si, avete capito bene, volevo andare all’appuntamento di quello sconosciuto. Qualcosa mi diceva che non era pericoloso, qualcosa mi diceva che avrei potuto fidarmi. Mi vestii normalmente, un paio di jeans e una felpa leggera dell’Abercrombie, con le mie superga bianche. La mia solita scarpetta al collo e una spruzzata di profumo. Non mi truccai, ancora un leggerissimo filo di matita nera era rimasto dalla mattina, poteva bastare per quello sconosciuto. Decisi di lasciare la mia chioma rossiccia sciolta, mi sentivo meglio così.
Alle 16:45 uscii di casa, chiusi a chiave la porta e con le cuffie nelle orecchie iniziai a camminare verso la piazza. La strada sembrava infinita, non volevo arrivare troppo presto a destinazione. Avevo paura di ciò che mi sarebbe potuto accadere. Non paura per quello sconosciuto, no. Paura nei suoi confronti non ne avevo nemmeno un po’, forse perché immaginavo chi fosse. Avevo paura delle cose che mi avrebbe detto. Già mi immaginavo Ale, bello come al solito pronunciare la frase “Io la amo, resto con lei. Con te ho chiuso”. Forse sarebbe stato migliore, forse se quelle parole fossero uscite davvero dalle sue labbra, avremmo evitato entrambe di soffrire, avremmo evitato di stare male inutilmente. Ma in cuor mio sapevo che non era quello che volevo. Io volevo almeno essergli amica. Anche se era pochissimo tempo che ci conoscevamo, lui per me era diventato importante, provavo un sentimento di affetto per quel ragazzo dagli occhi verdi.
Pensando, arrivai in piazza. Era deserta, non era arrivato nessuno. Mi guardai intorno per controllare di essere sola, e così fu. Erano appena le 5 di pomeriggio, magari il “forse” sconosciuto era in ritardo. Aspettai seduta su una panchina, sempre con la musica nelle orecchie, sempre ad ascoltare lui, Max. Le sue canzoni mi facevano sognare, almeno per quello non si soffriva. Qualcosa cambiò nei minuti successivi. Da lontano si vedeva una figura che procedeva a passo lento verso di me. Non l’avevo ancora riconosciuta, era troppo lontana perché si potesse distinguere. Indossava un jeans e una maglia, questi particolari sono gli unici che riuscii a percepire, perché mi persi a fissare i suoi occhi. Non erano verdi. E i suoi capelli, non erano castani.
Lo sconosciuto si avvicinò a me, ma sconosciuto forse non lo era più. Sapevo benissimo di chi si trattava, forse della persona che mai mi sarei aspettata di trovare, tutti, tranne quella persona. Non parlai, aspettai che fosse lei a cominciare.
- Ciao Giulia – disse con un mezzo sorriso.
- Ciao Claudia – risposi io, sbalordita e senza parole.




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Spazio autore:
Tadaaaaaaaannn! Ecco a voi il nuovo capitolo, scusate il ritardo ma la scuola è iniziata anche per me. Mi fa piacere sapere che mi seguite in molti, ma mi farebbe piacere anche vedere le vostre recensioni, belle e brutte che siano. Un bacio e al prossimo capitolo.
Baci. Alex.



  
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