Aprì
gli occhi mettendo a fuoco il soffitto della stanza.
Si
mosse piano: era sopra un letto di un ospedale che non aveva idea di
come aveva
raggiunto.
Si
sollevò lentamente guardandosi intorno e la vide.
Era
senza dubbio la ragazza più bella che avesse mai visto:
seduta su una sedia a
pochi passi dal suo letto, dormiva con la testa abbandonata
all'indietro e
aveva tutta l'aria di essere parecchio scomoda; ma anche vedendola in quelle
condizioni non riuscì a
non pensare che fosse bellissima.
Poi
il panico la colse: come c'era arrivata in quella stanza d'ospedale?
Chi
era quella ragazza?
Perché
era li?
Si
lasciò sfuggire un sospiro leggero, ma fu abbastanza
rumoroso per svegliare la
ragazza che spalancò gli occhi tirandosi su all'istante.
-Sei
sveglia- constatò con voce rauca -Ricordi qualcosa di ieri?-
Fissò
incerta la ragazza: non sapeva chi era, doveva rispondere lo stesso?
Forse
era un medico.
-No-
disse alla fine -Non ricordo niente-
La
ragazza-medico sospirò -Ti ricordi come ti chiami?-
Si
dovette sforzare, non poco, per poter rispondere alla domanda
-Brittany...credo- rispose tentennando
-Esatto-
la ragazza le rivolse un sorriso luminoso -Ti chiami Brittany-
Brittany
ammirò incantata quel sorriso così bello per
qualche istante -Tu chi sei?- chiese
poi alla ragazza.
Il
sorriso scomparve lentamente dal volto della mora.
-Santana-
rispose poi.
-Santana?-
chiamò qualche minuto dopo.
La
ragazza si girò subito verso di lei
-Perché
sono qui?- chiese.
Santana
non rispose subito -Tu...- sembrava in difficoltà -Tu hai
avuto un incidente-
Brittany
sentì perfettamente quella nota di incertezza nella voce di
Santana, ma non se
ne curò più di tanto; dopotutto che motivo aveva
quella ragazza sconosciuta di
mentirle?
-Sei
il mio dottore?- chiese ancora
-Ehm...si.
Una specie-
E di
nuovo a Brittany sembrò che quelle parole non fossero vere,
come se la
dottoressa, cioè Santana, stesse recitando una parte per
l'ennesima volta.
-Perché
non mi ricordo nulla della mia vita?-
-Hai
battuto la testa, amnesia- disse Santana sbrigativa -Ma non pensiamoci
adesso.
Piuttosto, c'è qualcosa che vuoi fare in particolare?-
Brittany
si fermò a riflettere -Posso vedere un film?-
Santana
annuì, come se si aspettasse quelle parole esatte -Scommetto
che vuoi vedere
"Up"-
In
effetti Brittany voleva vedere proprio "Up", anche se non ricordava
di averlo mai visto prima.
Osservò
la mora mettere il DVD nel lettore e accendere lo schermo della piccola
TV
davanti al letto.
-Resti
a guardarlo con me?-
Non
aveva ancora finito la domanda che già Santana si era seduta
di fianco a lei.
Passarono
tutta la giornata assieme, Santana non la lasciò nemmeno per
un
attimo
e Brittany non se ne lamentò affatto.
Credeva
di non aver mai visto prima quella ragazza, eppure quando le era vicino
sentiva
il suo cuore battere forte e dentro di se sapeva di conoscerla.
Ma
per quanto si sforzasse non riusciva proprio a ricordare nemmeno
un'occasione
in cui potesse averla vista; anzi, non riusciva a ricordare niente.
Osservò
in silenzio Santana, che per tutto il giorno non aveva fatto altro che
anticipare i suoi desideri, come se sapesse già cosa stava
per chiedere.
"Forse
è un angelo" si ritrovò a pensare la bionda.
Solo
quando fuori dalla piccola finestra era ormai buio Santana perse il
sorriso che
le aveva rivolto tutto il giorno.
-Devo
andare adesso- mormorò, come a scusarsi.
Brittany
la guardò tristemente -Domani ci rivedremo?-
-Certo-
la mora sorrise di nuovo, ma ora il suo sorriso era triste e spento.
-E'
strano- disse Brittany all'improvviso -Sei sicura che non ci siamo mai
viste
prima?-
Inaspettatamente
Santana alzò subito la testa verso di lei sorrise, stavolta
per davvero, come
se le avesse appena detto una cosa bellissima.
-Forse...-
rispose con voce eccitata -…E' capitato che ci siamo viste
in giro-
Ci
fu un momento di silenzio quasi religioso.
-Allora
ciao- sussurrò la bionda triste.
