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Autore: Mils    16/09/2012    4 recensioni
Kristen ha diciassette anni, l'unica sua amica è una drogata che le presta casa sua per dormire, visto che casa lei, non ne ha. Robert è molto conosciuto in città per gestire gli affari della droga e altra roba sporca che Kristen ha sentito nominare solo di sfuggita, ma quando Scout la costringe ad entrare in casa di Robert per rubare qualcosa si trovano legati da qualcosa che neanche loro riescono a spiegarsi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Kristen

Ho tredici anni e me la sto facendo sotto.
Mamma non torna, eppure è tardi, molto tardi.
Mi chiudo in camera, chiudo bene a chiave perché ho paura che lui venga anche stanotte. Non voglio che venga. Mi nascondo sotto le coperte e prendo il libro che sto leggendo, punto la torcia contro la pagina del libro e leggo. Leggo per almeno un'ora, mamma non torna. Mi infilo le cuffiette nelle orecchie e una canzone rilassante mi aiuta a dormire. Vengo svegliata dai colpi che qualcuno sta dando alla porta della mia camera.
- Kristen! Kristen, so che sei in camera! - è
lui. - Apri questa fottuta porta, okay? Non farmi incazzare, ragazzina! - ma io non apro la porta. Mi porto le coperte fin sopra la testa e provo a nascondermi, a chiudermi per la centesima volta in un mondo che non esiste ma che mi protegge, perché in quel mondo posso nascondermi dalla sua voce, dalle sue mani che non stanno mai ferme, troppo forti per il mio corpo da tredicenne. Eppure sono forte, sono abbastanza forte da essermi salvata un sacco di volte. Non è ancora riuscito ad ottenere quello che vuole, e non lo otterrà.


