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Autore: Sayumi    22/03/2007    5 recensioni
Lei è fredda come il ghiaccio, intoccabile, impossibile non notarla per la sua freddezza, ma forse lui, ragazzo normale, ma allo stesso tempo diverso dagli altri, riuscirà a sciogliere tutto quel ghiaccio... Lo scoprirete solo leggendo :P
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Miss Iceberg

Allora, ringrazio tutte le persone che hanno letto il primo cap, e specialmente Hatori che ha lasciato il suo commento. Come sempre non anticipo nulla e vi lascio alla fic^^

Ciauuuu

Miss Iceberg

Capitolo 2

Appuntamento movimentato

Ammettiamolo, non è per niente un brutto ragazzo, biondo, alto, ben proporzionato... insomma, davvero niente male!

Anche questo mi fa pensare molto, io non sono bella, non sono magra e nemmeno particolarmente intelligente o simpatica...

Lanciai un'occhiata verso di lui, e lo sorpresi a contemplare la mia libreria. Mi ri-dedicai al libro, ma non riuscivo a leggere nulla, sospirai, quindi mi appoggiai allo schienale.

No, non potevo lasciarmi incastrare da un ragazzo... non era mia abitudine, non mi fido degli uomini figurarsi di uno che conosco solo da sei mesi.

Lo spiai di nuovo e lui questa volta mi stava guardando, sorrideva, poi si avvicinò a me.

-Allora? Regina di ghiaccio ci siamo decise o no?- chiese sarcastico guardandomi e incrociando le braccia in attesa.

Mi limitai a lanciargli un'occhiataccia quindi misi via la penna nell'astuccio. -Vai di là, mi cambio...- sbottai acida, mentre lo spingevo via con la forza.

-Ma io non mi vergogno!- ammiccò divertito opponendo resistenza.

-Sparisci!- mi avvicinai alla scarpiera e afferrai la prima scarpa con il tacco a spillo che trovai, minacciandolo di conseguenza.

-Quella non è nel tuo stile! E poi è invernale!- sogghignò prima di dileguarsi dietro l'angolo e chiudere la porta prima che tirassi realmente la scarpa.

Decisi di optare per una maglia lunga fino a metà coscia nera, con la cintura borchiata che ricadeva larga sui fianchi, un paio di pantaloni a pinocchietto della stessa tinta e le All Star nere a completare il tutto.

Afferrai uno dei miei braccialetti in rame con i ciondoli e un orecchino, quindi mi diressi in bagno.

-Wow che velocità!- esclamò Marco una volta che aprii la porta. -Anche a spogliarti sei così veloce?- chiese malizioso mentre gli passavo a fianco.

-Vaffanculo!- risposi semplicemente, chiudendomi questa volta in bagno.

Una linea di matita nera, un tocco di mascara, una coda semplice ed ero pronta.

-Come siamo gnocche!- continuò lui insistendo con le sue battutine maliziose.

-Se non la smetti ti ficco un dito in un occhio! Poi vediamo se sei ancora in vena di battute.- sibilai sempre più acida, guardandolo con occhi furenti.

-Si tesoro, mi piacciono le donne manesche!- disse facendo l'occhiolino.

-FINISCILA!- strillai mentre lo sbattevo fuori di casa e afferravo la borsa e le chiavi.

Chiusi la casa e scesi le scale dopo di lui, quindi iniziai ad avviarmi a piedi.

-Come non andiamo in macchina?- chiese lui sollevando un sopracciglio.

-Scordatelo, in macchina con te non ci salgo- risposi semplicemente, mentre camminavo con le mani in tasca per la via. Mi fermai dopo una decina di metri e inclinai appena la testa, facendo tintinnare l'orecchino. -Allora? Ti muovi?- chiesi scocciata.

Lui mi raggiunse in fretta e presto si affiancò a me, mettendo a sua volta le mani in tasca.

-Guarda che so guidare bene... e poi qui in paese non ci sono locali decenti- sospirò lui appena arrivati allo stop.

-Non è della tua guida che mi preoccupo infatti...- mi voltai verso di lui e sorrisi angelica, quindi voltai l'angolo e mi diressi verso la piazza.

Parlammo del più e del meno per tutto il tragitto, fino ad arrivare ad un pub che aveva da poco aperto in zona. Non era certo nel mio stile, era pieno di ragazze e ragazzi vestiti da capo a piedi con vestiti firmati e costosissimi, che ascoltava quello che io chiamavo rumore e aveva perennemente la puzza sotto il naso.

Mi rifugiai con Marco in un angolo, lui non sembrava affatto fuori posto, era abituato ad uscire senza dubbio molto più di me, e ordinò senza problemi il suo drink e il mio succo di frutta.

-Sempre astemia tu eh?- chiese lui divertito appoggiandosi allo schienale e posando la mano destra sul tavolo, dette un'occhiata veloce intorno, poi si dedico al suo passatempo preferito, ovvero fare battutine maliziose sui miei modi di fare. -E dire che non si direbbe...-

Mi limitai ad alzare le spalle quindi scrutai preoccupata in giro, constatando che fortunatamente non c'era nessuno che conoscessi.

