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Autore: Sayumi    02/04/2007    2 recensioni
Lei è fredda come il ghiaccio, intoccabile, impossibile non notarla per la sua freddezza, ma forse lui, ragazzo normale, ma allo stesso tempo diverso dagli altri, riuscirà a sciogliere tutto quel ghiaccio... Lo scoprirete solo leggendo :P
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Miss Iceberg

Miss Iceberg

Capitolo 3

Fredda come il ghiaccio

La settimana seguente riuscii a dare i miei esami, e finalmente potei godermi l'unico mese di vacanza che mi era concesso.

Me ne stavo sul mio balcone a leggere un libro appena acquistato, con gli occhiali da sole e con il costume da bagno e una veste leggera che mi arrivava alle cosce di un bianco quasi accecante. Nonostante fossimo in paese potevo vantare un balconcino interno alla casa quindi nessuno mi avrebbe visto nel mio ozio totale. I miei erano usciti per andare a pescare e l'unico rumore erano le urla di mio fratello e dei suoi amici intenti a giocare alla play station, abilmente soffocate dalle note del mio I-Pod che suonava nelle mie orecchie la mia musica preferita.

La casa era appena stata pulita, mia nonna era da mia zia, la mia cola con ghiaccio era sul tavolino al mio fianco, e l'ombra delle piante di mia madre mi proteggeva dal caldo. Entro due ore sarebbero arrivate le mie amiche, e sarei tranquillamente andata a cambiarmi, e poi sarei uscita sotto il sole delle cinque del pomeriggio, non più caldo sebbene non fosse nemmeno fresco.

Voltai la pagina e scorsi velocemente le varie frasi appassionandomi a quel racconto. Parlava di un ragazzo che scopriva di avere dei talenti nascosti e che presto avrebbe scoperto d'essere membro di una tribù di ninja... tra vari complotti e uccisioni.

Afferrai il bicchiere rinfrescandomi al tocco con il vetro ghiacciato e sorseggiai la bevanda. Faceva un caldo terribile.

Ad un certo punto vidi un'ombra passare e uno strano ronzio nelle orecchie. Ignorai e ripresi a leggere fino a che non mi vidi la testa di Marco sporsi lentamente sopra la mia e la sdraio che lentamente si abbassava sotto di me per il peso eccessivo.

Istintivamente ingoiai di botto il liquido ghiacciato e quasi soffocai.

Mi staccai dalle orecchie le cuffie e tutta la splendida atmosfera fu inesorabilmente rovinata.

-Cosa cazzo ci fai tu qui! Non dovevi andare in vacanza con i tuoi?- sibilai acida mettendo il muso.

-Poi ho deciso di non partire, ho lasciato il biglietto a mia cugina.- se fossi stata in un cartone animato, molto probabilmente delle lacrimone giganti sarebbero sgorgate, assieme alla mia disperazione, dai miei occhi.

Invece non fu così. Rimasi semplicemente immobile e disperata a fissare un punto della parete, con una gran voglia di piangere dal nervoso; mentre vedevo il mio "caro" ospite servirsi da solo del ghiaccio e della cola davanti ai miei occhi, per poi sedersi a gambe spalancate di fianco a me sulla sedia di plastica bianca.

Sospirai rassegnata. -Scusa, ma nessuno ti ha detto che potevi servirti...- dissi in tono piatto, quasi depresso.

-Beh ormai, già che ci sono, tu leggi pure, io mi godo lo spettacolo...- sorrise angelico sorseggiando la sua cola ghiacciata.

Lo fissai chiedendomi a quale spettacolo si riferisse... solo dopo mi ricordai che cosa avevo e cosa NON avevo addosso.

-MANIACO!- strillai tirando a me le ginocchia e coprendomi tirando giù la sopravveste.

-Tanto è trasparente, vedo lo stesso... - sorrise lui estremamente divertito dalla cosa. -Mai pensato al topless?- chiese malizioso.

-Fottiti!- sibilai a denti stretti.-

-Tanto dovrai alzarti per andare a cambiarti... e lì avrò anche la visione posteriore!- incrociò le braccia dietro la testa e sorrise. Si mosse solo per calarsi sugli occhi gli occhiali da sole e quindi tornò a fissarmi divertito.

-Ti detesto...- sussurrai appena, poi vidi il ghiaccio nel secchiello ed ebbi l'idea.

La mia espressione si mutò in un sorriso diabolico. Lui scattò sull'attenti preoccupato.

Mi alzai, lasciando pure che mi vedesse. Lo vidi sorridere compiaciuto mentre mi guardava avvicinarmi a lui, sebbene non potevo leggere nei suoi occhi date le lenti nere, capii da altri movimenti che la cosa gli era gradita.

Mi fermai davanti a lui, spostando appena le sue gambe e incastrandomi, quindi sorrisi di nuovo, questa volta angelica.

-Cosa stai tramando?- chiese lui sospettoso, ma senza muoversi.

