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Autore: n u m b    16/09/2012    3 recensioni
Capelli tinti. Jeans larghi e strappati. Maglie di gruppi rock. Converse nere di pelle. Sigarette. Lettore mp3 e cuffiette sempre in tasca. In queste semplici parole si riassume la vita di Moon, 15enne ribelle.
16 invece sono gli anni del ragazzo tutto sorriso.
17, il numero sfortunato, sono gli anni del ragazzo che profuma di fumo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allen:
Io la uccido” continuo a ripetermi mentre sbatto le palpebre fissando il materasso sopra di me. Non è nemmeno mezza giornata che siamo in quest’albergo e lei già esce, vorrei sapere chi è quello sfigato che se l’è caricata. Il problema è che sono…’geloso’. Non è la mia ragazza ma sono sempre il suo maledetto fratello! Gemello per di più, tra noi non c’è affetto, c’è alchimia. Ci capiamo con un gesto, ci parliamo con gli occhi e entrambi sappiamo che l’altro è la metà di una cosa sola. Siamo come le due metà di una mela, perfettamente identiche anche nel sapore, ma per essere completi dobbiamo stare insieme. Le voglio davvero bene sì. E’ la mia migliore amica. Mi giro verso il muro guardando sul cellulare che ore sono. Mezzanotte e un quarto. E se è un maniaco? Insomma è tardi, lei è ‘piccola’, indifesa e se lui provasse a violentarla o cose del genere sicuramente lei non riuscirebbe a proteggersi, Cristo io…Basta, che cazzo sto dicendo? Se è uscita con lui vuol dire che si fida. E non è detto che sia un ‘lui’. Potrebbe anche essere una lei. “Pensa positivo, pensa positivo bello”. I miei per fortuna sembra non abbiano intenzione di svegliarsi, russano e sembrano stiano facendo i sogni migliori di questo mondo. Che cazzo faccio mo, aspettando che torni?  Per quanto ne so potrebbe anche tornare dopodomani! Dio mio, sono in ansia. E’ la mia maledettissima gemella, è normale che sia preoccupato. Cristo Allen tu non sei solo preoccupato, sei geloso. Geloso di tua sorella? Non mi sembra una cosa molto…buona. Smettila di fare il deficiente.
Oddio mio sto parlando da solo, le cose vanno di male in peggio! Il problema è che se non sapessi che è mia sorella e fosse una normale ragazza che viene alla mia scuola tipo, io me la sposerei.
ALLEN CRISTO, NON PENSARE MAI PIU’ UNA COSA DEL GENERE!” mi risuona nella mente la voce di mamma. Allora, calma. Magari scendo e mi faccio una tisana. Sì buona idea, anche se io ho sempre odiato tisane, thè e robe varie, da piccolo non bevevo nemmeno l’infuso di camomilla e finocchio che di solito si dà per far addormentare i pargoli urlanti e lamentosi. Metto un piede fuori, rabbrividisco, lo rinfilo dentro. Cristo ci saranno cinque gradi fuori! No dai non scendo sotto, anche perché se i miei non vedono nessuno dei due, gli verrà un attacco di cuore. Sì ma come faccio a tranquillizzarmi allora? Dai scendo, ci metto tre minuti. Mi alzo con i brividi di freddo, mi ficco i primi due indumenti presentabili e che non puzzano, prendo il cellulare e apro la porta sgusciando fuori in maniera del tutto silenziosa. Tiro un sospiro di sollievo. Sono fuori. Mi dirigo verso l’ascensore e scendo di sotto, verso il bar, aperto tutta la notte. Mi siedo su uno sgabello sul bancone, chiedo al tizio “qualsiasi cosa che mi faccia dormire”. Si gira, chiama qualcuno da dietro alla porta dove può entrare solo il personale e esce una ragazza, capelli mori, occhi azzurri, espressione dolce che io rimango a fissarla come un pesce  lesso. So ancora riconoscere la bellezza quando la vedo! Mi mormora un “ciao” intimidito e inizia ad armeggiare con tazze e quella cosa che mi sembra si chiami teiera, tutto di porcellana, per poi dopo mettermi sotto al naso una tazza bianca, con un intruglio giallognolo dentro. Sorrido titubante per ringraziare. Bevo un sorso. “Cristo la bocca mi va a fuoco fanculo fanculo adjhidbaibfeir!” urlo tra me e me, mi trattengo per miracolo dallo sputarla, fa schifo, non sa di niente! 
- Devi metterci lo zucchero - dice qualcuno con una voce melodiosa. E’ la ragazza che mi guarda con espressione divertita.
- Ah, emh, grazie. Quanto ce ne devo mettere?
- Quanto vuoi. A me piace con un cucchiaio e mezzo per tazza.
Eseguo titubante, giro e riprovo. Meglio. Non mi piace ma almeno non è lo schifo di prima! E scotta di meno. Bevo e me ne metto un altro po’ dalla teiera. 
- Senti. Grazie per…lo zucchero, emh, ti va di finire la camomilla con me?

