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Autore: Blu Notte    16/09/2012    3 recensioni
Immaginiamo che Loki abbia vinto la prima battaglia, e che sia riuscito a impadronirsi di New York. Immaginiamo che lui e i Chitauri abbiano reso schiava la popolazione di un'intera città.
Leah è una prigioniera, come tutti gli altri. Costretta ad assistere ogni giorno a uno scenario di disperazione e di morte.
Ma qualcosa cambierà, grazie a lei. Il destino della Terra non è ancora stato scritto, così come il destino di qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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et voilà :) Mi sono sbrigata a aggiornare, perché ho la sensazione che presto per me ricominceranno le interrogazioni, e le verifiche a sorpresa, e i compiti da fare... -.-  Devo godermi a fondo gli ultimi giorni di cazzeggio ç____ç
Ma vabbè, venendo al capitolo, come al solito spero che vi piaccia! Commentate e ditemi cosa ne pensate ;)
Grazie a tutti per le vostre recensioni
Silvia
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                                                Loki


-Sono venuta a dirti che so cosa sono i giganti di ghiaccio.-
I grandi occhi di Loki si fecero stupiti, e un po' inermi. Come un bambino colto alla sprovvista, a fare qualcosa che non deve.
Ma durò un attimo.
Poi si indurirono, ostili. -E come avresti fatto a..-
-Non importa.- Tagliai corto. -Quello che mi preme sapere è il senso.-
-Il senso?- Ripeté con fredda educazione, mentre mi guardava.
-Sì.- Risposi, conciliante. Feci qualche passo verso di lui. -Perché mi hai detto che sei un gigante di ghiaccio? E perché hai detto di chiamarti Loki? Cosa vuoi dire con questa metafora?-
I suoi occhi si illuminarono di comprensione, e lui ridacchiò. -Dunque pensi che si tratti di questo? Di una metafora?-
-Cosa sennò?- Chiesi, un po' confusa.
Staccò lo sguardo da me, e prese a camminare avanti e indietro. -Tu hai visto degli alieni invadere il tuo adorato pianeta, e hai visto tutta la tua razza calpestata e ridotta in schiavitù. Ti è tanto difficile pensare che esista una popolazione che i tuoi avi hanno considerato divina?- Mi guardò. -Ti sembra tanto improbabile?-
Sgranai gli occhi. -Mi stai dicendo che.. Ho capito bene?-
-I tuoi antenati umani, vedendo la magia e la forza della mia razza, l'hanno venerata per secoli come divina e hanno trasmesso le loro conoscenze su di essa ai loro figli.- Spiegò. -Da qui nascono tutte le vostre leggende, il fatto che tu sappia chi sia io e che tu conosca tutta la mia razza..- Smise di camminare, i suoi occhi realizzarono qualcosa. -La mia razza.- Ripeté, amareggiato e indispettito dalle proprie parole.
-Quindi.. quindi tu sei Loki, il dio dell'illusione.- Dissi.
Mi guardò, e scacciò il pensiero di prima. -Sì.-
-E non sei un Asgardiano.- Feci un passo verso di lui. -Almeno non di sangue.. Perché sei un gigante di ghiaccio.-
-Sì.- Disse di nuovo.
-Com'è possibile, se posso chiedere?- Domandai.
Loki riprese a camminare. -Dopo che il mio venerando padre ebbe mosso guerra ai giganti di ghiaccio e al loro re, Lafi, e dopo che li ebbe sterminati a migliaia e sparso sangue ovunque, pensò bene di farsi venire dei rimorsi. Così, quando per puro caso trovò un bambino fra la neve, non lo lasciò a morire come avrebbe dovuto. No! Lo prese con sé. Sapeva che quel bambino era il figlio di Lafi, e il suo piano era quello di farlo diventare re dei giganti di ghiaccio, così, una volta che il bambino sarebbe cresciuto, lui non avrebbe più avuto problemi da parte loro.-
Abbassai lo sguardo. Fissai sconcertata il pavimento.
