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Autore: Armitrael    15/09/2012    2 recensioni
Il mondo del soprannaturale è troppo pericoloso, serve qualcuno che faccia rispettare le regole, qualcuno che abbia la forza necessaria, qualcuno come i Licantropi; un gruppo di persone che hanno la facoltà di trasformarsi in lupi giganteschi e che con le loro capacità fanno fronte alle stranezze del mondo soprannaturale come: Vampiri, Fantasmi, Fate e molto altro.
Questa è la storia di Andrew, il nuovo licantropo di Black Hills
[Dal capitolo 7]
Un nodo allo stomaco lo attanagliò mentre dapprima l’ansia lo prendeva per poi lasciare lo spazio ad un qualcosa di simile alla frustrazione, al desiderio di evasione da qualsiasi cosa, voglia di libertà, di urlare, mordere, graffiare, colpire. Nasceva dentro di lui una rabbia per la sua debole condizione umana che lo portava a desiderare di voler cambiare, di voler essere più forte, più veloce, più pericoloso
“Di più, voglio più potere, voglio uccidere tutto ciò che mi circonda”
Non riuscì a capacitarsi di questo pensiero animalesco che già sentiva il proprio corpo cambiare, il dolore puro prese a colpirlo su tutto il corpo attraverso spasmi ripetuti mentre la sua fisionomia cambiava per assomigliare sempre più a quella di un lupo
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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E quindi eccoci qua !
Una delle mie storie più serie e complesse (e direi la prima che pubblico su EFP ò.ò).
Comunque, la storia parla di Andrew, un ragazzo come tanti, un "Loser Like Me": ignorato da tutti a scuola tranne che da pochi amici, non sa ancora cosa il destino ha in serbo per lui. 
Buona lettura ! ^^ 



Wolve's Chronicles - Prologo 

-Andrew ! Svegliati, la colazione è pronta !- urlò Amanda dalla cucina, l'odore di uova e pancetta svegliò il ragazzo e lo convinse ad alzarsi per affrontare una durissima giornata di scuola. Riluttante scese dal letto e, inserito un Cd nello stereo, si diresse in bagno sulle note della sua canzone preferita. Dopo essersi fatto una doccia si mise una maglietta grigia e un paio di jeans blu, si allacciò le scarpe e si guardò nello specchio. Eh si ! Era dimagrito di un paio di chili, si vedeva bene, molto bene. Osservò i suoi capelli neri rialzati davanti, la sua barbetta che partiva dalle tempie e ricopriva tutto il sottomento e la mascella, baffi leggeri sotto il naso. Nonostante avesse sedici anni ne dimostrava molti di più 
-Andrew !!! Ti dai una mossa ?- chiese ancora sua madre sempre dentro la cucina
-Si, ora arrivo- disse lui seccato attraversando il corridoio illuminato dalla luce del sole che filtrava dalla finestra del bagno; superò la camera dei suoi genitori, un letto matrimoniale ricoperto da una trapunta bianca con fiori dorati ricamati sopra e le cuciture disposte in modo tale da formare diversi soffici rombi; ai lati del letto vi erano due comodini, legno d'acero, marroni con serrature in ferro dorato e un lume verde con decorazioni di una rosa i cui contorni sfumavano nel viola, un grande cassettone in legno di quercia sosteneva su di se il peso di un libeo, tre cornici contenenti rispettivamente tre foto dei genitori del ragazzo; uno specchio enorme dorato era attaccato alla parete sopra il cassettone ed era adiacente a un mobile contenente i vestiti dei componenti della famiglia sopra la quarantina d'anni, infine una televisione era disposta sopra una base piuttosto alta, di legno, in una posizione tale che potesse essere vista molto bene dal letto.
Il ragazzo entrò dalla porta della cucina accompagnato dal brontolio della sua pancia. Si sedette a tavola insieme al fratello e al padre mentre la madre metteva davanti a loro i piatti fumanti di pancetta abbrustolita, uova strapazzate e un bel bicchiere di aranciata preparata al momento. Sua madre era una di quelle donne forti, con un carattere piuttosto risoluto, che non si spaventavano alle prime difficoltà, ma al contempo dolce e gentile. La vide nel suo completo, diciamo casalingo, con una maglia a maniche lunghe verde smeraldo, un pantalone nero e lambita da un grembiule rosa con un cuore rosso in corrsipondenza del petto. Gettò uno sguardo al fratello, mentre mangiava un boccone di pancetta, anche lui aveva capelli neri come Andrew, occhi color pistacchio e un'aria ingenua, aveva 16 anni ma ne dimostrava molti di più, come lui. Osservò anche il padre nel suo impeccabile pullover grigio, che richiamava i suoi capelli ricci e dello stesso colore dell'indumento, con una camicia azzurra che metteva in risalto la sua carnagione. 