Moon: 
Cazzo fa freddo!  Sì sono mh, venti minuti circa che Mike è uscito e io sto congelando, persino il fiato si condensa! E’ proprio lento questo belliss…emh, benedetto ragazzo. Poi non ha lasciato nemmeno le chiavi così che io mi accendessi il riscaldamento, evitando di morire assiderata. Provo a scaldarmi le mani alitandoci sopra, invano. Abbasso il sedile in modo che io mi possa mettere allungata, fisso il soffitto cantando tra me e me. Mi giro e guardo cosa c’è sul sedile anteriore: poggiate per terra, bottiglie di birra mezze vuote insieme a varie cartacce appallottolate. Sul sedile invece c’è un bloc notes, con delle matite affianco e una felpa. I miei occhi s’illuminano e io sorrido involontariamente alla vista dell’indumento caldo e morbido. Allungo la mano verso di essa e lo prendo, lo avvicino a me e un odore…un profumo, dolce ma non troppo, quelprofumo, il suo profumo. Il profumo di Mike. Rimango con la felpa in mano così per un minuto, come se fosse bastato solo quello a riscaldarmi, a mandarmi in fiamme la faccia arrossendo, facendomi nascere non farfalle, dragoni sputafuoco nello stomaco. Non sono innamorata. No. No affattoNo. Mi agito sventolando le mani in aria, come per repellere un pensiero che  non riesco ad ammettere nemmeno a me stessa, neanche alle pareti di quella macchina vuota. Emetto uno strano risolino nervoso, continuando a crucciarmi. La parola ‘amore’ fa un buffo suono dentro la mia bocca, fa un buffo suono anche se non la pronuncio, anche se la tengo nella mente. Non sono abituata. 
Dopo tutte queste non seghe mentali ma scopate in grande stile, mi infilo la felpa, con la lana che si struscia sulla mia pelle dandomi brividi. Calore, finalmente. Anche i vetri sono appannati con la condensa per il freddo che c’è. Inizio a disegnare, lascio che le dita scivolino sulla superficie liscia e umida. Un cuore, una lettera, due, il mio nome, una ‘M’, una ‘I’, una ‘K’…mi fermo e passo tutto il braccio sul vetro, cancellando ciò che avevo scritto. “Basta, Moon, basta Cristo”. Inspiro, espiro. Finalmente sento le chiavi nella serratura, la portiera si apre, Mike poggia sul sedile quattro buste strapiene di cibo e una confezione da dodici di bottigliette di birra.
- Ehi, ti sarai gelata, scusa ma c’era una fila lunga due chilometri e i tipi davanti hanno ordinato praticamente tutto il menù… - si scusa lui farfugliando sotto il mio sguardo di rimprovero. Lui mi guarda e si siede con la nostra cena sulle gambe, preoccupato. Va bene mi sembra di aver tenuto il broncio abbastanza, mi apro in un sorriso.
- Non importa se hai fatto tardi - mi avvicino a lui e gli do un bacio sulla guancia per fargli vedere che non  sono arrabbiata con lui. Cristo, cazzo faccio, sono pazza, affanculo! Mi stacco subito, cercando di non sembrare troppo imbarazzata. Faccio in tempo a cogliere un ombra di smarrimento negli occhi del ragazzo dai capelli blu, giusto un attimo prima che si giri per poggiare i sacchetti, che aveva sulle gambe. E per distogliere lo sguardo.
- …Emh, ho preso un po’ di tutto visto che non avevo idea di che cosa ti piacesse… - inizia a srotolare sacchettini e scatolette, porgendomi Hamburger, patatine, crocchette, piadine.
- Ehiehiehi, calma, mi va bene tutto! Mi spieghi come riusciremo a finirla tutta ‘sta roba?!
- Te l’ho detto, - schiaffa un morso all’Hamburger, - ci ingozzeremo! - continua a masticare mentre io prendo le patatine.
Riusciamo a finire buona parte delle cosiddette schifezze in mezz’ora, farfugliando cose senza senso, per colpa anche della birra.
Rido a una battuta di Mike, il  quale si pulisce le mani e rinfila le chiavi nell’accensione, passandosi la manica della felpa sulle labbra. 
- Allora? Daiiii dimmi dove si va! - lo prego io un posando l’ennesima bottiglia di birra e rimettendomi la cintura. Mio Dio, ci siamo sparati cinque birre ciascuno, domani mattina mi sentirò un cadavere. Senza contare che dovrò spiegare a mamma perché sto in quelle condizioni. Che palle. 
- No, non te lo dico. Lo vedi quando ci arriviamo. - mi risponde e si immette dolcemente nella strada dritta e sgombra.
- Va bene però fermati a un distributore di sigarette prima.
Dopo cinque minuti accosta e mi indica un distributore accanto a una tabaccheria, chiusa con il garage abbassato. Mi metto il cappuccio del felpone, controllo di avere qualche dollaro e scendo dalla macchina, intirizzendomi subito alla percezione dell’aria gelida.