Mi sveglio agitata, devo trattenere un urlo che spinge per uscire fuori dalla mia gola.
Ancora, ancora un altro incubo, quando finirà?
Non posso continuare con questi incubi una settimana si e una no, non è normale e mi vergogno a stare a casa della gente per paura di dire qualcosa mentre dormo. Non che io abbia molti amici, ma devo pur dormire da qualche parte quando Scout si porta a casa un cliente. Scout, già.. chissà dov'è adesso, se è a casa o in qualche bagno a ficcarsi un ago nel braccio. Mi dispiace tanto per lei, non sono arrabbiata.
Mi metto a sedere.
Quando ieri Robert mi ha detto che potevo restare a dormire da lui quasi non ci credevo. Non gli ho neanche chiesto il motivo, ho accettato subito perché l'opzione sarebbe stata dormire sotto un ponte. Certo, stanotte ho dormito nella vasca da bagno ma è sempre meglio che dormire per strada. Ma ora sto gelando, questo bagno è davvero freddo. Mi guardo intorno: vasca da bagno - con me dentro - lavandino, cesso, finestra in alto, piccola e rotta, ecco spiegato il motivo di questo gelo. Il mio zaino con dentro la mia roba è per terra, accostato alla porta. Esco dalla vasca e lo apro, tiro fuori il mio spazzolino e mi lavo i denti, mi spazzolo i capelli e mi guardo allo specchio: perché il mio viso è così scavato? Ho mangiato. Io ho mangiato, me lo ricordo. Ho mangiato.. tre giorni fa', un panino. Forse sono quattro giorni. Ma nel frattempo mi sono nutrita di gomme da masticare e coca cola, quando capitava.
Quando ho finito di rendermi almeno presentabile, giro la chiave ancora nella toppa della porta ed esco in corridoio.
Mi guardo intorno, non c'è nessuno.
Potrei andarmene senza che Robert lo sappia.
Potrei..
- Ehi! Pensavi di andartene così, ragazzina? - la sua voce mi coglie di sorpresa e non riesco a trattenere un urlo. Lui ride.
- Cosa urla di prima mattina? Sei pazzo? - dico, portandomi una mano sul cuore.
Indossa una maglietta a maniche corte, grigia con lo scollo a V, un paio di pantaloni della tuta ed è scalzo. Non si è fatto la barba.
- E' casa mia, ricordi? Urlo quanto voglio - mi fa' notare.
- Be'... si, ehm.. fa' come vuoi, io me ne vado, grazie per ieri - faccio per raccogliere il mio zaino da terra quando lui parla.
- Non così in fretta, devo farti un paio di domande, Eva Kant - mi sfotte.
- Ancora? Non volevo rubarti niente, okay? -
- Si, certo. Comunque sia, resti qua. -
- Non se ne parla nemmeno, io me ne vado! - urlo, presa dal panico. Cosa vuole farmi? Non ci credo neanche morta che vuole solo "farmi qualche domanda", non sono nata ieri. L'ho già sentita questa scusa e non ci casco una seconda volta. Afferro il mio zaino e giro i tacchi ma Robert ripete la stessa scena di ieri afferrandomi saldamente il polso e sbattendomi contro il muro, con decisamente troppo forza per uno che vuole farmi solo qualche dannata domanda.
Lo zaino mi cade di mano.
- Che cazzo vuoi da me? - chiedo.
- Ti ho detto che voglio solo farti qualche domanda. -
- Non è vero.. - cerco di liberarmi dalla sua stretta ma è impossibile.
- Donna di poca fede. -
- Mai stata credente - lui ride e allenta un po' la presa.
- Benissimo, neanche io. -
- Allora, queste domande? - lo provoco, cercando di allontanarmi da lui ma non me lo lascia fare.
Il suo viso è troppo vicino al mio.
So che sto per dare di matto.
Non voglio che le persone mi stiano vicino, io non voglio il contatto di nessuno, tanto meno il suo.
Cerco ancora di liberarmi e stavolta me lo fa' fare.
Molla la presa e io mi massaggio il polso.
