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Autore: MartinaLove1D    16/09/2012    5 recensioni
Un incontro. Quell'incontro che cambiò la vita a Charlotte.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XXVII

Ascoltate questa canzone prima di iniziare.
http://www.youtube.com/watch?v=ov1bdeoHFOI&feature=related


“Però chiamerò stasera, ora non ne ho voglia.”
“Basta che lo fai!” rispose Cher.
Arrivarono nel frattempo alla SyCo. Scesero dal piccolo taxi e si precipitarono dentro, Simon non c’era, però erano presenti i suoi assistenti.
“Buongiorno signor Horan, salve signorina..?”
“Evans.” Si affrettò lei a rispondere.
“Buongiorno signorina Evans, l’accompagno dove il mio titolare mi ha detto. Dentro ci sono i produttori, i tecnici del suono e altro.”
“Grazie, Milly.” Rispose Niall.
“Di nulla.” Lei lo guardò maliziosamente.
Si avviarono per il corridoio tappezzato di rosso e nero.
“Se scopro che quella ti fa il filo, le stampo il mio gesso in faccia.”
“Qui mi fanno il filo in due.” Rispose tranquillamente.
Prima che Cher potesse sfogare tutta la sua rabbia, squillò improvvisamente il suo telefono.
“Chi è?” chiese lui curioso.
“Non t’interessa.” Rispose lei un po’ stizzita.
“Pronto?” fece “Oh, ciao, Liam.”
“Liam…?” si chiese Niall, fermandosi di colpo.
“A cos’è dovuta questa tua chiamata? Ah sì?” continuò Cher. “Non ci credo…Va bene, sarò lì alle otto, baci.”
“Cosa dice? Dove devi andare?”
Erano ormai bloccati nel corridoio.
“Ha avuto una storiellina con Leona Lewis, ma lei l’ha mollato e ora è triste, quindi vuole che vada a casa sua a consolarlo.”
“Che?! Senza di me non vai da nessuna parte.”
“Cosa?” s’irrigidì. “Da quand’è che pensi di darmi ordini? Credi che come vado lì mi baci? O mi violenti?”
“Così almeno ti servirebbero quei test per la gravidanza che hai incastrati sotto il tuo letto.”
“Cosa? Come fai a saperlo?”
“Muovendomi, l’altra notte, sono caduti.”
“Perché non li hai messi apposto? Chi ti ha detto di guardarli?!”
“Lo so che li hai presi per Harry.”
Ormai stavano praticamente litigando in corridoio.
“Devi sapere… Che Harry mi ha praticamente stuprata quando te non c’eri… E per paura che avesse fatto qualche danno lui è corso a prenderli, ma il ciclo mi è venuto…”
“Maledetto bastardo. Tu al giudice non l’hai detto questo!”
“No, perché non voglio che stia in cella.”
“Ah, e perché non vorresti?”
“Perché mi spiace, è pur sempre mio fratello, ha avuto un impulso, è stato male.”
“Da quand’è che è un ‘fratello’?”
“Da quando i miei si sposeranno. Io lo vedo come parte della mia famiglia, gli voglio bene.”
“Lui ti ama.”
“E allora?”
“E allora cosa?! Ti ama! Vuole stare con te e hai visto cosa mi ha fatto?” disse indicandosi il viso.
“E’ uscito di testa, ma in carcere prende delle pastiglie e fa terapia. Ora sta bene.”
“Chi ti dice che non uscirà di nuovo di testa e non ti farà del male?”
“Non so questo, però finché c’è suo padre non succede niente. Comunque tra una settimana Harry torna e te ne dovrai andare da casa mia, per tornare alla tua.”
Lei lo disse pacificamente, lui però si arrabbiò, prese le stampelle e se ne andò via, lasciandola sola. Inutili furono i tentativi della ragazza di fermarlo.
“Vaffanculo.” Bisbigliò lei.
Decise di dirigersi da Liam, avvisandolo che sarebbe arrivata prima. Per gentilezza, passò prima da Starbucks e prese qualche biscottino e due bevande al cioccolato, panna e cannella.
