Cuore di Drago
Capitolo quinto o del Drago
Il cielo, normalmente azzurro in questa stagione, ore è nuvoloso: plumbeo.
L'umidità ci condanna a sentire caldo, mentre dal terreno sale l'odore della
pioggia.
I pokemon stanno nelle loro tane in attesa dell'inevitabile temporale che
da li a poco frusterà la foresta. Noi camminiamo in silenzio, guardando a
destra e a sinistra in cerca di una grotta sotto cui ripararci.
Mi chiedevo se Giorgia avesse raccontato qualcosa della serata di qualche
giorno fa a Fulvia... Nessuno dei due oggi aveva rivolto all'altro più di un
buon giorno e di un sorriso.
Come per Valerio, sconfiggere Raffaello era stata una passeggiata per tutti e
quattro. Certo, sempre Giorgia aveva dovuto faticare un po’, ma grazie
all'evoluzione del suo Chikorita in Bayleef e soprattutto al suo Corposcontro
era riuscita a conquistarla.
Lei stava con gli occhi bassi e continuava a camminare: non riuscivo a capire
se fosse a causa del tentato bacio, o forse proprio perchè alla fine non glielo
avevo dato.
Silenzio, troppo silenzio. Nessuno ride, nessuno scherza. Che abbia fatto
qualcosa di male?.
Il corso dei miei pensieri fu interrotto dalla suoneria del telefono di
Giorgia.
- "Pronto?"
-"Come dice?!?!? Ma è magnifico!"
-"Bene, a presto."
Giorgia posò nella tasca l'apparecchio e mi guardò:
-"C'è un'ottima notizia per te Draco: il professor Elm ha detto che
alla fine del percorso ci attende un esperto di pokemon drago che potrebbe
aiutarti a capire qualcosa sulle tue origini".
Qualcosa si mosse in me. Finalmente avevamo trovato qualcuno che avrebbe
potuto aiutarmi.
Non vedevo l'ora e perciò affrettai il passo.
-"Draco dove vai? Tra poco inizierà a piovere: dobbiamo trovare un
riparo..."
-"Ma quell'uomo potrebbe decidere di andarsene, vi prego andiamo..."
-"Laggiù c'è una grotta..." Disse Curio.
-"Andiamo Draco sii ragionevole, appena finirà il temporale andremo
immediatamente..." Giorgia cercava di mediare, di essere più accomodante.
-"Vi prego ragazzi, non voglio perdere questa occasione..."
Ma perchè non capivano? Era tanto difficile immaginare quanto io tenessi a
scoprire qualcosa sul mio passato? Che ogni fibra del mio corpo sia ormai
proiettata verso quell'uomo sconosciuto?
-"Va tu se vuoi, noi ti aspettiamo qui." Disse Curio.
-"Si, farò proprio così". Mi stavo arrabbiando, ma per ora non
importava null'altro che scoprire finalmente qualcosa.
-"Ma non può andare da solo... e se un fulmine abbatte un albero sul
percorso o se scivola in un crepaccio?" Ribattè Giorgia.
-"Vai tu allora... visto che state così bene insieme..." Fece
Fulvia, e devo ammettere che mi colse alla sprovvista con questa frase visto
che aveva usato un tono acido, quasi invidioso.
-"Fulvia, lo sai bene che..."
TUOMMM
Un tuono le interruppe. Un secondo tuono, quasi fosse un ciambellano di corte,
annunciò l'arrivo della pioggia.
Le nere nuvole cavalcavano il cielo come oscuri destrieri, i tuoni erano il rumore
dei loro zoccoli e i lampi erano le scintille delle spade dei cavalieri che si
affrontavano in un duello mortale.
Inutile dire che il sangue era la pioggia, e a giudicare da quanta ne stava
cadendo lo scontro tra schiere avversarie del cielo doveva essere all'ultimo
sangue e con un gran numero di caduti.
-"Non mi interessa se mi starete accanto o meno... io vado!" Mi
voltai e andai, ma sperando che mi seguissero.
