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Autore: purepura    15/09/2012    1 recensioni
“Ciao, Rogue” mi aveva accolto Tempesta, mentre Logan non accennava a voltarsi. “Entra pure. Logan mi stava dicendo che ha intenzione di andare via per un po’”[...]
“Di nuovo?” mi ritrovai a dire[...]

Non è una Logan/Marie. Non credo sia nata per questo, anche se non ci metterei la mano sul fuoco. Non mi ha ancora detto che cos'è... E' ambientata dopo la fine del terzo film - sui quali questa storia è interamente basata.
Spero di non essere andata troppo OOC. In tal caso, sarò pronta a mettere l'avvertimento, o direttamente a cancellarla....
Buona lettura!!!!
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marie D'Ancanto/Rogue
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XXVI

“Dobbiamo fare qualcosa!”

La mia voce echeggia di nuovo per la stanza, mentre Tempesta si trova visibilmente a corto di idee e, tanto per fare vedere che ha in mente qualcosa, è passata a osservare meticolosamente la pianta della scuola.

“Agitarti non ci aiuterà” proclama Pyro.

Tu non aiuterai, se sei venuto qua per questo. Tieni a freno la lingua, o te la strappo”

“Sarei curioso di vederlo”

Faccio un passo avanti, ma qualcuno mi trattiene, avvolgendomi il braccio intorno alle spalle.

“Non abbiamo tempo” sussurra Bobby.

Mi volto, e il suo sguardo mi colpisce. Fissa Pyro come se volesse picchiarlo quanto me, ma c’è dell’altro, qualcosa di freddo che non gli ho mai visto. Il suo sguardo è sempre stato delicato e lucente, in grado di riscaldarmi; ora è l’esatto opposto, e sento un brivido percorrermi la schiena.

“Non abbiamo tempo” ripete. “Peter, dimmi”

E Colosso racconta di nuovo, parla di come sia andato a cercare Kitty per futili motivi, di come non l’abbia trovata in aula e di come l’abbia cercata sul telefonino, perché lei stessa aveva detto che a quell’ora sarebbe stata ancora lì. È stato allora che si è preoccupato e ha cominciato a cercarla ovunque, sino a che non ha incontrato me e, ricordatosi di Charlie, mi aveva chiesto se li avessi visti. Così, Tempesta, saputa ogni cosa, ci ha condotti in un primo momento di sotto, alla ricerca di qualche traccia o oggetto scomparso, e poi di nuovo nel suo ufficio, dove ha cercato di mettersi in contatto con Kitty con mezzi poco convenzionali, sempre sopportando i miei sbuffi e schiamazzi.

“Così ho deciso che avremmo dovuto organizzarci, per cercarla di nuovo in lungo e in largo, lei e i bambini” conclude Tempesta, dopo aver interrotto Colosso. “Ho mandato Peter a chiamare tutti gli altri, e siamo rimasti qui a organizzarci…”

“Fino a che tua moglie non ha iniziato a rompere” conclude Pyro. “A quel punto, sono intervenuto per zittirla, mi ha affettuosamente risposto e sei arrivato tu. Bene, dopo quest’utile riassunto delle puntate precedenti, possiamo continuare? Ho sonno, e vorrei tornarmene di sopra il prima possibile”

“Nessuno ti ha chiesto di venire, in effetti” dice Colosso. “Io vi ho solo detto come stavano le cose, sei tu che ci hai seguito”

“Solo perché si stava annoiando” commenta David, appostato in fondo alla stanza. “Non gli importa nulla della ragazza o dei bambini”

“Oh, a te frega molto, invece”. Pyro incrocia le braccia, avvicinandosi a David. “Certo. Perché non racconti, grande uomo giusto, quante persone, hai lasciato morire?”

Anche David fa per avvicinarsi a Pyro ma, stufa e in preda a una crisi di nervi, sbatto una mano sul tavolo, talmente forte che per un momento temo di essermela rotta.

“Smettetela!” sbraito. “Basta! Subito! Mio figlio è scomparso, e se non vi interessa potete andarvene ed evitare di deconcentrare gli altri. Questa non è un’occasione per provocarvi, mio figlio è scomparso e il primo che porta la conversazione su qualcos’altro non si ritroverà più la testa sulle spalle e gli arti al loro posto!”