-Io? Niente, volevi la tua visione no?- chiesi con falsa aria innocente. Mi chinai su di lui, spingendolo a tirarmi a sè. A malincuore gli presi la mano e la posai sul mio fondoschiena, l'altra sul mio fianco.

-No... non può essere... è troppo bello per essere vero...- sospirò lui, poi mi avvicinai per baciarlo. La mia mano staccatasi dalla sua, ancora sul mio fondoschiena, aveva raggiunto il secchiello del ghiaccio, quindi aveva afferrato due cubetti ancora integri.

Con l'altra iniziai a giocare con l'elastico dei suoi pantaloni. Sfiorai appena le mie labbra con le sue, quindi prima che lui potesse approfittarne, presi velocemente l'elastico lo scostai e ci buttai dentro i due cubetti.

Mi allontanai di corsa mentre lo vedevo urlare per il contatto freddo nelle parti intime e risi diabolica anche dopo essere entrata nella mia stanza.

-Tu! Piccola!... Ah....- lo sentii gridare da fuori.

Quando uscii di nuovo dalla stanza, con delle vesti decisamente più coprenti, fui cauta. Lo trovai davanti alla porta a guardarmi decisamente furioso.

Dall'altra stanza gli amici di mio fratello, che si erano goduti tutta la scena ridevano come delle iene.

Sorrisi angelica, ma lui non fu altrettanto divertito.

-La pagherai cara signorina per il tuo scherzetto!- sibilò furente con una venuzza che gli pulsava sulla fronte.

-Davvero?- chiesi sempre angelicamente, portando un dito alle labbra, ma senza staccarmi dalla maniglia della porta, pronta a richiudermi dietro di essa.

Poi lo vidi avanzare e spingersi verso la porta.

Scappai subito indietro cercando di chiudere la porta a chiave, ma purtroppo non ero abbastanza forte e ora si che ero effettivamente nei guai.

Lui mi spinse lontano dalla porta e la richiuse a chiave.

Poi sorrise diabolico, aprì l'elastico dei pantaloni come avevo fatto prima e ci infilò dentro la chiave. -Ora vieni a prenderla...- sorrise di nuovo.

Io sprezzante incrociai le braccia. Poi guardai l'orologio alle mie spalle. -Tra due ore circa arriveranno i miei... cosa credi che penseranno se mi trovassero in camera chiusa a chiave con una persona che non conoscono?- fui io a sorridere e lui cambiò immediatamente espressione.

-Non ti arrendi mai tu eh?- chiese acido.

-Mai- risposi angelica.

-In ogni caso mi importa poco di quello che penseranno i tuoi, non riuscirai a scappare adesso...- lo vidi avanzare di tre passi e io indietreggiai a mia volta, ritrovandomi spalle al muro.

Cercai di mantenere la mia solita freddezza e sgusciai verso la mia parte di camera, dovevo avere del profumo nei cassetti...

Appena arrivai alla sponda del letto a fianco del comodino lui scattò avanti e mi spinse contro il materasso.

Era sopra di me... potevo sempre tentare un calcio nelle parti intime, ma evidentemente lui aveva intuito il mio piano e mi bloccò le gambe con le sue.

-No signorina- sussurrò guardandomi.

-Mollami o urlo! Se provi a toccarmi ti denuncio!- sibilai con il poco fiato che mi restava.

Cercai di divincolarmi ma mi bloccò le braccia sopra la testa e rimase a fissarmi con i suoi occhi scuri. Ero seriamente preoccupata da quello sguardo e decisi di ricorrere ad un metodo decisamente scorretto e infimo...

Iniziai a far finta di piangere. Le mie doti di attrice e i saggi fatti in passato mi avevano aiutato a imparare a piangere a comando.

-Ti prego... lasciami...- mi lasciai sfuggire un singhiozzo e volsi la testa in modo che le lacrime bagnassero le lenzuola.

Le lacrime non piacevano agli uomini, infatti lui mi mollò e si staccò. Prese la chiave dai pantaloni e me la porse.

-Non voglio averti così...- sibilò irritato.

Un po' schifata afferrai la chiave e corsi verso la porta, poi dopo averla aperta mi voltai sorridente verso di lui.

-Sei un boccalone!- gli feci la linguaccia e lui rimase a guardarmi completamente spiazzato. Fuggii fuori dalla stanza e non appena uscii riconobbi le voci delle mie amiche arrivare dal fondo della strada.

Mi bloccai come se mi avessero colpito, e una strana idea mi fece sobbalzare lo stomaco. Tornai indietro in camera e mi richiusi la porta alle spalle. Mi diressi verso la mia parte di letto e lo guardai ansimando preoccupata.

-Cosa c'è? Puoi anche finirla di fare la sceneggiata, lo ammetto mi hai fregato...- sospirò lui guardandomi dal bordo del letto, dove era rimasto seduto.

-Devi nasconderti!- fu l'unica cosa che riuscii a dire. Lo presi per un braccio e lo portai fuori dalla stanza, spingendolo nel bagno e quindi nella vasca.

