Scena Sesta: IV Atto
<<
HAI DETTO COSA?! >>
Sentire
Alice sgridarmi era stata la minima cosa.
<<
Sono un coglione. >>
Mi
era scappata una lacrima e mai mi sarei sognato di piangere per la reazione di
una semplice donna.
Men
che meno di essere trovato da una sadica, pazzoide e spregiudicata seconda donna
dal carattere di un uomo ubriaco.
<<
Ecco spiegato il motivo per la quale l’ho trovata disperata. >>
Colpo
basso.
In
fondo è colpa mia lo devo ammettere. Se solo quella reazione fosse stata
meno impulsiva, avrei potuto evitarle quell’aggiungersi di dolore.
<<
Sono un coglione. >>
<<
Lo sei. >>
<<
Non sei d’aiuto. >>
Mormoro
fissando la sigaretta che sta consumandosi lentamente: siamo nel pieno delle
lezioni e l’ultima classe che mi rimane ha filosofia ad ultima ora.
<<
Mi meraviglio di te, fratellino! >>
Ringhio
infastidito spegnendo la sigaretta sulla ringhiera mal messa del terrazzo.
<<
Ovvero? >>
Il
suo sguardo si fa furbo ed io inarco un sopracciglio.
<<
La ami così tanto, da non poter placare la tua ira funesta verso la sua relazione clandestina con quel ragazzo!
Non è da te proprio. Ne abbiamo parlato, sai? >>
La
guardo con meno astio negli occhi e lei ridacchia, spegnendo la sigaretta.
<<
Di cosa? >>
Chiedo.
<<
Di te, di Nicola e del resto: lei non ha la più pallida idea di quando si sia
messa insieme a Nicola. >>
La
mia espressione confusa la fa sorridere di cuore.
<<
Ma quanti anni hai? >>
<<
Quasi ventisette. >>
Lei
annuisce e sorride sprezzante verso le sue stesse parole.
<<
Non avendo idea di quando si sia messa con lui potrebbe non averlo mai fatto,
no? Ragiona con me: se quel giorno stava quasi per ammazzarsi pur di salvarti
quelle chiappe sode e succulenti che ti ritro- >>
<<
Alice! >>
La
ammonisco. Lei sorride dandomi una leggera pacca sul sedere facendomi un
occhiolino.
<<
Quei bei meloni sodi del tuo sedere. >> finisce ridendo e io roteo gli
occhi al cielo
<<
Sicuramente non stava insieme a Nicola. >>
Improvvisamente
tutta l’angoscia di averle fatto del male scompare.
Mi
calmo chiudendo gli occhi e sorrido di cuore: avrei dovuto aspettare ancora per
poco, prima di poterle parlare con il cuore in mano.
<<
Scemo. >>
Sorride
Alice dandomi un leggero buffetto in testa: colpito e affondato.
<<
Senti da che pulpito. >>
Sussurro,
prima di sentire dei gridolini striduli ed eccitati da dietro le ante della
porta.
Sospiro
mentre Alice ridacchia.
<<
E’ molto popolare, professore Ambrosia. >>
Dice
sarcastica.
<<
Vada a quel paese, professoressa Abis. >>
Rispondo,
dandole un buffetto sulla spalla.