- Cazzo... - mi lascerà un bel segno, lo so, ho la pelle troppo sensibile.
- Peggio per te che non mi ascolti quando ti dico le cose.. - dice, facendomi incazzare ancora di più.
- Ma vaffanculo.. - lascio stare il polso e sollevo lo sguardo su di lui. - Allora, queste cazzo di domande? Sbrigati, voglio andarmene.. - in questa casa si gela e io voglio andare a piangere da qualche parte perché, cazzo, ho avuto un incubo stanotte e non capitava da cinque giorni, pensavo che fossero finiti, e invece no e in più mi fa' anche male al polso per colpa tua e sicuramente mi uscirà un livido, quindi muoviti a parlare e a dirmi queste benedette domande.
- Quanta fretta - sorride strafottente e io vorrei solo spaccargli la faccia.
- Si, ho fretta - dico.
- Ah, si? Appuntamento dal parrucchiere? -
Mi rabbuio subito. Lo so benissimo anche da me che i miei capelli sono un casino, non dormo in un letto da settimane. - Voglio andare via.. sbrigati, per favore.. - lo prego, perché davvero non c'è la faccio più.
Lui non mi risponde neanche.
Si gira e si dirige verso la cucina.
Sospiro e lo seguo, sapendo che se provassi ad andarmene di nuovo potrebbe farmi anche più male.
Apre il frigo e tira fuori una birra.
- Non è presto per bere? - chiedo, non riuscendo proprio a trattenermi.
Lui si gira verso di me, apre la bottiglia e prende un lungo sorso alla mia faccia. - Bevo quello che voglio, quando voglio. Chiaro? -
- Chiarissimo.. - alzo gli occhi al cielo e mi guardo intorno.
La cucina è un disastro, ci sono cartoni di pizza ovunque, bottiglie di birra sul pavimento, piatti sporchi nel lavandino, forchette e coltelli in giro. Robert appoggia quello che resta della birra sull'isola in mezzo alla cucina e mi fissa, mi sento quasi violata da quei due occhi di ghiaccio quindi distolgo subito lo sguardo, infilando le mani nelle tasche dei jeans corti, nervosa. - Chi ti ha mandato a casa mia? - chiede.
- Nessuno - rispondo subito.
- Perché sei venuta allora? -
- Dovevo.. - ripenso a Scout, a come mi ha lasciato sola e forse un po' arrabbiata lo sono.
- Ieri notte hai parlato di una certa Scout, chi è? - insiste. Dio, non mi può lasciare in pace?
- Una mia.. amica - più o meno, diciamo amica. Praticamente è la tipa che conosco da più tempo e che mi permette di dormire da lei quando non è in crisi di astinenza o quando non si deve portare un cliente a casa per racimolare soldi per il prossimo buco. Si, proprio un'amica.
- E che fine ha fatto questa tua "amica"? - Robert ironizza sull'ultima parola, come se avesse capito tutto. Ma non può. Non ha capito proprio un cazzo di me e questa sua sfacciataggine non mi aiuta a restare calma.
- Cazzi suoi, no? - dico acida.
- Anche tuoi visto che ti ha lasciato qua, tutta sola. -
- E allora..? Me la so.. cavare benissimo anche da sola... - dico, cercando di sembrare convincente.
- Oh, non avevo dubbi su questo visto come non hai esitato un istante prima di accettare la mia offerta di restare a dormire da me. Una vera donna vissuta, proprio - anche stavolta, mi punge sul vivo.
E io non so che dire, ha ragione. - Io.. ehm, uhm... senti, se non volevi che dormissi qui perché me l'hai chiesto? Cazzo, bastava dirlo e me ne andavo a casa mia. Sono rimasta in quel cesso solo perché tu me l'hai detto e non ci sarei neanche entrata se tu non mi avessi rincorso per mezza casa neanche ti avessi ucciso il cane! - a volte, tutto quello che riesco a fare è solo prendermela con qualcuno, perché con me stessa l'ho fatto già talmente tante volte che non c'è neanche più gusto.


