Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Carrie Bradshaw    02/04/2007    7 recensioni
“Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, perché sono gli unici che ti permettono di camminare a testa alta nonostante tu stia piangendo”.
E nonostante il mio dolore, io cammino a testa alta, soddisfatta di aver svolto bene il mio ruolo d’ attrice in questa banale commedia, che è la vita.[…]
E io chiudo gli occhi, mentre sento tutti i miei pensieri più belli abbandonarmi per sempre. Tutti tranne uno, che nemmeno un dissennatore riuscirà mai a strapparmi: “Nonostante tutto, hai vinto, Bellatrix Lestrange.”
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

You have won, Bellatrix Lestrange




DISCLAIMER: la fantastica ed inimitabile Bellatrix Lestrange, in quanto personaggio di Harry Potter, purtroppo per me appartiene a J.K. Rowling.

~z~

Rabbia. Dolore. Frustrazione.

Emozioni inevitabilmente legate tra loro, in uno scenario macabro e devastante.

Inferno. Sono all’ inferno.

E sento le fiamme che martoriano il mio corpo, straziano le mie membra, uccidono la mia anima e devastano il mio cuore.

~z~

Sfioro con le dita la fredda e liscia superficie della sua tomba, un velo nero mi copre il viso.

Nero come la mia vita. Una vita scritta su un libro indistruttibile, già prima che io nascessi. Perché era destino che io diventassi quello che ora sono.

Era destino che nascessi per servire, mai avrei contestato.

Volevano che fossi bella, spietata e perfida. E lo sono stata.

Oh si, che lo sono stata.

E non smetterò mai di esserlo, perché così vuole il libro del destino.

Lacrime amare percorrono la pelle di porcellana del mio viso, ancora perfetto nonostante le piaghe che straziano la mia anima.

“ Qui giace Lord Voldemort ” dice un’ insegna sulla lapide nera.

Nera come lui desiderava che fosse.

La bara di marmo freddo è ormai bagnata di lacrime, le mie lacrime.

Perché ora finalmente mi è permesso di ignorare quel codice d’ onore che mi voleva fredda ed impassibile in ogni situazione.

Ed io lo sono stata. Quando mi comunicarono la morte di Rodolphus nessun suono uscì dalla mia bocca, nessuna lacrima inondò il mio viso.

- E’ morto da eroe – mentì, impassibile.

Già lì sapevo che in quella guerra non esisteva nessun eroe, nessun buono e nessun cattivo. Eravamo pronti ad ucciderci l’ un l’ altro, per vincere la guerra.

Assetati del sangue dei nostri nemici.

Sono spietata, è vero. Però vi posso assicurare che non era rimorso quello che lessi negli occhi di Potter, quando uccise il mio signore.

Così come non era rimorso quello di Moody, quando uccise mio marito.

Ridevano, quando fummo costretti ad arrenderci sotto le loro grinfie.

Ridevano come bambini, senza curarsi dei cadaveri che inondavano il terreno.

Cadaveri di persone cattive, dicono loro. Persone che andranno all’ inferno.

- Pronta a finire all’ inferno con i tuoi amichetti, Lestrange? – mi chiese Potter, con un sorriso sulle labbra.

- “Quando moriremo andremo in paradiso, Potter, perché stiamo già vivendo qui il nostro inferno” – gli risposi io, fredda come sempre.

~z~

Alcuni auror mi attendono poco lontano, pronti a portarmi ad Azkaban un’ altra volta. Chiacchierano, sorridono, come se si trovassero ad un festino.

Un festino, già. Quando stavo a Serpeverde organizzavamo miriadi di festini, bevevamo, ci ubriacavamo, vivevamo la nostra adolescenza.

Eppure io, tra una burrobirra e l’ altra sapevo già quale era il mio destino: avevo diciassette anni quando mi ordinarono di uccidere un’ anziana signora babbana, per verificare se ero idonea o meno.

- Bellatrix, - mi disse mio padre, - questa è la tua occasione di diventare importante. Non buttare all’ aria tutto, figlia mia. Promettimi che onorerai il nome della nostra importante famiglia. –

- Te lo prometto, padre. – promisi io, la bacchetta alla mano.

Andai nel luogo comunicatomi, orgogliosa della fiducia che il Signore Oscuro aveva riposto su di me, una normale adolescente dal fascino innato.

Sentì una strana sensazione, come un formicolio, quando vidi il mio bersaglio.

Era vecchia e stanca, e sedeva su un divano antico, gli occhi socchiusi.

Alzai la bacchetta su di lei, le labbra serrate.

E fu in quel momento che quella donna mi guardò negli occhi.

E vi vidi quelle stesse tre sensazioni che devastano ora il mio animo.

Rabbia, dolore, frustrazione. E poi colpì, senza pietà.

- Avada Kedavra. –

Pronunciai l’ incantesimo a denti stretti, con tutta la forza che avevo.

La donna cadde a terra, morta.

E poi ci fu il silenzio, lugubre e tenebroso, rotto solo dal violento battito del mio cuore. E poi risi, risi di gusto, estasiata dalla forza del mio gesto.

Due giorni dopo ero stata marchiata a fuoco sulla pelle.

Ricordo che mio padre organizzò un festino, dove conobbi mio marito.

Un uomo di cui non mi era mai importato niente, ma che sposai perché deciso dal libro della mia vita.