-Il suo piano naturalmente è andato male.- Riprese Loki, acido. -Ho sempre percepito qualcosa di storto nella mia presenza ad Asgard, ho sempre avuto la sensazione di essere diverso dagli altri, ma non pensavo di essere di un'altra razza.. Ma immagino che avrei dovuto capirlo. Questo spiega molte cose. Come mai mio padre abbia sempre preferito Thor a me, come mai io repellessi tutti a pelle, come mai il trono passò a Thor e non a me..-
-È terribile.- Mormorai, fra me e me.
-Oh, non ne hai la minima idea.- Replicò, canzonatorio. -Tu non sai come si ci sente a..-
Alzai lo sguardo. -No, hai ragione, non lo so.- Lo interruppi. -Non so come ci si sente a scoprire di essere un mostro odiato da tutti.. ma conosco il disagio.- Dissi. -La sensazione di essere fuori luogo, come non a casa propria.. La sensazione di assoluta estraneità.-
Loki si fermò, e mi guardò.
Colsi la domanda nei suoi occhi, e alzai la voce. -Credevi di essere l'unico a provare certe cose, vero? E scommetto che pensi anche che questa sia una prova del fatto che non sei un vero Asgardiano. Ma onestamente credo che tutti proviamo queste sensazioni, Loki! Chi più spesso, chi meno.-
I suoi occhi divennero molto meno ostili.. quasi mi ringraziassero della comprensione.
Poi Loki ridacchiò, fra sé e sé. -Non ce lo vedo Thor a pensare simili cose.-
-Evidentemente tuo fratello ha un carattere diverso dal tuo!- Sbottai. -Ecco, se tu fossi come Thor adesso non avresti fatto esplodere nessuna città. Se tu fossi come Thor, una volta scoperto di essere un gigante di ghiaccio non avresti avuto questi pensieri, ma saresti andato dritto da tuo padre a dirgli di tutto, e avresti fatto passare mesi e mesi prima di concedergli il tuo perdono!-
Questo sembrò metterlo in contro piede. Mi guardò, come se quel pensiero gli si presentasse per la prima volta.
Poi disse: -Ti sfugge il fatto principale. Io sono un gigante di ghiaccio, è la mia natura distruggere, è ciò che piace a quelli della mia razza.-
Ecco. A questo punto sentii il sangue salirmi alle guance.
-La.. la tua natura, Loki?!- Quasi urlai. -La tua natura? Non dare colpe che non ha alla natura! Se hai fatto quello che hai fatto è solo colpa tua!- Lo fissai con rancore. -Sì, io posso capire perché lo hai fatto. Ma non provare a dire che è la tua natura che ti ha spinto! Non farlo.. Io non credo alla natura. Io credo alle persone.. e alle scelte.-
Un attimo dopo, quando mi sbollii, vidi che le mie parole lo avevano profondamente turbato.
Sentii le mie gambe cedermi, stanche, e io mi sedetti a terra. Appoggiai i gomiti alle ginocchia e mi premetti le dita fra i capelli. -Hai ucciso tante persone per una cosa così stupida..- Realizzai.
Si ritrasse, come se lo avessi morso. -Ti sembra una cosa stupida?!-
-SI, MI SEMBRA!- Gridai. -E se ne avessi parlato a qualcuno, la sembrerebbe anche a te. Ma tu non ne hai parlato a nessuno, vero? Hai lasciato che il rancore e l'odio crescessero dentro di te come piante velenose. Amplificate dai pensieri che a mente lucida non avresti fatto, da paranoie che persone non coinvolte non avrebbero avuto.- Lo guardai, sembrava debole. -Loki, perché non ne hai parlato a nessuno?-
Si avvicinò a una sedia, e vi si sedette. Evidentemente, non si sentiva più le gambe neanche lui. -Proprio non capisci?- Mi chiese. La sua voce mi colpì. -Non ho mai avuto persone con cui parlarne.-
Lo guardai.