Mike:
Spengo la macchina e inizio a tamburellare con le dita lunghe sullo sterzo, aumentando il riscaldamento. Fa parecchio freddo, anche se io ho un calore in gola e al centro dello stomaco, probabilmente per le birre. Non reggo molto l’alcool.
Ebbene sì, è quasi l’una e mezza, sono con una ragazza e la sto portando…Non ne ho idea. Il fatto è che non voglio riportarla a casa, non voglio finire la serata così. “E come dovrebbe finire?” chiede una voce dentro me. “Non dovrebbe finire”.
Mike che cazzo stai dicendo, sei tutto matto. E’ la birra, Cristo non reggi per niente l’alcool, sei una checca. Che cosa vuoi fare? Portartela a letto?! Ha solo quindici anni. E tu sedici. Siete due bambini. Due bambini che si conoscono a malapena da mezza giornata.
Non ho nessuna intenzione! Che razza di pensieri, non voglio farci niente, è solo una ragazza conosciuta in un motel che è simpatica, ci sto solo uscendo una sera, tanto per spezzare la monotonia di tutti i giorni. Sì.”
“Come no, certo Michael, mentire a te stesso è sempre la soluzione migliore. Siccome tu non vuoi essere sincero, te lo dico io come andrà: adesso tu la porterai nel campo qua vicino, quello con tutte le erbacce che ti arrivano alle spalle quasi, finirete per congelarvi ma vi riscalderete pomiciando e probabilmente non ce la farete nemmeno a tornare in albergo perché vi ritroverete per terra, distesi l’uno sull’altro a…”
“NO, NONONONO. Cazzo ti viene in mente, HAHAHAHAHA, come no. E’ un’amica, buoooona, amica. E bella. Ma mica se una ragazza è bella te la devi portare a letto, altrimenti mi sarei scopato metà scuola. Ci stiamo solo divertendo, anzi abbiamo semplicemente cenato, avevo fame”.
“Quindi vuoi farti credere che sei uscito con lei perché avevi fame. Brillante scusa, Michael. Fai schifo con le bugie, lo sai anche tu coglione”.

Cristoddio, sono tutto un conflitto, la coscienza pare abbia appena dichiarato guerra al cuore, il cuore al cervello e il cervello a tutti e due. Ma tanto la verità è una e so qual è. La verità è che “ti sei innamorato e avercela nel letto questa sera non ti darebbe fastid..” cazzo no, la verità è che è simpatica e che come amici siamo usciti stasera, tanto per fare qualcosa.
Ah le bugie, come le ciliegie: una tira l’altra. Nel caso te ne fossi dimenticato, ti ricordi l’effetto del bacio di prima? Mh?”
E’ vero. Prima mi aveva dato un bacio. Ma aveva bevuto, non se lo ricorder... “No, non avevate ancora nemmeno stappato una birra”. Vabbè anche se non aveva bevuto, non se lo ricorderà nemmeno. Cos’è un bacio sulla guancia, siamo amici, è normale.
Sì ma a te è preso un colpo e t’è passato un brivido lungo la schiena quando le sue labbra screpolate si sono posate sulla tua guancia”.
Era il freddo”.
Mike. Michael Kenji Shinoda. Basta, devo finirla di pensare così tanto. Mi faccio troppi problemi. Lei non mi piace e io non piaccio a lei. Siamo usciti e ora la porto da qualche parte, anche se l’idea del campo mi piace: lì è tranquillo ed è lontano dalle luci di città, perciò si scorgono le stelle. Si trova quasi fuori Phoenix, non molto lontano da qui. Dopodiché la riporto a casa e tutti vissero felici e contenti, e fanculo, fine. A febbraio la rivedo perché viene a scuola con me, e mi fa piacere, saremo amici e le farò conoscere anche Rob e Brad. Tutto perfetto. E’ così è come finisce.


 

Eccomi qui finalmente, dopo 482577892452 anni dall'ultimo capitolo, ma ora finalmente ce l'ho fatta. Mi scuso per il ritardo ma sono state settimane d-istruttive. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, perché un po' diverso rispetto agli altri. Tuttavia, per far sì che voi non fraintendiate, questo non è l'ultimo capitolo! "E così è come finisce" si riferisce a come Mike pensa che finirà con Moon. Ora vi lascio, ringraziando i nuovi lettori, i vecchi e bla bla bla eccetera eccetera. Spero di aggiornare presto con il prossimo capitolo, perché ho un milione di idee in testa e se le scriverò tutte, la storia sarà anche abbastanza lunghetta ç.ç Non mi pongo comunque scadenze perché so che non le rispetterò! Poi è anche incominciata la scuola e non avrò più tanto tempo a disposizione *piange*
Va bene, ora vi lascio, ciao :3
n u m b
  
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