Le gelide gocce d'acqua mi sferzavano il viso, non mi voltai ma andai piano
sperando di sentire presto i loro passi.
Dieci passi. Nessuno ancora mi segue.
Trenta passi. Nessuno mi segue.
Cinquanta passi. Non mi seguirà più nessuno.
Mi misi a correre veloce, sempre più veloce: volevo allontanarmi da chi mi
aveva illuso.
Già è stata tutta una illusione, tutta colpa della mia immaginazione... avevo
sognato degli amici, amici veri con cui condividere tutto. Avevo sbagliato a
sperare che l'amore si stesse preparando a bussare alla porta del mio cuore.
Correvo sul terreno intriso d'acqua, correvo sul fango incurante degli schizzi
che sollevavano le mie scarpe.
I fulmini illuminavano la mia corsa contro la sofferenza, contro l'abbandono.
Li avevo aiutati a superare i loro ostacoli, li avevo aiutati senza aspettarmi
nulla in cambio, avevo sacrificato la mia felicità per la loro.
Questa volta toccava a loro farlo. Oppure credevano che traessi particolare
piacere dal correre sotto il diluvio universale?
Non avevano neanche messo il naso fuori dalla loro maledettissima caverna, non
avevano neanche continuato a parlare per provare a convincermi a desistere e
perciò a rimanere con loro.
Scivolai sul fango.
In un attimo mi
ritrovai coperto da quella sostanza da capo a piedi.
Ripresi fiato.
Provai ad alzarmi ma la caviglia mi faceva malissimo. Bene, proprio questa
mancava.
Feci uscire dalla sfera pokè Dragonair.
-"Draaaa!"
-"Amico mio, aiutami: non riesco a camminare".
Diligentemente mi offrì il dorso, come già aveva fatto quando era un piccolo
Dratini, mi permise di salirgli in groppa e iniziò a volare.
Io mi tenni forte mentre ci alzavamo sempre di più nel cielo, oltre le nuvole
cariche di pioggia, oltre i miei pensieri.
Così in alto non si sarebbe neanche potuto immaginare la bufera che opprimeva
la terra.
Mi mancava l'aria e il vento mi colpiva la faccia, mi stavo rilassando lontano
dal mondo e la mia presa solida si trasformo in un abbraccio.
Un caldo abbraccio.
Risi, poggiando la testa sul suo corpo squamoso e serpentiforme dell'unico mio
vero amico e mi addormentai cullato dai movimenti del suo corpo, dai dolci
sussulti dei suoi muscoli.
Mi addormentai, ma mi sveglia quasi subito a causa del freddo e dell'aria
gelida che mi colpiva da ogni parte.
Precipitavo.
Gridai ma i tuoni sovrastavano la mia voce. Guardai in giro: Dragonair era
sotto di me, precipitava anche lui.
Cos'era successo?
Forse la nostra ambizione ci aveva portato a volare troppo in alto, dove l'aria
era rarefatta a tal punto che anche Dragonair era svenuto.
Pregai e sperai che fosse solo un incubo.
Un'ombra sbucò dal nulla e mi prese al volo. Un' onda di colore giallo partì
dalle due antenne che aveva sul capo e colpirono Dragonair che si disintegrò in
mille pezzettini che cominciarono a fluttuare nell'aria, tra la pioggia
sferzante.
Credo che il mio cuore si sia fermato.
Qualcosa lo aveva fatto ricominciare a battere, un ritmo familiare: il battito
del cuore di quel pokemon scandiva il tempo della vita, battito dopo battito,
in sincronia perfetta con il mio.
Il mio Dragonair si era evoluto in uno splendido Dragonite.
Quella che era esplosa era semplicemente la pelle della muta. Un vuoto
simulacro senza più traccia di vita.
Tornammo a terra felici tutti e due.
Ora rimaneva una sola cosa da fare: entrare nell'ultima casetta del percorso,
dove sapevo di avere un appuntamento con il destino.
Non richiamai Dragonite nella sfera perchè volevo averlo accanto nel momento
più importante.
