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Autore: AngelOfSnow    16/09/2012    1 recensioni
Salve a tutti.
Con questa storia spero tanto di farvi immergere in un mondo non troppo lontano dalla realtà dei giorni nostri.
La protagnista si ritroverà a fare i conti con le "Gocce di memoria" scombussolate dalla presenza di un uomo a cui deve molto dando modo al loro passato di fondersi per divenire un unico futuro.
Dal capitolo:
Della mia vita a Milano ricordo solamente il volto sfigurato dal tempo di un bambino.
Nient’altro, a parte che mi trovavo spesso a casa sua per colpa del lavoro dei miei genitori e che fosse oramai parte integrante di quella vita: una vita che sinceramente amavo da ogni punto di vista perché non avevo la consapevolezza di quello che avrei realmente lasciato dopo.
Adesso, che ho compiuto 16 anni, non posso fare a meno di domandarmi “chi” e “cosa” rappresentasse per me, anche se so per certo che nessuno mi avrebbe detto alcunché. Eppure sono ottimista pesando che il mio passato mi abbia formata a come sono oggi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scena Sesta: IV Atto

Scena Sesta: IV Atto


<< HAI DETTO COSA?! >>

Sentire Alice sgridarmi era stata la minima cosa.

<< Sono un coglione. >>

Mi era scappata una lacrima e mai mi sarei sognato di piangere per la reazione di una semplice donna.

Men che meno di essere trovato da una sadica, pazzoide e spregiudicata seconda donna dal carattere di un uomo ubriaco.

<< Ecco spiegato il motivo per la quale l’ho trovata disperata. >>

Colpo basso.

In fondo è colpa mia lo devo ammettere. Se solo quella reazione fosse stata meno impulsiva, avrei potuto evitarle quell’aggiungersi di dolore.

<< Sono un coglione. >>

<< Lo sei. >>

<< Non sei d’aiuto. >>

Mormoro fissando la sigaretta che sta consumandosi lentamente: siamo nel pieno delle lezioni e l’ultima classe che mi rimane ha filosofia ad ultima ora.

<< Mi meraviglio di te, fratellino! >>

Ringhio infastidito spegnendo la sigaretta sulla ringhiera mal messa del terrazzo.

<< Ovvero? >>

Il suo sguardo si fa furbo ed io inarco un sopracciglio.

<< La ami così tanto, da non poter placare la tua ira funesta verso la sua relazione clandestina con quel ragazzo! Non è da te proprio. Ne abbiamo parlato, sai? >>

La guardo con meno astio negli occhi e lei ridacchia, spegnendo la sigaretta.

<< Di cosa? >>

Chiedo.

<< Di te, di Nicola e del resto: lei non ha la più pallida idea di quando si sia messa insieme a Nicola. >>

La mia espressione confusa la fa sorridere di cuore.

<< Ma quanti anni hai? >>

<< Quasi ventisette. >>

Lei annuisce e sorride sprezzante verso le sue stesse parole.

<< Non avendo idea di quando si sia messa con lui potrebbe non averlo mai fatto, no? Ragiona con me: se quel giorno stava quasi per ammazzarsi pur di salvarti quelle chiappe sode e succulenti che ti ritro- >>

<< Alice! >>

La ammonisco. Lei sorride dandomi una leggera pacca sul sedere facendomi un occhiolino.

<< Quei bei meloni sodi del tuo sedere. >> finisce ridendo e io roteo gli occhi al cielo

<< Sicuramente non stava insieme a Nicola. >>

Improvvisamente tutta l’angoscia di averle fatto del male scompare.

Mi calmo chiudendo gli occhi e sorrido di cuore: avrei dovuto aspettare ancora per poco, prima di poterle parlare con il cuore in mano.

<< Scemo. >>

Sorride Alice dandomi un leggero buffetto in testa: colpito e affondato.

<< Senti da che pulpito. >>

Sussurro, prima di sentire dei gridolini striduli ed eccitati da dietro le ante della porta.

Sospiro mentre Alice ridacchia.

<< E’ molto popolare, professore Ambrosia. >>

Dice sarcastica.

<< Vada a quel paese, professoressa Abis. >>

Rispondo, dandole un buffetto sulla spalla.

   
 
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