EPILOGO 2

  

4 Mesi dopo.

 
Zacky ed io avevamo finalmente comprato un appartamento insieme.
Potevamo vivere la nostra intimità tranquillamente, dando un po’ di libertà anche alla povera Joey che ci aveva ospitato tutto il tempo.
Zack e i ragazzi avevano deciso di formare una band in modo serio e avevano già inviato demo a qualunque casa discografica della zona.
Una mattina ero a casa da sola. I ragazzi erano andati a provare nuovi pezzi a casa Haner;
più precisamente nel garage che era stato adibito prima a casa di Jimmy, quando questo era stato cacciato via di casa dai suoi genitori che lo consideravano un emerito pirla (volendogli comunque bene)
e non sopportavano più di vederlo scorazzare per casa facendo casini a destra e a manca, insieme o senza i suoi amici; poi, con l’aiuto del padre di Brian, avevano trasformato quella piccola stanza  in una bellissima sala prove.
Era fantastico vederli suonare ed io e Joey facevamo loro compagnia spesso; ma quella mattina lei doveva vedersi con una sua vecchia amica e io dovevo sistemare ancora vari scatoloni di Zacky.
 
Verso le 10 del mattino suonò il campanello della porta, aprii ma non c’era nessuno.
Trovai solo un biglietto giallo sullo zerbino.
<> firmato Josh.
 
 
 
Era uscito dall’ospedale e dopo 4 mesi era tornato a complicarmi la vita.
Non sapevo cosa fare. Chiamare Zacky, chiamare Joey o qualcun altro dei ragazzi. Ero preoccupata.
Decisi di chiamare Joey, non volendo disturbare le prove della band. Lei corse subito da me.
 
“Joey, cosa faccio?”
“Stai tranquilla, troveremo una soluzione.” Mi disse lei per tranquillizzarmi –“ se vuoi ti accompagno alla polizia e sporgiamo denuncia.”
Annuii. Era l’unica idea decente che ci era venuta fino a quel momento.
Prendemmo la sua auto e ci avviammo alla stazione di polizia.
Non risolvemmo nulla dato che i poliziotti non ritenevano necessario prendere precauzioni per il momento.
Cosi tornammo a casa.
 
“Cosa farai adesso?”
“Non lo so, Joey”
“Hai intenzione di dirlo a Vee?” ci pensai un po’ prima di risponderle.
“No, aspetterò. Magari la polizia ha ragione. Se non si farà vivo in questo mese, non credo di dovermi più preoccupare.”
Sicuramente stavo cercando di rassicurare più me che lei.
“Charlie, qualsiasi cosa, chiamami” disse Joey guardandomi dritta negli occhi.
“Te lo prometto.”
 
 
 
Un anno dopo.
CLAIRE POV
 
Non ho più sentito Charlie da quando mi ha chiamata ed io ho confessato di me e Josh.
Non ho più potuto chiederle scusa, né chiarire con lei.
Non l’ho più vista. E ora, non mi resta più niente di lei.
 
Guardo la gente intorno a me. tutta gente che ci ha visto crescere, insieme, e che ora si chiede come possa essere successo. Ma io non so cosa rispondere.
 
Cinque ragazzi in lontananza colgono la mia attenzione.
Li osservo bene e vedo qualcosa di lei in loro, sicuramente quello che io non ho più.
 
A fine cerimonia tutti se ne vanno. Rimango qui, ancora un po’ a pensare a noi, a tutte le cose che abbiamo fatto insieme, a tutti gli anni passati l’una al fianco dell’altra, fino alla tua partenza. Ripenso alla nostra amicizia che sono riuscita a rovinare cosi facilmente.
La settimana scorsa sono passata dai tuoi. Li avevi appena chiamati, dopo cosi tanto tempo.
Non avevi raccontato niente della nostra telefonata e io non ne ho avuto il coraggio.
Dovevi tornare martedì. Oggi è martedì. Sei tornata, ma non come volevi tu.
Chi ti può aver fatto questo?
 
La vibrazione del mio telefono mi riporta alla realtà: è Josh.
“Tesoro, ma dove diavolo sei?”
“Claire, non posso parlare in questo momento. Ho fatto una cosa orribile sai. E sono sicuro che tu adessp ne stai vivendo una parte.”
“Josh, ma cosa stai dicendo?”
“Ti ho mentito, Claire. Non sono partito per un viaggio di lavoro.”
“Cosa?”
“Charlie. Sono stato io”
Il mondo mi è crollato addosso.
 
 
Lui, la persona che amo ha ucciso una parte di me.
Mi cedono le gambe e crollo a terra, lontano dalla lapide fredda di Charlie.
Dove dovrei essere io, ora ci sono quei cinque ragazzi, attorno a quel marmo.
Uno in particolare, si vede che sta piangendo.
“Quello deve essere  Zacky” bisbiglio.
Me ne ha parlato tua madre. Mi ha raccontato che eri cosi felice di lui.
Sento i loro pianti da lontano. Le loro voci. I loro singhiozzi che cercano di essere repressi.
“Mi dispiace. Mi dispiace tanto.” Dice il ragazzo.
Si inginocchia, facendo scendere una rosa rossa dalla mano, e bacia la foto sorridente di Charlie.
-“Giuro, Amore.”
 
 
 
 
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Allora! Niente, per vostra fortuna è finita! i ringraziamenti sono d'obbligo,
 quindi voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto/commentato/seguito/ricordato
questa storia, davvero!
Un grande abbraccio.
                                                                                                                                                                                   Vengenz_