Allora, ringrazio tutte le persone che
hanno letto il primo cap, e specialmente Hatori che ha lasciato il suo commento. Come sempre non
anticipo nulla e vi lascio alla fic^^
Ciauuuu
Miss
Iceberg
Capitolo 2
Appuntamento movimentato
Ammettiamolo, non è per
niente un brutto ragazzo, biondo, alto, ben proporzionato... insomma, davvero
niente male!
Anche questo mi fa pensare
molto, io non sono bella, non sono magra e nemmeno particolarmente intelligente
o simpatica...
Lanciai un'occhiata verso di
lui, e lo sorpresi a contemplare la mia libreria. Mi ri-dedicai al libro, ma non riuscivo a leggere nulla,
sospirai, quindi mi appoggiai allo schienale.
No, non potevo lasciarmi
incastrare da un ragazzo... non era mia abitudine, non mi fido degli uomini
figurarsi di uno che conosco solo da sei mesi.
Lo spiai di nuovo e lui
questa volta mi stava guardando, sorrideva, poi si avvicinò a me.
-Allora? Regina di ghiaccio
ci siamo decise o no?- chiese sarcastico guardandomi e
incrociando le braccia in attesa.
Mi limitai a lanciargli
un'occhiataccia quindi misi via la penna nell'astuccio. -Vai di là, mi
cambio...- sbottai acida, mentre lo spingevo via con la forza.
-Ma io non mi vergogno!-
ammiccò divertito opponendo resistenza.
-Sparisci!- mi avvicinai alla
scarpiera e afferrai la prima scarpa con il tacco a spillo che trovai,
minacciandolo di conseguenza.
-Quella non è nel tuo
stile! E poi è invernale!- sogghignò prima di dileguarsi dietro
l'angolo e chiudere la porta prima che tirassi
realmente la scarpa.
Decisi di optare per una
maglia lunga fino a metà coscia nera, con la cintura borchiata
che ricadeva larga sui fianchi, un paio di pantaloni a pinocchietto
della stessa tinta e
le All Star nere a completare il tutto.
Afferrai uno dei miei
braccialetti in rame con i ciondoli e un orecchino, quindi mi diressi in bagno.
-Wow che velocità!-
esclamò Marco una volta che aprii la porta. -Anche a spogliarti sei
così veloce?- chiese malizioso mentre gli
passavo a fianco.
-Vaffanculo!- risposi
semplicemente, chiudendomi questa volta in bagno.
Una linea di matita nera, un
tocco di mascara, una coda semplice ed ero pronta.
-Come siamo gnocche!-
continuò lui insistendo con le sue battutine maliziose.
-Se non la smetti ti ficco un
dito in un occhio! Poi vediamo se sei ancora in vena di battute.- sibilai
sempre più acida, guardandolo con occhi furenti.
-Si tesoro, mi piacciono le
donne manesche!- disse facendo l'occhiolino.
-FINISCILA!- strillai mentre lo sbattevo fuori di casa e afferravo la
borsa e le chiavi.
Chiusi la casa e scesi le scale
dopo di lui, quindi iniziai ad avviarmi a piedi.
-Come non andiamo in
macchina?- chiese lui sollevando un sopracciglio.
-Scordatelo, in macchina con
te non ci salgo- risposi semplicemente, mentre camminavo con le mani in tasca
per la via. Mi fermai dopo una decina di metri e inclinai appena la testa,
facendo tintinnare l'orecchino. -Allora? Ti muovi?- chiesi scocciata.
Lui mi raggiunse in fretta e
presto si affiancò a me, mettendo a sua volta le mani in tasca.
-Guarda che so guidare bene...
e poi qui in paese non ci sono locali decenti- sospirò lui appena
arrivati allo stop.
-Non è della tua guida
che mi preoccupo infatti...- mi voltai verso di lui e
sorrisi angelica, quindi voltai l'angolo e mi diressi verso la piazza.
Parlammo del più e del
meno per tutto il tragitto, fino ad arrivare ad un pub che aveva da poco aperto
in zona. Non era certo nel mio stile, era pieno di ragazze e ragazzi vestiti da
capo a piedi con vestiti firmati e costosissimi, che ascoltava quello che io chiamavo
rumore e aveva perennemente la puzza sotto il naso.
Mi rifugiai con Marco in un
angolo, lui non sembrava affatto fuori posto, era abituato ad uscire senza
dubbio molto più di me, e ordinò senza
problemi il suo drink e il mio succo di frutta.
-Sempre astemia tu eh?-
chiese lui divertito appoggiandosi allo schienale e posando la mano destra sul
tavolo, dette un'occhiata veloce intorno, poi si dedico al suo passatempo
preferito, ovvero fare battutine maliziose sui miei modi di fare. -E dire che
non si direbbe...-
Mi limitai ad alzare le
spalle quindi scrutai preoccupata in giro, constatando che fortunatamente non
c'era nessuno che conoscessi.