Pov Robert


- Di nuovo, sei tu che sei entrata in casa mia. Sai, se non fossi entrata adesso non dovresti neanche preoccuparti di dovere uscire, sarebbe stato tutto più semplice. Mi dispiace se ti diverti a complicarti la vita, ragazzina - dico.
Appena pronuncio la parola "ragazzina" i suoi occhi diventano quasi di fuoco, sembra quasi che il verde dell'iride si sciolga talmente sono arrabbiati. - Ti ho detto che non devi chiamarmi in quel modo! Non devi, non devi, mi hai capita? Accidenti, ma sei sordo o cosa?! - strilla, e le guance le vanno a fuoco come gli occhi. E' carina quando si arrabbia.
- No, ci sento benissimo e infatti ti dico di abbassare la voce, raga.. no, niente, abbassa la voce e basta - non ho voglio di sentirla di nuovo urlare, non per quel motivo almeno. Sono abituato a sentire urlare le ragazze per ben altri motivi ma penso che questa ragazzina sia troppo piccola per capirlo.
- Io parlo come mi pare. -
- Bene, allora lo farò anche io, ragazzina. -
- Va bene, non urlo.. - acconsente, abbassando il capo.
- Brava - sorrido e bevo un'altro sorso di birra.
- Non dirmi "brava", non ho cinque anni.. -
- Non posso dire un cazzo allora, facciamo prima, no? - una volta finita la birra l'appoggio sul bancone e posso stare certo che la troverò lì anche stasera e il giorno dopo, e probabilmente anche il giorno dopo ancora.
- Sono finite le domande? - si dondola nervosamente sul posto, mordendosi il labbro.
E' sexy quando lo fa', penso. - Non ancora. Chi è Scout? -
- Un'amica, te l'ho detto.. -
- E perché avete scelto proprio casa mia? -
- Non lo so, non l'ho scelto io, ma lei.. ha detto che hai molti soldi. E' così? - come, non sa chi sono io? Tutti sanno chi sono io, tutti sanno che devono stare alla larga dalla mia casa e da me. Ma questa ragazzina sembra quasi che non abbia idea di chi io sia, e questo mi piace, mi piace davvero tanto, è divertente.
- Si, parecchi. -
- Non si direbbe... - fa' scorrere lo sguardo per tutta la cucina, - se fossi così ricco come dici potresti anche permetterti una cameriera.. o una casa nuova - dice, sorridendo smielata quando lo sguardo torna su di me. Colgo la frecciatina. Okay, la mia casa non è il massimo dell'ordine ma non mi è mai importato, le uniche stanze che uso sono il bagno e la camera da letto, non mi serve una reggia né una cameriera.
- E invece ho molti soldi. E sai come me li sono procurati? -
- Mi dovrebbe interessare? -
- Forse. -
- Be', come? -
- Di sicuro non facendo scoprire dal proprietario della casa nella quale stavo rubando, questo è certo. -
Lei alza gli occhi al cielo, scocciata.
- O sei sordo o sei stronzo - dice, portandosi una mano fra i capelli e tirandoli indietro. Noto una piccola cicatrice sulla tempia, vicina all'attaccatura dei capelli.
- Molti dicono che sono stronzo. -
- Molti hanno ragione, allora. -
Ha sempre la battuta pronta, e quella faccia da stronza.. Dio.
Ma c'è qualcosa sotto.
C'è un viso smagrito da giorni senza mangiare.
Ci sono un paio di occhiaie dovute a giorni senza dormire su un letto decente.
Ci sono vestiti puliti ma vecchi, stropicciati e di qualche taglia più grande.
Ci sono due vecchie paia di all stars stra-usate, magari per correre via da qualcuno.
E ci sono due occhioni verdi che si guardano intorno attendi, impauriti da tutto ma sopratutto da tutti.
E sono proprio quegli occhi a farmi vedere oltre quella facciata da stronza.
- Senti, se hai finito di fissarmi io posso anche andarmene, e comunque.. - ma proprio in quel momento suonò alla porta e io sapevo esattamente chi fosse. Le afferrai il polso senza neanche pensarci, avvicinandola a me per poter parlare sotto voce. - Sta zitta e ascoltami, adesso. Vai di sopra e non scendere finché non vengo a prenderti io, va bene? - le chiedo, ma in realtà è un ordine.
- Ma che ti prende? Lasciami! - cerca di divincolarsi, come sempre, ma la tengo salda.
- Non urlare. Fai come ti dico. -
- No! No.. io non faccio quello che mi dici! - devo aumentare ancora di più la presa per non farla scappare.
Con uno strattone l'avvicino ancora di più a me e la vedo rabbrividire per la paura, ma non ho tempo per chiedermi quale sia il suo problema adesso. - Ragazzina, vuoi finire male? -
- Non chiamarmi.. -
- Cazzo! Fanculo, adesso non conta. Quelli che hanno suonato alla porta non scherzano, non sono i tuoi amichetti piscia sotto che se la svignano lasciandoti sola e non gli piace aspettare, quindi ora tu vai di sopra e ci resti finché non ti vengo a prendere, chiaro? -
- Chi sono? -
- Non sono cazzi tuoi, tu fa' solo come ti dico. -
- Non sto gli ordini di nessuno.. - ma si volta a guardare verso il corridoio, in ansia.
- Stai ai miei, ora - con l'ennesimo strattone la spingo verso le scale e lei si lascia trascinare ma sembra tirare un sospiro si sollievo quando le lascio il polso. - Adesso vai di sopra, e resta lì - ripeto.
Kristen sale i primi scalini ma poi si volta di nuovo verso di me.
- Cosa c'è!? -
- Posso.. posso.. usare il bagno per.. fare la doccia, p..per favore? - balbetta, timida.
- Certo, certo, ma vai! - agito la mano per mandarla via e lei non se lo fa' ripetere due volte, correndo su per le scale. Donandomi una meravigliosa vista del suo delizioso culo racchiuso in quei jeans corti.
Purtroppo sono costretto a distogliere lo sguardo perché stanno di nuovo suonando alla porta.
Li ho fatti aspettare e adesso saranno incazzati con me.
Grande!