Questa minaccia sortisce un effetto notevole, perché non sento più volare una mosca. Mi rivolgo a Ororo: “Programmi?”

“Ricontrollare la scuola” mi dice.

“È già stato fatto” dico.

“Da una persona sola” mi dice, sorridendo, come fossi una bambina che ha ragione ma a cui bisogna fare un piccolo appunto. “Ti garantisco che in più di cinque si fa prima”

Sbuffando acconsento, mentre Mystica fa un passo avanti.

“In coppia” dice, scambiando uno sguardo con Tempesta. Quest’ultima annuisce, affiancandosi a Pyro prima che qualcun altro ne approfitti per causare incidenti.

Sono diventate due adulte responsabilissime, rifletto, mentre automaticamente mi giro verso la porta e inizio a camminare. Sento la presenza di Bobby fremere accanto a me. Proteggono la scuola insieme, ora, da brave.

Scuoto la testa. Non è il momento. Così come esigo la concentrazione dagli altri, ora io stessa non devo distrarmi.

“Dove sarà?” Il sussurro spaventato di Bobby mi giunge da lontano, ma non mi sorprende.

“Non lo so” ammetto, mentre un altro pensiero, come un flash repentino, mi attraversa il cervello: con chi sarà?

Non so perché questo pensiero mi si sia affacciato alla mente. So solo che all’improvviso mi blocco, spalanco gli occhi e afferro un braccio di Bobby, che invece sta proseguendo a passo spedito.

Si volta lesto, attento, fissandomi. “Cosa c’è?”

“L’hanno preso” sussurro, una mano a coprirmi le labbra, il cervello completamente lanciato a mezz’aria, lontano da qualsiasi razionalità o prova concreta.

“Chi?”

“Il bambino”

“Chi l’ha preso? Chi? Magneto?”

“No. Il Governo”

“Èh? Cosa?”

Ma nella mia mente è tutto così chiaro. Pyro ci ha rivelato che Magneto ha con sé, all’interno dell’edifico, area est piano due, documenti significativi sui piani del Governo a favore dei mutanti. Magneto ha intenzione di depistarli, e siccome lui per il Governo ora è privo di poteri, la colpa ricadrà sicuramente su di noi – noi comunità di mutanti, cioè – e di nuovo si arriverà a uno scontro*. Il Governo ha dato la colpa a noi, a depistaggio avvenuto, ed ora non è disposto ad attendere ulteriori complicazioni.

Mio marito mi scuote leggermente, cercando di attirare la mia attenzione, immobile come sono nel bel mezzo di un corridoio.

“Mi senti? Rogue? Che cosa vuoi dire? Come avrebbe fatto il Governo a introdursi qui e perché rapire una classe e una mutante?”

“Avvertimento. Informazioni”

“Ma non ha alcun senso”

“Invece sì”

“E nessuno se ne è accorto! La scuola in pieno movimento, persone che andavano su e giù. Questi sono entrati senza nemmeno esser visti”

“Ok, d’accordo, forse non so come sono entrati, ma loro non sono più qui. Lo sento. Sono stati presi e portati altrove”

Mi guarda. Non sa cosa pensare, glielo leggo negli occhi. È palese che sono agitata e quando accade di solito sparo a raffica incoerenze, però è anche vero che il mio istinto materno – un po’ pessimista, questo lo concedo – non ha mai fallito. Se dico che non è più qui, le probabilità che mio figlio si trovi diventano veramente basse. Ma d’altra parte non può andare da ‘Ro e proporle di smettere le ricerche, anche perché non credo lei abbia altri piani. Sono io quella che deve farsene venire in mente di più validi, adesso.

“Devi cercare di calmarti” mi dice infine. “Prometto che, se ritorneranno senza indizi, proporrò di pensare ad altro ed esporrò quanto hai detto, ma nel frattempo, aiutami. Riproviamo a cercarli”

“Non li troveremo”






“Aspetta! È una cosa ridicola! Cosa pensi di fare?”

Ororo mi insegue su per le scale. Quando entro in camera, mi corre dietro, e quando agguanto una borsa iniziando a gettarci dentro vestiti su vestiti, mi blocca un polso.