-Miss ghiacciolo, a volte mi chiedo se sei così anche tra le lenzuola...- mi guardava mangiandomi a dir poco con lo sguardo. Le prime volte mi faceva avvampare e sfiorare il colorito verde-violaceo, ma poi ho cominciato con il farci l'abitudine e rispondere a tono con acidità, mantenendo il personaggio che lui chiamava per l'appunto "Miss Ghiacciolo".

-Temo che resterai con il tuo dubbio per tutta la vita...- finsi di sospirare. -Mi spiace, non è facile, ma sopravviverai.- battei la sua mano fingendo comprensione quindi sorrisi acida.

-Emy, tesoro, cosa ti rende così sicura?- chiese lui come sempre sarcastico.

-Perché mi conosco...- lo guardai seria.

-Ma non conosci me...- constatò lui.

-A maggior ragione è ancora più improbabile che tu scopra la risposta alla tua domanda...- sorrisi angelica al cameriere che aveva appena portato le bevande e lui pago. Non battei ciglio, lo guardai semplicemente malissimo.

-E' inutile che protesti... rassegnati e non fare quella faccia... ne abbiamo già discusso- disse lui estremamente divertito dalla mia rabbia.

-E io ribadisco che non sei in diritto di offrirmi le cose!- sibilai.

-Zitta altrimenti ti obbligo a prendere qualcos'altro da bere..- minacciò lui sempre più divertito.

Io afferrai semplicemente il bicchiere, rovesciai il succo e presi a sorseggiarlo, incrociando le labbra e fissando la porta con sguardo truce.

Lui rise, ma non udii una virgola di quello che disse. La porta si aprì e nel locale entrarono le due persone che meno avrei voluto rivedere in quel momento.

Come un flash i miei occhi si incrociarono prima con la ragazza, poi con l'oggetto del terrore, alle sue spalle.

La mia mente ripercorse il tempo fino a riportarmi alle medie, e a quella giornata di dicembre, in cui avevo rinunciato, forse per orgoglio, forse per paura, al mio primo amore, e conseguentemente anche a tutti gli altri.

Sospirai e mi persi a fissare la superficie lucida del tavolino del locale. La musica era diventata qualcosa di insostenibile e posai il bicchiere sul tavolo.

-Non mi va...- sussurrai appena, ignorando lo sguardo preoccupato di Marco, che ora, non scherzava più.

Fece per aprire bocca, ma la voce falsamente allegra di Valentina lo bloccò.

-Emma! Quanto tempo che non ci vediamo! Come stai?- la vidi fingere un sorriso angelico, mentre scostava con gesto teatrale i capelli lunghi e biondi dietro le spalle. Ovviamente si era tinta... chissà per quale misteriosa ragione...

-Emma!- ecco che la voce di lui mi fece sobbalzare, sollevai lo sguardo e sorrisi solare prima a lei poi a lui. -Ti sei fatta rossa! Stai bene a quanto noto!- sorrideva, incrociai i suoi occhi con i miei, mi sentii improvvisamente scoperta e inspirai a lungo prima di rispondere come a mio solito...

-Già...- fanculo anche al vizio dei monosillabi... possibile che ogni volta che vengo presa in contropiede debba esprimermi a monosillabi?! Quanto sono cogliona!

-Emy, sono tuoi amici?- chiese Marco, sorridendo ai due e poi lanciandomi un'occhiata da "dopo noi due dobbiamo parlare".

-Si... Loro sono Valentina- indicai lei. -E Daniele...- indicai lui.

La sedia davanti a me cigolò -Piacere, Marco- offrì ad entrambi la mano.

-Beh allora è meglio che andiamo...- disse Daniele, che continuava a fissarmi insistentemente. Io da diversi istanti avevo spostato lo sguardo verso un punto imprecisato alle spalle di Valentina e continuavo a sorridere cordiale, manco fossi ebete.

Annuii e mi limitai a parole di saluto, quindi li vidi spostarsi verso il bancone e salutarono il proprietario come vecchi clienti. Notai più volte Daniele fissarmi, ma cercai di non farci caso.

-Finisci quel succo e poi usciamo... qui si sta soffocando...- disse Marco con aria tetra.

Mi limitai a sorseggiare quel che restava del succo, sebbene deglutire mi costava uno sforzo enorme...

Una volta terminata la consumazione Mi alzai e non appena feci un passo sentii la mano di Marco afferrare la mia e trascinarmi fuori salutando distrattamente il proprietario.

Una volta lontani dal locale si decise a rivolgermi la parola.

-Che cos'ha quel bamboccio? E' il tuo ex?- chiese decisamente irritato voltandosi. Non aveva mollato la mia mano e non aveva affatto intenzione di mollarla.

-Non proprio...- sospirai tesa, non succedeva mai che alzasse il tono in quel modo, ma non era lui a turbarmi.