Pov Kristen


Il bagno e la camera da letto penso che siano le uniche stanze della casa perfettamente in ordine.
La camera da letto è abbastanza grande, con un letto matrimoniale con coperte grigie e dorate, cuscini, un grande armadio, un comodino per ogni lato, un tappeto per terra, una grande finestra con tende color panna e tutto è ordinato e confortevole. Ci entro solo per qualche secondo, immaginandomi come deve essere dormire in un letto del genere, sicuramente meraviglioso. Ma se dormissi in quel letto sicuramente Robert non mi lascerebbe solo dormire, quindi scarto subito l'idea. Il bagno del piano di sopra è molto meglio di quello nel quale ho dormito, questo si potrebbe definire quasi lussuoso, ogni cosa è in marmo, c'è una grande doccia e una vasca da bagno, lavandino, specchio a forma intera, armadietto dei medicinali, asciugamani candidi e puliti, accappatoi in spugna gialli. C'è persino uno stereo di ultima generazione nel quale posso inserire il mio vecchio ipod e far partire la musica. Abbasso il volume per non farmi sentire da Robert e le note di The Only Exception dei Paramore si diffondono nella stanza; chiudo la porta a chiave, una vecchia abitudine che non
Cambio canzone e Misery Business parte a volume più alto della canzone precedente.
Scuoto i capelli e canto in playback davanti allo specchio.
Visto che non so dove si trovi il phon decido di lasciare i capelli bagnati, asciugandoli come meglio posso. Mi infilo dell'intimo pulito e per un attimo scorgo il mio riflesso nello specchio: piccola, magra, si iniziano a vedere le ossa in alcuni punti, ci sono lividi che non so neanche io come mi sono fatta e un ematoma che mi sono procurata litigando con Scout in una delle sue giornate no. Mi affretto a infilarmi una vecchia felpa nera, due taglie più grandi, e un paio di skinny jeans blu scuro insieme alle converse di prima.
Proprio in quel momento sento delle voci provenienti da fuori.
Mi affaccio alla finestra, nascondendomi però dietro le tende.
Due uomini stanno uscendo dalla porta principale, entrano in una vecchia macchina scassata e uno di loro sembra molto arrabbiato.
- Kristen? - la voce di Robert mi fa' sussultare.
Mi allontano subito dalla finestra.
- Ti sei di nuovo chiusa nel mio bagno? - chiede, vedendo che non rispondo.
- No.. no, io.. io ho finito - vado alla porta e la apro.
Robert ha l'aria stanca e mi prende subito la chiave di mano. - Fatto? - annuisco - Bene. E' tuo l'ipod nel mio stereo nuovo? -
- Di chi altri dovrebbe essere, scusa? - mi affretto comunque a riprendermelo, interrompendo la canzone.
- Non preoccuparti di dirmi grazie, eh. -
- Grazie di cosa? Mi hai detto tu di salire al piano di sopra. -
- Hai usato il mio bagno. -
- Preferivi che restavo al piano di sotto con te e i tuoi amichetti? Li ho visti andare via, sembravano incazzati neri, che hai fatto? - Dio, ma perché non riesco a tenere la bocca chiusa, finirà male me lo sento.
- Non sono cazzi tuoi, ragazzina. -
- Dio, ma allora sei proprio stronzo! - afferro il mio zaino e lo supero uscendo dal bagno. - Me ne vado! -
- Come sei permalosa! - mi urla dietro mentre corro per il corridoio e inizio a scendere le scale.
- Fanculo! -
- Ti ho anche lasciato usare il bagno e non mi hai detto manco un "grazie". -
- Sei solo uno stronzo, non te lo meriti un "grazie!" - imito benissimo il suo accento, che non ho ancora capito da dove provenga.
Raggiungo la porta di casa, ma sono talmente arrabbiata che fatico persino ad aprirla e Robert ha tutto il tempo di raggiungermi.
- Io sarei uno stronzo? Devo ricordarti per la centesima volta per quale motivo eri a casa mia? -
- Secondo me tu o sei scemo o hai seriamente qualche problema di comprensione della nostra lingua, amico - dico, mentre armeggio con la porta.
- Come sei spiritosa! -
- Vero? Me lo dicono in molti - no, non è vero, nessuno mi conosce, nessuno sa che a volte, quando sono sola, posso anche avere pensieri positivi e magari anche spiritosi e di sicuro non lo saprà lui.
Finalmente riesco ad aprire la porta.
- A mai più! - dico, prima di correre via.
Corro più in fretta possibile.
Corro talmente in fretta da non accorgermi che non ho nessun peso sulla spalla.
Corro e non mi fermo finché non arrivo davanti a casa di Scout.
Solo a quel punto mi accorgo che mi manca qualcosa.
Dentro quel qualcosa ci sono le chiavi di casa.
E praticamente tutto quello che resta della mia vita.
- Merda! Mi è caduto lo zaino! -

