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Autore: SkeSmartMistake    15/09/2012    0 recensioni
Questa è la seconda parte di ALL TIME LOW NEVER STOP INVADING MY HEAD.
Il filo narrativo e sempre il medesimo, quindi chi è pronto a rituffarsi con Alex, Jack, Rian e Zack nelle loro intricatissime vite?
Let's go.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Mi svegliai il giorno dopo con un mal di testa da post sbronza.

Uno di quei mal di testa potenti che ti fa dimenticare da dove vieni. Chissà quante e quali intricatissime paranoie si sarà fatto il mio cervello nella notte.

Dopo tutte le cose che erano successe, la storia di Jack e Cass, Rian che tenta di ubriacarsi prima del concerto e Zack che cade ai piedi di Lisa era normale che nella mia testa regnasse il caos più completo. Lo stesso caos che mi aveva permesso di non pensare a Maria per ben due giorni.

Scostai piano le tendine nere della mia cuccetta e lasciai che una tiepida luce mi accarezzasse il viso.

Il bus sembrava vuoto, non arrivava alle mie orecchie neppure il minimo rumore se non quello dei motori delle macchine che correvano per le strade vicine al parcheggio.

Un dubbio mi balenò in mente.

Presi il cellulare dalla tasca dei pantaloni che avevo ordinatamente appallottolato al fondo del letto e controllai i piccoli numeri in alto a destra.

Erano le 3 del pomeriggio, ma ciò che è peggio è che nessuno mi aveva svegliato.

Matt era furioso, ne ero sicuro.

Mi fiondai giù dal letto e con passo traballante entrai in bagno  e per prima feci pipì, seduto perché di stare in piedi e inondare il bagno non avevo voglia, poi presi il telefono in fretta  e furia e formulai un messaggio indirizzato a Jeff nel quale scrissi: “Dove diavolo siete?”

Nell’attesa di una risposta mi feci  una velocissima doccia e mi rivestii poi quando ricontrollai il telefono:

‘E’ giorno di pausa Idiota’.

Dolce il nostro Jeff.

Tirai un sospiro di sollievo e rallentai il ritmo ricordandomi di quanto fosse fastidioso muoversi troppo con l’emicrania.

Farei meglio ad uscire,stando chiuso qua dentro peggiorerei la situazione.  Pensai, e così dicendo presi una felpa a caso appesa all’appendiabiti di fianco alla porta  e mi incamminai verso l’uscita del parcheggio.

Rieccoci a Brooklyn, il più popoloso tra i cinque borough di New York.

Sinceramente, il mio preferito con il suo ponte verso Manhattan, la sua gente sempre piena di brio, e il suo cibo strambo e i locali alternativi a Williamsburg.

Pochi passi verso il cuore della città e il telefono vibra.

‘Alza il culo e raggiungimi al Prospect Park, ti ho preso un hamburger doppio con bacon e formaggio fuso.’

Jack sapeva come convincere le persone.

 

*

Mi ci vollero dieci minuti di Subway per arrivare a Prospect Park, una splendida oasi di pace e tranquillità nel centro della vitalità cittadina.

Jack era lì, con il braccio sventolante che mi faceva segno di venirmi a sedere di fianco a lui mentre con l’altro mi scuoteva davanti il pacco con l’ hamburger.

-E’ reato addescare con il cibo i giovani cantanti. Sai?-  dissi prendendo posto accanto a Jack e strappandogli il sacchetto con il cibo dalle mani.

-Zitto e mangia.-

Afferrai il panino con le mani e lo addentai senza rimorso, avevo davvero fame.

-Come hai fatto a dormire così tanto?- Mi chiese senza un minimo di stupore nella sua voce.

-Insomma ieri sera era presto, sarà stata l’una di notte.-

-Sorà stoto lo shock- dissi masticando con la bocca piena una striscia intera di bacon.

-Ho visto Zack con Lisa prima,-  disse Jack con tono piatto.

-Camminavano allegri mano nella mano, ovviamente la mano sinistra di Lisa era occupata a tenere tre borse di Chanel ma questi sono dettagli.-

-La porta già a fare shopping?- Chiesi prima di dare gli ultimi morsi al panino.

Mi resi conto che parlavo della vita sentimentale della mia ex esattamente come parlavo della partita dei Ravens.

Anzi no, per quella avevo più entusiasmo.

-Non lo invidio.-

Jack mugolò qualcosa di incomprensibile mentre giocherellava con lo schermo del telefono, ma non ci feci caso.

-Dov’è Cass?-  Chiesi rendendomi conto di quanto strano fosse non  vederla intorno a Jack.

-E’ con Rian, stanno discutendo  su delle cose.-  Ma in realtà era questo che avrei dovuto considerare normale.

-Dice che le spezza il cuore vedere Rian in questo stato. E vuole aiutarlo a superarla.-

Appallotolai piano la carta marrone del panino, sapevo che Jack avrebbe avuto qualcosa da aggiungere.

-Crede forse che a me non mi dispiaccia vedere Rian  ridotto così?-

Mi chiusi nel mio silenzio più attonito, sentendomi doppiamente colpevole, non potendo far nulla per migliorare l’umore né di uno né dell’altro amico.

-Fanculo!- Esclamò Jack rovistando nella giacca che si era portato dietro, poi dopo qualche secondo tirò fuori da una cerniera un involucro quadrato e me lo porse.

-Cos’è?- Chiesi curioso rigirandomelo tra le mani.

-Un cd Alex.-

-Grazie Jack- Risposi sarcastico leggendo il nome del gruppo sulla facciata principale.

-We Are The In Crowd-  lessi a bassa voce.

-Me l’ha dato stamattina Matt. Pare che siano I nuovi pupilli della Hopless Records e che ce li vogliano appioppare per il tour. –

Osservai la copertina del cd con attenzione.

-La cosa bella è che hanno una cantante donna, e pure gnocca.-

-Non sarà mai gnocca come la Williams.- esclamai sorridendo e osservando il volto della ragazza.

-Alex, non cambi mai eh.-

Una voce parlò, ma non era maschile.

Qualcosa era cambiato.

Quando alzai lo sguardo Jack non c’era più, al suo posto c’era lei, con i suoi occhi nocciola, e tra i capelli il vento del mio amato Maryland. 

 

   
 
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