-E allora cosa aveva tanto da guardare?- chiese scocciato.

-Non lo so... non lo vedo dalle medie...- sussurrai con un filo di voce.

-Dalle medie? A me quello sembra saperla fin troppo lunga!- si lamentò continuando a tirarmi avanti.

Mi fermai e sollevai lo sguardo. -Non sono affari che ti riguardano, ti ricordo che non c'è niente tra di noi!- questa volta fui io ad alzare il tono.

Lui fece per ribattere ma si arrese subito. Si avvicinò e lo sentii sospirare.

-Scusa... ma davvero... non mi piace parlare di lui e comunque è storia passata...- tornai a parlare come in sussurro e abbassai lo sguardo.

-No, non ti è passata... posso capire benissimo sia stato importante... e probabilmente anche tu lo sei stata per lui... ma è passato...-

Avrei voluto rispondergli male, ma non riuscivo, avevo solo voglia di piangere in quel momento.

-Ora tocca a me, non ti lascerò andare via come se niente fosse, se non te ne sei accorta sono sei mesi che ti vengo dietro e non mi pare mi sia risparmiato sul fartelo notare!- la sua voce era tranquilla, mentre mi accarezzava i capelli e stringeva la mia mano nella sua.

-Si... l'ho notato tranquillo... così come l'ha notato tutta la scuola...- sibilai... quella era una delle cose che non mi andava della nostra amicizia.

-Fregatene...- sospirò lui quindi proseguì. -Non ti chiedo di venire a letto con me subito...- sollevai un sopracciglio a quell'affermazione guardandolo scettica. -Anche se vorrei farlo... non lo nego...- continuò lui grattandosi la nuca imbarazzato. Sorrisi, era tenero in quel momento. -Ecco, così va meglio! Comunque ti chiedo solo una possibilità!- disse poi in tono gentile.

Lo osservai a lungo rimanendo in silenzio, sospirai più volte mentre mi guardavo intorno... era deserto data l'ora.

Lo vidi poi ammiccare malizioso come al suo solito e lì mi imbestialii notando dove stesse guardando.

Sciolsi la mia mano dalla sua e gli sferrai un ceffone prendendolo in piena faccia e rivoltandogliela.

-Ma perchè!?- chiese tra l'indignato e lo sconvolto.

-Per quello che hai appena pensato!- strillai irritata io avviandomi furente per la via deserta diretta a casa.

-Andiamo! E' normale pensarle certe cose!- mi rincorse lagnandosi per tutto il tempo. -E poi cerca di capirmi, è sei mesi che ci provo!- continuava imperterrito nella sua missione.

-Smettila di sprecare il tuo tempo!- sibilai voltandomi, per poi proseguire sbattendo i piedi dalla rabbia.

-Se vedessi quello che vedo io non la penseresti in questo modo... te l'ho mai detto che hai un bel....-

Mi fermai di scatto e gli puntai il dito contro: -E' meglio per te che non finisci quella frase!-

-Ma è vero!- continuò piagnucoloso anche dopo che avevo ripreso a camminare davanti a lui. -Posso tocc...-

Mi fermai ancora una volta e mi misi le mani sul fondoschiena per precauzione. -Non pensarlo nemmeno!- strillai indignata.

-Oh lo penso eccome!- rispose malizioso lui.

-Non osare!- strillai ancora, per poi prendere a camminare all'indietro e controllando di tanto in tanto dove mettevo i piedi.

-Attenta che cadi, poi mi toccherebbe salvarti, e a quel punto saresti in debito con me e dovresti baciarmi! O ancora meglio magari sposarmi!- sorrise divertito dalla prospettiva fermandosi.

-Ma nemmeno da morta!- sbottai.

-Va beh dai, mi accontento di un contentino... una notte di passione dovrebbe bastare!- Mi fermai e strinsi i pugni dal nervoso che mi stava facendo venire, notai una pigna a bordo della strada e la afferrai lanciandogliela contro.

-Ok, ok, magari non tutta la notte, rispetto i tuoi limiti...- continuò lui schivando la pigna.

Ne afferrai un'altra e la lanciai di nuovo.

-Due ore?- chiese lui alzando l'indice come per rispondere ad una domanda.

Ne lanciai un'altra ancora e questa volta lo sfiorai ad una spalla.

-Mi accontento di una sveltina! Va bene?- sorrise divertito, ma questo lo rovinò perchè al nuovo lancio lo beccai in fronte.

Lui cadde portandosi le mani alla testa e io preoccupata gli corsi incontro.

-Scusami, non volevo!- dissi preoccupata, ma poi lo vidi scoppiare a ridere.

-Adesso mi devi un bacino sulla bua... qui magari...- e si indicò il labbro, che nemmeno era stato sfiorato.

-Te lo faccio vedere io il bacio!- strillai tirandogli un altro ceffone sull'altra guancia.

-Anche io ti amo tesoro...- sibilò tenendosi la guancia con le cinque dita.

  
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