Mentre cammino avanti e indietro indecisa su cosa fare - tornare a casa di quello stronzo strisciando pregandolo di ridarmi il mio zaino o rinunciare definitivamente a tutto quello che resta della mia vita, almeno quella parte che penso di conoscere? - una macchina si ferma a qualche metro da me, dentro ci sono due uomini e uno di loro si affaccia dal finestrino. Non mi sorprende. Non è la prima volta che pensano che io sia una prostituta o comunque che sia disposta ad andare con sconosciuti ma stavolta sento che c'è qualcosa di diverso.
- Ehi, dolcezza, ti va' di fare un giro con noi? - mi chiede.
E' biondo, non avrà più di trent'anni e sembra più magro del normale.
Riconosco in lui Scout.
Eroinomane.
- No - dico, decisa.
- Avanti! Ci divertiamo, amore. -
Chiamarmi amore è proprio il colmo. - Senti, penso che le tue mani funzionanti abbastanza bene visto che stai guidando, quindi non hai bisogno del mio aiuto. Vai a farti fottere. -
Il tipo fa' per scendere dalla macchina, sicuramente per rivendicare il suo onore e io sono già pronta a darmela a gambe levate quando il suo amico lo trattiene per la spalla, fermandolo. - Amico, non possiamo perdere tempo. Tra un po' dobbiamo tornare a casa di quella testa di cazzo per fargliela pagare, ricordi? La vuoi la roba si o no? - subito il biondino si rimette apposto, mi lancia uno sguardo di fuoco e poi riparte.
Mentre guardo la macchina allontanarsi provo una strana sensazione di déjà-vu. La osservo allontanarsi finché non ne capisco il motivo: è la stessa macchina dove sono entrati gli uomini che sono usciti da casa di Robert, e probabilmente loro erano anche gli stessi uomini e il tipo di cui devono vendicarsi sarà sicuramente Robert. Chissà cosa gli ha combinato. Il tipo, l'amico del biondino, parlava di roba - sicuramente eroina - magari Robert li ha fregati e ora sono pronti a tutto pur di non entrare in crisi d'astinenza. E chi potrebbe mai dargli torto? Scout impazzisce quando è a corto e non ha soldi.
Ma potrebbero fare del male a Robert.
Già.
Potrebbero.
E sicuramente lo faranno.
Due drogati non pensano ad altro che a se stessi e alla loro droga.
Per loro esiste solamente quello, specialmente se stanno in astinenza.
Non riflettono sulle azioni che compiono e potrebbero anche fargli molto male se lui provasse a rifiutarsi di fare qualcosa per loro.
E Robert è stato.. più o meno gentile con me.
Mi ha permesso di dormire da lui, anche se in una vasca del suo bagno con una finestra rotta.
E mi ha lasciato fare la doccia nel suo magnifico bagno de piano di sopra, dove sono finalmente riuscita a rilassarmi per qualche minuto da qui a una paio di mesi.
Gli devo qualcosa.
Si, gli devo decisamente qualcosa e io odio essere in debito con le persone.