Aveva distrutto la nostra città, aveva ucciso tanta gente, ci aveva ridotti in schiavitù.. Eppure non solo non lo odiavo, non solo provavo pietà nei suoi confronti, ma quando lo vidi così distrutto, così sincero, provai dolore.
Non volevo che stesse così.
Mi alzai, mi avvicinai alla sua sedia e mi accucciai lì davanti.
Gli presi la mano. -Se ti può interessare, adesso hai me.- Dissi.
Mi sorrise.
-Vai avanti, Loki.- Lo esortai. -Ti ascolto. Raccontami quello che vuoi.. La tua infanzia, Thor, tuo padre, come mai ti sei accanito contro la Terra.. Quello che vuoi, ma parla.-
I suoi occhi si allargarono solo un attimo per lo stupore.
Poi Loki esplose, e io venni travolta da tutto ciò che era chiuso dentro di lui.
Pensieri, fatti. Emozioni..
Thor lo batteva in tutto. Era bello, regale.. Loki sapeva che Thor gli voleva bene, ma voleva ferirlo, non poteva farne a meno. Gli aveva fatto così male, per tutta la sua vita! Se gli voleva tanto bene, perché non era potuto stare più attento a lui? Perché si era accorto che erano fratelli solo quando Loki era diventato un suo nemico?
E poi Thor era amato da tutti. Aveva un gruppo di fedeli amici.. Sif, Hougun.. Loro odiavano Loki, lo avevano sempre detestato.
Ma la cosa che gli faceva più male, era l'amore. Thor era stato un po' di tempo sulla Terra, e aveva conosciuto un'umana. Come lo aveva cambiato! Le cose erano peggiorate grazie a lei. Suo fratello era diventato perfetto, l'amore lo aveva migliorato. Come se non gli avesse fatto abbastanza prima, adesso era diventato veramente degno di un trono!
La cosa peggiore era che Loki sapeva che per lui non ci sarebbe stato niente di simile. Suo fratello, con tutti i suoi odiosi difetti, aveva avuto l'amore, lui no. Come ogni cosa, del resto.
Le parlò del momento in cui aveva capito di essere un gigante di ghiaccio, di quello che aveva provato. Le disse di avere ucciso Lafi, il proprio vero padre.
Ma voleva dimostrare a suo padre Odino che per lui avrebbe fatto questo e altro! Che era degno di essere suo figlio, che non era un gigante di ghiaccio. Se solo lo avesse capito! Ma gli aveva detto “No, Loki” .. e lui si era lasciato cadere.
Pensava di morire, forse avrebbe preferito, ma poi aveva incontrato quegli alieni.
-Quando mi hanno proposto di vendicarmi..- Disse, e i suoi occhi erano lontani -.. ho sentito qualcosa che si riaccendeva in me. Se non potevo essere amato, per lo meno sarei stato odiato. E così sono venuto qui, sulla Terra, per distruggerla.-
Gli avevo tenuto la mano per tutto il tempo.
Era piacevolmente ruvida, e ogni tanto fremeva.
-Ma è quello che vuoi?- Chiesi. -Essere odiato?-
Loki mi guardò, e non seppe rispondermi.
I suoi occhi mi rivelavano grande sofferenza.
-Non lo so, Leah.- Era la prima volta che mi chiamava per nome, suonava bene fra le sue labbra. -E poi ormai..- sorrise fra sé e sé, amareggiato -..ormai è tardi.-
-Non è mai tardi.- Ribattei, con forza. -Certo, più tempo passa più diventa difficile, ma non è mai tardi.-
Scosse la testa, come a cercare di rimuovere le mie parole e quella conversazione.
Ma io non avevo intenzione di arrendermi.
-Ti ricordi quella ragazza, uccisa assieme al suo bambino?- Chiesi.
Loki mi guardò, e la sua mano fremette, di nuovo.