Mi avvicinai per bussare ma notai che la porta era solamente socchiusa.
Entrai, zoppicando a causa della caviglia, e senza perdere altro tempo varcai la soglia senza
neanche chiedere permesso.
La luce di un lampo illuminò la stanza: era vuota. Ma c'erano due sedie di
fronte alla porta.
Mi bloccai per un secondo. Finalmente avrei scoperto qualcosa sul mio destino,
perciò perchè avere paura?
Senza più esitare andai a sedermi.
La stanza era spoglia: c'erano un tavolo al centro e un divano sotto l'unica
finestra che si apriva sotto la parete a levante.
Sicuramente doveva solo servire per qualche ricerca particolare nella zona, o
forse per passare la notte con un tetto sulla testa in giornate come quella:
piovose e a rischio di colate di fango.
Dragonite silenziosamente si mise al mio fianco. Gli feci una carezza e trovai
la sua pelle già asciutta: il suo grande calore corporeo aveva già fatto
evaporare l'acqua, oppure le gocce di pioggia non avevano osato toccare le
possenti membra del re dei draghi.
Un altro lampo illuminò la casa e notai qualcosa sul tavolo.
Mi alzai e guardai meglio: era un biglietto.
- Salve!. Corri alla caverna dove hai
lasciato i tuoi amici, è una emergenza.
Perchè dovevano capitare tutte a me?!?!?
-"Dragonite torniamo alla caverna!"
Corsi fuori e saltai sul dorso del mio pokemon che ruggì possente e iniziò a sbattere
le ali prendendo quota.
Pochi minuti dopo eravamo già arrivati.
La pioggia si era attenuata, ma la grande forza che aveva avuto prima era
bastata a creare un fiume di fango che ora, scendendo dai monti vicini,
trascinava via tutto ciò che trovava sul suo percorso.
Quattro figure erano ferme alla sommità della caverna che presto verrà
investita da un'onda gigantesca di fango e verrà sicuramente sommersa.
Qualcuno doveva fermarla prima che succedesse la sciagura.
Atterrai con Dragonite, ma non degnai neanche di uno sguardo quelli che avevo
considerato amici e che invece mi avevano lasciato solo.
-"Hey, tu devi essere Draco, giusto?"
-"Si, sono io..." e così la possibilità di sapere qualcosa di più
sulle mie origini appariva ai miei occhi sotto la forma di un uomo anziano ma
ancora vigoroso, con una chioma fluida ma candida come la neve.
-"Dobbiamo andare vicino alla montagna, seguimi con il tuo
pokemon..." e dicendo questo era salito sul suo Charizard.
Non ci fu bisogno di dire nulla al mio Dragonite. In un battito di ciglia
eravamo di nuovo in alto, di nuovo tra la pioggia, ma per la prima volta di
fronte al mio destino.
-"Ascoltami, non c'è molto tempo per le spiegazioni quindi sarò
estremamente conciso: il professor Elm mi ha già raccontato la tua storia, e io
mi sono preso la libertà di fare qualche ricerca.
Tu eri su una nave che avrebbe portato te, la tua famiglia e tutti gli altri
passeggeri nella regione di Kanto.La nave è partita da Sinnoh.
Durante il viaggio una tempesta, più forte di quella di questa sera, si è
abbattuta sulla vostra rotta e la nave è affondata.
Come saprai i pokemon collaborano con i naufraghi, ma quella mareggiata era
straordinariamente forte e solo un tipo di pokemon ha avuto il coraggio di
affrontarla: i Dragonite.
Tutti sono stati portati a riva grazie alla collaborazione dei soccorsi umani
con quelli dei Dragonite, ma mancava un solo passeggero: tu.
Tutti credevano che tu fossi morto perchè la guardia costiera ha perlustrato i
mari per giorni senza trovare nulla, neanche la più piccola traccia di te.
Questo perché un
Dragonite ti ha portato fino alla sua tana, dove era stato deposto un uovo.