Pov Robert


La ragazzina ha lasciato il suo zainetto davanti alla mia porta, le è scivolato mentre cercava di aprire la serratura.
All'inizio non volevo aprirlo.
Ho pensato: "ehi, l'ha lasciato qui ma questo non vuol dire che tu possa frugarci dentro", ma poi ho pensato anche che infondo lei si era intrufolata dentro casa mia quindi mi sono sentito come in dovere di farlo, tipo per risaldare il conto. Così l'ho aperto e non immaginavo di trovarci dentro tutte quelle cose.
Due libri, uno molto vecchio e con parecchie sottolineature.
Un ipod - quello che stava ascoltando nel mio bagno.
Intimo di ricambio - carino, semplice, mai volgare.
Due felpe - sempre troppo grandi e vecchie, ma pulite.
Jeans corti, quelli con i quali è arrivata a casa mia.
Varie magliette tutte attorcigliate tra di loro.
Ma il pezzo forte è un piccolo pupazzetto a forma di leoncino con un vero collarino al collo.
C'è scritto Toby sopra.
Kristen, la ladra che è entrata in casa mia e che mi risponde male a ogni cosa che dico, ha un pupazzetto a forma di leone che si chiama Toby.
Faceva quasi ridere.
- Robert! Robert, aprimi! - il pupazzetto mi cadde di mano quando sentii qualcuno sbattere i  pugni contro la mia porta e chiamarmi.
- Kristen? -
- Cazzo, ma aprimi! -
- Eh, un attimo! - in fretta, rimisi tutto al suo posto nello zainetto, giocando per un secondo con il pupazzetto e l'intimo ridendo tra me.
Aprii la porta e per poco Kristen non mi cadde addosso.
Entrò in casa appoggiandosi sulle ginocchia per riprendere fiato.
- Aiuto, tutta questa fretta per un dannato zainetto! -
- Fottiti, non sono qui per lo zaino.. - dice, tenendosi ancora sulle ginocchia.
- Ah, no? Volevi rubare qualcosa altro? -
- Non ho rubato niente, stronzo, e lo sai benissimo. -
- Mmh. Allora ti mancavo? Che carina. -
Lei si rimette in piedi e mi lancia uno sguardo truce. - No, non sono venuta qui perché mi mancavi, anche perché a me le persone come te non mi mancano mai. Sono qui perché volevo pararti il culo ma se ti comporti così posso anche andarmene e lasciare che i tuoi amici drogati si occupino del tuo bel caratterino, Pattinson. -
- Cosa..? Di che parli? - i miei amici? Intende.. - Parla! -
- Ho incontrato i tuoi amichetti mentre me ne andavo. -
- Intendi i.. -
- Clienti? Chiamali come vuoi. Comunque, si. Erano loro e sembravano piuttosto arrabbiati, stavano parlando di.. be', niente di carino. -
- Merda! - mi dò un colpo sulla fronte con la mano. - Pensavo che se la fossero bevuta! -
- Che hai combinato? - mi chiede, e non sembra più furiosa, sta semplicemente chiedendo. E io mi ritrovo a risponderle.
- Gli ho venduto eroina.. -
- Ma..? -
- Ma non era quella che volevano, non era abbastanza - ammetto.
- Perché l'hai fatto? I bucomani possono essere molto aggressivi... - la vedo rabbrividire per un secondo.
- E pensi che non lo sappia? Ma pensavo che non se ne sarebbero accorti o che fossero talmente tanto in astinenza da non farsi problemi, e invece.. -
- E invece ora stanno venendo qui! Per te! - urla, agitata di nuovo.
- Merda! Merda, merda, merda! -
- Magari.. magari non stanno venendo subito. -
- Si, ma verranno! -
- Posso.. posso occuparmene io... - dice, la sua voce è quasi un sussurro.
- Che cosa..? -
- Se.. se mi lasci di nuovo usare il bagno io posso occuparmene. Li intrattengo finché tu non hai.. risolto il problema. Cosa devi fare? - adesso è decisa, sicura, ma vedo un velo di paura nei suoi occhi.
Rifletto un secondo prima di rispondere. - Mi serve un'ora per recuperare qualcosa da dargli. Massimo due. -
- Un'ora.. due.. okay.. bene.. ma.. ma potrò usare il bagno stanotte? - si agita sul posto, attorcigliandosi una ciocca di capelli fra le dita.
- Certo.. okay, ma cosa hai intenzione di fare? -
- Non sono affari tuoi. Tu promettimi solo che stanotte posso dormire qui.. -
- Okay, prometto - anche se ho una strana sensazione, cosa vuole fare?
- Bene.. -
- Bene... -
- Lascia pure lo zaino da me - dico.
- Non mi fido a lasciarlo qui, non mi fido di te. -
- Non ti fidi di me o non ti fidi delle persone? -
- Che cazzo c'entra adesso? -
- Sto chiedendo, rispondimi e basta. -
- Non mi fido delle persone e lo zaino viene con me. -
- No, resta qui, è diciamo un contratto per assicurarmi che non mi stai prendendo per il culo. -
- No! -
- Vuoi un tetto sopra la testa stanotte? - chiedo, sapendo benissimo di avere il coltello dalla parte del manico.
- E tu vuoi avere tempo prima che i tuoi amichetti vengano a trovarti? -, cazzo.
- Okay.. come vuoi. -
- Bravo.. ora vado - è agitata e si vede. - Tornerò tra due ore.. spero per te che per quell'ora sia tutto sistemato - si gira e fa' per andarsene, è quasi sulla porta quando mi accorgo di una cosa.
- Ehi, e lo zaino? -
Lei alza gli occhi al cielo e sospira aprendo la porta. - Zitto. -
- Non avevi detto che non ti fidavi delle persone? -
- Be', diciamo che questa è... l'unica eccezione, non farci l'abitudine, idiota - dice, prima di uscire dalla porta.


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____________________________

ecco il secondo capitolo!
scusate tutte le parolacce e se magari è un po' incasinato ma la storia è questa ed è agli inizi.
non ho trovato gif adatte quindi vi lascio con queste due immagini di kris e robert come dovrebbero essere nella storia.
spero che vi piaccia, davvero.
io mi sto affezionando molto a questa kristen, anche se ha un carattere molto particolare.
voglio che capiate subito che se kristen si comporta in un certo modo non è perché è cattiva o roba del genere, ma è perché.. be', vedrete.
be', che dire?
recensite che voglio sapere cosa ne pensate. per favore, non scrivete solo "molto bello" o "molto brutto", io voglio sapere la vostra opinione, che per me conta davvero moltissimo :3
alla prossima, vi voglio bene.



   
 
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