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Autore: The queen of darkness    16/09/2012    1 recensioni
Un ragazzo con una voce straordinaria. Una ragazza che ne rimane affascinata. Un amore indissolubile. E la nascita di un mito inventata da me.
[questa è la mia prima Fanfiction e, vi prego, recensite! :)]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non ci fu tempo per la vergogna, né per i ripensamenti. In un intrico di braccia e gambe, la porta della camera d'albergo si richiuse dietro di loro, lasciando fuori il dolore, la tristezza, il passato e il tempo,le lacrime che non avevano risparmiato nessuno dei due. Accesero la luce, così come avevano fatto in quel magico pomeriggio, e si abbandonarono l'uno nelle braccia dell'altro in cerca di ciò che si erano negati a vicenda per anni, per una stupida scelta che ne aveva rovinato le esistenze. Fu una mattinata magica: si rincontrarono, si riconobbero, si riabbracciarono e tutto nel modo più dolce, folle e suadente che potessero immaginare. Si dissero tutto ciò che avevano taciuto a forza, estrassero ad uno ad uno i pugnali dai loro cuori e non tacquero nulla di ciò che era successo, senza trascurare neppure il minimo dettaglio. Lo spazio, il tempo, non esistevano in quella stanza; nella luce soffusa, si affacciavano non più timidamente due persone nuove, affamate di amore nella loro nudità e attenti ora ai bisogni l'uno dell'altra. Rimasero abbracciati a lungo, sudati e scompigliati, ma finalmente in pace dopo tanti anni di sofferenze. -Dimmi di Alex- sussurrò Brian contro i capelli di Carol, morbidi e amati. La ragazza sorrise contro la sua pelle, tracciando linee immaginarie sul petto del ragazzo. -È un bambino fantastico- mormorò intorpidita. -E non lo dico perché è mio figlio. Ama ridere, giocare e leggere, e anche nei momenti difficili non si è mai lasciato scoraggiare da nulla-. Tacque per un attimo. -Ti assomiglia, lo sai?- disse soprappensiero. -Ah sì?- chiese Brian, sorpreso. -Sì- specificò la ragazza. -Solo che lui è più bello- esclamò. Brian fece finta di offendersi, la prese per la vita e le montò sopra, facendole il solletico e scatenando l'ilarità della sua Regina. -Ma davvero?- chiedeva tra una risata e l'altra, godendo di quell'attimo di leggerezza. Carol continuava sulla sua strada urlando di sì ogni volta e ridendo sempre più forte, come lui, del resto. Il solletico divenne una serie di appassionate carezze, che si trasformarono in baci che si trasformarono in abbracci e risate senza motivo, fino ad arrivare un misto tra tutte e tre le cose. Era un momento di leggerezza che valeva come tutto l'oro del mondo, e forse anche di più. Erano sorrisi genuini, finalmente, venati solo d'amore reciproco. Entrambi recisero per un momento i contatti col mondo esterno, e solcarono le strade verso le loro intimità più profonde. Dopo ore e ore guardarono l'orologio: era ancora prestissimo. -Dov'è Alex?- chiese poi Brian, illuminandosi all'improvviso a quel pensiero. Carol gli baciò la curva del collo, scendendo fino alla clavicola. -Mi ha chiesto se poteva allungare il suo soggiorno dal vicino di casa- spiegò contro la pelle dell'amato. -Capisco...- mormorò Brian, mentre sospirava del contatto morbido e caldo con la sua Regina. Lei alzò lo sguardo all'improvviso appoggiando il mento sul suo petto. -Ti andrebbe ti conoscerlo?- chiese. Brian rispose senza nemmeno pensarci su. -Certo-. La ragazza sorrise: non era mai stato così bella. -Allora credo proprio che tu debba fermarti a pranzo da noi. ////////// Fu imbarazzante vedere Carol scoprire nel suo beauty case diverse matite, eye-liner e altri oggetti tipicamente femminili, ma non si pentì di averli portati quando la vide usarli per rifarsi il trucco completamente nuda davanti allo specchio. Anzi, ciò lo convinse che era meglio averli sempre a portata di mano, da quel momento in poi. Nelle ore successive, per occupare il tempo, passeggiarono come dei fidanzatini del liceo ed, infine, si separarono. Brian era un po' contrariato: avrebbe voluto starle accanto per tutto il resto della sua vita, appiccicato al suo amato corpo dal tramonto all'alba, però la ragazza si giustificò col fatto che doveva cucinare, quindi preferì gestire la situazione dell'ospite come non-premeditata. Lui non sapeva che scusa avrebbe tirato fuori, né tantomeno cosa avrebbe detto al bambino, come avrebbe potuto gestire la situazione. La cosa più importante, che sovrastava tutte le altre, a dire la verità, era che da lì a poco avrebbe conosciuto Alex. Ovvero suo figlio.
  
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