-Ehi ! Che hai ?- gli domandò il fratello, Alex, avendolo notato leggermente imbambolato
-Cosa ? No, non ho niente, non ti preoccupare- lo rassicurò il ragazzo sorridendo.
Diede un'occhiata all'orologio e, notato che erano le otto meno un quarto, decise di avviarsi verso la scuola, così prese il suo giubbotto di pelle, lo zaino nero e si avviò verso il suo Liceo.
Si, Andrew pensò davvero che il suo liceo fosse una versione moderna dell'Inferno Dantesco. Attraversando la piazza cittadina, una piazza enorme, con una chiesa molto grande sullo sfondo e una statua raffigurante un soldato nell'intento di lanciare una granata, si avvicinò all'entrata del "Black Hills High School" e incontrò i suoi migliori amici, ora non vi aspettate chissà quali tipi fighi e gettonati. I suoi migliori amici, Charlie e Jade erano normalissimi ragazzi tendenti allo status "ignorati" più che allo status "sfigati"; Charlie aveva dei capelli spettinati biondo cenere ed era molto alto, mentre Jade era l'opposto, di altezza media e con capelli ricci neri
-Ciao Raga- salutò Andrew mentre si scambiava un battito di pugno con i due 
-Hello Andrew- lo salutò il biondo mentre continuava a discutere con l'altro amico 
-Ti dico che è vero, ho visto da vicino la scuderia della Ferrari, te lo posso giurare !- disse mentre Jade iniziò a insultarlo amichevolmente. Come al solito parlava di auto, la sua ossessione
-Ma...Dicono che il professor Mochéz sarà assente per una settimana, ha avuto un incidente con l'auto, è vero ?- chiese il ragazzo interrompendo i due amici
-Beh, direi prorio di si, mio padre lo ha visto mentre un auto gli tagliava la strada e lo faceva andare a sbattere contro un albero- disse il riccio riflettendo 
-Che fortuna ! Alme no non dovremo tradurre quei due testi di spagnolo- esultò Charlie alzando le braccia al cielo mentre il suono della campanella annunciava l'inizio delle lezioni. I tre iniziarono a dirigersi in classe mentre Andrew veinva affiancato da una ragazza, aveva i capelli castani che le arrivavano alle spalle, di carnagione chiara, portava gli occhiali e indossava un golfino nero e verde 
-Ciao Andrew !- salutò lei con un sorriso smagliante 
-Oh, ciao Charlotte, tutto bene ?- chiese lui con naturalezza, Charlot era la ragazza dei suoi sogni, intelligente e simpatica, peccato che era già semi impegnata con uno dei "bulletti" della classe
-Senti, volevo chiederti se hai già visto quel nuovo film di...- ma non fece in tempo a finire la frase che lei si allontanò per raggiungere le amiche lasciandolo con un espressione delusa 
-Lascia stare amico, lei è troppo al top per uno come te- disse Jade dandogli una pacca sulla spalla 
-Ma un giorno la conquisterò !- disse facendo una falsa faccia di speranza. Intanto entrarono in classe. La mattinata passò in fretta e uscirono dal Liceo letteralmente distrutti. Andrew filò dritto a casa per studiare al meglio, anche perchè lo avrebbe aspettato un pomeriggio frenetico, alle quattro sarebbe dovuto andare a casa di Jade per provare con Charlie un nuovo programma per il computer da poco scaricato, alle sette sarebbe dovuto andare in chiesa per le prove del coro di cui faceva parte, e di solito erano prove lunghe e stancanti.