Purtroppo mi duole informarti che tutti i Dragonite che hanno partecipato al
salvataggio a causa della fatica non sono stati più in grado di riprendersi,
nonostante fossero stati sottoposti a tutte le cure possibili".
Fece una pausa per deglutire.
-"Anche il mio Dragonite è morto a causa della fatica, ma ormai il passato
è passato.
Nella casetta in cui sei stato prima troverai tutti i tuoi dati
anagrafici e il numero dei tuoi genitori.
Il tuo nome non te l'ho ancora rivelato perchè mi serve che tu ora sia
concentrato sull'immane sforzo che tu e il tuo pokemon dovete compiere per
salvare i tuoi amici".
-"Non sono miei amici..." Dissi con rabbia.
-"Non lo sono più..." continuai
-"Ascoltami giovane allenatore, è importantissimo ora che anche tu
collabori con Dragonite.
Il vostro legame è fortissimo e il tuo pokemon può tirare fuori da sè poteri
straordinari se tu saprai guidarlo bene, se gli dimostrerai di aveva anche tu
un cuore di drago..."
-"Tieni, è uno strumento che ti sarà molto utile: un Dentedidrago che darà maggiore forza a te e a Dragonite."
-"Draaaaaaa!" Anche il mio pokemon ne avvertiva la potenza.
-"Ora devo andare ad aiutare le persone che vivono sull'altro versante. Ci
vediamo appena tutto questo sarà finito"
Immediatamente il suo pokemon velocissimo lo portò dall'altro lato del monte.
Quell’uomo deve essere molto incosciente se lascia nelle mani di un ragazzo che
neanche conosce ben tre vite umane.
Ma ormai siamo in
ballo perciò ci tocca ballare.
Analizziamo la
situazione: lo tsunami di fango è quasi arrivato alla caverna, Curio Fulvia e
Giorgia non possono scendere perchè l'acqua filtrando dal terreno ha ingrossato
un fiume sotterraneo che esondando li aveva costretti a cercare rifugio lassù.
Non rimaneva altro da fare che colpire il terreno davanti a quello smottamento
per creare una specie di diga.
-"Dragonite usa Dragobolide
contro le pendici della montagna!"
L'attacco partì, ma non ebbe l'effetto sperato. Anzi era molto più debole dei
soliti attacchi di Dragonite.
Mi fermai un attimo a riflettere, o per meglio dire mi fermai per trovare il
coraggio.
Il coraggio di perdonare.
Lo so, lo so con tutto me stesso che il mio cuore si era macchiato della
rabbia, del rancore verso chi mi aveva tradito nonostante io non avessi esitato
a sacrificarmi per la loro felicità.
Dovevo trovare il coraggio di perdonarli e riuscire così a salvarli. Dovevo
farlo non per poter tornare ad essere amici, e neanche per fare il mio dovere,
ma semplicemente perchè era giusto così.
-"Dragonite usa Dragobolide!"
L'attacco fu di una potenza inaudita: sradicò alberi e sollevò zolle di terra.
Ma non bastò.
Il fango riuscì ad aggirare gli ostacoli e a continuare la sua distruttiva
corsa.
La colpa è solo mia.
Ho creduto di aver raggiunto lo stadio giusto, di essermi evoluto come il mio
amato pokemon, come il mio amico.
Ma non è così.
Me ne rendo conto ora, ora che mi sono accorto di non aver paura per la mia
vita, in fondo sono al sicuro in alto nel cielo.
Chiaramente l'attacco non arriva al massimo della forza.
-"Dragonite scendiamo a terra..."
Il pokemon drago ubbidì senza neanche aver il bisogno di cercare una conferma
con un contatto visivo.
-"Quando la colata sarà vicina dovremo attaccare con tutte le forze. Te la
senti di rischiare la tua vita insieme a me?"
-"Dra!"
La vita è sacra, ma nonostante questo i draghi che hanno salvato l'equipaggio e
i passeggeri della nave su cui ero imbarcato hanno preferito sacrificarla per
quella di umani che non conoscevano.