Prese il taxi, e si fece portare a casa del ragazzo.
Scese, pagò il tassista e suonò il campanello. Le aprì un ragazzo alto, tirato a lucido.
“Cher!” l’abbracciò di colpo.
“Ciao, l’ultima volta abbiamo litigato, non credere che la passerai liscia.”
“Oh, già…” s’ammutolì “Scusa, piccina.”
Che? L’aveva chiamata ‘piccina’?
“Perdonato.” Gli disse con un grande sorriso.
“Entra, ho bisogno di parlare con qualcuno, ti prego.”
“Son qui per questo.” Entrò e lo baciò sulla guancia.
“Cos’hai portato di buono? Non dovevi!”
“Naaah, figurati, ho portato qualcosa da bere e da mangiare.”
“Che dolce, siediti qui.” Rispose lui, guidandola nell’immenso soggiorno di quell’enorme casa.
“Che casetta piccola!” ridacchiò Cher.
“E’ piccina, sì. Ne voglio un’altra, più grande.” Scherzò il ragazzo.
“Allora? Dimmi tutto.” Gli propose, sorseggiando la sua cioccolata.
“Lei ha trovato un altro. Fine.”
“Mi spiace.”
“Abbracciami.”
“Ovviamente.”
Lei allargò le braccia e le cinse attorno al suo muscoloso torace. Lui le poggiava il mento sulla testa, mentre lei lo stringeva.
“Possiamo stare così… Due anni?” le chiese Liam.
“Anche tre, dai!”
“Come va con Niall?”
“Non benissimo, abbiamo litigato.”
“Oh, e perché?” disse lui staccandosi leggermente per fissarla e per stringerla più forte dopo.
“Perché volevo che Harry tornasse a casa e lui non vuole.”
“Capisco. Non ha tutti i torti, però la band sarebbe finita. Sinceramente pensavo a qualche sfotto in più sui giornali.”
“Anch’io lo pensavo! Zayn come sta?”
“Bene, quello sta di nuovo con Perrie.”
“Me l’aveva detto…”
“Non ti amava veramente, mi sa.”
“Figurati, sono stata una cotta temporanea per lui. Tranne che per Niall e per Harry…”
“E me.”
“Cosa?” lei si staccò, facendo una faccia stranita e fissandolo negli occhi.
“Ho provato a distrarmi con Leona, ma non riuscivo a smettere di pensarti, sebbene avessimo litigato. Volevo chiamarti, scriverti messaggi perché volevo chiarire, ma sono un codardo.”
“Hai aggiustato tutto adesso.”
“Ti amo.”
Lei non rispose, divenne molto rossa e lo abbracciò.
“Non posso. Io sto con Niall.”
“Devo farti vedere una cosa.”
Si alzò, si diresse verso camera sua e prese il suo cellulare, un Iphone 4S.
“Lui mi ha detto di coprirlo. Guarda.”
Le mostrò una foto, di due settimane prima, dove Niall baciava una ragazza una decina di volte più bella di lei. Sentì crollarle il mondo addosso.
“Si chiama Nathalie. Io te l’ho mostrata non perché ti voglio per me, non volevo rovinare tutto. Però non mi sembrava giusto che lui si prendesse gioco di te in questo modo.”
“Cioè” continuò lei singhiozzando “Tutto questo… E’ solo una farsa?”
“Sì.”
“Perché non me l’hai detto? Perché?!” stava piangendo.
“Non volevo rovinare tutto. Stavi male, avevate avuto l’incidente. Non volevo che finissi in depressione, ecco.”
“Harry aveva ragione. Quando l’aveva rapito, aveva detto che Niall non è affidabile. E lo stesso Niall, ai tempi, mi disse che l’unico di cui potevo fidarmi come fidanzato eri tu o Louis, perché voi due non vi sognereste mai di tradire una ragazza.”
“Esatto.”
“I-io non ci posso credere.” Piangeva a dirotto.
Lui si sdraiò sul divano.
“Vieni, sdraiati su di me e stringimi. Fidati che starai meglio.”