Gliela strinsi. -Ho visto la disperazione nei tuoi occhi quando l'hai vista morta. Proprio non capisco come possa non apparire la stessa disperazione al pensiero di tutte le persone che hai fatto uccidere per la tua vendetta! No, Loki, io non penso che tu sia un mostro, penso che tu sia una persona ferita. Ma qui sono morte altre persone, oltre quella donna e il suo bambino. Sono morti fratelli, padri, fedeli amici.. Anziane persone che volevano terminare la propria vita al calduccio, e non fra le macerie. Loki, quelli che per colpa tua sono morti sono veri, avevano una vita, dei sentimenti. Come te, tuo padre, tuo fratello.. E anche chi non è morto, che destino ha avuto? Siamo tutti schiavi. Un giorno prima liberi, adesso sporchi, sudati, animali. Ogni giorno desideriamo la morte, almeno potremmo riposare in pace. Sai.. sai che molti schiavi, tra la prima e la terza settimana quaggiù, si sono suicidati? Abbiamo trovato i loro corpi appesi ad una fune.. Hai mai visto un uomo impiccato, Loki? Ti giuro che non me lo scorderò mai.-
Sentivo la mia voce che iniziava a farsi flebile, e un nodo in gola.
Ma impedivo alle lacrime di sgorgare.
Loki mi guardava, esterrefatto. Poi i suoi occhi si dilatarono, e io la vidi per la seconda volta.
Questa volta più intensa, distruttiva, dolorosa..
Gli presi il volto tra le mani, e gli scrutai gli occhi. -Eccoli qui.- Dissi, piano. -I tunnel per la disperazione. È un bene che ci siano, ma non farti mai travolgere dalla disperazione, Loki, altrimenti morirai.-
I tunnel però non si chiusero con le mie parole.
Rimasero lì, aperti. Un corridoio che conduceva direttamente i suoi occhi al livello più profondo della sua sofferenza.
E la disperazione si avvicinava, inesorabile.
Trovai un solo modo, per richiudere i tunnel.
Mi tesi verso di lui e lo baciai.
Le mie labbra aderirono perfettamente alle sue, e con una lieve pressione gliele socchiusero.
Loki rimase immobile, sorpreso, ma ero sicura che la disperazione fosse svanita dai suoi occhi.
Poi sentii una mano dietro la schiena, e lui mi avvicinò a sé.
Rispose al bacio, di getto. A metà fra la dolcezza e l'urgenza con cui un naufrago si aggrappa ad un salvagente.
Mi tirò su di sé, sulla sedia, e mi baciò.
Io intanto passai una mano fra i suoi capelli. Erano freschi, puliti..
La sua mano invece risalì fino al mio collo, premendomi sempre di più contro di lui. Sembrava volere che io mi unissi a lui.
E continuammo a baciarci, come se ci fossimo trovati dopo anni passati a cercarci.
Mi ricordo che, anche se può sembrare stupido, mi sentii felice. Avrei voluto che continuasse in eterno, avrei voluto restare così con lui per sempre.
Ma sapevo che non avevamo tutto quel tempo.
Così chiusi le labbra, mi ritirai lievemente.
Lui cercò di seguirmi – forse perché anche lui avrebbe desiderato restare così – ma io gli presi di nuovo la testa fra le mani, e lo fermai.
Lo guardai. Eravamo vicinissimi.
-Io ti posso aiutare.- Gli dissi.
Lui mi guardò, i suoi occhi erano chiari, sinceri. Annuì.
Gli lasciai la testa e mi ritirai ancora un poco.
Loki continuò ad osservarmi, ma non sembrava più vedermi.
Tese una mano e mi accarezzò il profilo del viso.
Lo lasciai fare, anche perché le sue mani ruvide mi piacevano. Con un dito, mi accarezzò l'attaccatura dei capelli appena sopra alle orecchie.
Poi mi chiese -È così, l'amore?-
Sorrisi. Annuii. -Nulla di che, hai visto?-

  
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