-Che diavolo ti prende ora?- chiese lui, gli tappai la bocca con la mia mano e controllai che le voci non fossero ancora troppo vicine.

-Adesso aspetta che me ne vada con le mie amiche, poi tornatene a casa senza farti vedere, ti spiego dopo!- dissi sussurrando in fretta, quindi uscii dal bagno ricomponendomi, e salutando tranquilla le nuove arrivate.

Volevo molto bene alle mie amiche, ma forse per problemi passati forse per l'imbarazzo, non me la sentivo ancora di dirgli di Marco.

Un po' perchè non avevo risposte chiare da dar loro ad un'eventuale domanda del genere: "Ma lui almeno ti piace?"... Dopo qualche breve chiacchiera spinsi le due nuove giunte, Mara e Ilenia, giù per le scale e passai con loro il resto del pomeriggio.

Per tutto il tempo passato con loro non riuscii a dimenticare Marco che mi guardava stranito nella mia vasca da bagno e sospirava.

Avrei dovuto dare delle spiegazioni, ma non sapevo nemmeno cosa dire, e soprattutto cosa non dire... o meglio... avevo paura che lui si facesse strane idee... oppure che capisse che... no, quello non era possibile! Non potevo essermi innamorata di lui, questo no! Categoricamente no!

A sera, dopo aver riaccompagnato a casa le mie due amiche mi trascinai decisamente depressa verso casa.

Mille pensieri mi passavano per la testa, non sapevo più cosa pensare e come affrontare Marco e dirgli il perchè l'avevo spinto a nascondersi.

Salendo le scale notai che la sdraio e tutte le cose che erano rimaste sul balconcino erano sparite, la macchina dei miei era parcheggiata e le canne da pesca erano rimaste fuori dalla porta.

Prima di raggiungere l'ultimo scalino qualcosa mi afferrò alle spalle e mi trascinò di peso giù per le scale.

Marco mi aveva colto di sorpresa ed evidentemente voleva spiegazioni. Sospirai, avevo sperato in una notte almeno, passata a pensarci sopra, ma non avevo quel lusso.

-Perchè quando sono arrivate mi hai nascosto! Non sono una refurtiva!- sussurrò nell'ombra in cui mi aveva appena trascinato.

Sentii nelle mie tasche vibrare il cellulare quindi risposi notando il numero di mia madre. -Ciao, sono in strada... si.... ok arrivo.... ciao....- attaccai e sollevai la testa. -Io...- iniziai.

-Non voglio frottole!- mi ammonì lui, sempre a voce bassa.

-Non sanno di te... e non voglio che lo sappiano...- sperai non mi chiedesse spiegazioni, sebbene sapessi che era impossibile.

-Perchè?- ecco, come volevasi dimostrare.

-Perchè.... non mi va...- evadere... dovevo evadere le sue domande... non poteva tenermi tutta la notte lì.

-Fino a che non mi dici perchè non ti lascio andare- odiavo quando mi leggeva nel pensiero a quel modo... misi il broncio e fissai altrove.

-Non sanno di te perchè non gliene ho parlato...- cominciai... almeno potevo temporeggiare.

-E perchè non gliene hai parlato?- odiavo quando faceva domande... e non volevo dargli quella risposta... avrebbe sicuramente tirato le sue conclusioni.

Mi rimase a fissare per tre minuti abbondanti, senza dar segni di cedimento.

-Perchè è meglio che di ragazzi con loro non ci parli?- chiesi sarcastica, cercando di far risultare la cosa ovvia.

-Smettila di temporeggiare, cosa c'è?- chiese scocciato.

-Tre anni fa....- no non potevo dirlo... mi sentii incredibilmente stupida.

-Cosa?- chiese più comprensivo, notando che stavo cedendo.

-Tre anni fa una delle mie migliori amiche... si era messa con il mio migliore amico... e come risultato... persi sia lei come amica... che lui...- conclusi infine.

-Mi consideri il tuo migliore amico?- chiese quasi amareggiato.

Lo guardai un poco stupita da quella domanda, rimasi in silenzio senza sapere cosa dire... Aprii bocca più volte ma la richiusi senza saper trovare le parole giuste.

-Aspetta.... ma .... Daniele e Valentina...?- chiese lui intuendo qualcosa...

-Si beh... lui alle medie... ma poi è ricapitato alle superiori...- ammisi cercando di cacciare le lacrime che mi bruciavano gli occhi.

-Alle superiori? Vuol dire che è successo più volte?- chiese perplesso.

Annuii semplicemente con il capo, vergognandomi a morte.

Lui si limitò a baciarmi la fronte, scostandomi appena i capelli. -Scema- si staccò da me e mi schioccò con le dita nel punto dove poco prima mi aveva baciato.

-Mi hai fatto male!- sibilai acida e guardandolo torvo.

-Ma smettila! In ogni caso le tue preoccupazioni sono stupide, le tue amiche non mi interessano- e se ne andò via così, infilandosi le mani in tasca e sparendo oltre l'angolo.

  
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