Lei si sdraiò sul suo corpo scolpito e lo abbracciò, i loro fisici aderivano perfettamente, come con Harry, come con Niall. Il suo vecchio Niall.
Passarono dieci minuti così, Liam notò che lei si era addormentata sull’incavo del suo collo, così per non disturbarla lui rimase in quella posizione. Il cellulare di Cher vibrava all’impazzata e Liam dedusse che fosse Niall.
Non ci diede granché peso, e si addormentò anche lui.
Verso le undici di sera si sentì il campanello suonare sette, otto volte di fila.
“Uh?” disse Cher, intontita.
“Mmmh…” Liam era ancora nel mondo dei sogni.
“Liam, suona il campanello, vado ad aprire?” disse con voce un po’ tramortita.
“Sì…”
Lei si alzò, come uno zombie.
“Ma sono le undici! Ho dormito così tanto?!”
“Uhhh, sì.” Le rispose Liam.
“Sarà Niall.”
Lei aprì la porta e chi vide? Ma certo, il suo fidanzato.
“Che vuoi?” gli chiese lei.
“Portarti a casa, forse? Non mi hai neanche risposto.”
“Mi ero addormentata.”
“Sul bel Liam, magari?”
“No.”
In quel momento, Liam, appena svegliato, accorse alla porta.
“Posso esserti d’aiuto, biondo?”
“Voglio indietro la mia Cher.”
“Non è più tua.”
“Perché?!”
“Chiedilo a Nathalie.”
Cher, in lacrime, scappò e si chiuse in bagno.
Nel frattempo, sempre sull’uscio della porta, la discussione continuò.
“Mi avevi giurato che non gliel’avresti detto!”
“Non gliel’ho detto, le ho fatto vedere la foto.”
“Bastardo.”
“Ma ti sembra giusto prendere per il culo una come lei?”
Non rispose, limitò a guardarsi le scarpe.
“No…”
“E quindi non venire a dire che è di tua proprietà. Ti sei fregato, il doppiogioco non ti si addice. Comunque Cher sta da me, stasera. Di sopra c’è Ruth, quindi non pensare male.” Liam mentiva, Ruth non c’era.
“Bene. Salutami Ruth, salutami Cher. Ciao Liam.”
“Certo, ciao, Niall.” E chiuse la porta.
Rimase dieci secondi a fissare la porta. Scese le scale con fatica, e si avviò per la strada innevata, a passo lento. Mentre andava, guardava avanti a sé, si fece toccare il viso dai piccoli fiocchi di neve che scendevano leggeri. Gli occhi erano vitrei, assenti. Quel blu glaciale divenne grigio. Improvvisamente, gli scese qualcosa di caldo sul volto freddo. Le lacrime aumentarono, sempre di più, finché non vide più nulla. Si dovette sedere su una panca, per aspettare che le lacrime smettessero di cadere, ma nulla. Si mise la mano sulla testa per sorreggerla, e le lacrime caddero sulla neve, che si sciolse. Dopo dieci minuti, decise di alzarsi, erano le undici e mezza, Samantha e Des si sarebbero sicuramente preoccupati. Inciampò, cadde, ma si rialzò, doveva tornare a casa. Inciampò un’altra volta, sembrava che ci fosse qualcosa che non voleva farlo tornare a casa. Si fermò e, piangendo, guardò le stelle, che brillavano in cielo.
“Lei era tutto ciò che potevo desiderare, perché l’ho fatta scappare?” si chiese.
Nel frattempo a casa Payne, Cher non voleva uscire dal bagno.
“Cher? Stai male?” domandò ansiosamente Liam.
“Sì, tanto.”
“Posso entrare?”
“Sì.”
Come entrò il ragazzo, si spaventò, gli vennero i brividi, perché vide una distesa di sangue sul lavandino e Cher in piedi, con i polsi tagliati a fissarsi nello specchio, piangendo.


 Spazio autrice.
Ciao, anche se non abbiamo raggiunto le 5 recensioni, sono andata a vanti ugualmente per quelle poche che seguono la FF.
#Marty.

  
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