“Non farlo” le intimo. “Davvero, ‘Ro, levami le mani di dosso. È per la tua incolumità”

Il mio tono di voce è basso, e con uno strattone la allontano.

“Non puoi fare così. La gente là fuori…”

“Forse ancora non hai capito che non me ne importa nulla. Organizzazione, cautela e buon senso le ho perdute ore fa. Lasciami passare”

“Dovrai pur iniziare da qualche parte. Lasciami il tempo per…”

“Non ho voglia di starti a sentire, né tanto meno di aspettare. Io esco adesso, e non tornerò finché non avrò qualcosa in mano, dovessi girare l’intero pianeta”

Esco dalla stanza senza darle il tempo di alcuna replica. Sapevo che non avrebbero trovato nulla, e non appena la notizia è risultata ufficiale ho preso d’istinto la mia decisione.

Sono sul pianerottolo del primo piano, quando si apre l’ascensore e Mystica ne esce, parandosi davanti a me e bloccandomi la strada. Alzo un sopracciglio, ma lei si limita a porgermi un fascio di banconote. La osservo.

“Mi stai pagando per rimanere?”

“No. Per facilitarti la fuga”

“Come?”

“Tuo marito” dice, a mo’ di spiegazione.

“È fuori” dico, “a preparare la macchina”

“Oh, lo so. Intendevo dire che è stato lui ad aggiornarmi sulle vostre intenzioni”

“E?”

“Questo è il tuo stipendio mensile. Te lo sto anticipando”

“Come sei cara” commento, il tono che trasuda di sarcasmo. La sorpasso e scendo le scale a rotta di collo, con la borsa piena di indumenti che oscilla sulla mia spalla, sbilanciandomi.

Quando sono ormai fuori, nel giardino, mi accorgo che mi ha seguita per tutto questo tempo. Mi arresto, e lei fa altrettanto, fermandosi a un passo da me.

“Che vuoi?” chiedo.

“Oh, non te l’avevo detto? Mi pareva di sì”

Scuoto la testa, in attesa. “Non ho tutto il giorno” ringhio.

“Calma, calma. Dovremo passare molto tempo insieme, ti suggerisco di iniziare a calmarti sin da ora”

“Ti sta dicendo che verrà anche lei” mi comunica una voce alle mie spalle. Sacca, jeans, camicie, artigli, c’è tutto, e quel che è peggio è che sembra pronto per partire.

“Scordatevelo” dico precipitosamente. “Tutti e due. Che cosa credete? La nostra macchina non reggerebbe a un disastro e agli schizzi di sangue”

“Oh, io so fare la persona ragionevole” dice Logan.

“Sì” conferma Mystica, “ti farò vedere quanto sono brava”

Senza aspettare un assenso, inizia a dirigersi verso la macchina, che è ormai fuori dal garage, pronta per partire e col bagagliaio aperto.

Logan mi si avvicina. “Vogliamo aiutarti” dice. “E siamo d’accordo con te. Dovresti dirci grazie”

Scuoto la testa, mentre anche Logan raggiunge Mystica.

“E poi” lo sento aggiungere, mentre li seguo scoraggiata, “voi non avete la pista che ho io”




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Ok sì, avete tutti ragione. Mostruoso ritardo! Clemenza, per favore, ho dovuto affrontare la maturità, prepararmi per un esamino di verifica per l’università (ossia comprare ma mai usare un libricino utile utile di cultura generale) e farmi tornare l’ispirazione. Tutti questi impegni contornati dal lavoro di babysitting per due fratellini altrettanto mostruosi :)
Questo capitolo potrà sembrarvi molto veloce, ma volevo cercare di ritrasmettere la frenesia che Rogue prova in quei momenti. E poi, sì, sembra non riflettere lucidamente, ma il suo istinto l’ha a quanto pare portata nel giusto.

*La frase in corsivo è detta da Tempesta, nel diciassettesimo capitolo, e racchiude in sé il motivo della missione degli X-Man dalle parti di Magneto.

Non credo di avere altre note, e se c’è qualcosa che non vi risulta, dite pure.
Ringrazio chi è arrivato sin qua, e a presto, sempre che non arrivi prima l’università…

  
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