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Autore: shelters    15/09/2012    2 recensioni
Roma si ferma. così come tutta Italia.
Gli anziani rinunciano ad uscire, gli adulti si sporgono dalla finestra solo per assistere a questa scena.
Scena che si ripete di anno in anno, ma che ogni anno è diversa.
Ricordi di anni passati che riaffiorano, cori da stadio che si mescolano per le strade della capitale, urla di sconosciuti che, da una parte all'altra del ponte, si augurano buona fortuna.
e il panico, la paura, l'ansia e i nervosismi sono solo un ricordo.
Domani ci si penserà.
Questa notte va vissuta, perchè è uno di quei momenti gloriosi.
Va vissuta perchè questa notte è solo ed esclusivamente nostra.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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18 Giugno 1997

Un clacson. Un urlo.
"Cristina, scendi"
Una finestra che sbatte. Una risposta.
"Romolo, aspetta un attimo!"
Un piede che batte impaziente, uno sbuffo.
Un viso stanco, uno sguardo ansioso.
Anche per Roma la notte è arrivata.
Adulti indulgenti sporti dai balconi che guardano un'altra generazione crescere. 
E chissà se in quel gruppetto di ragazzi seduti sulle vespette rosse c'è un nipote, un figlio, un cugino, un fratello che sta andando incontro al destino.
Gli anziani per questa notte si ritirano e li lasciano fare, questa notte è solo loro.
Un portone che si chiude, il rumore di scarpe sull'asfalto caldo.
Un sorriso, di quei sorrisi luminosi, un sorriso di chi sa che stasera non ci sono regole. Che domani si vedrà, che il domani arriverà, ma che stanotte il tempo si fermerà, magari per guardare diciannovenni che scorrazzano per le strade e sconosciuti che si augurano buona fortuna da un lato all'altro del ponte.
Un motore che parte, un suono che si affievolisce sempre di più.
Gli adulti rientrano in casa guardando con fare dolce i figli che camminano per casa. Figli in quale turno è già passato, figli il quale turno deve ancora arrivare.
Perchè è una notte che si vive una volta nella vita. O meglio, è una notte che va vissuta una volta nella vita.
E, con quel motorino che scompare nel buio della notte romana, il piazzale torna vuoto e silenzioso, senza preoccupazioni e sguardi stanchi.
Quel due ruote si è portato via la trepidazione e la paura di normali diciannovenni che stanno per andare, a detta loro, verso il patibolo.

18 Giugno 1997, Piazza di Spagna

Un motore che si spegne. Un peso che si alleggerisce.
"Romolo, Cristina, mancavate solo voi!"
Due bicchieri dal contenuto arancione che s'iniziano a svuotare.
Chiacchiericcio, incoraggiamenti, risate, voglia di vivere al momento, senza pensare le conseguenze.
I turisti che già affollano la capitale italiana si chiederanno he sta succedendo.
Cosa ci fanno vespe per tutta Roma, giovani ad ogni angolo, bar pieni, case mute e non una persona che si lamenta.
Magari l'anziana coppia americana che risiede nell'hotel lì vicino si è pure lamentata, ma il personale gli ha rivolto un'alzata di spalle, un sorriso ironico di quando s'informa qualcuno di un avvenimento speciale e, dopo aver appreso la situazione, i due anziani si saranno rivolti uno sguardo divertito, prima di ringraziare l'uomo dall'inglese stentato e ritornare su in camera, magari raccontandosi quei vecchi e affettuosi ricordi che conservano come il periodo migliore della loro lunga vita.
Probabilmente le persone che sono rimaste a casa non aspettano altro che sentire le prime parole di una canzone di Venditti che porti a galla quegli inevitabili ricordi.
Ma, per ora, si godono quel chiacchiericcio agitato, quelle risate forti e nervose e quei cori da stadio che si levano di tanto in tanto e, per un solo fugace attimo, gli verrà voglia di tornare indietro di decenni per riviere quell'emozione che ti prende lo stomaco, che ti tiene in cervello sotto torchio e che ti fa tremare le gambe. 
L'emozione di sapere che il tuo turno inizia domani alle 9.00, che da domani entrerai a far parte di un altro mondo, di un' altra generazione.
Ma che si gode, a costo di avere occhiaie violacee sotto gli occhi, gli ultimi momenti della loro gioventù diplomanda.