-Miss ghiacciolo, a volte mi
chiedo se sei così anche tra le lenzuola...- mi
guardava mangiandomi a dir poco con lo sguardo. Le prime volte mi faceva
avvampare e sfiorare il colorito verde-violaceo, ma poi ho cominciato con il
farci l'abitudine e rispondere a tono con acidità, mantenendo il
personaggio che lui chiamava per l'appunto "Miss Ghiacciolo".
-Temo che resterai con il tuo
dubbio per tutta la vita...- finsi di sospirare. -Mi spiace, non è facile, ma sopravviverai.- battei
la sua mano fingendo comprensione quindi sorrisi acida.
-Emy, tesoro, cosa ti rende così sicura?- chiese
lui come sempre sarcastico.
-Perché mi conosco...- lo guardai seria.
-Ma non conosci me...-
constatò lui.
-A maggior ragione è
ancora più improbabile che tu scopra la
risposta alla tua domanda...- sorrisi angelica al cameriere che aveva appena
portato le bevande e lui pago. Non battei ciglio, lo guardai semplicemente
malissimo.
-E' inutile che protesti... rassegnati e non fare quella
faccia... ne abbiamo già discusso- disse lui
estremamente divertito dalla mia rabbia.
-E io ribadisco che non sei
in diritto di offrirmi le cose!- sibilai.
-Zitta altrimenti ti obbligo
a prendere qualcos'altro da bere..- minacciò
lui sempre più divertito.
Io afferrai semplicemente il
bicchiere, rovesciai il succo e presi a sorseggiarlo, incrociando le labbra e
fissando la porta con sguardo truce.
Lui rise, ma non udii una
virgola di quello che disse. La porta si aprì e nel locale entrarono le
due persone che meno avrei voluto rivedere in quel momento.
Come un flash i miei occhi si
incrociarono prima con la ragazza, poi con l'oggetto del terrore, alle sue
spalle.
La mia mente ripercorse il
tempo fino a riportarmi alle medie, e a quella giornata di dicembre, in cui
avevo rinunciato, forse per orgoglio, forse per paura, al mio primo amore, e
conseguentemente anche a tutti gli altri.
Sospirai e mi persi a fissare
la superficie lucida del tavolino del locale. La musica era diventata qualcosa
di insostenibile e posai il bicchiere sul tavolo.
-Non mi va...- sussurrai
appena, ignorando lo sguardo preoccupato di Marco, che ora, non scherzava
più.
Fece per aprire bocca, ma la
voce falsamente allegra di Valentina lo bloccò.
-Emma! Quanto tempo che non ci vediamo! Come stai?- la vidi
fingere un sorriso angelico, mentre scostava con gesto teatrale i capelli
lunghi e biondi dietro le spalle. Ovviamente si era tinta... chissà per
quale misteriosa ragione...
-Emma!- ecco che la voce di lui mi fece sobbalzare,
sollevai lo sguardo e sorrisi solare prima a lei poi a
lui. -Ti sei fatta rossa! Stai bene a quanto noto!- sorrideva, incrociai i suoi
occhi con i miei, mi sentii improvvisamente scoperta e inspirai a lungo prima
di rispondere come a mio solito...
-Già...- fanculo anche al vizio dei monosillabi... possibile che
ogni volta che vengo presa in contropiede debba
esprimermi a monosillabi?! Quanto sono cogliona!
-Emy, sono tuoi amici?- chiese Marco, sorridendo ai due e
poi lanciandomi un'occhiata da "dopo noi due
dobbiamo parlare".
-Si... Loro
sono Valentina- indicai lei. -E Daniele...- indicai lui.
La sedia davanti a me
cigolò -Piacere, Marco- offrì ad entrambi la mano.
-Beh allora è meglio che
andiamo...- disse Daniele, che continuava a fissarmi insistentemente. Io da
diversi istanti avevo spostato lo sguardo verso un punto imprecisato alle
spalle di Valentina e continuavo a sorridere cordiale, manco fossi ebete.
Annuii e mi limitai a parole
di saluto, quindi li vidi spostarsi verso il bancone e salutarono il
proprietario come vecchi clienti. Notai più volte Daniele fissarmi, ma
cercai di non farci caso.
-Finisci quel succo e poi
usciamo... qui si sta soffocando...- disse Marco con aria tetra.
Mi limitai a sorseggiare quel
che restava del succo, sebbene deglutire mi costava uno sforzo enorme...
Una volta terminata la
consumazione Mi alzai e non appena feci un passo sentii la mano di Marco
afferrare la mia e trascinarmi fuori salutando distrattamente il proprietario.
Una volta
lontani dal locale si decise a
rivolgermi la parola.
-Che cos'ha quel bamboccio?
E' il tuo ex?- chiese decisamente irritato voltandosi. Non aveva mollato la mia
mano e non aveva affatto intenzione di mollarla.
-Non proprio...- sospirai
tesa, non succedeva mai che alzasse il tono in quel modo, ma non era lui a
turbarmi.
-E allora cosa aveva tanto da
guardare?- chiese scocciato.