E ora sono qui, davanti alla lapide del mio Oscuro Signore, sconfitto in battaglia da un ragazzino di diciassette anni.

Diciassette. Proprio l’ età che ebbi io quando uccisi quella donna.

E solo ora, guardando questa lapide, mi chiedo il motivo di tutto questo.

Mi chiedo il motivo per cui un ragazzo di diciassette anni sia costretto a prendere parte ad una guerra e ad uccidere.

Mi chiedo perché l’ andamento della nostra vita non deve dipendere da noi, ma da ciò che è scritto in quel maledetto libro del destino.

E poi mi chiedo perché tutti continuano a credere che il divario tra bene e male è così profondo, quando in realtà siamo tutti dannatamente uguali.

Dopotutto siamo tutti uomini con delle convinzioni.

E chi può dire se queste convinzioni siano giuste o sbagliate?

Potter si considera buono, e chiama noi cattivi.

Ma chi è lui per giudicare chi è buono e chi è cattivo?

Dopotutto è solo un ragazzino di diciassette anni.

Il mio signore ha ucciso i suoi genitori, ed è chiamato cattivo per questo.

Harry Potter ha ucciso alcuni tra i più forti mangiamorte, ed è chiamato eroe per questo.  Eppure per me è e sarà sempre un ragazzino, segnato dalla sofferenza e  dal suo destino, nonostante egli ammetta di essere indipendente da esso.

~z~

Adesso sentono che mi trascinano per le braccia, mi portano in quella che sarà la mia casa per il resto della mia vita.

Dal cielo cadono gocce di pioggia, mi bagnano il viso, si confondono con le mie lacrime salate. Lacrime di rabbia, dolore e frustrazione.

Lacrime versate a causa di quel maledetto libro, che ha voluto che io non riuscissi a salvare il mio signore dal massacro della guerra.

Era destino che fallissi, probabilmente. Ed era destino che versassi queste lacrime amare, prima o poi nella vita.

Una volta lessi una frase su un libro, diceva che “non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, perché sono gli unici che ti permettono di camminare a testa alta nonostante tu stia piangendo”.

E, nonostante il mio dolore, io cammino a testa alta, soddisfatta di aver svolto bene il mio ruolo d’ attrice in questa banale commedia, che è la vita.

Distrutta per aver avuto una vita così terribile, ma soddisfatta per aver compiuto appieno ciò che era scritto nel libro.

Perché non bisogna mai voltare le spalle al proprio destino e alle sue scelte.

- Sei pentita, Lestrange? - mi chiede Potter, mentre la porta della mia cella viene chiusa per sempre.

- Io ho servito, servo e servirò per sempre l’ Oscuro Signore. –

- Dimmi soltanto perché. – mi chiede Potter.

Non so perché me lo chieda: forse è una prerogativa degli eroi, tentare di capire noi ipotetici cattivi.

- Perché è scritto nel libro della mia vita. –

- Ti sei mai chiesta che forse avresti potuto cambiare il tuo destino, magari passando subito dalla parte del bene? – mi chiede ancora l’ eroe.

- Il destino non si può cambiare. – gli rispondo io.

E allora lui se ne va, senza capire.

E io non mi aspetto che capisca, perchè è troppo immaturo per farlo.

Forse avrei potuto spiegargli che per me il sommo bene è seguire Voldemort sempre e comunque, perché così vuole il libro della mia vita.

Forse avrei potuto spiegargli che sono tanto forte per uccidere senza provare rimorso, ma non abbastanza per tentare di oppormi al mio destino.

Perché nessuno può farlo, nemmeno lui.

Ma tanto non l’ avrebbe capito.

Perché la sorte con lui è stata magnanime.

~z~

Il buio invade la mia cella, mi manca l’ aria.

I respiri affannosi dei dissennatori risucchiano l’ aria, insieme con tutte le speranze di noi poveri uomini puniti dalla sorte.

E io chiudo gli occhi, mentre sento tutti i miei pensieri più belli abbandonarmi per sempre. Tutti tranne uno, che nemmeno un dissennatore riuscirà mai a strapparmi: “Nonostante tutto, hai vinto, Bellatrix Lestrange.”

 

The End

~z~

Ok, eccomi alla fine di questa piccola one-shot, scritta di getto in uno dei miei momenti di totale inspirazione.

Qualche piccola considerazione: innanzitutto le frasi.

  • “Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, perché sono gli unici che ti permettono di camminare a testa alta nonostante tu stia piangendo”
  • “Quando moriremo andremo in paradiso, Potter, perché stiamo già vivendo qui il nostro inferno”

Queste due frasi sono entrambe di Jim Morrison, il genio degli aforismi.

 

In secondo luogo, specifico che questa one-shot è molto riduttiva, pertanto non vi troverete tutto il mio pensiero su Bellatrix. Perché lei è molto di più di tre paginette scritte al computer.

Bellatrix è forte, spietata e allo stesso tempo fragile.

Bellatrix è cattiva, ma ha un cuore.

Questo è quello che io penso di lei, detto in modo molto riduttivo.

 

Detto questo, spero che questa one-shot vi piaccia e vi trasmetta qualche emozione, bella o brutta che sia. Personalmente ho fatto il possibile per descrivere su carta un connubio di così tante e forti emozioni, e spero di esserci riuscita decentemente. Un bacione. J

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Carrie Bradshaw