Non
voleva che il suo angelo-dottore se ne andasse.
Ma
inaspettatamente Santana si avvicinò a lei, fino a posarle
un bacio sulle
labbra, talmente dolce e delicato da farle battere il cuore ancora
più forte.
Brittany
non ricordava di aver mai baciato nessuno, dunque quello era il suo
primo
bacio.
Finì
lentamente come era iniziato.
Santana
si allontanò, le sorrise dolcemente accarezzandole la
guancia e le sussurrò
solo "Ora dormi" prima di uscire spegnendo la luce.
Ma
Brittany non si preoccupò: le aveva promesso che sarebbe
tornata; non era
sicura che i dottori fossero obbligati a mantenere le promesse ma gli
angeli di
sicuro si.
*
''E' un
caso raro, non
succede spesso, ma può capitare che in seguito a un trauma
il cervello
contragga una grave malattia cerebrale che porta chi ne è
affetto a dimenticare
tutto ciò che registrato nella memoria a breve termine.''
Ricordava
ancora la voce fredda, quasi meccanica, del chirurgo quando, uscito
dalla sala
operatoria le aveva detto quale sarebbe stato il destino della sua
ragazza ''La signorina Pierce ha avuto
un'amnesia e
la sua memoria a breve termine è stata danneggiata, le
percentuali di
guarigione sono bassissime''
''Sta
dicendo...''
aveva mormorato con un nodo
alla gola ''Sta dicendo che Brittany non
si ricorderà mai più di me?''
''Mi
dispiace signorina
Lopez''
Era
stato come sentire un ''si''.
Due
anni, erano passati due anni da quel maledetto incidente.
Due
anni che Brittany riviveva sempre lo stesso identico giorno, senza mai
ricordarselo.
Due
anni senza nessun miglioramento.
Fino
a quel giorno.
-Santana-
La
latina si lasciò cadere sulla sedia della saletta medici
-Santana-
la chiamò di nuovo Quinn -Come è andata?-
-Come
sempre- rispose stancamente -Ma stavolta ha detto che le sembrava di
conoscermi-
nonostante tutta la tensione e tutta la stanchezza, il suo volto si
aprì lo
stesso in un sorriso.
-Ottimo-
sorrise Quinn felice, appuntando qualcosa su una cartella.
Del
resto, fra le due, era Quinn il vero medico.
-Ora
dovresti riposare- suggerì speranzosa ma la mora scosse
subito la testa.
-Devo
lavorare ora, lo sai...dormirò qualche ora domattina-
Quinn
non provò nemmeno a protestare, non serviva più.
Ormai
anche lei, come Santana, si era abituata a quella strana routine dove
ogni
giorno si ripeteva inesorabilmente uguale agli altri.
*
Aprì
gli occhi mettendo a fuoco il soffitto della stanza.
Riconobbe
il contorno di un letto di ospedale che non aveva idea di come aveva
raggiunto.
Si
sollevò lentamente guardandosi intorno e la vide.
Era
senza dubbio la ragazza più bella che avesse mai visto: era
abbandonata su una
sedia a pochi passi dal suo letto, dormiva con la testa abbandonata
all'indietro
e aveva tutta l'aria di essere parecchio scomoda; ma anche in quelle
condizioni
non riuscì a non pensare che fosse bellissima.
Poi
il panico la colse: come c'era arrivata in quella stanza d'ospedale?
Chi
era quella ragazza?
Perché
era li?
Si
lasciò sfuggire un sospiro leggero, ma fu abbastanza
rumoroso per svegliare la mora
che spalancò gli occhi tirandosi su all'istante.
-Sei
sveglia- constatò con voce rauca -Ricordi qualcosa di ieri?-
Fissò
incerta la ragazza: non sapeva chi era, doveva rispondere lo stesso?
Forse
era un medico.
-No-
disse alla fine -Non ricordo niente-
La
ragazza-medico sospirò -Ti ricordi come ti chiami?-
Si
dovette sforzare, non poco, per poter rispondere alla domanda
-Brittany...credo-
rispose tentennando
-Esatto-
la ragazza le rivolse un sorriso luminoso anche se tirato e stanco.
Si
vedeva che aveva dormito poco.
Brittany
ammirò incantata quel sorriso così bello per
qualche istante -Tu chi sei?-
chiese poi alla ragazza.
-Sono
Sa...- iniziò ma Brittany la interruppe, come colpita da una
rivelazione
improvvisa
-Aspetta!
Sei Santana, giusto?-
Santana
la fissò incredula, poi il suo cuore sembrò
scoppiare di felicità
-Esatto-
disse incapace di credere a ciò che era appena successo -Mi
chiamo Santana-