Per me, per noi, non sarebbe stato diverso.
Cosa conta una singola vita rispetto alla possibilità di salvarne altre? A cosa
serve vivere se non a donare questo dono meraviglioso per aiutare gli altri?
In questi pochi giorni avevo conosciuto grazie al mio pokemon aspetti della
vita che altrimenti non sarei mai stato in grado di incontrare da solo.
Avevo imparato a cercare:
Non l'onore della battaglia, ma quello della gentilezza.
Avevo imparato ad avere:
Non un cuore animato da rabbia pura, ma un cuore puro che agisse secondo
coscienza a prescindere da sentimenti negativi come la rabbia.
Avevo imparato che non era giusto fuggire dal dolore e che la vera gloria sta
nel dare un buon esempio per creare un mondo migliore.
Avevo imparato a sacrificarmi per la felicità degli altri.
Ora dovevo imparare a sacrificarmi per la vita degli altri.
Per quello che avevo in mente avremmo avuto solo una possibilità. Se avessimo
fallito sarebbe stata la fine per noi e per tutti gli altri.
-"Dragonite quanto te lo dico io usa Iper-Raggio!"
-"Dra!"
Avevo intenzione di disintegrare letteralmente il fiume di fango.
La terra tremava.
Sapere che il battito del cuore aveva lo stesso ritmo sia nel petto del drago,
sia nel mio, mi dava coraggio.
Un boato annunciò l'onda d'immane grandezza che stava per abbattersi su di noi.
-"Ora!"
Un raggio dorato uscì dalle fauci di Dragonite.
Colpì in pieno in fiume facendolo arretrare. I tratti del pokemon erano
trasfigurati dalla fatica, dalla paura di non farcela.
Il fiume dopo essersi fermato aveva ricominciato molto lentamente a muoversi.
Toccai la zampa di Dragonite e lui capì: questa volta ce l'avremmo fatta
perchè la sua forza, la nostra forza, era aumentata visto che ormai non
avevamo più remore: ci saremmo sacrificati.
Con un grandissimo sforzo Dragonite intensificò il raggio che iniziò a emettere
una luce sempre più abbagliante, sempre più simile al Sole.
Un unico solo grande colpo, in cui però erano racchiuse due vite, due anime di
drago, due cuori di drago.
Il tempo rallentò mentre il raggio spingeva sempre più lontano il fiume finchè
con un grande boato non si disintegrò lasciando a terra solo la scia del
formidabile colpo.
Era tutto finito.
Caddi a terra in ginocchio seguito da Dragonite.
La fatica era stata immane ma ce l'avevamo fatta.
Almeno così credevo finchè il mio amato pokemon drago non si accasciò al suolo.
Vedere il suo fiero muso nella polvere mi fece fermare il cuore.
Non avevo la forza di gridare, di chiedere aiuto, ma lui, il vero eroe che
aveva salvato tutti, non aveva più la forza di respirare.
Appoggiai l'orecchio al suo petto squamoso e sentì il suo cuore sempre più
debole.
Presi tra le mani il Dentedidrago.
Non avevo neanche bisogno di pensare a quello che stavo per fare.
Avevo già deciso: non avrei mai scoperto chi ero stato, non mi serviva più
perchè grazie a Dragonite ora ero una persona nuova, una persona migliore.
Se nell'universo c'era una giustizia divina, il mio appello non sarebbe mai
passato inosservato: una vita per una vita.
Mi trafissi.
Rosse gocce di caldo sangue colarono, come se fosse un pianto, sul petto del
Pokemon.
Quel sangue era il pegno di un'amicizia, era l'estremo segno della mia
gratitudine.
Era il cuore di un drago che andava a vivere nel corpo di un drago.
Il mio battito diventava sempre più debole mentre mi accasciavo sul corpo di
Dragonite.
TUM TUM TUM
Il suo cuore batteva, il mio si fermava.
Lo abbracciai per l'ultima volta e con le ultime forze sussurrai.
-"Grazie Dragonite".
E chiusi gli occhi.
Fine