-Non lo so... non lo vedo
dalle medie...- sussurrai con un filo di voce.
-Dalle medie? A me quello
sembra saperla fin troppo lunga!- si lamentò continuando a tirarmi
avanti.
Mi fermai e sollevai lo
sguardo. -Non sono affari che ti riguardano, ti ricordo che non c'è
niente tra di noi!- questa volta fui io ad alzare il
tono.
Lui fece per ribattere ma si
arrese subito. Si avvicinò e lo sentii sospirare.
-Scusa...
ma davvero... non mi piace parlare
di lui e comunque è storia passata...- tornai a parlare come in sussurro
e abbassai lo sguardo.
-No, non ti è
passata... posso capire benissimo sia stato importante... e probabilmente anche
tu lo sei stata per lui... ma è passato...-
Avrei voluto rispondergli
male, ma non riuscivo, avevo solo voglia di piangere in quel momento.
-Ora tocca a me, non ti
lascerò andare via come se niente fosse, se non te ne sei accorta sono
sei mesi che ti vengo dietro e non mi pare mi sia risparmiato sul fartelo
notare!- la sua voce era tranquilla, mentre mi accarezzava i capelli e
stringeva la mia mano nella sua.
-Si... l'ho notato
tranquillo... così come l'ha notato tutta la scuola...- sibilai...
quella era una delle cose che non mi andava della nostra amicizia.
-Fregatene...- sospirò
lui quindi proseguì. -Non ti chiedo di venire a letto con me subito...-
sollevai un sopracciglio a quell'affermazione guardandolo
scettica. -Anche se vorrei farlo... non lo nego...- continuò lui
grattandosi la nuca imbarazzato. Sorrisi, era tenero
in quel momento. -Ecco, così va meglio! Comunque ti chiedo
solo una possibilità!- disse poi in tono gentile.
Lo osservai a lungo rimanendo
in silenzio, sospirai più volte mentre mi
guardavo intorno... era deserto data l'ora.
Lo vidi poi ammiccare
malizioso come al suo solito e lì mi imbestialii notando dove stesse
guardando.
Sciolsi la mia mano dalla sua
e gli sferrai un ceffone prendendolo in piena faccia e rivoltandogliela.
-Ma perchè!?- chiese tra l'indignato e lo sconvolto.
-Per quello che hai appena
pensato!- strillai irritata io avviandomi furente per la via deserta diretta a
casa.
-Andiamo! E' normale pensarle
certe cose!- mi rincorse lagnandosi per tutto il tempo. -E poi cerca di
capirmi, è sei mesi che ci provo!- continuava imperterrito nella sua
missione.
-Smettila di sprecare il tuo
tempo!- sibilai voltandomi, per poi proseguire sbattendo i piedi dalla rabbia.
-Se vedessi quello che vedo
io non la penseresti in questo modo... te l'ho mai detto che hai un bel....-
Mi fermai di scatto e gli
puntai il dito contro: -E' meglio per te che non
finisci quella frase!-
-Ma è vero!-
continuò piagnucoloso anche dopo che avevo ripreso
a camminare davanti a lui. -Posso tocc...-
Mi fermai ancora una volta e
mi misi le mani sul fondoschiena per precauzione. -Non pensarlo nemmeno!-
strillai indignata.
-Oh lo penso eccome!- rispose
malizioso lui.
-Non osare!- strillai ancora,
per poi prendere a camminare all'indietro e controllando di tanto in tanto dove
mettevo i piedi.
-Attenta che cadi, poi mi
toccherebbe salvarti, e a quel punto saresti in debito con me e dovresti
baciarmi! O ancora meglio magari sposarmi!- sorrise divertito dalla prospettiva
fermandosi.
-Ma nemmeno da morta!-
sbottai.
-Va beh dai, mi accontento di
un contentino... una notte di passione dovrebbe bastare!- Mi fermai e strinsi i
pugni dal nervoso che mi stava facendo venire, notai una pigna a bordo della
strada e la afferrai lanciandogliela contro.
-Ok, ok, magari non tutta la
notte, rispetto i tuoi limiti...- continuò lui schivando la pigna.
Ne afferrai un'altra e la
lanciai di nuovo.
-Due ore?- chiese lui alzando
l'indice come per rispondere ad una domanda.
Ne lanciai un'altra ancora e
questa volta lo sfiorai ad una spalla.
-Mi accontento di una sveltina! Va bene?- sorrise divertito, ma questo lo
rovinò perchè al nuovo lancio lo beccai
in fronte.
Lui cadde portandosi le mani
alla testa e io preoccupata gli corsi incontro.
-Scusami, non volevo!- dissi
preoccupata, ma poi lo vidi scoppiare a ridere.
-Adesso mi devi un bacino
sulla bua... qui magari...- e si indicò il labbro, che nemmeno era stato sfiorato.
-Te lo faccio vedere io il
bacio!- strillai tirandogli un altro ceffone sull'altra guancia.
-Anche io ti amo tesoro...-
sibilò tenendosi la guancia con le cinque dita.