Entrò nell soggiorno di casa e buttò per terra lo zaino per poi dirigersi in camera sua, giusto il tempo di lanciare un saluto a suo padre e sua madre, entrò e trovò suo fratello al computer
-E tu che ci fai qui ?- chiese al ragazzino
-Sto chattando un secondo con Maggie- disse lui 
-Devi ancora dichiararti eh ? Romanticone !- disse mentre tirava fuori i libri di Storia, Chimica e Biologia per studiare. 
Era alle prese con l'ultimo problema di Chimica quando il suo cellulare squillò
-Pronto ? Andrew ?- 
-Si, chi è ?-
-Amico, sono io, Charlie, volevo dirti che sono già arrivato da Jade quindi quando vuoi, noi siamo qui- lo avvertì l'amico
-Ok, ok....Sto arrivando- disse riattaccando e scendendo le scale urlando un frettoloso "Vado da Jade".
La casa di Jade era incredibilmente grande, almeno due o tre piani circondati da un giardino pressochè enorme le mura erano di un grigio perlato, sul prato vi era anche uno scivolo e un'altalena, il ragazzo bussò e venne aperto dal padre dell'amico, un tipo piuttosto rigido e severo, ma in fondo di buon cuore
-Ciao Andrew, entra, Jade e Charlie sono sopra. - così dicendo si congedò dirigendosi velocemente nel suo studio, vicino al soggiorno, Andrew salì le scale e entrò nella camera dell'amico, pareti giallo vivo, il ragazzo possedeva numerosi poster dei suoi chitarristi preferiti, soprattutto Slash, e dei suoi atleti preferiti. Un armadio a sei ante color crema con rifiniture marroni, una scrivania di legno marrone chiaro con sopra il suo computer; una televisione al lato opposto della stanza con vicino una libreria, il tutto era dominato dall'enorme letto a due piazze, la luce del pomeriggio entrava dalla finestra e illuminava i gadget che teneva appoggiati sul comodino adiacente al letto. Trovò i suoi amici vicino al computer mentre ridevano a crepapelle 
-Ehi, che c'è da morir dal ridere ?- chiese incuriosito entrando 
-Oh, vieni, guarda il nuovo programma che ho scaricato- lo esortò Jade per poi prendere un libro e cercare un determinato testo
-Trovato !- esclamò per poi cliccare il mouse su un pulsante sul desktop
-Essere....O non essere....Questo è il dilemma- disse per poi avviara la registrazione che aveva appena fatto, subito una voce deformata iniziò a ripetere le stesse parole, scatenando le risate dei tre 
-Capisci ? E' un deformatore di voce, la deforma in tutti i modi possibili e immaginabili, dal grado più acuto a quello più basso- spiegò Charlie sedendosi insieme al ragazzo sul lettone mentre Jade avviava la consolle per fare una partita di calcio. Passarono il pomeriggio a giocare ai videogames e mangiare schifezze, ma alle sette di sera Andrew dovette andare via per recarsi in chiesa per le prove, due ore di intenso sforzo vocale per poter portare a termine un canto che il loro maestro provava da mesi, però era una soddisfazione essere riusciti a farlo, una vera soddisfazione. Prese la via del ritorno verso le nove e mezza, aveva rifiutato ogni offerta di passaggio in macchina, preferiva camminare nel silenzio più totale della notte con le cuffie del suo mp3 nelle orecchie, e fu li che accadde. 
Il ragazzo stava per aprire il cancelletto con le sue chiavi ma queste gli caddero e finirono tra alcune siepi della terra vicina, si chinò per prenderele e sentì improvvisamente uno sbuffo, un basso ringhio iniziò a preoccuparlo, il ringhiare si fece sempre più forte fin quando non lo costrinse, bianco di paura, ad alzare lo sguardo; i suoi occhi incontrarono un altro paio di occhi, neri, ma non erano occhi umani, bensì animali. Un animale improvvisamente lo caricò e il povero Andrew, per difesa, alzò il braccio sinistro; l'animale lo morse proprio sul braccio alzato per autodifesa e così il ragazzo riuscì a vederlo: era un lupo enorme, di almeno due metri, dal pelo rossiccio e marroncino sulla pancia. Con occhi carichi di rabbia lo aveva azzannato. Lanciò un urlò disperato e solo allora la famiglia accorse mentre la bestia fuggiva via ululando alla luna. Gli attimi seguenti furono caotici e confusi, il ragazzo perse conoscenza mentre aveva una visione del manto notturno con le sue stelle.  
  
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