19 Giugno 1997, mezzanotte e quarantasette, scalinata Piazza di Spagna.

Un battito di mani. Un colpo di tosse. Un urlo eccitato.
"Romolo, Tullio, aspettavamo solo voi due per iniziare!"
Ragazze che smettono di chiacchierare, bicchieri che si staccano dalle labbra, fidanzati che si siedono sulle selle dei motorini cingendosi la vita e dandosi un ultimo bacio. Persone che si schiariscono la voce.
"Ragazzi, ci siamo. Fra poco è meglio che andiamo tutti a casa o domani non ci si sveglia più e la De Luca chi se la sente!
Grazie per essere stati qua con noi stasera, è stato bello festeggiare questa notte con voi.
Abbiamo pensato che non potesse mancare il coro da stadio sulla tipica canzone da maturità. Quindi, prima di unirci tutti in un solo coro, un grande augurio di buona fortuna per questi esami e speriamo di non trovarci più qua in mezzo l'anno prossimo!"
Le prime note si diffondono.
Anziani dal sonno leggero che scuotono la testa sentendo la canzone ripetersi per l'ennesima volta e pensando che, anche se ogni anno il luogo è lo stesso, le emozioni cambiano sempre e che è bello rivivere, anche solo per 3 minuti quella gioventù lontana.
Coppie sposate in dormiveglia che, in realtà, non aspettavano altro che quel momento per strngersi la mano e ricordare quel momento come un ricordo buffo ed indimenticabile.
Universitari che desiderano rivivere quei pochi anni passati che sembrano così vividi a pensarci.
Adolescenti al corrente del rito che si ripete ogni anno e che sorridono al pensiero che saranno i prossimi, i prossimi e i prossimi ancora.
Bambini che gioiscono di sentire la musica e che sorridono battendo le mani.
Ed è come se tutta Italia si fosse fermata per un attimo a guardare con sguardo tenero e divertito quei ragazzi così spensierati e felici dell'età che hanno, di ciò che stanno vivendo.
E ciò che stanno vivendo ora, sulle note di "Notte Prima Degli Esami" è un ricordo unico, di quelli che spunteranno nei momenti in cui riguarderanno indietro, alle loro spalle e il passato si farà vivido e lucente.
Riusciranno a pensare solo ai momenti gloriosi, a quelli luminosi, attimi in cui la via era brillante e la vita non incuteva timore. E anche se in momenti come questi la vita sembra scivolare via senza che si possa fermarla o rincorrerla, capiranno che la devono lasciare scappare. Non pensare a dove si sta dirigendo, a dove finiranno loro con lei. Devono solo vivere il momento ricordando che non si sono mai sentiti così bene come in quegli attimi. Come se avessero tutto il mondo nelle mie mani, tutto il mondo dalla loro parte.
Come se gli esami fossero lontani, uno scoglio basso e piccolo, semplice da saltare e che nasconde, dietro si sè, la vita che si sogna.
Perchè questa notte è ancora loro.
Forse per poco, forse per tanto.

Notte prima degli esami, notte di polizia, 
certo qualcuno te lo sei portato via, 
notte di mamme e di papà col biberon in mano, 
notte di nonne alla finestra,
ma questa notte è ancora nostra, 
notte di giovani attori di pizze fredde e di calzoni, 
notte di sogni di coppe e di campioni, 
notte di lacrime e preghiere, 
la matematica non sarà mai il mio mestiere, 
e gli aerei volano alto tra New York e Mosca, 

ma questa notte è ancora nostra,
questa notte è ancora nostra.

______________________
Bonjourrrr.
è la seconda storia generale che faccio, #beproud
non so perchè mi sono messa a scrivere sulla maturità, questo inizio della prima liceo mi ha traumatizzata eccessivamente a quanto pare.
Oibò, coomunque. PICCOLO APPUNTO.
So perfettamente che la canzone è del 2000, ma faceva più figo ambientare la storia negli anni '90, perciò perdonate questo salto temporale.
Peeer il resto niente, buon anno scolastico, studiate (lo dico a voi e nemmeno io lo faccio lol)
No, dai, voglio fare un bel biennio.
Sto divagando.
Un bacione a tutti,
-Viola

(per tutti quelli che hanno visto la 4x01 di glee, AMIAMOLA insieme, yeee)

  
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